— Piantala, Matilda. La farsa e finita. Con questa sistemazione possiamo parlare.

Lei esito un solo attimo. — Okay, signorina Friday.

— Meglio che mi chiami Marj, cosi io non dovro chiamarti signorina Jackson. Oppure chiamami Friday, e il mio vero nome. Tu e io dobbiamo mettere le carte in tavola. Fra parentesi, la tua recitazione da cameriera e perfetta, ma non c’e piu bisogno di preoccupartene quando saremo in privato. Dopo il bagno posso asciugarmi da sola.

Lei quasi sorrise: — Mi piace occuparmi di te, signorina Friday. Marj. Friday.

— Oh, grazie. Mangiamo. — Le misi il sukiyaki nel piatto.

Dopo qualche boccone (la conversazione procede meglio col cibo) dissi: — Tu cosa ci guadagni?

— Da cosa, Marj?

— Dal sorvegliarmi. Dal consegnarmi alla guardia di palazzo del Regno.

— Le tariffe sindacali. Pagate al mio boss. Dovrebbe esserci un premio per me, ma io nei premi ci credo solo quando li spendo.

— Vedo. Matilda, io taglio la corda a Botany Bay. Tu mi aiuterai.

— Chiamami Tilly. Davvero?

— Davvero. Perche io ti paghero di piu.

— Credi sul serio di potermi convincere tanto facilmente?

— Si. Perche hai soltanto due scelte. — In mezzo a noi c’era un grosso cucchiaio da portata in acciaio. Lo presi, chiusi le mani sull’incavo, lo stritolai. — Puoi aiutarmi. O puoi morire. Di corsa. Cosa decidi?

Lei raccolse il cucchiaio mutilato. — Marj, non c’e bisogno di essere cosi melodrammatica. Escogiteremo qualcosa. — Col pollice raddrizzo l’acciaio contorto. — Qual e il problema?

Io restai a fissare il cucchiaio. — Tua madre era una provetta…

— E mio padre un bisturi. Come nel tuo caso. E per questo che mi hanno assunta. Parliamo. Perche lasci la nave? Se lo fai io passero l’inferno.

— Se non lo faccio, saro morta. — Senza cercare di barare, le raccontai dell’accordo che avevo concluso, di come mi fossi trovata incinta, e delle ipotesi sulle mie scarse possibilita di sopravvivenza se fossi arrivata al Regno. — Allora, cosa ci vuole per convincerti a guardare dall’altra parte? Credo di potermi permettere il tuo prezzo.

— Non sono l’unica che ti sorveglia.

— Pete? Mi occupero io di Pete. Credo possiamo ignorare gli altri tre uomini e le altre due donne. Se avro il vostro aiuto attivo. Voi due, tu e Pete, siete gli unici professionisti. Chi ha assunto gli altri? Gentaglia.

— Non lo so. Non so nemmeno chi abbia assunto me, per questo. L’affare e stato concluso col mio boss. Forse possiamo lasciare perdere gli altri. Dipende dal tuo piano.

— Parliamo di soldi.

— Prima parliamo del piano.

— Uh… Pensi di poter imitare la mia voce?

Tilly rispose: — Uh… Pensi di poter imitare la mia voce?

— Rifallo!

— Rifallo!

Sospirai. — Okay, Tilly, puoi farlo. Il Daily Forward dice che emergeremo domani nei paraggi di Botany Bay, e se i calcoli sono precisi come lo sono stati per Avamposto, saremo in orbita stazionaria e faremo scendere le scialuppe verso mezzogiorno di domani l’altro. Meno di quarantotto ore da adesso. Quindi domani io mi ammalo. Un peccato. Perche non vedevo l’ora di atterrare sulla superficie per tutte quelle meravigliose escursioni. I tempi esatti del mio piano dipendono dagli orari di partenza delle scialuppe, e se ho capito bene per saperli dovro aspettare che rientriamo nello spazio normale e che predicano al millimetro quando raggiungeremo l’orbita stazionaria. A prescindere dagli orari, la sera prima della partenza delle scialuppe, verso le nove quando i corridoi sono deserti, io me ne vado. Da allora in poi tu diventi tutte e due. Non lasci entrare nessuno, sono troppo malata.

«Se qualcuno mi chiama al terminale, stai bene attenta a non accendere il video. Io non lo uso mai. Sarai tutte e due nelle questioni che riesci ad affrontare, e se non ci riesci, io dormo. Se cominci a impersonarmi e le cose si fanno troppo complicate, be’, sarai talmente imbottita di febbre e medicinali da essere incoerente.

«Ordinerai la colazione per tutte e due. La solita colazione per te, e te e latte e succhi di frutta per l’invalida.»

— Friday, vedo che hai intenzione di nasconderti in una scialuppa. Ma le porte d’accesso delle scialuppe sono sempre chiuse, se a bordo non c’e nessuno. Lo so.

— Infatti. Non preoccuparti, Til.

— Va bene. Non sta a me preoccuparmi. Okay, posso coprirti dopo che te ne sarai andata. Cosa dico al capitano?

— Allora il capitano c’e di mezzo. Lo sospettavo.

— E al corrente. Pero noi prendiamo ordini dal commissario di bordo.

— Sensato. Se facessi in modo che ti ritrovino legata e imbavagliata? Ovviamente la colpa sara tutta mia. E chiaro che non posso legarti io, perche tu dovrai essere tutte e due dalle prime ore del mattino alla partenza delle scialuppe. Pero posso trovare qualcuno che ci pensi per me. Credo.

— Il mio alibi farebbe un salto di qualita! Ma chi e il filantropo?

— Ricordi la prima sera sulla nave? Sono rientrata tardi, con un uomo. Ci hai servito te e dolci alle mandorle.

— Il dottor Madsen. Conti su di lui?

— Credo di si. Col tuo aiuto. Quella sera era piuttosto eccitato.

Lei sbuffo. — La lingua gli arrivava al tappeto.

— Si. E ancora li. Domani io mi ammalo. Lui viene a visitarmi. Tu sei qui, come al solito. Teniamo le luci spente nella zona letto. Se il dottor Jerry ha i nervi saldi come penso, prendera quello che gli offro. Dopo di che, collaborera. — La guardai. — Okay? Il mattino dopo viene a darmi un’occhiata, e ti lega. Semplice.

Tilly resto pensosa per lunghi attimi. — No.

— No?

— Facciamo le cose veramente semplici. Non coinvolgere nessun altro. Nessuno. Non c’e bisogno di legarmi. Servirebbe solo a destare sospetti. Senti la mia storia. A un certo punto, poco prima che le scialuppe partano, tu decidi che stai bene. Ti alzi, ti vesti, e lasci la cabina. Non mi spieghi i tuoi piani; io sono solo la povera cameriera scema. Non mi dici mai cose del genere. O magari hai cambiato idea e vuoi partecipare lo stesso alle escursioni. In ogni caso, non importa. Io non ho l’incarico di tenerti a bordo della nave. La mia unica responsabilita e sorvegliarti qui in cabina. Non credo che nemmeno Pete abbia la responsabilita di tenerti a bordo. Se riesci a tagliare la corda, probabilmente l’unico che restera bruciato sara il capitano. E non versero lacrime su di lui.

— Tilly, credo che tu abbia ragione, su tutti i punti. Presumevo che tu volessi un alibi. Ma te la caverai meglio senza.

Lei mi guardo e sorrise. — Pero questo non dovra impedirti di portare a letto il dottor Madsen. Divertiti. Uno dei miei compiti era tenere gli uomini lontano dal tuo letto, come probabilmente saprai…

— Lo avevo immaginato — ammisi secca.

— Pero adesso cambio rotta, per cui la cosa finisce qui — Di colpo le spuntarono le fossette. — Forse dovrei offrire un premio al dottor Madsen. Quando verra a trovare la sua paziente il mattino dopo e gli diro che sei andata alla sauna o da qualche altra parte.

— Non offrirgli un premio di quel tipo se non fai sul serio. Perche so che lui fa sul serio. — Rabbrividii. — Ne sono certa.

— Se offro, do. Siamo d’accordo? — Si alzo; la imitai.

— Resta il particolare di cosa ti devo.

— Ci ho pensato, Marj, tu conosci le tue possibilita meglio di me. Lascio decidere a te.

— Non mi hai nemmeno detto cosa ti pagano.

— Non lo so. Il mio padrone non me l’ha detto.

— Sei una schiava? — Provai una desolazione improvvisa. Sarebbe successo a qualunque Pa.

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