signor Sikmaa e un mio karo amiko; lo konosko da anni. Si, gli ho promesso ke non afremmo korso riski per fostra sikurezza. Ekko perke non posso permetterfi di scendere su pianeti selvatichi e inchivili. Ma al ritorno, fi facchio difertire sul serio su Alcione, giuro. Adesso fate la brava rakazza e non mi date piu problemi, eh?»
E magari ci crederebbe anche.
Quasi certamente sa che non sei «Miss Dollaro Facile» e probabilmente sa che hai accettato di fare da madre ospite (probabilmente non gli hanno detto che si tratta della famiglia reale, ma potrebbe averlo immaginato); forse penserebbe che vuoi solo sottratti a un impegno legale ed equo. Friday, non hai
Non aspettarti aiuto dal capitano. Friday, sei abbandonata a te stessa.
Fu solo tre giorni prima del previsto arrivo a Botany Bay che si verifico qualche cambiamento. Io pensai parecchio, ma per la maggior parte si tratto di elucubrazioni superflue; persi inutilmente tempo a immaginare cosa avrei fatto se
(Ridicolo. Sarebbe bastato un po’ di gas soporifero dai condotti dell’aria per mettermi fuori gioco.)
Oppure: «Capitano, avete mai visto un aborto fatto coi ferri da maglia? Siete invitato a vedere. A quanto ne so, puo essere uno spettacolo piuttosto sanguinoso».
(Ancora piu ridicolo. Posso parlare di aborto; non posso farlo. Anche se la creatura che ho dentro non e carne della mia carne, e pur sempre il mio innocente ospite.)
Cercai di non sprecare tempo in queste riflessioni inutili e di concentrarmi invece su un piano di rivolta, pur continuando a comportarmi normalmente. Quando l’ufficio del commissario di bordo annuncio che era ora di iscriversi per le escursioni a Botany Bay, fui tra i primi ad arrivare. Feci domande, mi portai opuscoli in cabina, e firmai e pagai in contanti per tutti i percorsi migliori e piu costosi. Quella sera, a cena, chiacchierai col capitano delle escursioni che avevo scelto, chiesi la sua opinione su tutte, e mi lamentai di nuovo perche il mio nome era sparito dall’elenco di Avamposto e lo pregai, questa volta, di controllare personalmente; come se il capitano di un incrociatore gigante non avesse niente di meglio da fare che eseguire commissioni per Miss Dollaro Facile. Da quanto vidi, lui non batte ciglio; di certo non mi disse che non potevo scendere a terra. Ma forse era un bugiardo matricolato come me; e io ho imparato a mentire con la faccia piu onesta del mondo fin da quando ero piccola cosi.
Quella sera (tempo della nave) mi trovai al Buco Nero coi miei tre primi corteggiatori: il dottor Jerry Madsen, Jaime «Jimmy» Lopez, e Tom Udell. Tom e primo vice supercargo, e io non avevo mai capito di cosa si trattasse. Sapevo solo che aveva una spallina in piu degli altri due. La prima sera a bordo, Jimmy mi aveva detto in tono solenne che Tom era portinaio capo.
Tom non lo aveva negato. Si era limitato ad aggiungere: «Hai dimenticato che sono anche facchino capo».
Quella sera, a meno di settantadue ore da Botany Bay, scoprii in parte cosa faceva Tom. La scialuppa di dritta era in fase di carico per Botany Bay. — La scialuppa di babordo l’abbiamo caricata alla Piantadifagiolo — mi disse: — Quella di dritta invece e stata riempita per Avamposto. Adesso per Botany Bay ci servono tutte e due, quindi c’e da spostare un po’ di roba. — Sorrise. — Molto lavoro, molto sudore.
— Ti fara bene, Tommy. Stai ingrassando.
— Parla per te, Jaime.
Chiesi in che modo caricassero la scialuppa. — Il portello mi sembra piuttosto piccolo.
— Non facciamo passare le merci da li. Vuoi vedere come ce la caviamo?
Cosi presi appuntamento con lui per il mattino dopo. E scoprii diverse cose.
Le stive della
Lui sorrise. — Magia nera. — Quattro dei suoi operai chiusero il turbogeneratore in una rete metallica e vi attaccarono una scatola di metallo grande quanto una valigetta. Tom ando a ispezionare, poi disse: — Okay, fuoco.
Il caposquadra fece fuoco, e quel mostro di metallo tremo e si sollevo di un soffio: un’unita antiG portatile, non diversa da quella di un Vma, pero esposta all’aria aperta anziche chiusa nel suo guscio.
Con estrema attenzione, a mano, usando funi e pali, gli uomini fecero passare la macchina in una porta enorme, fino alla stiva della scialuppa. Tom mi fece notare che anche se il mostro galleggiava per aria, libero dalla gravita artificiale della nave, era enormemente poderoso come sempre, e avrebbe potuto schiacciare un uomo come un uomo schiaccia un insetto.
— Dipendono l’uno dall’altro e devono fidarsi a vicenda. La responsabilita e mia, ma a un morto non interesserebbe niente se la colpa ricadesse su di me. Devono badare l’uno all’altro.
La sua vera responsabilita, mi spiego, era assicurarsi che ogni cosa fosse sistemata nel punto previsto e fosse saldamente legata contro le accelerazioni, e anche accertarsi nel modo piu assoluto che le grandi porte per le merci, sui due lati, fossero a perfetta tenuta stagna ogni volta che venivano chiuse dopo essere state aperte.
Tom mi mostro gli spazi della scialuppa riservata agli emigranti. — Abbiamo piu nuovi coloni per Botany Bay che per tutti gli altri posti. Quando ripartiremo, la terza classe sara quasi deserta.
— Sono tutti australiani? — chiesi.
— Oh, no. La maggioranza si, pero quasi un terzo non lo sono. Comunque hanno una cosa in comune. Tutti quanti conoscono bene l’inglese. E l’unica colonia che chieda la conoscenza di una lingua. Stanno cercando di fare in modo che l’intero pianeta abbia una sola lingua.
— Ne ho sentito parlare. Perche?
— Pensano che ci saranno minori probabilita di guerre. Puo darsi… Ma le guerre piu sanguinose della storia sono state guerre fratricide. Senza problemi di lingua.
Non avevo opinioni, quindi non commentai. Lasciammo la scialuppa dal portello passeggeri, e Tom lo chiuse dietro di noi. Poi mi ricordai di aver lasciato dentro una sciarpa. — Tom, l’hai vista? Sono certa che l’avevo nella stiva emigranti.
— No, ma la troveremo. — Si giro e apri il portello.
La sciarpa era dove l’avevo lasciata cadere, fra due panche nella zona per i coloni. La feci passare al collo di Tom e abbassai il suo viso a livello del mio e lo ringraziai, e lasciai che la mia gratitudine arrivasse fino al punto che lui preferiva: abbastanza lontano, ma non troppo, perche lui era ancora in servizio.
Meritava i migliori ringraziamenti. Il portello aveva una serratura a combinazione. Adesso potevo aprirlo.
Quando tornai dall’ispezione alle stive e alla scialuppa, era quasi l’ora di pranzo. Shizuko, come sempre, stava facendo un lavoro o l’altro (non e necessario tutto il tempo di una donna per fare in modo che un’altra sia ben vestita e truccata.)
Le dissi: — Non voglio andare in salone. Voglio fare una doccia veloce, mettere un accappatoio e mangiare qui.
— Cosa desidera la signorina? Ordino.
— Ordina per tutte e due.
— Per
— Per te. Non voglio mangiare da sola. E semplicemente che non mi va di vestirmi per il salone. Non discutere. Chiedi il menu. — Mi avviai al bagno.
La sentii cominciare a ordinare, ma quando chiusi l’acqua lei era pronta con un salviettone morbido e gigantesco, e ne aveva uno piu piccolo allacciato alla vita: la perfetta ragazza del bagno pubblico. Dopo che mi ebbe asciugata e aiutata a mettere l’accappatoio, il montacarichi squillo. Mentre lei tirava fuori la roba, io portai un tavolino nell’angolo dove avevo parlato con Pete-Mac. Shizuko corrugo la fronte ma non discusse; comincio ad apparecchiare. Io chiesi musica al terminale e di nuovo scelsi brani ad alto volume, di rock classico.
Shizuko aveva messo in tavola un solo piatto. Girandomi verso di lei, cosi che le mie parole le arrivassero nonostante la musica, dissi: — Tilly, metti qui anche il tuo piatto.
— Cosa, signorina?