probabilmente lei non avrebbe reagito. Come raggiungerla? Non c’era nessun modo, nessun modo.
Ando alla finestra, rivolgendole le spalle.
Molto tempo dopo, lei disse, con voce sottile e lontana: — Le voci nella testa mi facevano impazzire. Rimbalzavano dalle pareti. Non potevo restare.
Macy si volto. Il volto di Lissa era del tutto inespressivo. Fissava sempre il cassettone. Le sue parole avrebbero potuto essere quelle di un ventriloquo. — Non dovevi scappare — disse. — Io cercavo di aiutarti.
— Non potevi darmi nessun aiuto. E neppure io potevo aiutarti. Ci stavamo distruggendo a vicenda.
— No.
— Ti ho aperto ad Hamlin.
— Non importa. Abbiamo bisogno l’uno dell’altra.
— Dovevo andarmene — disse lei. — Mi sentivo soffocare, dovevo uscire. Cosi me ne sono andata. Sono venuta qui.
— Perche?
— Per nascondermi. Per riposare. — Parole mormorate, come soffi di vento. — Adesso vattene. Sento di nuovo le voci. La pressione che aumenta. Non la senti? La pressione. La pressione che aumenta.
Lui le prese la mano. La febbre la consumava. I muscoli del braccio erano completamente rilassati. Come tenere in mano un pezzo di corda. — Sei ammalata Lissa, fisicamente ammalata. Lascia che chiami un dottore. — Non era sicuro che l’avesse sentito. Stava allontanandosi di nuovo da lui. — Chiamo il dottore — disse. — Va bene.
Gli occhi di Lissa erano come sfere di vetro. Galleggiava su una marea che la portava al largo. La scosse, l’accarezzo, le parlo. Zero. Le riverso addosso un fiume di parole, cercando di riportarla in contatto con lui. Forza, esci da questo torpore. Le parlo di amore, di bisogno, di una nuova vita, di un futuro migliore, di pene condivise, della fine dell’autocommiserazione e della vulnerabilita. Qualsiasi cosa. Parole ispirate. Le vecchie banalita ottimistiche. E perche no? Pur di raggiungerla. Andremo lontano e ci faremo una nuova vita, tu e io, io e te. Un mondo di felicita. Dimmi qualcosa, Lissa. Parla.
Sapendo che la sta perdendo, attimo dopo attimo. L’ha persa. Un milione di chilometri lontana, sul suo planetoide di ghiaccio. Eppure continuo a parlare. Sforzandosi di riversare la sua frenetica energia dentro di lei, di riempirla della forza necessaria a tornare e a sollevarsi. Visioni di speranza, sogni a occhi aperti di salute e di gioia. Un arcobaleno scintillante che si curvava nella stanza dalla porta alla finestra. Parlava, parlava, la voce che si faceva roca e disperata. Lissa che non prestava alcuna attenzione; il ghiaccio adesso la chiudeva come in una tomba, la si poteva appena vedere attraverso la parete rilucente del ghiacciaio. Macy si stava stancando. Perche andare avanti? Lei non voleva ascoltarlo.
Comincio ad arrabbiarsi con lei, divento ostile, irritato, rimproverandole le risorse di energia che prelevava da lui. E a che scopo tutti quegli sforzi? A che servivano? Qualunque cosa le desse, la febbre la divorava. Lei era il condotto attraverso cui le sue energie si riversavano senza posa in un mare senza rive. Adesso sorse forte dentro di lui la voce della tentazione, che gli diceva di lasciarla finche ancora poteva, di dimenticarla, di farsi la sua difficile strada nel mondo senza trasportarla sulla sua schiena.
Non le devi niente. Hai gia i tuoi guai, molti dei quali provocati da lei. Perche questo donchisciottesco desiderio di salvarla e guarirla? Lascia che affondi. Lascia che si congeli. Lasciala bollire nel suo brodo. Vai. Te l’ha detto lei di andar via: allora vai. Questa povera ragazza bruciata con la sua implausibile malattia, la sua ESP. Le sue voci irate. La collana di sporco sul petto. Vuoti occhi vitrei. Vai.
A questo Macy rispondeva, senza lasciare la mano sudata di Lissa, che non avrebbe dato ascolto alle voci di sconfitta, ne l’avrebbe abbandonata adesso. Continuo a spronarla a uscire dalla sua trance; la imploro di non cedere. Io sono qui; prendi forza da me. Lascia che sia il tuo scudo e il tuo sostegno. Penso di sollevarla dal letto e di trascinarla fuori dalla stanza, fino alla doccia nel corridoio, dove l’acqua fredda e purificatrice l’avrebbe scossa dal suo letargo. Lui nudo accanto a lei, mentre il diluvio purificatore scendeva.
Forza dunque. Alle docce. Grugnendo l’afferro per le spalle, ma il corpo di Lissa era un peso morto, e d’improvviso ci fu un globo infuocato nel suo petto e una striscia di acciaio incandescente attorno alla sua fronte, e si rese conto che lei l’aveva gia troppo prosciugato, che non aveva piu le forze per sollevarla. La lascio andare e cadde sopra di lei, ansimando. Aveva gli occhi bagnati, non sapeva se per il dolore o la disperazione o la frustrazione o la rabbia. Salvarla era al di la delle sue possibilita. Era troppo debole. Troppo vuoto. Aveva dato tutto quello che poteva dare, e non era stato abbastanza, e adesso non poteva dare di piu. Forse se mi riposo. Forse fra poco.
Ma sapeva di ingannare se stesso. Non si sarebbe ripreso tanto presto. Era svuotato. E adesso, sapeva anche chi l’aveva tentato ad abbandonare prima di raggiungere quel punto, perche sentiva la presenza dentro di lui, che si sollevava, si espandeva, splendeva, l’oscura presenza del suo alter ego che usciva dalla sua tana nascosta, gli mormorava senza parole, cantilenando, invitandolo a cedere.
Devo combatterlo?
Cerco di rimettersi in piedi, ma tutto quello che riusci a fare fu di rotolare giu da Lissa, sdraiandosi al suo fianco. Lei sembrava svenuta. Un sonno al di la di ogni sogno. Sembra in pace. E io potrei dormire quel sonno. Vieni, disse la voce senza voce in parole senza parole. Lascia che ti avvolga, lascia che ti sostituisca. Lascia che non ci sia piu lotta fra di noi. Cedimi il posto.
E Macy si rivolse a Lissa, cercandola, chiedendo alleanza. Noi due contro di lui. Possiamo colpirlo, possiamo distruggerlo. Lissa era lontana un milione di chilometri. Sul suo planetoide di ghiaccio. La fredda luce del sole lontano che danzava sulle valli del ghiacciaio. Il tentatore disse: Vedi, non puoi sperare nessun aiuto da lei. Questo e il momento. Fatti da parte. Cerca di essere ragionevole, Macy! Macy cerco di essere ragionevole. Dove andro? Come combattero? Chi saro? E vide quanto era esile la speranza. Non poteva salvarsi. Non era stato progettato per quel tipo di sforzo. L’avevano spedito in quel secondo viaggio gravato di un fardello impossibile; perche sorprendersi se il viaggio si era trasformato in un incubo? Facciamola finita. Basta combattere. Si sarebbe riposato, avrebbe smesso di lottare e sperare, si sarebbe arreso. Aveva troppi fattori contro. Fuori lo aspettavano Gomez, l’ambulanza, i lunghi aghi freddi, le medicine, tutto il meccanismo della decostruzione. Dentro era in agguato Hamlin. Accanto a lui, giaceva quella ragazza distrutta. D’accordo, cedo. Non combattero piu.
…Allora fatti da parte, disse Hamlin, e lascia che io diventi te.
L’unione delle menti stava iniziando. La dissoluzione, la fusione. Paul Hamlin. Nat Macy. Io sono lui. Lui e me. Uragano. Accecato dalla pioggia di detriti provenienti dai loro passati mischiati. Un olocausto di eventi dislocati. Mentre ci dissolviamo l’uno nell’altro. Jeanie Grossman sotto le nevi del monte Rainier. E la ragazza con i lunghi capelli di seta dorata. Senti, da che mondo e mondo le ragazze hanno posato per artisti famosi. Permetta che le mostri questi depliant, signora, che spiegano i vantaggi particolari della nostra enciclopedia. Perche andare a una scuola d’arte? Ragazzo mio, tu sei gia un maestro! Membri della classe ’93, benvenuti al campus dell’UCLA. Ehi, no agente! Metta via quel paralizzatore! Mi arrendo, maledizione, mi arrendo! Vengo da solo! Non e una questione di opinione, ma di soglie di voltaggio. Un voltaggio non mente. Gli ampere non hanno opinioni. Le resistenze non ti fregano per ragioni personali. Ci stiamo occupando di fatti oggettivi, e i fatti oggettivi mi dicono che Nat Hamlin e stato cancellato. Uno-due-
Lissa!
D’improvviso il cielo si scuri e senza preavviso si scatenarono lampi e tuoni, e una spada calo dall’alto, fra strisce di fuoco, per fendere gli emisferi del suo cervello. Fra i due si spalanco un abisso invalicabile, e da una parte Macy guardo Hamlin che vagava stordito e stupefatto in un campo carbonizzato, mentre i fulmini cadevano intorno a lui. Quel colpo improvviso e tremendo aveva tagliato tutti i legami fra di loro, proprio nell’istante della fusione. Io