21 su 25. Le possibilita contrarie sono inimmaginabili. Quanti di voi ritengono che si possa trattare soltanto di pura fortuna?
Si alzarono circa un terzo delle mani nella classe. Alcune appartenevano agli stupidi che non erano arrivati a capire che era buona politica mostrare simpatia per gli entusiasmi dell’insegnante. Alcune appartenevano agli scettici incorreggibili che disdegnavano queste cliniche manipolazioni. Una delle mani apparteneva a David Selig. Lui stava soltanto cercando di darsi una copertura che lo proteggesse.
La signorina Mueller disse: — Oggi faremo qualche test. Victor, vuoi essere la nostra prima cavia? Vieni qui e guarda la classe.
Sorridendo nervosamente, Victor Schlitz si mosse con passo dinoccolato. Si fermo in piedi tutto rigido di fianco alla cattedra della signorina Mueller intanto che lei mescolava e rimescolava le carte. Poi, una rapida occhiata attenta alla carta che stava sopra al mazzo e lei la fece scivolare verso di lui. — Qual e il simbolo?
— Cerchio?
— Vediamo. La classe non dica niente. — Porse la carta a Barbara Stein, dicendole di segnare un trattino sotto il simbolo interessato, sulla lavagna. Barbara segno il quadrato. La signorina Mueller diede una rapidissima occhiata alla carta seguente.
— Onde — disse Victor. Barbara segno sotto la stella.
— Piu. —
— Cerchio. —
— Stella. —
— Quadrato. —
Victor ando avanti per tutto il mazzo. La signorina Mueller aveva tenuto il conto: quattro colpi azzeccati. Neppure sul filo della probabilita. Lei gli fece cominciare il secondo giro. Cinque. Vai pure, Victor: potrai essere sexy, ma telepate non lo sei di certo. Gli occhi della signorina Mueller percorsero la stanza. Un altro soggetto? Che non tocchi a me, supplicava David. Dio mio, che non tocchi a me. Non tocco a lui. Chiamo Sheldon Feinberg. Lui ne azzecco cinque la prima volta, sei la seconda. Discreto, niente di spettacolare. Poi Alice Cohen. Quattro e quattro. Terreno gramo, sassoso, signorina Mueller. David, seguendo ogni giro del mazzo, aveva sempre azzeccato 25 colpi su 25, ma era il solo che lo sapesse.
— Il prossimo? — chiese la signorina Mueller. David si raggomitolo sulla seggiola. Quanto mancava ancora prima che suonasse il campanello? — Norman Heimlich. — Norman si avvio ondeggiando, con passo da oca, verso la cattedra dell’insegnante. Lei diede un’occhiata a una carta. Sbirciando allora nella mente di Norman, David fu colpito nello scoprirvi un guizzo, un’immagine: una stella che roteava perversamente le sue punte a formare un cerchio, per poi ritornare a essere una stella. Che razza di roba era? Vuoi vedere che quell’odioso di Heimlich ha un brandello di potere? — Cerchio — mormoro Norman. Poi azzecco il seguente, onde, e quello successivo, il quadrato. In verita dava l’impressione che stesse captando delle emanazioni — dalla mente della signorina Mueller. Quel ciccione di Heimlich ha qualche traccia del dono. Pero soltanto tracce; David, scandagliando la mente di lui e quella dell’insegnante, osservo le immagini farsi sempre piu annebbiate e svanire completamente alla decima carta: l’affaticamento annullava la debole potenza di Norman. Tuttavia ottenne un sette, fino ad allora il miglior punteggio. 'La campana', pregava David. 'La campana, la campana, la campana!' Mancavano 20 minuti.
Una piccola grazia. La signorina Mueller, in modo spiccio, distribui alcuni fogli da test. Avrebbe esaminato contemporaneamente tutta la classe. — Diro ad alta voce i numeri da uno a venticinque — disse. — Quando io dico un numero, voi scrivete il simbolo che credete di vedere. Pronti?
David vide un cerchio.
Stella.
Onde.
Stella.
Quando il test stava per terminare, gli venne in mente che forse faceva un grosso errore a sbagliare ogni chiamata. Disse a se stesso di segnarne due o tre giusti, proprio per camuffare il tutto. Pero era troppo tardi per farlo. Erano rimasti soltanto quattro numeri; sarebbe apparso troppo sorprendente se lui ne avesse azzeccati quattro di fila dopo avere sbagliato tutti gli altri. Ando avanti a sbagliare.
La signorina Mueller disse: — Adesso scambiatevi i fogli con il vostro vicino di banco e segnate le sue risposte esatte. Pronti? Numero uno: cerchio. Numero due: stella. Numero tre: onde. Numero quattro…
Lei gridava i risultati tutta nervosa. Qualcuno aveva azzeccato dieci colpi o anche piu? No, professoressa. Nove? Otto? Sette? Norman Heimlich ne aveva di nuovo azzeccati sette. Si pavoneggiava: Heimlich, quello-che- legge-nel-pensiero. David era disgustato dalla scoperta che Heimlich possedeva anche soltanto una briciola di potere. Sei? Quattro studenti avevano fatto sei centri. Cinque? Quattro? La signorina Mueller prendeva diligentemente nota dei risultati. Qualche altro punteggio? Sidney Goldblatt comincio a fare risatine soffocate. — Signorina Mueller, cosa ne dite del punteggio zero?
Lei parve allarmata. —
— David Selig!
David Selig sentiva il bisogno di sprofondare nel pavimento. Gli occhi di tutti erano puntati su di lui. Una risata crudele lo assali.
— Signorina Mueller, io non stavo afferrando nulla. Devo aver semplicemente sbagliato tutte le risposte.
— Fammi vedere.
Come se stesse marciando verso il patibolo, le porto il foglio. Lei lo pose di fianco alla sua lista e cerco di riallinearlo, alla ricerca di qualche correzione, di qualche sequenza di sfasatura. Ma la pura casualita delle risposte deliberatamente errate lo protesse. Un’eventuale anticipazione di due carte gli dava due punti; un arretramento di una carta gli dava tre punti. Non c’era niente di significativo. Ciononostante la signorina Mueller non lo lascio perdere. — Mi piacerebbe rifarti il test — disse. — Faremo diversi tipi di tentativi. Un punteggio nullo e affascinante. — Lei comincio a mescolare il mazzo. Dio, Dio, Dio, dove sei finito? Ah! La campana! Salvato dalla campana! — Puoi restare dopo la lezione? — lei chiese. In agonia, lui scosse la testa. — Devo andare immediatamente al corso di geometria, signorina Mueller. — Lei mollo. Domani, allora. Li faremo domani i test. Dio! Lui passo tutta la notte agitato per la paura, sudando, tremando; verso le quattro del mattino vomito. Sperava che sua madre l’avrebbe fatto restare a casa da scuola, ma niente! Che sfortuna! Alle sette e mezzo lui era sul bus. Che la signorina Mueller si fosse dimenticata dei test? La signorina Mueller non se ne era dimenticata. Le carte fatali erano sulla cattedra. Non ci sarebbe stata nessuna via d’uscita. Senti che era al centro dell’attenzione di tutti. Benissimo, Duv, questa volta sii piu furbo. — Sei pronto per cominciare? — chiese lei, sollevando la prima carta. Lui vide un piu nella sua mente.
— Quadrato — disse.
Vide un cerchio. — Onde — disse.
Vide un altro cerchio. — Piu — disse.
Vide una stella. — Cerchio — disse.
Vide un quadrato. — Quadrato — disse. 'E una'.
Fece molta attenzione a tener bene i conti. Quattro risposte sbagliate, poi una giusta. Tre risposte sbagliate, un’altra risposta giusta. Distribuendole un po’ a casaccio, tutto falso, si concesse cinque centri nel primo giro. Nel secondo ne fece quattro. Nel terzo sei. Nel quarto, quattro. Sto tenendo una media troppo alta, si chiese? Adesso dovrei darle un giro con un sol colpo giusto? Ma lei stava perdendo interesse. — Ancora non riesco a capire il tuo risultato nullo, David — gli disse. — Comunque io lo leggo cosi: tu non hai proprio nessuna capacita ESP. — Lui finse