prima.

L’operazione di fare eleggere qualcuno presidente non e cambiata molto dalla meta del XIX secolo, anche se le tecniche sono leggermente differenti in questo periodo di reti informative, previsioni stocastiche ed egosaturazione provocata dal martellamento pubblicitario. Il punto di partenza, naturalmente, e un candidato forte, uno che abbia preferibilmente una base molto larga in uno stato densamente popolato. Il nostro uomo deve risultare plausibile nei panni di presidente; deve avere l’aspetto e il modo di parlare di un presidente.

Se questo non rientra nel suo stile personale, deve essere addestrato a crearsi intorno un senso di credibilita. I candidati migliori lo posseggono naturalmente. McKinley, Lyndon Johnson, F.D. Roosevelt e Wilson ebbero tutti quell’imponente aria presidenziale. E anche Harding. Nessun uomo ebbe mai l’aria da presidente piu di Harding; in realta era l’unica cosa che lo qualificasse alla carica, ma fu sufficiente per farlo riuscire. Dewey, Al Smith, McGovern e Humphrey, invece, non l’avevano e furono sconfitti. Stevenson e Willkie erano dotati di questa qualita innata ma si trovarono di fronte ad avversari che l’avevano piu forte. John E Kennedy non si uniformava affatto all’ideale presidenziale degli Anni ’60 — saggio e paterno — ma venne soccorso da altri elementi e, dopo la vittoria, modifico notevolmente il modello, facendo un favore, tra gli altri, anche a Paul Quinn.

Anche il modo di parlare, il sembrare presidente dalla voce, e importante. Il possibile candidato deve essere deciso e serio, ma benevolo nello stesso tempo, con un tono che comunichi il calore e la saggezza di Lincoln, l’audacia di Truman, la serenita di FDR e l’intelligenza di JFK.

L’uomo che aspira a diventare presidente deve riunire un gruppo di persone che comprenda: qualcuno che si procuri del denaro (Lombroso), qualcuno che si lavori il pubblico (Missakian), qualcuno che studi gli orientamenti generali e suggerisca i metodi piu vantaggiosi (io), qualcuno che metta in piedi un’alleanza nazionale di capigruppo (Ephrikian), qualcuno che diriga e coordini la strategia (Mardikian). Questa squadra cerca di piazzare il prodotto, stabilisce i collegamenti utili nel mondo della politica, del giornalismo e della finanza e instilla nella mente del pubblico il concetto che questo e l’Uomo Giusto Per L’Impresa. Al momento della convenzione per la nomina del candidato un numero sufficiente di delegati sono stati convinti, tramite promesse segrete o alla luce del sole, ad assicurare il successo al candidato al primo o, alla peggio, al terzo scrutinio; se non si riesce ad ottenergli la nomina prima di allora, le alleanze si sgretolano e saltano fuori gli “outsider”.

All’inizio di aprile del 1999 tenemmo la prima riunione strategica formale nell’ufficio del vicesindaco Mardikian nell’ala ovest di City Hall, Haig Mardikian, Bob Lombroso, George Missakian, Ara Ephrikian e io. Quinn non era presente; era a Washington, in piena disputa con il Ministero della Sanita, Educazione e Benessere per un maggiore stanziamento a favore della citta sottoposta al Decreto di Stabilita Emotiva. C’era un crepitio elettrico nella stanza che non aveva niente a che fare con l’emissione di ozono del sistema di depurazione. Era l’esplosione del potere, reale e latente.

Ci eravamo riuniti per dare inizio alla nostra opera per plasmare la storia. La tavola era rotonda ma sentivo me stesso al centro del gruppo. Gli altri quattro, molto piu abili di me nel tirare le fila del potere e dell’ascendente, mi guardavano aspettando che fossi io a indicare loro la direzione, poiche il futuro era vago e indistinto ed essi potevano solo cercare di indovinare gli enigmi dei giorni a venire, mentre io vedevo, io sapevo ed essi mi credevano. Non avevo intenzione di spiegare la differenza tra “vedere” ed essere bravi a indovinare. Assaporavo quel senso di dominio. Il potere da assuefazione, certo, a qualsiasi livello lo raggiungiamo. Sedevo la tra i milionari, due avvocati, un grosso azionista e un capitalista delle reti di informazione, tre bruni armeni e un bruno ebreo-spagnolo, ciascuno di loro bramoso quanto me di provare il trionfo risonante di un riuscito appalto presidenziale, ciascuno avido quanto me di una fetta di gloria riflessa, ognuno gia pronto a erigere imperi per se stesso all’interno del futuro governo, e loro, tutti loro, aspettavano che io dicessi come affrontare quella che in realta era la conquista degli Stati Uniti d’America.

Mardikian fu il primo a parlare: — Cominciamo con un appunto, Lew. Secondo te, quante effettive possibilita ha Quinn di ottenere la nomina il prossimo anno?

Feci la tipica pausa da veggente-che-si-concentra; sembrava che stessi invocando i totem stocastici; fissai lo sguardo nelle immense estensioni dello spazio, concentrandomi sui saltellanti granellini di polvere, alla ricerca di presagi; mi ammantai di una maestosita profetica; recitai l’intero, grandioso atto sadico e dopo un attimo risposi solennemente: — Per la nomina ha forse una probabilita su otto. Per l’elezione, una su cinquanta.

— Non bene.

— No.

— Niente affatto bene — aggiunse Lombroso.

Mardikian, deluso, si picchietto la punta del suo carnoso e imponente naso, poi esclamo: — Vuoi dire che dovremmo rinunciare del tutto? E questo il tuo giudizio sulla situazione?

— Si, per il prossimo anno senz’altro. Lasciamo perdere tutto.

— Un momento — mormoro Mardikian, fronteggiandomi nuovamente. — E se ci presentassimo nel 2004, come la vedi, Lew?

— Meglio, molto meglio.

Ephrikian, un omone grande e grosso con la barba nera e la testa completamente rasata a zero, secondo l’ultima moda, sembrava irritato. Aggrotto le ciglia e brontolo: — I mezzi di informazione pubblica stanno facendo una grossa pubblicita a quello che Quinn ha compiuto durante il suo primo anno come sindaco. Secondo me e questo il momento per arrampicarsi sul prossimo gradino.

— Sono d’accordo — ribattei io cortesemente.

— Ma pensi che sarebbe sconfitto nel 2000?

— Io dico che qualunque candidato presentato dai Nuovi Democratici sarebbe battuto. Chiunque. Quinn, Leydecker, Keats, Kane, Pownell, chiunque. Questo e il momento giusto perche Quinn cominci la scalata, sono d’accordo, ma il prossimo gradino non e necessariamente quello piu alto.

Missakian, tozzo, squadrato, dalle labbra sottili, l’esperto delle comunicazioni, l’uomo che vedeva sempre chiaro, intervenne: — Potresti essere piu specifico, Lew?

— D’accordo — e mi buttai a capofitto nelle spiegazioni.

Spiegai la previsione, niente affatto arrischiata, secondo cui chiunque si fosse presentato contro il presidente Mortonson nel 2000 — Leydecker, molto probabilmente — sarebbe stato battuto. I presidenti in carica, in questo paese, non perdono le elezioni a meno che il loro primo mandato non si sia rivelato un disastro di proporzioni hooveriane e Mortonson aveva fatto un buon lavoro pulito, non troppo innovatore, ineccepibile, tranquillo. Leydecker avrebbe rappresentato un avversario di tutto rispetto ma non avrebbe avuto vie di uscita; sarebbe stato sconfitto e molto duramente, con tutta probabilita. Dunque, meglio non mettersi sulla strada di Leydecker, questo era il mio consiglio. Lasciargli via libera. Qualsiasi tentativo da parte di Quinn di contendergli la nomina l’anno prossimo sarebbe stato probabilmente inutile e avrebbe fatto di Leydecker un sicuro nemico di Quinn, cosa che era meglio evitare. Concedere a Leydecker il privilegio e lasciare che si distrugga da solo nell’elezione tentando di battere l’invincibile Mortonson. Noi avremmo aspettato di presentare Quinn — ancora giovane e immune da sconfitte — nel 2004, quando la Costituzione avrebbe proibito a Mortonson di presentarsi nuovamente.

— Cosi Quinn lascia via libera a Leydecker nel 2000 e poi se ne sta con le mani in mano? — chiese Ephrikian.

— No — ribattei io e guardai Bob Lombroso.

Noi due avevamo gia discusso della strategia da adottare, avevamo raggiunto un accordo e adesso, piegando in avanti le spalle poderose, con un’occhiata sicura e penetrante alla parte armena del tavolo, Lombroso comincio a tracciare il nostro piano.

Nei mesi seguenti, Quinn avrebbe cercato di farsi conoscere a livello nazionale finche all’inizio dell’estate 1999, ii progetto sarebbe culminato in un giro propagandistico per tutta la nazione con discorsi importanti a Memphis, Chicago, Denver e San Francisco. Avendo alle spalle alcune notevoli realizzazioni come sindaco di New York utili a farlo conoscere (ristrutturazione del personale municipale, riammodernamento dei curriculum, deGottfrieddazione delle forze di polizia, ecc), Quinn avrebbe iniziato a parlare di istanze piu generali come l’indirizzo regionale di avvicendamento del potere di fusione e la riesumazione dell’abrogata Legge sul Diritto al Riserbo del 1982 e — perche no? — il coagulamento obbligatorio del petrolio. In autunno avrebbe dato inizio a un attacco diretto contro i repubblicani, non tanto nei confronti di Mortonson quanto di selezionati membri del Congresso (soprattutto il Segretario dell’Energia Hospers, il Segretario dell’Informazione Theiss e il Segretario dell’Ambiente Perlman). Cosi sarebbe entrato poco alla volta nel vivo della disputa, diventando una figura nazionale, un giovane leader in ascesa.

La gente avrebbe cominciato a parlare delle possibilita che aveva di diventare presidente, anche se le

Вы читаете L'uomo stocastico
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату
×