«Allora e di questo che si tratta.» A Kelly veniva da ridere. «Me lo dovevo immaginare. Eppure non sembravate mica tanto impensieriti, in Germania, quando andavo agli appuntamenti con quei soldati. E fra l’altro erano anche piu vecchi di Michael.» Tacque un istante, vedendo che aveva colpito nel segno. «Quindi non ha senso che incominci a preoccuparti proprio ora. Sono capace di badare a me stessa. Michael e un bravissimo ragazzo, e tre volte piu interessante di quei babbei che frequentano quella balorda scuola per minorati in cui mi avete cacciato.»
«Non dubito che sia un giovanotto in gamba…» Joanna porto il bicchiere alle labbra e inghiotti una lunga sorsata. «E solo che siamo preoccupati. Non sembri molto soddisfatta.»
Un fiotto di esasperazione incomincio a smantellare l’autocontrollo di Kelly. L’ultima cosa che desiderava era mettersi a discutere di un simile argomento con sua madre, col rischio di far venire a galla domande alle quali neppure lei era in grado di rispondere.
«Sarei di sicuro molto piu soddisfatta se la faceste finita di cercar di controllare le mie amicizie», dichiaro. «Perche non vi preoccupate un poco anche per Cindy?» Fissava sua madre con sguardo furibondo. «Non scomodarti a rispondermi. Lo so gia da me. Perche Cindy e sempre contenta. Oh, che ragazza fortunata!»
«Kelly, io…» Sentendo sbattere la porta d’ingresso, Joanna si interruppe. «Ecco tuo padre. Che ne diresti di andartene un po’ di sopra, in attesa della cena?» Non era un gentile invito.
James Ryton sedeva nella gelida sala conferenze attendendo impaziente, a braccia conserte, che la riunione avesse termine. Sarebbe giunto in ritardo al convegno annuale del clan, se McLeod non concludeva alla svelta: di li alla costa c’erano due ore di macchina. La proposta di costui era una follia, naturalmente. Quei normali non vedevano mai piu in la del loro naso. Nulla di strano che lui e la sua equipe d’ingegneri fossero ininterrottamente sotto contratto con il governo. Le nuove misure di sicurezza non facevano altro che rendere le cose piu difficili.
«Trasmetteremo la documentazione completa al vostro ufficio domattina», dichiaro McLeod disattivando il grande schermo a parete.
«Benissimo. Prima possiamo incominciare, meglio e.» Strinse la mano a McLeod, saluto con un cenno del capo, e si incammino in direzione dell’ingresso, pavimentato di moquette rosa. Era convinto che quelle trattative faccia a faccia fossero solo una maledetta perdita di tempo, ma non se ne poteva fare a meno per via dei soliti regolamenti governativi. C’era da perdere le staffe, comunque, al pensiero del perfetto apparato da teleconferenze installato nel suo ufficio proprio per questi casi.
Era stupido e dispendioso incontrarsi di persona, e Ryton detestava sia lo spreco sia la stupidita, ma purtroppo i normali sembravano esservi specializzati.
Prese mentalmente nota di coinvolgere Michael nelle future trattative. Forse avrebbe anche potuto affidare interamente quel compito a suo figlio, visto che gli piaceva tanto frequentare i nonmutanti.
Ryton penso alla barriera che ormai da tempo cercava di erigere attorno alla sua casa, alla sua famiglia, alla sua intera esistenza. Era incominciato tutto con le violenze degli anni Novanta. Con i bestiali omicidi a sangue freddo. Oh, egli era stato un giovane idealista scriteriato, allora, pieno di entusiasmo e di ottimismo. Ma Sarah aveva trascinato via con se quello ed altro, quando era caduta sotto i colpi degli assassini. Sua sorella, quella creatura meravigliosa, violentata e mortalmente percossa.
Rabbrividendo nell’aria decembrina, Ryton sali a bordo del libratore. Quei pazzi che perseguivano inutili contatti coi normali andavano in cerca di guai, su questo non nutriva alcun dubbio. I mutanti non erano mai stati accettati, e mai avrebbero potuto esserlo.
Certe forme d’interazione coi nonmutanti risultavano inevitabili, ovviamente, essendo costoro a controllare l’economia, gli apparati governativi e il sistema scolastico. Quel che piu lo disgustava, era che le loro viscide, dolenti emozioni gli si appiccicavano addosso come ripugnanti ragnatele ogni qual volta gli toccava penetrare nel loro mondo. Pur oscurando al massimo la propria sensibilita extrapercettiva, non poteva mai evitare del tutto un certo grado di contaminazione. Sospirando, Ryton immise il libratore sulla rampa di accesso all’autostrada.
Gentucola, quei normali. Con prospettive limitate e meschini interessi. Timorosi di qualunque diversita. Sospettosi di ogni stranezza. Se l’indomani, al risveglio, avesse scoperto che erano svaniti dalla faccia della Terra, non ne avrebbe certo sentito la mancanza. Gia troppo gli avevano portato via. La giovinezza. La fiducia. Sarah. No, non l’avrebbe mai rimpianto, un normale. Mai.
2
Al richiudersi della porta, il sordo martellare dei marosi s’interruppe di colpo. Michael si tolse il giaccone, accogliendo con gioia il tepore dei termodiffusori, e riconobbe al primo sguardo quei cinquanta volti sin troppo noti, quei familiari cento occhi d’oro, ogni singolo individuo di quel gruppo, quasi tutta gente del suo clan, radunato attorno al grande tavolo che riempiva lo spazio destinato a sala da pranzo.
Mamma li accolse con un lieve sorriso, indicando loro le due grigie sedie pieghevoli che attendevano vuote vicino a lei. Sospirando, Michael ando circospetto a sistemare la sua alta, dinoccolata figura, sul freddo sedile di metallo, avvertendone acutamente, attraverso i pantaloni, la rigida, severa essenzialita. Melanie gli sedette accanto. Una piu attenta occhiata in giro per la stanza gli confermo l’assenza di suo padre. In ritardo, evidentemente.
«Come stavo dicendo», declamo zio Halden, «in questo anno 672 della nostra attesa, 2017 secondo il calendario comune, abbiamo avuto due nascite, una morte, una scomparsa… ma si tratta di Skerry, e non e una novita. I soliti incaricati lo stanno cercando. Le nostre indagini a largo raggio ci hanno consentito di localizzare, in una zona rurale del Tennessee, due confratelli isolati, ed essi si sono uniti a noi. Sono stati celebrati tre matrimoni.» Breve pausa. «Due matrimoni misti. Ma la relativa prole verra tenuta sotto stretta sorveglianza.» Era solo frutto della sua immaginazione o veramente, tutt’intorno a Michael, cento occhi dorati avevano versato lacrime di dolore? E cinquanta bocche esalato un gemito di delusione?
«La comunita si mantiene salda», proclamo Halden con decisione. Questo trimestre gli toccava il ruolo di Custode del Libro, e le formule tradizionali suonavano particolarmente bizzarre, pronunciate da lui. Michael preferiva ascoltarlo a sera, accanto al fuoco, intonare con voce possente le antiche canzoni accompagnandosi al banjo, mentre le fiamme mandavano bagliori sulle sue guance floride e sulla sua lucida zucca pelata. La maschera contegnosa indossata in funzione del raduno non si addiceva alla sua indole cosi espansiva.
«E la stagione e stata prodiga di frutti?» domando Zenora, moglie di Halden, secondo quanto prescritto dal rituale.
«Senza dubbio.»
«E cosi possa essere sempre», si levo corale, come da copione, la preghiera degli astanti. Michael diede di gomito a Melanie, che pareva sonnecchiare, e lei fece almeno in tempo ad unirsi agli altri nel pronunciare le ultime due parole.
«C’e qualche novita nel dibattito sul Principio d’Imparzialita?» domando Ren Miller. Il suo viso tondo appariva come al solito paonazzo di rabbia. «Quando si decideranno a consentirci di gareggiare nelle competizioni sportive?»
«Ren, come sai abbiamo interessato alla cosa la senatrice Jacobsen», rispose Halden. «E lei sta vagliando le possibilita di abrogazione.»
«Sarebbe ora.»
«Personalmente ritengo che tu affronti l’argomento con eccessiva animosita», ribatte Halden. «Le nostre superiori capacita ci darebbero, in gara, un ingiusto vantaggio sui normali, non puoi negarlo.»
Miller fulmino con un’occhiataccia il Custode del Libro, ma preferi non replicare.
Un disagio quasi palpabile aveva preso ad aleggiare sui presenti.
Michael sapeva che quel famigerato Principio costituiva una spina nel fianco per molti mutanti, e cio fin da quando, negli anni Novanta, era stato formalizzato in legge.
Halden trasse un respiro profondo.
«Fratelli, disponiamoci a trarre conforto dalla lettura del Libro», propose con voce calma. «Quinta strofa del Tempo dell’Attesa.»
Rimase in silenzio mentre sfogliava le antiche pagine dell’enorme volume, e Michael si accorse di trattenere il fiato pregustando l’esito di quella ricerca. Individuato il passo che gli interessava, a tutti loro ben noto, il Custode