— Non sono cosi ingordo.
— Se non lo sei, non puoi arricchire.
— Penso che mi manchi il fiuto del giocatore di borsa — disse Selig. Resto un poco li a pensare. Di fatto lui non aveva telefonato a Nyquist per parlargli dell’acquisto sottocosto delle Molybdenum. Ho incontrato una ragazza, voleva dirgli, e ho un curioso problema con lei. Ho incontrato una ragazza, ho incontrato una ragazza. Di colpo la paura lo afferro alla nuca. La silenziosa passiva presenza di Nyquist all’altro capo del telefono appariva qualcosa di terrificante. Ridera di me, penso Selig. Lui ride sempre di me, e pacifico, perche pensa che non me ne accorga. Ma questa e roba da pazzi. Disse: — Tom, oggi e successo qualcosa di strano. E entrata una ragazza nell’ufficio, una ragazza molto attraente. Mi incontrero con lei questa sera.
— Congratulazioni.
— Aspetta. Il fatto e che io ero assolutamente incapace di leggerle nel pensiero. Voglio dire, non sono riuscito neppure a cogliere l’aura. Opaca, assolutamente opaca. Non mi era mai successo prima d’ora. E a te?
— Non mi sembra.
— Completamente opaca. Non capisco. Che cosa poteva significare per lei l’avere un paravento cosi solido?
— Forse oggi sei stanco — suggeri Nyquist.
— No. No. Riesco a leggere chiunque altro, proprio come sempre. Ma non lei.
— Questo ti irrita?
— Naturalmente.
A Selig pareva ovvio. Forse Nyquist lo stava stuzzicando: la voce calma, senza inflessioni, neutra. Un gioco. Un modo come un altro per passare il tempo. Desidero di non aver telefonato. Qualcosa di importante sembrava che stesse succedendo sulla telescrivente che riportava i dati di Borsa, e l’altro telefono stava squillando. Nadel, farfugliando, gli lancio un’occhiata gelida:
Nyquist disse: — Vuoi dire che ti da fastidio non riuscire a spiare dentro di lei.
— Questa frase non mi piace.
— Di chi e questa frase? Non certo mia. E cosi che tu consideri quello che noi facciamo, non e vero? Come uno spiare negli altri. Tu ti senti in colpa perche spii nella gente, giusto? Pero ti senti anche sottosopra quando non riesci a spiare.
— Penso che sia cosi — ammise Selig con risentimento.
— Con questa ragazza ti ritrovi obbligato a ricorrere a quelle stesse tecniche di rozze congetture per trattare con la gente, quelle tecniche che il resto dell’umanita e condannato a usare in continuazione, e a te questo non piace. Vero?
— Fai di tutto per farlo sembrare cosi maledettamente sporco, Tom.
— Ma che cosa vuoi che ti dica?
— Io non voglio niente. Sto soltanto dicendoti che c’e questa ragazza che io non riesco a leggere, che non mi sono mai imbattuto in una situazione del genere prima d’ora, che mi sto chiedendo se tu avessi per caso qualche idea da espormi sul perche lei e fatta cosi.
— No — disse Nyquist. — Non mi viene in mente niente.
— Benissimo, allora. Io…
Pero Nyquist non aveva finito. — Evidentemente io non posso dirti se lei e opaca al processo telepatico in quanto tale oppure e opaca soltanto a te, David. — Questa possibilita era saltata in mente a Selig proprio un momento prima. Si accorse che lo disturbava profondamente. Nyquist prosegui, conciliante: — Facciamo l’ipotesi che tu, uno di questi giorni, la porti a spasso e mi ci fai dare un’occhiatina. Puo darsi che io riesca a scoprire qualcosa di utile sul suo conto.
— Lo faro — disse Selig senza troppo entusiasmo. Lui lo sapeva che un incontro del genere era necessario e inevitabile, pero l’idea di esporre Kitty alle occhiate di Nyquist lo metteva in agitazione. Non riusciva a capire con chiarezza il perche. — Presto, uno di questi giorni — disse. — Senti, tutti i telefoni stanno suonando all’impazzata. Ci sentiamo, Tom.
— Dalle un bacio per me — disse Nyquist.
23
David Selig
Studi su Selig n. 101, Prof. Selig
10 novembre 1976
L’entropia, in fisica, e definita come un’espressione matematica del livello di energia in sistema termodinamico che e impossibile rinconvertire in potenza operativa. In termini metaforici piu generalizzati, l’entropia puo essere concepita come la tendenza irreversibile di un sistema, universo incluso, a aumentare il disordine e l’inerzia. Che e come dire che le cose vanno via via peggiorando, finche, alla fine, diventano tanto malridotte che ci mancano perfino i mezzi per riuscire a capire fino a che punto sono malridotte.
Il grande fisico americano Josiah Willard Gibbs (1839-1903) fu il primo ad applicare alla chimica la seconda legge della termodinamica, la legge che definisce il crescente disordine dell’energia in un sistema chiuso. Fu Gibbs che con maggior fermezza enuncio il principio per cui il disordine aumenta spontaneamente con l’invecchiare dell’universo. Tra coloro che estesero le vedute di Gibbs nel campo della filosofia ci fu il brillante matematico Norbert Wiener (1894-1964) il quale dichiaro, nel suo libro
Per questo Wiener chiama gli esseri viventi in generale e gli esseri umani in particolare, eroi della guerra contro l’entropia, che, in un altro brano, paragona alla guerra contro il male: «Questo elemento casuale, questa incompletezza organica (che e, nel tessuto dell’universo, l’elemento fondamentale di probabilita), e uno di quelli che con un’immagine non eccessivamente violenta possiamo definire il male». Gli esseri umani, dice Wiener, portano con se un processo anti-entropico. Noi possediamo i sensi. Noi ammucchiamo gli uni con gli altri. Pertanto siamo qualcosa di piu che semplici vittime passive dell’espandersi spontaneo del caos universale. «Noi, come esseri umani, non siamo sistemi isolati. Noi ci cibiamo, il che genera energia, e prendiamo il cibo dall’esterno, e di conseguenza siamo parti di quel mondo piu ampio che contiene le risorse della nostra vitalita. Pero ancor piu importante e il fatto che noi assimiliamo informazioni attraverso i nostri organi di senso, e che agiamo sulla base di queste informazioni». Ecco il feedback, in altre parole. Tramite la comunicazione impariamo a controllare quello che ci circonda, e, come dice Wiener: «Con il controllo e la comunicazione noi siamo in lotta continua con la tendenza della natura a degradare l’organizzato e a distruggere cio che e significativo; la tendenza a crescere dell’entropia». Su tempi lunghi l’entropia dice Wiener: inevitabilmente ci inchiodera tutti; su un tempo breve possiamo combatterla. «Noi non siamo ancora spettatori degli ultimi stadi della morte del mondo.»
Ma che cosa succede se un essere umano
Un eremita, per esempio. Vive in una caverna oscura. Nessuna informazione vi penetra. Si ciba di funghi. Gli procurano quel tanto di energia per restare in piedi, ma, d’altra parte, non ha nessun contatto. E costretto a rifugiarsi sulle proprie risorse spirituali e mentali, che, alla fine, esaurisce. Gradualmente il caos si espande in lui, gradualmente le forze entropiche prendono possesso di questo centro nervoso, di quella sinapsi. I dati sensoriali