Proseguirono in mezzo alla folla di gente spaventata che lasciava la zona. Il mago respirava a pieni polmoni l’aria fresca dell’alba. Era perplesso.
— Sono sicuro che tutte le candele si erano spente — disse. — Allora come mai il Tamburo e andato a fuoco?
— Non lo so- gemette Duefiori. — E terribile, Scuotivento. Tanto piu che ci intendevamo tanto bene.
—
— Si, una compagnia simpaticissima. La lingua rappresentava un po’ un ostacolo, ma insistevano talmente perche mi unissi a loro, che non accettavano di sentirsi rispondere di no… davvero persone cordiali…
Scuotivento fece per correggerlo, ma si rese conto di non sapere come cominciare.
— Sara un colpo per il vecchio Grosso — continuo Duefiori. — Era anche un tipo accorto. Ho ancora il
Scuotivento non conosceva il significato della parola premio, ma la sua mente lavorava in fretta.
— Avete
— Oh si. Gli ho fatto una stima standard, duecento
Scuotivento si giro a guardare le fiamme che avanzavano e si domando quanto si potesse comprare di Morpork con duecento
Guardo l’ometto. — Voi… — comincio e si sforzo di ricordarsi il peggiore impropero in lingua trob; ma il piccolo popolo felice dei Trob non sapeva imprecare a dovere.
— Voi — ripete. Un’altra figura frettolosa lo urto, mancandolo di un pelo con la lama che portava in spalla. Scuotivento si lascio andare a uno scoppio di collera.
— Voi piccolo (uno che, con un anello di rame al naso, si bagna i piedi in cinta al monte Raruaruaha durante un violento temporale e grida che la Dea dei Lampi, Alohura, ha i lineamenti di una radice guasta di uloruaha).
— Faccio semplicemente il mio lavoro — disse la figura, allontanandosi.
Ogni parola cadde pesantemente come una lastra di marmo; inoltre Scuotivento era sicuro di averle udite soltanto lui. Afferro di nuovo Duefiori.
— Andiamocene via! — lo esorto.
Uno degli effetti collaterali interessanti dell’incendio di Ankh-Morpork riguarda la polizza 'assicurativa', che lascio la citta attraverso il tetto devastato del Tamburo Rotto, fu sospinta in alto dal calore su nell’atmosfera del disco e dopo parecchi giorni atterro qualche migliaio di chilometri lontano su un cespuglio di uloruaha nelle isole Trob. Gli isolani, gente semplice e ridanciana, l’adorarono come un dio, con grande sollazzo dei loro vicini piu sofisticati. Strano a dirsi, negli anni immediatamente successivi le piogge e il raccolto furono incredibilmente abbondanti. Ne consegui che un gruppo di ricercatori fu inviato nelle isole dalla facolta delle Religioni minori dell’Universita Invisibile. Il loro verdetto fu che si trattava soltanto di una messa in scena.
Il fuoco, spinto dal vento, si propago dal Tamburo cosi rapidamente che la struttura della Porta Widdcrshin era gia in fiamme quando Scuotivento ci arrivo, con il viso arrossato e coperto di vesciche. Lui e Duefiori erano a cavallo. Non era stato troppo difficile procurarsi gli animali. Un astuto mercante aveva chiesto cinquanta volte il loro valore ed era rimasto a bocca aperta quando si era ritrovato in mano una somma di mille volte il prezzo reale.
I due fecero appena in tempo a passare: subito dopo, la prima delle grandi travi venne giu in un’esplosione di scintille. Ormai Morpork era un calderone di fiamme.
Mentre galoppavano per la strada illuminata dall’incendio Scuotivento lancio un’occhiata al suo compagno di viaggio, che si sforzava d’imparare a cavalcare.
'Per l’inferno' penso. 'Lui e vivo. Anch’io. Chi l’avrebbe creduto? Che ci sia qualcosa in questo
—
Questo poteva andare. Suonava quasi bene.
Gia lungo il fiume, a parecchie centinaia di metri di distanza dall’ultimo fumante sobborgo della citta, uno strano oggetto rettangolare e grondante acqua tocco la riva fangosa. Immediatamente gli spuntarono numerose gambe e la cosa misteriosa cerco a tentoni un punto d’appoggio.
Il Bagaglio si isso sull’argine. Era zuppo, sporco di fuliggine e molto, molto arrabbiato. Si scrollo e si guardo intorno per orientarsi. Poi si allontano a un trotto vivace; appollaiato sul coperchio l’omuncolo incredibilmente brutto osservava la scena con interesse.
Bravd guardo Donnola e inarco un sopracciglio.
— E questo e quanto — concluse Scuotivento. — Il Bagaglio ci ha raggiunti, non chiedetemi come. C’e dell’altro vino?
Donnola prese l’otre. — Secondo me, per questa notte hai bevuto abbastanza.
Bravd corrugo la fronte. — L’oro e oro — sentenzio alla fine. — Come puo un uomo che ha tanto oro considerarsi povero? Uno e povero o ricco. E questione di logica.
A Scuotivento venne il singhiozzo. Trovava alquanto difficile invocare la logica. — Be’ — disse — ecco cio che penso, il punto e, be’, conoscete l’ottirone?
I due avventurieri annuirono. Nelle terre intorno al Mare Circolare lo strano metallo iridescente era tenuto in gran conto come il legno del pero sapiente, ed era quasi altrettanto raro. Un uomo in possesso di un ago fatto di ottirone non perdeva mai la strada, perche l’ago puntava sempre in direzione del Centro, del centro del disco, in quanto estremamente sensibile al suo campo magico; miracolosamente rammendava anche le calze.
— Be’, il mio ragionamento e, vedete, che anche l’oro possiede una sorta di campo magico. Una sorta di stregoneria finanziaria. Eco-gnomia. — Ridacchio.
Donnola si alzo e si stiro. Il sole ormai era gia alto e sotto di loro la citta era ammantata di foschie e piena di vapori puzzolenti. Anche d’oro, concluse. In punto di morte, perfino un cittadino di Morpork avrebbe abbandonato il suo tesoro per salvarsi la pelle. Era tempo di muoversi.
L’ometto chiamato Duefiori si era addormentato. Donnola lo guardo e scosse la testa.
— La citta ci aspetta — disse. — Grazie del piacevole racconto, mago. Che farete adesso? — Diede un’occhiata al Bagaglio, che immediatamente indietreggio e gli apri di colpo il coperchio in faccia.
— Be’, adesso non ci sono navi che lasciano la citta — chioccio Scuotivento. — Penso che prenderemo la strada costiera verso Chirm. Io devo badare a lui, vedete. Ma sentite. Non sono stato io…
— Certo, certo — lo calmo Donnola. Si volto e balzo in sella al cavallo retto da Bravd. Poco dopo i due eroi s’intravedevano appena in una nuvola di polvere, diretti verso la citta carbonizzata.
Scuotivento fissava, inebetito, il turista sdraiato in terra. Due turisti sdraiati. Nel suo stato di confusione, un pensiero vagante nelle dimensioni in cerca di una mente che lo albergasse, gli si insinuo nel cervello.
— Ecco un altro bel pasticcio in cui mi hai ficcato — gemette e si abbandono all’indietro.
— E matto — asseri Donnola. Bravd, che galoppava a poca distanza da lui, annui.
— Tutti i maghi diventano cosi. Sono i vapori di mercurio. Gli corrodono il cervello. E colpa anche dei funghi.
— Tuttavia… — disse l’altro. Tiro fuori dalla lunga giubba un disco d’oro con una corta catena. Bravd alzo le sopracciglia.
— Il mago ha detto che l’ometto aveva una specie di disco d’oro che gli diceva che ora era — spiego Donnola.
— Ha risvegliato la tua cupidigia, amico? Sei sempre stato un ladro provetto. Donnola.
— Gia — riconobbe quello con modestia. Tocco una piccola protuberanza sull’orlo del disco e questo si apri.
Il minuscolo demone imprigionato all’interno alzo gli occhi dal suo piccolo abaco e disse arcigno:
— Mancano solo dieci minuti alle otto dell’orologio. — Il coperchio si richiuse di scatto e manco poco che le dita di Donnola ci restassero dentro.
Con un’imprecazione l’uomo scaglio lontano nell’erica il misuratore del tempo che molto probabilmente urto una pietra. In ogni modo, la cassa si spezzo: ci fu un vivido lampo di ottarino e una zaffata di zolfo e l’essere del tempo scompari nella dimensione demoniaca, qualunque fosse, che era la sua casa.
— Perche l’hai fatto? — disse Bravd che non si era trovato abbastanza vicino da sentire le parole.
— Fatto cosa? — chiese Donnola. — Io non ho fatto niente. Non e accaduto nulla. Andiamo… stiamo perdendo delle buone occasioni!
Bravd annui. Insieme, girarono le cavalcature e galopparono verso l’antica Ankh e gli onesti incantesimi.
IL POTERE DELL’OTTO
Il mondo del disco offre visioni molto piu impressionanti di quelle esistenti negli universi costruiti da Creatori dotati di minore immaginazione ma di maggiori attitudini meccaniche.
Sebbene il sole del disco sia soltanto un piccolo satellite orbitante, dai rilievi poco piu alti degli archetti del croquet, tale leggero svantaggio viene compensato dalla vista strabiliante della Grande A’Tuin la Tartaruga sul cui guscio antico e crivellato dalle meteore riposa il disco. A volte, nel suo lento viaggio attraverso le sponde dell’Infinito, Essa muove la testa delle dimensioni di un intero paese per ghermire una cometa che passa.
Ma forse la visione piu impressionante di tutte (se non altro perche quasi ogni cervello, di fronte alla galattica enormita di A’Tuin, si rifiuta di crederlo) e la smisurata cascata, il Rimfall, dove i mari del disco ribollono senza posa e si gettano oltre il Bordo nello spazio. O forse e il Rimbow, l’arcobaleno di otto colori che circonda il mondo ed e sospeso nell’aria caliginosa sopra la Cascata. L’ottavo colore e l’ottarino, causato dall’effetto dispersivo della forte luce solare su un campo di grande intensita magica.
O forse, ancora, la visione piu meravigliosa e il Centro, al centro del disco. La, una guglia di ghiaccio verde alta sedici chilometri si erge tra le nuvole e sostiene in cima il reame di Dunmanifestin, la dimora degli dei del disco. Questi, malgrado lo splendore del mondo che si stende sotto di loro, sono raramente soddisfatti. E imbarazzante sapere di essere dio di un mondo che esiste soltanto perche ogni curva d’improbabilita deve avere una fine, specie quando e possibile scrutare nelle altre