subito, anche solo guardandomi, che avevo la mente tutta presa da qualcosa. Infine tornai in biblioteca, armato di blocco e matite e dei miei dizionari. Il manoscritto si trovava gia sul tavolo di quel cubicolo scarsamente illuminato, dove mi arrabbattai a tradurre fino alle dieci di sera, ora di chiusura.

Si, non c’erano dubbi: quegli spagnoli affermavano di possedere un metodo per conseguire l’immortalita. Il manoscritto non faceva il minimo accenno al procedimento, ma si limitava ad affermare in continuazione che funzionava. Trovai ripetuta spesso l’immagine simbolica del «teschio sottostante al volto»: per essere un culto orientato verso la vita, sembrava fin troppo attirato dall’iconografia tombale. Forse si trattava di quella discontinuita essenziale, di quelle giustapposizioni discordi, di cui Ned fa grande uso nelle sue teorie estetiche.

Il manoscritto, comunque, diceva chiaramente che alcuni di quei monaci adoratori di teschi (se non tutti) vivevano da secoli. Oppure da millenni? Un passo ambiguo del Sedicesimo Mistero faceva pensare a un’epoca anteriore a quella dei Faraoni.

Evidentemente la loro longevita destava il rancore dei mortali che ne venivano a conoscenza, contadini o nobili che fossero: spesso avevano dovuto cambiare sede, cercando ogni volta un luogo in cui potessero esercitare in pace le loro pratiche.

Dopo tre giorni di duro lavoro avevo la traduzione riveduta e corretta dell’85 per cento del testo e una stesura preliminare del rimanente. Feci tutto da solo, salvo consultare il professor Vasquez Ocana per qualcuna delle frasi piu difficili. (Naturalmente non gli feci parola del manoscritto; e quando mi chiese se avevo scoperto il nascondiglio della raccolta Maura Gudiol, diedi una risposta vaga).

A questo punto pensavo ancora che tutta la faccenda fosse solo un’affascinante fantasia. Da ragazzo avevo letto Orizzonte perduto; ricordavo bene Shangri-La, il monastero celato sull’Himalaya, i monaci che praticavano lo yoga e respiravano aria pura, la meravigliosa e sconvolgente frase «Lei e ancora vivo, Padre Perrault!».

Roba del genere non la si prende certo sul serio. Con gli occhi della mente vidi la mia traduzione gia pubblicata, ad esempio su Speculum, e accompagnata, da adeguati commenti sulla credenza medioevale nell’immortalita e da riferimenti alle leggende del Prete Giovanni, a Sir John Mandeville, ai romanzi del ciclo alessandrino. La Confraternita dei Teschi; i Custodi dei Teschi, ossia i grandi sacerdoti del culto; l’Iniziazione alla quale devono sottoporsi contemporaneamente quattro candidati, due soli dei quali sopravviveranno; l’accenno ad antichi misteri giunti a noi attraverso i millenni; be’, tutto cio poteva ben essere una novella narrata da Sheherazade, no?

Mi presi la briga di consultare attentamente la versione delle Mille e una notte fatta da Sir Richard F. Burton (tutti e sedici i volumi) pensando che forse questa favola di teschi era stata portata in Catalogna dai saraceni, nell’ottavo o nono secolo. Niente da fare. Qualunque cosa fosse cio che avevo trovato, non derivava dalle Mille e una notte. Per caso faceva parte del ciclo di Carlomagno? O magari era un’opera ancora sconosciuta della letteratura romanza?

Consultai mastodontici cataloghi di motivi mitologici medioevali. Niente. Mi addentrai ancora di piu nel passato. In una sola settimana divenni un esperto dell’intera letteratura relativa all’immortalita e alla longevita. Titone, Matusalemme, Gilgamesh, il pescatore Glauco, gl’immortali seguaci del Tao…

Ed ecco l’illuminazione interiore, il pulsare della fronte, l’urlo selvaggio che fece accorrere gli assistenti da tutti gli angoli della biblioteca.

Arizona! Monaci venuti dal Messico, e li giunti dalla Spagna! Il fregio con i teschi! Cercai affannosamente quell’articolo nella pagina turistica del giornale della domenica. Lo lessi in una specie di delirio.

«Ci sono teschi dovunque, con la mandibola aperta o chiusa, in altorilievo o a tutto tondo… I monaci sono magri, pieni di fervore… Quello con cui ho parlato poteva avere sia trent’anni che trecento…».

Lei e ancora vivo, Padre Perrault! La mia mente si trasse indietro, attonita. Potevo credere a cose simili? Io, scettico, irriverente, materialista, pragmatista? Immortalita? Un culto antico di millenni? Poteva mai esistere, una cosa del genere? I Custodi dei Teschi che prosperavano fra i cactus? Non un mito medioevale, non una leggenda, ma una reale comunita mistico-religiosa giunta di epoca in epoca fino alla nostra civilta delle macchine e che potevo andare a visitare in qualunque momento avessi deciso di compiere il viaggio? Andarci, e presentarmi come candidato. Sottopormi all’Iniziazione. Eli Steinfeld ancora vivo all’alba del trentaseiesimo secolo!

No, tutto cio era oltre ogni credibilita. Respinsi la «giustapposizione» di manoscritto e articolo di giornale in quanto pura coincidenza; poi, riflettendoci sopra, ritirai il rifiuto; e infine andai oltre e accettai tutto.

Mi fu necessario un vero e proprio atto di fede, il primo che avessi mai compiuto in vita mia. Mi costrinsi a riconoscere che potevano esserci certe forze superiori alla comprensione della scienza contemporanea. Mi costrinsi a perdere l’abitudine mentale di accantonare l’ignoto fino a quando sia corroborato da prove inconfutabili. Mi aggregai con gioia ed entusiasmo ai sostenitori di Atlantide, dei dischi volanti, della Terra piatta, della macrobiotica, dell’astrologia: a tutta quella masnada di creduloni in compagnia dei quali mi ero sentito raramente a mio agio prima di allora.

E infine credetti. Credetti in pieno, pur ammettendo la possibilita di errore. Credetti. Poi ne parlai a Ned, e in seguito a Oliver e a Timothy. Gli agitai l’esca sotto il naso. La vita eterna offriamo a te.

E ora eccoci a Phoenix. Palme, cactus, il cammello davanti al motel; eccoci qua. Domani avra inizio l’ultima fase della nostra ricerca della Casa dei Teschi.

19

Oliver

Forse la mia reazione e stata eccessiva, a proposito di quell’autostoppista. Non so. L’episodio mi lascia sconcertato. Di solito il motivo per cui faccio qualcosa mi e chiaro, sta proprio li, in superficie. Ma questa volta, no. Sono davvero saltato addosso a Ned, urlando come un matto. Perche?

In seguito Eli mi ha rimproverato, dicendo che non avevo il diritto d’interferire con la libera decisione di Ned di porgere aiuto a un altro essere umano. In quel momento comandava Ned, dato che era lui alla guida. Perfino Timothy, che pure aveva preso le mie parti, mi ha poi detto che a suo parere la mia reazione era stata eccessiva. L’unico a non parlarne e stato lo stesso Ned; ma io sapevo che la faccenda gli bruciava, dentro.

Mi domando e dico perche mai ho agito cosi. Impossibile che avessi tutta quella fretta di arrivare alla Casa dei Teschi. Avremmo perso un quarto d’ora: e con cio? che cos’era un quarto d’ora, con tutta l’eternita davanti a noi?

No, cio che mi rodeva non era il fatto di perdere tempo. E neppure quella scemenza a proposito di Charles Manson. Era qualcosa di molto piu profondo, e io so bene di che si tratta.

Ho avuto questo lampo d’intuizione proprio quando Ned ha rallentato per offrire un passaggio all’autostoppista. Quell’hippy e un finocchio, ho pensato. Esattamente con queste parole. Quell’hippy e un finocchio. Ned l’ha fiutato subito, mi sono detto; usando quella percezione extrasensoriale di cui mi sembrano dotati tutti quelli come lui, Ned l’ha fiutato subito e ora vuole prenderlo su per portarselo stasera in albergo.

Si, devo essere onesto con me stesso: ho pensato proprio questo. Il tutto accompagnato da immagini di Ned e dell’hippy a letto insieme, che si baciavano, che ansimavano, che rotolavano uno sull’altro, che si palpavano a vicenda, che facevano tutto cio che amano fare i pederasti.

Ma non avevo nessun motivo per sospettare una cosa del genere. L’hippy era solo un hippy, come cinque milioni di altri: piedi scalzi, capelli lunghi e scarruffati, panciotto di pelo, blue jeans scoloriti. Perche mi e venuto in mente che fosse un finocchio? E anche se lo era? Timothy e io non ci siamo forse presi delle ragazze, a New York e Chicago? Perche dunque Ned non dovrebbe prendersi i tipi che piacciono a lui? Cos’e che ho contro gli omosessuali? Uno dei miei compagni di stanza lo e, no? Uno dei miei amici piu stretti. Che Ned e pederasta, lo so dal primo giorno che e venuto a stare da noi. Non mi e mai importato, purche non mi facesse profferte. Ned mi piace per quello che vale, e me ne frego delle sue preferenze sessuali. E allora perche questo attacco di bigottismo? Pensaci un po’, Oliver. Pensaci.

Forse eri geloso. Eh? Che ne dici di questa possibilita, Oliver? Forse non volevi che Ned si mettesse con un altro. Ti dispiace esaminare un momento questa ipotesi?

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