— Non mi interessa. Non ne ho bisogno.

— Tutti hanno bisogno di avere degli amici, David.

— Io ho degli amici.

— La signora Fleischer dice che non ne hai poi tanti, e che li picchi moltissimo e li fai piangere. Perche picchi i tuoi amici?

— Perche non mi piacciono. Perche sono stupidi.

— Allora non sono amici sul serio, se e questo che provi per loro.

Scrollando le spalle, David disse: — Posso andare avanti anche senza di loro. Mi diverto soltanto a stare con me stesso.

— Ci stai bene a casa?

— Credo di si.

— Vuoi bene alla mamma e al papa?

Una pausa. Un senso di enorme tensione che proveniva dalla mente del dottore. Questa e una domanda importante. Dai la risposta giusta, David. Dagli la risposta che vuole.

— Si — disse David.

— Hai mai desiderato avere un fratellino o una sorellina?

Adesso niente esitazioni. — No.

— Proprio no? Ti piace startene tutto solo?

David annui. — Il pomeriggio e il tempo migliore. Quando sono a casa da scuola e non c’e nessuno in giro. Sto per avere un fratellino o una sorellina?

Una risatina soffocata da parte del dottore. — Questo proprio non lo so. Dovresti chiederlo alla mamma o al papa, non credi?

— Lei non dira loro di andare a prenderne uno per me, vero? Voglio dire, potrebbe dire loro che sarebbe bene per me averne uno, e allora loro andrebbero a prenderlo; ma io invece non lo voglio… — Sono turbato, si accorse improvvisamente David.

— Che cosa ti fa pensare che io direi ai tuoi genitori che sarebbe una bella cosa per te avere un fratellino o una sorellina? — chiese il dottore, tutto tranquillo; pero, adesso, non sorrideva per niente.

— Non lo so. Era soltanto un’idea. — Che ho trovato nella tua mente, dottore. E adesso sento il bisogno di uscire di qui. Non voglio piu parlare con te. — Ehi! il suo nome non e sul serio Hittner, vero? Con la n? Ci scommetto che io lo conosco il suo vero nome. Heil!

3

Non sono mai riuscito a inviare i miei pensieri nella testa di qualcun altro. Anche quando il potere in me era fortissimo, io non ero capace di trasmettere. Ero capace soltanto di ricevere. Puo darsi che ci siano in giro delle persone che hanno questo potere, che riescono a trasmettere pensieri anche a quelli che non possiedono nessun dono speciale di ricezione; ma non sono mai stato uno di loro. E cosi sono diventato la creatura piu abietta della societa, quello che origlia, il voyeur. C’e un antico proverbio inglese: chi spia dal buco della serratura, puo vedere cose che gli faranno male. Proprio cosi. Negli anni in cui ero particolarmente avido di comunicare con la gente, ho fatto terribili sforzi tentando di far penetrare in loro i miei pensieri. Stavo seduto in classe fissando la nuca di una ragazza, e pensavo con forza verso di lei: 'Salve, Annie, e David Selig che ti chiama, mi capti? Mi capti? Ti amo, Annie. Alla follia. Alla follia e anche di piu'. Ma Annie non mi capto mai, e la corrente della sua mente avrebbe continuato a scorrere come un placido ruscello, non certo disturbata dall’esistenza di David Selig.

Non c’era, dunque, modo di comunicare con le altre menti; potevo solo spiarle. Il modo in cui il potere si manifesta in me e molto variabile. Non ho mai avuto un vero controllo cosciente, se non si conta la capacita di bloccare l’intensita di emissione e quella di sintonizzarmi su una certa persona. In genere dovevo prendere tutto quello che veniva e accumulare tutto. Quasi sempre afferravo i pensieri superficiali di una persona, la prevocalizzazione delle parole che stava per pronunciare. Pensieri di questo tipo mi arrivavano, con chiarezza, in forma di conversazione, esattamente come se fossero gia stati detti; era pero diverso il tono della voce; non era per niente il tono prodotto da un apparato vocale. Non riesco a ricordare nessun periodo, neppure nella mia fanciullezza, nel quale abbia confuso la comunicazione verbale con la comunicazione mentale. Questa abilita di leggere i pensieri superficiali e rimasta abbastanza costante: riesco ancora ad anticipare l’esposizione verbale, il piu delle volte, soprattutto quando sono con qualcuno che ha l’abitudine di ripetere dentro di se quello che intende dire.

Riuscivo anche, e fino ad un certo punto ci riesco anche adesso, ad anticipare le intenzioni improvvise, come la decisione di mollare un brusco destro alla mascella. Il modo in cui mi arrivano le informazioni varia. Posso afferrare una coerente esposizione verbale interna — adesso gli tiro un destro sul muso - oppure, se succede che il potere funziona quel giorno a livelli piu profondi, riesco a captare una serie di istruzioni non-verbali per i muscoli, le quali, in una frazione di secondo, si sommano nel processo di alzare il braccio destro per mollare un pugno alla mascella. Si potrebbe chiamare 'linguaggio somatico su lunghezza d’onda telepatica'.

Sono anche riuscito a fare un’altra cosa, anche se mai con continuita; sintonizzarmi con gli strati piu profondi della mente… dove vive l’anima, se volete. Dove la coscienza giace immersa in un tenebroso mare di indistinti fenomeni inconsci. La si celano speranze, timori, intuizioni, propositi, passioni, ricordi, assunti filosofici, linee di condotta morale, appetiti, pene, tutto il caotico misto di eventi e atteggiamenti che definiscono l’io individuale. Di solito alcune sensazioni profonde affiorano fino a me anche quando si stabilisce un contatto mentale superficiale: non so trattenermi dal raccogliere un certo numero di informazioni sul 'colore' dell’anima. Ma ogni tanto — adesso sempre piu raramente — pianto i miei artigli nell’essenza vera e propria, la personalita globale. E l’estasi. Un senso di contatto che ti da la scossa. Accoppiato, e ovvio, con un lacerante, paralizzante senso di colpa, perche e l’espressione massima del mio voyeurismo: quanto puo una persona essere piu indiscreta di un ficcanaso voyeur? Tra parentesi: l’anima parla una lingua universale, Quando guardo nella mente della signora Esperanza Dominguez, per esempio, e vi afferro un farfugliamento in spagnolo, io di fatto non so che cosa stia pensando, perche non capisco molto bene lo spagnolo. Ma se penetro nella profondita della sua anima, ho una totale comprensione di tutto quello che vi si puo cogliere. La mente puo pensare in spagnolo o basco o ungherese, o finnico; l’anima, pero, pensa in una lingua senza lingua, accessibile a qualunque ficcanaso furtivo, capriccioso, che s’intrufola per spiare di nascosto i suoi misteri.

Ma che importa! Sta andandosene tutto via, adesso.

4

Paul F. Bruno

18a Composizione di Letteratura

Prof. Schmitz

15 ottobre 1976

I romanzi di Kafka

Nel mondo da incubo de Il Processo e Il Castello, solo una cosa e certa: che la figura centrale, significativamente identificata con l’iniziale K, e condannata alla frustrazione. Tutto il resto e come parte di un sogno, insicuro; le sale d’udienza si aprono su appartamenti, misteriose sentinelle divorano la loro colazione, un uomo che si pensa sia Sordini, e in realta Sortini. Il fatto centrale, comunque e certo: K fallira nel suo tentativo di ottenere la grazia.

I due romanzi hanno lo stesso tema e approssimativamente anche la stessa struttura. In ambedue, K cerca di farsi graziare e viene a poco a poco condotto alla convinzione finale che la grazia gli verra negata. (Il

Вы читаете Morire dentro
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату