puo fare per me, Chalk?
Una mano carnosa venne agitata. — Un po’ di pazienza. Desidero saperne di piu sul suo conto. Era un ufficiale spaziale?
— Si.
— Veniva dall’accademia?
— Naturalmente.
— Deve avere avuto dei voti eccellenti. Le hanno dato degli incarichi difficili. E lo sbarco su pianeti abitati da esseri intelligenti… Non e certo uno scherzo. In quanti eravate?
— In tre. Sottoposti tutti e tre a operazione chirurgica. Prima e morto Prolisse, poi Malcondotto. Hanno avuto fortuna.
— Il suo corpo attuale le e sgradito?
— Offre qualche vantaggio. I medici dicono che vivro probabilmente cinquecento anni. Ma e penoso e anche imbarazzante. Non ero assolutamente fatto per essere un mostro.
— Non e brutto come forse lei crede — obietto Chalk. — Oh, si, i bambini che scappano urlando, eccetera eccetera. Ma i bambini sono conservatori. Odiano qualsiasi novita. Secondo me, il suo viso ha un fascino notevole. Direi che una quantita di donne sarebbero pronte a gettarsi ai suoi piedi.
— Non so. Non ho provato.
— Esiste un certo fascino del grottesco, Burris. Io, nascendo, pesavo piu di sei chili. Il mio peso non ha mai costituito un intralcio. Lo considero un bene patrimoniale.
— Lei ha avuto tutta una vita per abituarsi alla sua mole — disse Burris. — Vi si e adattato in mille modi, e anzi ha voluto essere com’e. Io sono vittima di un capriccio incomprensibile. Di una sopraffazione. Mi hanno violentato, Chalk.
— Vuole che tutto cio venga annullato?
— Lei che ne pensa?
Chalk annui. Le sue palpebre si abbassarono, e parve che fosse caduto a un tratto in un sonno profondo. Burris attese, perplesso. Piu di un minuto trascorse cosi. Senza muoversi affatto, Chalk disse: — Ci sono dei chirurghi, qui sulla Terra, capaci di effettuare con successo il trapianto del cervello, da un corpo a un altro.
Burris sussulto, colto da una crisi di eccitazione febbrile. Dentro il suo corpo, un nuovo organo inietto spruzzi di un ormone ignoto, nella cavita estranea accanto al suo cuore. Ebbe le vertigini. Annaspo nei frangenti di una risacca che lo scagliava a ripetizione sulla sabbia abrasiva di una spiaggia.
Chalk prosegui con calma: — Posso darle i particolari tecnici dell’operazione, se le interessano.
I tentacoli, sulle mani di Burris, si contorcevano, incontrollati.
— Non e gran cosa — concedette Chalk — se la paragoniamo a quel che e stato fatto su di lei. Ma l’operazione e stata eseguita con successo sui mammiferi superiori. Anche sui primati.
— E su esseri umani?
— No.
— Allora…
— Si sono usati casi terminali. Cervelli trapiantati in individui appena deceduti. Ma in questo modo le probabilita sfavorevoli sono troppe. Cio non toglie che talvolta si e andati a un pelo dal successo. Altri tre anni, Burris, e gli esseri umani scambieranno cervello con la stessa facilita con cui oggi scambiano gambe e braccia.
Burris non era contento di quelle sensazioni di ansiosa attesa che lo attraversavano con grande tumulto. La temperatura della sua pelle era spiacevolmente alta. Aveva pulsazioni in gola.
Chalk disse: — Per lei, costruiamo un duplicato sintetico, che riproduca per quanto possibile il suo aspetto originale. Mettiamo insieme un “golem”, capisce, prelevando le parti dalla banca anatomica, ma senza includervi il cervello. In questo montaggio trapiantiamo il suo cervello. Ci saranno delle differenze, naturalmente, ma lei sara, in sostanza, tutto intero. La interessa?
— Non mi tormenti, Chalk.
— Le do la mia parola che parlo seriamente. Due problemi di ordine tecnico si frappongono. Dobbiamo ancora mettere a punto la tecnica di montaggio totale del “recipiente”, e dobbiamo tenerlo in vita fino a quando non si possa eseguire il trapianto con successo. Ho gia detto che occorreranno tre anni per superare il secondo ostacolo. Diciamo altri due per poter costruire il “golem”. Cinque anni, Burris, e lei sara di nuovo un essere umano.
— Che cosa costera?
— Forse cento milioni. Forse piu.
Burris rise aspramente, e la sua lingua, cosi simile, ora, a quella di un serpente, appari in un guizzo.
Chalk disse: — Sono disposto ad accollarmi l’intera spesa della sua riabilitazione.
— Non mi racconti favole.
— La prego di far credito alle mie risorse. E disposto a separarsi dal suo corpo attuale se, dal canto mio, le posso fornire qualcosa che si avvicini di piu alla norma umana?
Burris non si aspettava che nessuno gli rivolgesse mai una domanda simile. Rimase sconcertato per la forte esitazione che provava. Detestava quel corpo e gemeva sotto il peso di cio che gli era stato fatto, tuttavia… Stava forse avviandosi ad amare la propria straniazione?
Dopo un breve silenzio, disse: — Quanto prima riesco a spogliarmene, tanto meglio.
— Bene. Ora c’e il problema di farle passare i cinque anni circa che ci vorranno. Le propongo di lasciarci fare un tentativo per modificare almeno l’aspetto del suo viso, di modo che lei possa andare un po’ d’accordo con la societa, fino a quando non potremo operare il trasferimento. Cio la interessa?
— Non e fattibile. Ho gia esaminato questa idea con i medici che mi hanno visitato al mio ritorno. Io sono un guazzabuglio di strani anticorpi e qualsiasi trapianto provochera una crisi di rigetto.
— Crede che sia cosi? Oppure le dicevano una bugia di comodo?
— Credo che sia cosi.
— Lasci che la mandi in un ospedale — suggeri Chalk. — Faremo qualche accertamento per avere conferma della diagnosi precedente. Se cosi e, cosi sara. Altrimenti le potremmo rendere la vita un po’ piu facile. Si?
— Perche fa questo, Chalk? Che cosa chiede in cambio?
L’uomo grasso giro sulla sedia e si sporse in avanti fino ad avere gli occhi a pochi centimetri dal viso di Burris. Questi passo in rassegna le labbra stranamente delicate, il naso fine, le guance immense, le palpebre gonfie. A bassa voce, Chalk mormoro: — Il prezzo e alto. Lei ne sara nauseato fino al midollo. Respingera l’accordo.
— Ed e…?
— Pieni diritti per lo sfruttamento commerciale della sua storia — disse Chalk. — A cominciare dalla sua cattura a opera degli esseri di un altro mondo, passando attraverso il suo ritorno alla Terra e al suo difficile rapporto con le sue condizioni alterate, e continuando col suo prossimo periodo di riadattamento. Il mondo sa gia che tre uomini sono andati su un pianeta chiamato Manipol, che due sono stati uccisi e che un terzo e tornato, vittima di esperimenti chirurgici. Questo e stato reso noto; poi lei e sparito. Io voglio farla ricomparire in piena vista. Voglio mostrarla mentre scopre da capo la propria umanita, riprende i rapporti con gli altri, si arrampica fuori dell’inferno, per trionfare infine sulla catastrofe che le e capitata e uscirne purgato. Cio significherebbe un’intrusione frequente nella sua vita privata e non mi meravigliero se lei rifiuta. Infatti…
— Che cos’e? Una nuova forma di tortura?
— Forse una prova alquanto penosa — convenne Chalk. La sua vasta fronte era cosparsa di sudore. Appariva congestionato e teso, come se si avvicinasse a un culmine emotivo interiore.
— Purgato — bisbiglio Burris. — Lei mi offre il Purgatorio.
— Lo chiami pure cosi.
— Mi nascondo per varie settimane. Poi mi espongo nudo agli occhi dell’universo per cinque anni. Eh?
— Spese pagate.
— Spese pagate — disse Burris. — Si, si. Accetto la tortura, Sono il suo giocattolo, Chalk. Un essere umano rifiuterebbe. Ma io accetto. Accetto!
10
Una libbra di carne