Benissimo; qui, a quanto pare, il precetto filosofico essenziale e: meno si ha, piu si ha. Diamo l’addio a camicia e mutande; mi abituero ad avere addosso soltanto i calzoni sui lombi nudi. Siamo arrivati in un posto davvero interessante.
Rimane comunque da risolvere il problema numero uno: questo luogo ha qualche correlazione col manoscritto medioevale scovato da Eli e col preteso culto dell’immortalita? Io credo di si, ma non posso ancora esserne sicuro.
Ho dovuto proprio ammirare l’abilita istrionica del frate, il modo mirabilmente ambiguo in cui si e tolto dall’imbarazzo quando Eli ha accennato al Libro dei Teschi.
Davvero non sapeva nulla del Libro dei Teschi? Ma allora perche e apparso tanto scosso, anche se solo per un attimo, quando Eli l’ha nominato? Possibile che sia soltanto una coincidenza, questa passione per il simbolo del teschio? Che il Libro dei Teschi sia stato dimenticato dai suoi stessi seguaci? Che il frate abbia voluto giocare con noi come il gatto col topo, per gettarci nell’incertezza? L’estetica del tormento psichico: quanta arte si basa su questo principio! E cosi saremo tormentati per un po’.
Vorrei andare a parlare con Eli, nella sua stanza lungo il corridoio. Lui ha una mente agile, sa interpretare molto bene le sfumature. Desidero sapere se e rimasto perplesso per la risposta di Fra Antonio alla sua affermazione. Ma suppongo che dovro attendere, prima di poter parlare con Eli: solo ora mi accorgo che la porta della mia stanza e chiusa a chiave.
24
Timothy
Roba da matti! Quel corridoio lungo un chilometro. Quei teschi dappertutto, la maschera di morte nello stile messicano. Figure scorticate e che tuttavia riescono ancora a sogghignare, facce con spilloni infilzati nella lingua e nelle guance, corpi con carne sotto e teschio sopra. Delizioso. E quel vecchio dall’aria arcana, con una voce che sembra uscire da una macchina. Quasi quasi penso che sia una specie di robot. Non puo essere un uomo vero, con quella pelle soda e liscia, quel cranio calvo che da l’idea di non aver mai avuto un solo capello, quegli occhi cosi lucenti.
Almeno il bagno era buono. Mi hanno portato via gli abiti, pero. E anche il portafoglio, le carte di credito, tutto. Questo mi garba poco, anche se immagino che in un posto come questo non possano fare molto con i miei averi. Forse hanno solo intenzione di lavare i nostri panni insudiciati dal deserto. Comunque non mi da fastidio dover indossare questi calzoncini. Un po’ stretti sui fianchi, forse (immagino di essere piu grosso dell’ospite medio del monastero), ma con questo caldo va benissimo ridurre il vestiario.
Quello che mi da fastidio, invece, e che mi hanno chiuso a chiave nella mia stanza. Mi ricorda troppi film dell’orrore visti alla tele. Ora si aprira nel pavimento uno sportellino segreto e ne scivolera fuori il cobra sacro, sibilando e schizzando. Oppure entrera un gas velenoso, grazie a un ventilatore nascosto.
Naturalmente non faccio sul serio. Non penso proprio che abbiano intenzione di farci del male. Tuttavia e pur sempre una cosa offensiva, per un ospite, trovarsi rinchiuso nella propria stanza. Che sia l’ora di una preghiera particolare e non vogliano che noi li interrompiamo? Potrebbe essere. Aspettero un’ora, poi tentero di forzare la porta. Sembra abbastanza solida, pero: una tavola di legno bella grossa e robusta.
Niente televisori, in questo motel. Niente da leggere, tranne questo libriccino che hanno lasciato per terra accanto al mio letto. Ed e una cosa che conosco gia. Il Libro dei Teschi, nientemeno. Scritto a macchina, in tre lingue: latino, spagnolo, inglese. Sulla copertina, un’allegra decorazione: teschio e ossa incrociate. Ma la cosa non mi diverte, in realta. E dentro c’e tutta la robaccia che Eli ci ha letto, quella melodrammatica fesseria sui diciotto Misteri. Lo stile e diverso dalla sua traduzione, ma il significato e lo stesso. Tante chiacchiere sulla vita eterna, ma anche tante chiacchiere sulla morte. Troppe. Vorrei proprio andarmene via sempre che una volta o l’altra vengano ad aprire la porta. Uno scherzo e uno scherzo, e forse il mese scorso mi e parsa divertente l’idea di questa spedizione agli ordini di Eli; ma adesso che mi trovo qui non riesco a capire che cosa mi abbia indotto a dare il mio assenso.
Se costoro fanno sul serio, del che continuo a dubitare, non voglio aver niente da spartire con loro; e se sono soltanto una banda di fanatici pseudoreligiosi, il che mi sembra molto probabile, lo stesso non voglio aver niente da spartire con loro. Ho gia passato due ore, qui, e mi sembrano piu che sufficienti. Tutti questi teschi mi fanno venire la mosca al naso. E anche la faccenda della porta chiusa a chiave. E quel vecchio dall’aria arcana.
Ragazzi, adesso basta! Timothy e pronto a tornare a casa.
25
Eli
Continuo a ripetere fra me e me il breve scambio di parole con Fra Antonio, ma non vengo a capo di nulla. Mi ha voluto prendere in giro? Ha fatto finta di non sapere? Ha fatto finta di
E possibile, mi dico, che costoro conoscano con altro nome il Libro dei Teschi. Oppure che nel corso della migrazione dalla Spagna al Messico e poi all’Arizona la loro simbologia teologica abbia subito qualche rimaneggiamento fondamentale. Comunque io sono sempre convinto che questo luogo deve per forza essere il diretto discendente del monastero catalano in cui e stato redatto il manoscritto da me scoperto.
Faccio il bagno. Il piu fantastico della mia vita: l’acme, il nonplusultra dei bagni.
Quando esco da quella vasca sontuosa trovo che i miei vestiti sono scomparsi e che la porta della mia stanza e chiusa a chiave. Indosso gli stinti, consunti e stretti calzoncini che qualcuno mi ha lasciato.
E aspetto. Aspetto. Niente da leggere; niente da guardare tranne una bella maschera in pietra che raffigura un teschio dagli occhi sporgenti, tutta rivestita di mosaico, un’infinita di frammenti di giada, madreperla, ossidiana, turchese: un capolavoro, un pezzo di valore inestimabile.
Comincio a pensare se non sia il caso di fare un secondo bagno, tanto per ammazzare il tempo. Poi la porta si apre (non sento il rumore della chiave ne lo scatto della serratura) ed entra qualcuno che alla prima occhiata sembra Fra Antonio. Una seconda occhiata mi dice che si tratta di un altro: un filo piu stretto di spalle, un filo piu alto, un filo piu chiaro di pelle, ma per il resto l’identico tozzo e robusto fisico pseudopicassoide cotto dal sole.
Con una singolare voce silenziosa, felpata, una voce alla Peter Lorre, mi dice: — Sono Fra Bernardo. Andiamo, prego.
Il corridoio sembra allungarsi a mano a mano che lo percorriamo. Piedi nudi sulla pietra levigata del pavimento: che sensazione magnifica! Fra Bernardo mi precede, e i miei occhi indugiano sulla sua singolarissima colonna vertebrale, sporgente come una cresta ossea.
Misteriose porte chiuse, in legno riccamente lavorato, si susseguono su entrambi i lati del corridoio: stanze, stanze, stanze, stanze. Alle pareti e appeso un milione di dollari in grotteschi, misteriosi manufatti messicani. Tutte le divinita degl’incubi mi sbirciano con i loro occhi da gufo. Le luci sono spente, e un morbido chiarore giallastro piove da candelabri a muro ampiamente intervallati, a forma di teschio: un altro piccolo tocco melodrammatico.
A un certo punto quando ormai siamo quasi arrivati alla sezione centrale dell’edificio (la base della U), l’occhio mi sfugge oltre la spalla destra di Fra Bernardo e io colgo la rapida e stupefacente visione di un’inconfondibile figura femminile, un dodici o quindici metri piu avanti. La vedo uscire dall’ultima stanza di quest’ala del dormitorio, attraversare lenta il corridoio — sembra quasi aleggiare al disopra del pavimento — e sparire nella sezione centrale.
Bassa, snella, indossa una specie di miniabito attillato che le arriva a malapena alla coscia, fatto di una morbida stoffa bianca a pieghine. I capelli sono neri e lucidi, veri capelli latini, e le ricadono fin sotto le spalle. La carnagione, fortemente abbronzata, costituisce un violento contrasto con l’abito bianco. I seni sporgono in maniera spettacolare: non ci sono davvero dubbi circa il sesso. La faccia non riesco a vederla bene.
Sono stupito che in questa Casa dei Teschi ci siano anche suore, oltre che frati; ma forse quella donna e una