(Non dovrei lasciarmi andare a spacconate!) — Qual e la tua arma migliore? Ti sfido a duello, per semplice gara o all’ultimo sangue. Chiama la tua vedova e cominciamo.
— Accidenti, un tipo che fa le scintille! Mi ricordi un fox terrier che ho avuto. Senti, tesoro, non posso giocare con te. Devo tenere aperto l’ufficio. Adesso dimmi la verita e mettero il tuo nome negli schedari.
— Scusa, capo. Non dovevo strombazzare. Va bene, sono un corriere d’elite. Se porto qualcosa, arriva, e le mie tariffe sono alte. O il mio stipendio, se vengo assunta come ufficiale consulente specializzato. In quanto al resto, e ovvio che devo essere il meglio del meglio, a mani nude o armata, perche quello che porto
Lui prese appunti. — Va bene. Non sperare troppo. I tizi irsuti per cui lavoro potrebbero al massimo usare corrieri da campo di battaglia…
— Sono anche quello. Tutto cio che porto, arriva.
— O finisci ammazzata. — L’uomo sorrise. — E piu probabile che usino un supercane. Senti, dolcezza, le industrie hanno piu bisogno di militari che di corrieri come te. Perche non lasci il tuo nome alle multinazionali? Qui sono rappresentate tutte le maggiori. E poi hanno piu soldi. Molti piu soldi.
Lo ringraziai e ce ne andammo. Alle insistenze di Blondie, mi fermai al primo ufficio postale e preparai gli stampati del mio curriculum. Volevo abbassare le mie richieste salariali, perche ero certa che Boss mi avesse viziata; ma Blondie non me lo permise. — Alza il prezzo! E la tua migliore possibilita. Se qualcuno ha bisogno di te paghera senza battere ciglio… o almeno ti chiamera e provera a mercanteggiare. Ma abbassare le richieste? Senti, tesoro, nessuno compera a una svendita se puo permettersi di meglio.
Lasciai una copia a ogni multinazionale. Non mi aspettavo che abboccassero, ma se qualcuno voleva il miglior corriere del mondo, poteva studiare le mie referenze.
Quando gli uffici cominciarono a chiudere, tornammo all’hotel per l’appuntamento per cena, e trovammo Anna e Burt un po’ su di giri. Non sbronzi, soltanto allegri e un po’ troppo attenti a come si muovevano.
Burt si mise in posa e annuncio: — Signore! Guardatemi e ammirate! Sono un grande uomo…
— Sei ubriaco marcio.
— Anche quello, Friday, amore mio. Pero davanti a te vedi, iup! l’uomo che ha sbancato Monte Carlo. Sono un genio, un puro vero genuino autentico genio finanziario. Puoi toccarmi.
Avevo intenzione di toccarlo: piu tardi, di notte. Mi venne qualche dubbio. — Anna, Burt ha fatto saltare il banco?
— No, pero gli ha dato un bel colpo. — Lei si interruppe per coprirsi la bocca con la mano e ruttare in santa pace. — Chiedo scusa. Abbiamo giocato qualcosa qui, poi siamo andati al Flamingo per dare una sterzata alla fortuna. Siamo arrivati in tempo per puntare sulla terza corsa a Santa Anita e Burt ha puntato un superbigliettone sul naso di una puledrina che aveva il nome di sua madre. Nessuno ci credeva, e invece ha vinto. Poi fuori della sala corse c’era una roulette e Burt ha puntato la vincita sullo zero…
— Era ubriaco — dichiaro Goldie.
— Sono un genio!
— Tutte e due le cose. Esce lo zero, e Burt punta questo gruzzolo enorme sul nero e vince, e lo lascia li e vince, e lo sposta sul rosso e vince, e il croupier manda a chiamare il boss. Burt voleva puntare tutto, ma il boss lo ha costretto a limitarsi a cinque kilobigliettoni.
— Bifolchi. Gestapo. Delinquenti prezzolati. Non c’era un solo gentiluomo sportivo in tutto il casino. Ho spostato la mia insigne persona da un’altra parte.
— E hai perso tutto — disse Blondie.
— Blondie, vecchia mia, questa e mancanza di rispetto.
— Poteva perdere tutto — ammise Anna — ma io ho fatto in modo che seguisse il consiglio del boss. Con sei sceriffi del casino fra i piedi siamo andati diritti all’ufficio del casino della Banca di Stato e abbiamo depositato. Se no non gli avrei permesso di uscire. Immaginatevi, trasportare mezzo megabigliettone dal Flamingo al Dunes
— Assurdo! Vegas ha meno crimini e violenza di tutte le altre citta del Nord America. Anna, mio unico amore, tu sei una donna di ferro piena di idee stupide. Una schiavista. Non ti sposero nemmeno quando cadrai in ginocchio fra la Freemont e la Main e mi implorerai. Ti rubero le scarpe e ti picchiero e ti nutriro di croste di pane vecchio.
— Si, tesoro. Adesso puoi metterti le
— E champagne. Ma non perche mi stai trattando come una pezza da piedi. Signore, Friday, Blondie, miei unici amori, volete aiutarmi a celebrare il mio genio finanziario? Con libagioni e fagiani in vassoi di cristallo e splendide ballerine coi loro fantastici cappellini?
— Si — risposi.
— Si, prima che tu cambi idea. Anna, hai detto mezzo megabigliettone?
— Burt. Falle vedere.
Burt estrasse un libretto di deposito nuovo di zecca, ce lo lascio guardare mentre lui si passava le unghie sullo stomaco e prendeva l’aria del furbo. 504.000 dollari canadesi. Piu di mezzo milione nell’unica moneta solida del Nord America. Uh, qualcosa in piu di trentun chili d’oro. No, nemmeno io avrei voluto portare per strada tutti quei soldi, in lingotti. Non senza una carriola. Sarebbero stati quasi meta della mia massa. Un libretto di deposito bancario e piu comodo.
Si, avrei bevuto lo champagne di Burt.
Lo bevemmo, nella sala-teatro dello Stardust. Burt sapeva che mancia dare al capo dei camerieri per ottenere posti in prima fila (oppure gli diede troppo, non saprei) e lappammo champagne e divorammo una deliziosa cena che aveva come piatto forte una gallina nostrana che sul conto prese il nome di «piccione» e le ballerine erano giovani e carine e allegre e sane e avevano il profumo di chi ha appena fatto il bagno. E c’erano i ballerini coi reggitesticoli imbottiti da far ammirare a noi donne, pero io non restai li a guardarli, non molto, perche quelli non avevano l’odore giusto ed ebbi l’impressione che fossero piu interessati l’uno all’altro che non alle donne. Affari loro, e chiaro, ma nell’insieme preferii le ragazze.
E avevano un prestigiatore fantastico che faceva uscire dall’aria piccioni vivi, con lo stesso trucco che molti prestigiatori usano per far apparire monete. Adoro i prestigiatori e non capisco mai come fanno e li guardo sempre a bocca aperta.
Quello fece qualcosa che doveva essergli concesso da un patto col diavolo. A un certo punto fece sostituire da una ballerina la sua bella assistente. L’assistente non era troppo vestita, ma la ballerina indossava, le scarpe a un’estremita e un cappello all’altra, e in mezzo c’era solo un sorriso.
Il prestigiatore comincio a estrarre piccioni dalla ragazza.
Non credo a quello che vidi. Non c’e poi tanto spazio, e i piccioni farebbero solletico. Quindi non e mai successo.
Pero ho intenzione di tornare a vedere lo show da un altro angolo.
Quando rientrammo al Dunes, Blondie voleva vedere lo spettacolo nel salone, ma Anna voleva andare a letto. Cosi io accettai di restare giu con Blondie. Burt disse di tenergli il posto; sarebbe tornato dopo aver accompagnato su Anna.
Solo che non torno. Quando salimmo, non mi sorprese trovare chiusa a chiave la porta della seconda stanza; prima di cena, il naso mi aveva avvertita che era improbabile che Burt mi calmasse i nervi per due notti di fila. Affari loro, e io non mi sentivo in calore. Burt era stato un signore con me quando ne avevo veramente bisogno.
Pensai che forse Blondie ci sarebbe rimasta male, ma non fu cosi. Andammo a letto, ridacchiammo sul posto impossibile da cui erano usciti i piccioni, e ci addormentammo. Blondie russava piano quando io chiusi gli occhi.
Mi sveglio di nuovo Anna, ma quel mattino non era seria; era raggiante. — Buongiorno, tesori! Fate la pipi e lavatevi i denti. La colazione arriva in due secondi. Burt sta uscendo dal bagno, quindi non perdete tempo.
Verso la seconda tazza di caffe Burt disse: — Allora, amore?
Anna disse: — Devo?
— Forza, tesoro.