il prossimo anno?

— Certo. Ma…

— Aspetta. Effettivamente si sono presentati nuovi fattori ma tu non li conosci ancora. Ho intenzione di metterteli a disposizione in modo che tu ci possa lavorare sopra tenendone conto nel tuo lavoro di sintesi.

— Che tipo di fattori?

— Il mio progetto di presentarmi candidato alla presidenza.

Dopo una lunga pausa imbarazzata riuscii a dire: — Vuoi dire, presentarti l’anno prossimo?

— Per il prossimo anno non ho un accidente di probabilita. Non sei d’accordo?

— Si, ma…

— Niente ma. L’accoppiata per il 2000 e Kane-Socorro, Non ho bisogno della tua abilita stocastica per capirlo. Ormai hanno dalla loro parte abbastanza delegati da poter ottenere la nomina al primo scrutinio. Se la vedranno con Mortonson l’anno prossimo e verranno stracciati. Penso che Mortonson otterra la vittoria piu schiacciante dal tempo di Nixon, nel 1972, qualunque sia il candidato che si presenta contro di lui.

— Anch’io la penso cosi.

— E per questo che sto gia parlando del 2004. Mortonson non potra piu presentarsi e i Repubblicani non hanno piu nessuno della sua levatura. Chiunque tra i Nuovi Democratici riesca ad acciuffare la nomina e sicuro di essere eletto, giusto?

— Giusto, Paul.

— Kane non avra un’altra possibilita. Quelli che subiscono una Waterloo elettorale non si rialzano piu. Chi rimane? Keats? Avra piu di 60 anni. Pownell? Non ha capacita di resistenza. Sara dimenticato. Randolph? Non lo vedo ottenere qualcosa di piu di una nomina vicepresidenziale.

— Ci sara ancora Socorro.

— Socorro, si. Se gioca bene le sue carte durante la campagna del prossimo anno, ne verra fuori rafforzato, per quanto rovinosa sia la sua debacle con Kane. Proprio come fecero Muskie, perdendo nel 1968, e Shriver, perdendo nel ’72. Ho pensato molto a Socorro, tutta l’estate, Lew. L’ho osservato salire come un razzo dopo la morte di Leydecker. E per questo che ho deciso di smetterla di essere prudente e iniziare fin da adesso a darmi da fare per la nomina. Devo legare le mani a Socorro. Se ottiene lui la nomina nel 2004, vince sicuramente e, se vince, sara sicuramente rieletto nel 2008, il che significa che dovrei stare con le mani in mano fino al 2012.

Mi gratifico di una notevole dose del classico contatto d’occhi alla Quinn finche non cominciai a sentirmi a disagio.

— Nel 2012 avro 51 anni, Lew. Non voglio aspettare tanto. Un potenziale candidato puo ammuffire quando se ne sta a far niente una dozzina di anni aspettando il suo turno. Cosa ne pensi?

— Che la tua previsione e azzeccata.

Quinn annui.

— Okay. Questa e la tabella di marcia che Haig e io abbiamo studiato nei giorni scorsi. Passeremo cio che resta del ’99 e la prima meta dell’anno prossimo a gettare le basi. Faccio qualche discorso in giro per il paese e cosi riesco a conoscere meglio i caporioni del partito. Instauro rapporti amichevoli con un sacco di pesci piccoli che saranno dei pezzi grossi del partito nel 2004. L’anno prossimo, dopo la nomina di Kane e Socorro, faro una campagna nazionale in loro favore, puntando soprattutto sul nord-est. Mi dannero l’anima per consegnargli lo stato di New York su un piatto d’argento. All’inferno! Dopo tutto, sono convinto che riusciranno ad avere comunque sei o sette dei grossi stati industriali, quindi tanto vale che abbiano anche il mio, dal momento che io poi verro considerato un uomo attivo e dinamico; Mortonson, comunque, li schiaccera nel sud e negli Stati agricoli. Nel 2001 me la prendero con piu calma e mi concentrero sulla rielezione a sindaco, ma una volta ottenuta questa, mi daro nuovamente ai giri propagandistici in tutto il paese, e dopo le elezioni per il Congresso, nel 2002, annuncero la mia candidatura. Questo mi concedera tutto il 2003 e meta del 2004 per lavorarmi i delegati e, alle elezioni primarie, avro gia la nomina in tasca. Cosa ne dici?

— Mi piace, Paul. Mi piace da matti.

— Bene. Tu sarai il mio uomo chiave. Voglio che tu ti concentri a tempo pieno sul lavoro di studio e previsione del contesto politico-nazionale in modo da poter elaborare i piani d’azione secondo il mio progetto. Lascia perdere i piccoli problemi locali, quelli che riguardano New York. Mardikian puo organizzare da solo la campagna per la mia rielezione a sindaco. Tu studi il contesto piu vasto, mi dici cosa pensano di volere quelli dell’Ohio, delle Hawaii e del Nebraska, mi dici cosa e probabile che vogliano tra quattro anni. Tu sarai l’uomo che mi fara presidente.

— Puoi starne certo.

— Sarai gli occhi che guarderanno nel futuro per me.

— Lo sai, amico.

Ci stringemmo le mani.

— Verso la Casa Bianca! — urlo Quinn.

— Washington, arriviamo! — sbraitai io.

Fu una cosa stupida, ma commovente. Immaginai la storia ai nostri piedi, noi in marcia verso la Casa Bianca con me in testa a sventolare la bandiera e suonare i tamburi. Ero cosi scosso dall’emozione che fui sul punto di dire a Quinn di lasciar perdere la cerimonia della Banca del Kuwait. Poi, pero, vidi il volto triste di Carvajal apparire tra i granellini di polvere del raggio di luce che entrava dalla finestra e mi fermai.

Cosi non dissi nulla: Quinn fece il suo discorso e naturalmente si ando a impegolare in una serie di grossolane barzellette sulla situazione politica del Medio Oriente.

— Mi hanno detto che la settimana scorsa re Abdullah e il Primo Ministro Eleazar giocavano a poker al casino di Eilat; il re aveva scommesso tre cammelli e un pozzo di petrolio e il primo ministro aveva rilanciato a cinque maiali e un sottomarino, cosi il re… — No, no, e troppo stupida per ripeterla. Naturalmente l’exploit di Quinn fu il pezzo forte dei notiziari della sera, e il giorno seguente la City Hall fu invasa da telegrammi risentiti. Mardikian mi telefono per avvertirmi che il posto era picchettato dal B’nai B’rith, dall’Appello per gli Ebrei Uniti, dalla Lega di Difesa Ebrea e dall’intera squadra della Casa di Davide.

Ci andai anch’io, sgattaiolando molto poco ebraicamente tra la ressa di ebrei offesi e con il desiderio di chiedere scusa al mondo intero per avere permesso, con il mio silenzio, che accadesse tutto questo. Con il sindaco c’era anche Lombroso. Ci scambiammo una rapida occhiata. Mi sentivo soddisfatto — Carvajal non aveva forse previsto esattamente l’incidente? — impacciato e impaurito nello stesso tempo.

Lombroso mi strizzo rapidamente l’occhio, cosa che avrebbe potuto avere almeno dieci significati diversi, ma che io presi come un gesto rassicurante e di perdono.

Quinn non sembrava molto turbato. Un po’ nervosamente diede un colpetto alla scatola piena di telegrammi e disse amaramente: — E cosi che si comincia la caccia all’elettore americano. Non e un gran bell’inizio, vero, ragazzo?

— Non preoccuparti — esclamai con un tono volonteroso ed entusiasta da boyscout. — Questa e l’ultima volta che succedera una cosa del genere.

25

Telefonai a Carvajal.

— Ho bisogno di parlarvi.

Ci incontrammo lungo Hudson Promenade vicino alla 10a Strada. C’era un tempo sinistro, scuro, umido e caldo; il cielo era di un minaccioso giallo-verdino con nuvoloni neri addensati sul New Jersey e un senso di apocalisse imminente dominava ogni cosa. I raggi di un pallido sole nebbioso, piu cinerei che dorati, si facevano largo tra uno strato di dense nubi ammassate in mezzo al cielo come una coperta spiegazzata. Un tempo assurdo, da melodramma, uno scenario rumoroso e oleografico per la nostra conversazione.

Gli occhi di Carvajal avevano uno splendore innaturale.

Sembrava piu alto, piu giovane, pareva danzasse sulle punte dei piedi lungo la Promenade. Come mai sembrava acquistare forza a ogni nostro incontro?

— Allora? — mi chiese.

— Voglio riuscire a “vedere”.

— Fatelo, allora. Non ho nessuna intenzione di fermarvi.

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