nell’Esterno. Ehi, guarda!»
Eric segui la direzione del suo sguardo: il Titanico che l’aveva trasportato li scosse piu volte la testa, con aria soddisfatta, e poi si allontano.
«Ah, Ah!» rise Rachel. «E contento di avere finalmente trovato un compagno di mio gradimento.»
«Come fai a saperlo?» chiese Eric.
«In primo luogo non ti ho ammazzato, poi, ha visto che ci siamo scambiati una stretta di mano e deve averlo considerato un gesto amichevole. Anzi, siccome i Titanici sanno ben poco di noi, come noi sappiamo ben poco di loro, forse pensa che il gesto di stringerci la mano significhi amore, passione.»
Eric divento rosso. Non aveva mai sentito una donna parlare in quel modo. Si affretto a cambiare discorso.
«Appartieni alla Gente di Aaron, non e vero?» chiese.
Lei lo guardo sorpresa. «Come fai a…? Ma gia, poco fa ho esclamato “per Aaron”! Che sciocca!»
«E poi l’ho intuito anche dal tuo nome. Nella gabbia dove stavo prima c’era uno che apparteneva alla gente di Aaron e si chiamava Jonathan Danielson: Jonathan-figlio-di-Daniel.»
«Jonathan? E vivo?» chiese lei con apprensione, afferandogli un braccio.
«E morto poco prima che venissi trasportato qui. Ha detto che anche un altro dei suoi compagni, uno solo, era stato preso vivo, un certo Saul Davidson. Ma poi e stato vivisezionato.»
Rachel chiuse gli occhi inorridita. «Oh… Saul era mio cugino. Ci volevamo bene. Col permesso di Aaron, ci saremmo sposati al ritorno dalla spedizione.»
«Mi dispiace» mormoro Eric carezzando la mano che gli stringeva il braccio. «E purtroppo non e tutto. Danielson mi ha detto che un Titanico ha ucciso tutti gli altri membri della spedizione, con una sola zampata.»
«Non e vero» ribatte Rachel. «Facevo parte anch’io della spedizione e so di certo che almeno tre sono stati catturati e sottoposti a esperimenti. Jonathan non era un buon capo: troppo scolastico, poco pratico. Nelle situazioni di emergenza perdeva la testa. Non ha mai visto quello che e successo agli altri perche era accecato dal panico.»
Sospiro, scosse la testa e tacque a lungo pensosa. Poi si riprese e sorrise a Eric. «Scusami» disse. «Ormai non ha piu importanza. Vieni, voglio mostrarti qualcosa che forse ci potra servire.»
Prese Eric per mano e lo porto nell’angolo della gabbia, dov’era disteso un gran pezzo di stoffa, e su quella stoffa erano cucite, vicine l’una all’altra, numerosissime tasche da cui sporgevano oggetti strani e sconosciuti. Sebbene piu ampia, ricordava a Eric la tunica di Jonathan Danielson.
«E tuo?» chiese.
«Si, mio. E il mio mantello. Vedi, al centro c’e un buco da cui faccio passare la testa, e la stoffa mi ricade tutt’intorno. E impermeabile.»
«Impermeabile?»
«Si. A prova d’acqua. Vuol dir che l’acqua ci scorre sopra ma non si bagna. L’ho indossato nelle spedizioni all’Esterno, dove l’acqua cade dal tetto. Inoltre e una specie di laboratorio portatile. Vedi quanti utensili? Questo per esempio.» Cosi dicendo, estrasse da una delle tasche una sbarra piegata che lei distese in tutta la lunghezza. All’estremita, uscivano dei fili connessi a due piccoli cilindri. «Questo congegno era lo scopo della nostra spedizione» spiego. «L’ha creato un gruppo di scienziate della Societa Femminile, con l’idea che potesse servire a neutralizzare le corde verdi. Come saprai, quelle corde funzionano secondo il principio dell’affinita protoplasmatica.»
Eric annui con aria saputa. «Cosi come le porte dei Titanici funzionano secondo il principio inverso: incompatibilita protoplasmatica» disse.
«Esatto» disse Rachel. «Proprio cosi. Bene, neutralizzare l’affinita protoplasmatica e un problema che la mia gente ha cercato di risolvere per molto tempo, ma invano. Finalmente, abbiamo costruito questo congegno, e siamo partiti, io, che sono una scienziata, e tredici uomini, per scorta e protezione, allo scopo di provare se funziona o meno. E funziona, altroche se funziona! Anche troppo bene. Siamo riusciti ad arrivare fin qui nel laboratorio, senza alcun danno. Appena entrati abbiamo visto un Titanico e mi sono subito offerta di provare il neutralizzatore. Il Titanico appena mi ha visto ha calato la corda e io l’ho toccata col neutralizzatore… Tac, la corda e ricaduta floscia, perdendo di colpo le proprieta adesive. Benone dunque. Viva la scienza, applausi su tutta la linea, eccetera. Per quello che mi riguardava, la missione era compiuta, e non vedevo l’ora di tornare a casa, anche perche, sia detto fra noi, il territorio titanico non e quello che si dice un posto di villeggiatura. Stavo tornandomene dai miei tutta soddisfatta, lasciando il Titanico con un palmo di naso a esaminare la sua corda inservibile, quando, chissa perche, a Jonathan Danielson e venuta l’idea brillante.»
«Ha pensato di portare a casa la corda come un trofeo?» disse Eric. «Se e cosi, non posso criticarlo. Qualunque guerriero l’avrebbe fatto. No, non posso criticarlo.»
«Ma io, si. Stai a sentire. In primo luogo, nei nostri progetti c’era solo la riuscita dell’esperimento. Niente battaglia, niente ridicoli trofei. Stavo dunque tornandomene verso il muro, quando vedo quegli stupidi partire di corsa. Cosa potevo fare? Nonostante tutta la mia scienza, sono soltanto una donna, e chi comanda sono gli uomini anche se… Beh, lasciamo perdere. Dunque, ecco che mi vedo passare davanti al galoppo Jonathan Danielson, seguito dagli altri, quelli che dovevano proteggermi. E tutti correvano con aria molto virile ed eroica. Io mi sono fermata e sono rimasta a guardare. La corda che avevo neutralizzato era ancora la dov’era caduta, e il Titanico la stava esaminando, stupito, perche certo non capiva come la sua corda avesse smesso improvvisamente di funzionare. I miei eroi pensavano certo di non avere niente da temere. Il Titanico non aveva altre corde, e si era mai visto un Titanico afferrare uomini senza corde? I tentacoli servono solo per lavori di fino. Ma io li guardai, e vidi che erano della lunghezza e del colore sbagliati.»
Eric rammento quello che gli aveva detto Walter l’Armaiolo.
«Corti e rossastri?»
«Esatto. Ma sai che sei istruito, per essere uno dei cunicoli di superficie?»
«Ecco» disse Eric a disagio, «ho girato parecchio e so tenere le orecchie e gli occhi aperti. Pero, so che tentacoli corti e rossi appartengono ai Titanici che scappano quando vedono un uomo.»
«Gia, scappano se hanno modo di scappare. Quel Titanico era troppo vicino al muro, rispetto alla sua mole, naturalmente. E gli uomini gli stavano correndo addosso, disposti a semicerchio. Fu preso dal panico, certo, ma non fuggi. Si mise a strillare tanto che credevo di diventare sorda, e vidi Jonathan Danielson fermarsi allibito. Tocco a lui d’essere preso dal panico. Invece di ordinare agli altri di fare subito dietrofront e mettersi al sicuro, si mise a correre qua e la come un matto, strillando anche lui. Gli altri non sapevano piu cosa fare. Alcuni seguivano Jonathan, altri rimasero fermi a fissare il Titanico, altri ancora continuarono a correre verso la corda. E allora, improvvisamente, il mostro sollevo una zampa e si mise a scalciare. Lo fece una volta sola, ma basto perche tutti restassero colpiti, con le conseguenze che sai. Io ero cosi adirata, spaventata e sbalordita che mi ritrovai sospesa a un’altra corda, prima che potessi pensare a neutralizzarla. Quando ci pensai, era tardi: ero gia troppo in alto.»
«Capisco. Non potevi fare diversamente. Se avessi neutralizzato la corda, quando ti stava sollevando, saresti caduta e morta. E poi ti hanno portato qui?»
«Poi i mostri mi hanno portata qui» disse la ragazza. «E adesso, Eric, hanno portato qui anche te. A dividere con me questa gabbia.»
19
Quella ragazza lo metteva decisamente a disagio con la sua disinvoltura. Era cosi diversa dalle donne della sua tribu. Eric era perplesso e confuso. Una cosa gli risultava chiara: Stranieri e Gente di Aaron, a quanto risultava dalla sua esperienza personale e da quanto gli aveva raccontato adesso Rachel, non valevano niente, come guerrieri. Si lasciavano prendere dal panico, non sapevano comandare, ignoravano la disciplina. D’altro canto, a mano a mano che ci si addentrava nei cunicoli, le tribu si rivelavano, si meno ardite e coraggiose, pero erano piu esperte nel fabbricare utensili e altri oggetti, e soprattutto piu versate nelle scienze. Guardo Rachel che nel frattempo aveva continuato a osservarlo, e le chiese: «Quel neutralizzatore di cui mi hai parlato, dovrebbe servire a rendere la pariglia ai Titanici?»
«Certamente. Tutto quello che stiamo facendo fa parte di un progetto teso a questo scopo. Senti, sei gia