un minuto la vigilanza contro borsaioli, terremoti e trafficanti del sesso, finche non scorse qualcosa di vagamente familiare.

C’era un piccolo banco coperto, drappeggiato di nero e polveroso, incastrato tra due case. Insignificante com’era, sembrava tuttavia che facesse ottimi affari. Le clienti erano per lo piu donne di ogni eta, ma tra loro la vecchia noto anche qualche uomo. Tutti, pero, avevano una cosa in comune. Nessuno ci si avvicinava direttamente. Ci passavano davanti con aria indifferente, per poi infilarsi d’improvviso nell’ombra del tendone. Un momento ne ergevano, togliendo rapidi come un fulmine la mano dalla borsa o dalla tasca, in gara per il titolo dell’Andatura Piu Disinvolta, con tanta bravura che un osservatore avrebbe dubitato di cio che lui o lei aveva appena visto.

Era straordinario come uno stand, ignoto alla maggior parte della gente, fosse cosi popolare.

— Che c’e li dentro? — domando Esk. — Cosa comprano tutti?

— Medicine — affermo la Nonnina.

— Nelle citta ci debbono essere un sacco di malati — osservo la bambina con aria grave.

Dentro, la botteguccia era una massa di ombre e l’odore delle erbe era tanto denso da poterlo imbottigliare. La Nonnina tasto con dita esperte qualche balla di foglie secche. Esk si scosto da lei per cercare di leggere le etichette sulle bottiglie che aveva di fronte. Lei conosceva bene quasi tutti i preparati della Nonnina, ma li non ne riconobbe nessuno. I nomi erano divertenti: Olio di Tigre, Preghiera della Fanciulla, Ausilio dei Mariti. Uno o due dei tappi avevano il medesimo odore del retrocucina dopo che la vecchia strega aveva terminato certe sue distillazioni segrete.

Un’ombra si mosse nei recessi semibui del locale e una mano dalla pelle scura e grinzosa si poso leggera sulle sue.

— Posso aiutarti, signorina? — La voce, gracchiante, aveva i toni di uno sciroppo di fichi. — Vuoi conoscere il tuo futuro a forse e il tuo futuro che vuoi cambiare?

— Lei sta con me — sibilo la Nonnina, girandosi di scatto — e i tuoi occhi ti tradiscono, Hilta Trovacapra, se non sei capace di vedere che eta ha.

L’ombra davanti a Esk si chino in avanti.

— Esme Weatherwax? — chiese.

— In persona. Ancora a vendere gocce miracolose e piccoli amuleti, Hilta? Come te la passi?

— Meglio del solito perche ti rivedo — rispose l’ombra. — Cosa ti porta giu dalle montagne, Esme? E questa piccola… e forse la tua assistente?

— Per piacere, che cosa vendi? — domando Esk.

L’ombra rise. — Oh, delle cose per impedirne altre che non dovrebbero succedere e aiutare quelle che dovrebbero, tesoro. Aspettate un attimo che io chiuda, mie care, e saro subito da voi.

L’ombra passo accanto a Esk in una scia di fragranze e chiuse le tende davanti al chiosco. Poi tiro su i drappeggi sul retro facendo entrare la luce pomeridiana.

— Non posso sopportare l’oscurita e respirare quest’aria — dichiaro Hilta Trovacapra — ma e quello che si aspettano i clienti. Tu sai com’e.

— Si — annui saggiamente Esk. — 'Menteologia'.

Hilta, una donnetta grassa con un enorme cappello ornato di frutti, guardo prima lei e poi la Nonnina e ridacchio.

— E cosi che vanno le cose — affermo. — Gradireste del te?

Si sedettero su balle di erbe sconosciute nel cantuccio privato ricavato tra i muri ad angolo delle due case, e bevvero un liquido verde e fragrante in lazze sorprendentemente delicate. Al contrario della Nonnina, che si vestiva come un rispettabile corvo, Hilta Trovacapra era tutta merletti e scialli e colori e orecchini e talmente tanti braccialetti che un semplice movimento delle sue braccia risuonava come un insieme di strumenti a percussione che cadessero da un promontorio. Ma Esk vedeva ugualmente la somiglianza tra le due donne.

Difficile descriverla. Ma era impossibile immaginarle inchinarsi davanti a chicchessia.

— Allora, come va la vita? — chiese la Nonnina.

L’altra strega alzo le spalle e con il suo gesto fece perdere la presa al capotamburo proprio quando era quasi riuscito a tornare in cima.

— Come l’amante frettoloso, viene e se ne… — comincio e si arresto vedendo l’occhiata significativa che l’amica lanciava a Esk.

— Non male, non male — rimedio in fretta. — Il consiglio ha provato una volta o due a buttarmi fuori, sai, ma hanno tutti moglie e in qualche modo non riesce mai. Dicono che non sono il tipo giusto, ma io dico che in questa citta piu di una famiglia sarebbe piu numerosa e piu povera se non fosse per i Preservativi Mentaperenne di Madame Trovacapra. So chi viene nella mia bottega, io. Ricordo chi compra le mie gocce e il mio unguento speciali, io. La vita non e male. E come va nel tuo villaggio con quel nome buffo?

— Cattivo Somaro — disse pronta Esk. Prese da uno scaffale un vasetto di coccio e ne odoro il contenuto.

— Va abbastanza bene — concesse la Nonnina. — I rimedi naturali sono sempre richiesti.

Esk annuso ancora la polvere; le sembro mentaperenne con una base che non le riusci d’identificare, e richiuse con cura il coperchio. Mentre le due donne chiacchieravano in una specie di codice femminile, pieno di occhiate e di sottintesi, lei esamino le altre pozioni esotiche esposte. O non proprio esposte. Stranamente sembravano essere seminascoste ad arte, come se Hilta non avesse veramente voglia di venderle.

— Non ne riconosco nessuna — disse, rivolgendosi piu che altro a se stessa. — Cosa danno alle persone?

— Liberta — dichiaro Hilta, che aveva un udito fine. Poi, rivolta di nuovo alla Nonnina: — Quanto le hai insegnato?

— Non tanto. Lei ha potere, ma di quale genere non sono sicura. Potrebbe essere quello di un mago.

Hilta si giro lentamente e squadro Esk da capo a piedi.

— Ah! — esclamo. — Questo spiega la verga. Mi chiedevo di che parlassero le api. Bene, bene. Dammi una mano, piccola.

Esk le tese una mano. Le dita di Hilta erano cosi piene di anelli che era come pescare in un sacchetto di noci.

La Nonnina si raddrizzo in atteggiamento di disapprovazione quando vide l’amica mettersi a ispezionare il palmo della bambina.

— Non credo che questo sia necessario — disse severamente. — Non tra di noi.

Esk interloqui: — Tu lo fai, Nonnina, al villaggio. Ti ho vista. E le tazze dei te. E le carte.

La Nonnina si agito imbarazzata. — Be’, si. E una specie di accordo. Tu gli tieni la mano e quelli si predicono la fortuna da se. Ma non c’e bisogno di andare in giro a crederci. Ci troveremmo tutti nei guai se andassimo in giro a credere ogni cosa.

— I Poteri Che Esistono hanno molte strane qualita e intriganti e vari sono i modi in cui manifestano i loro voleri in questo cerchio di luce che noi chiamiamo il mondo fisico — dichiaro solennemente Hilta. E strizzo l’occhio a Esk.

— Be’, suvvia! — s’impazienti la Nonnina.

— No, calmati. E vero — ribatte Hilta.

— Uhm.

— Vedo che siete all’inizio di un lungo viaggio — osservo l’amica.

— Incontrero uno sconosciuto alto e bruno? — chiese Esk, esaminandosi il palmo. — La Nonnina lo dice sempre alle donne, dice…

La vecchia sbuffo e Hilta rispose: — No. Ma sara un viaggio molto strano. Andrete assai lontano pur restando nello stesso posto. E la vostra sara una direzione strana. Sara un’esplorazione.

— Puoi dire tutto questo dalla mia mano?

— Be’, principalmente sto solo indovinando. — Hilta si appoggio all’indietro e allungo una mano per prendere la teiera (il capotamburo, che era risalito a mezza strada, ricadde sui cembalisti arrancanti). La donna fisso attentamente Esk e aggiunse: — Un mago femmina, eh?

— La Nonnina mi porta all’Universita Invisibile — spiego la bambina.

Hilta inarco le sopracciglia. — Sai dove si trova?

La Nonnina aggrotto la fronte. — Non esattamente — ammise. — Speravo che tu potessi darmi delle indicazioni piu precise, visto che hai piu familiarita di me con i mattoni e roba del genere.

— Dicono che abbia molte porte, ma quelle che si trovano in questo mondo sono nella citta di Ankh-Morpork — disse Hilta. Vedendo che la Nonnina non capiva, aggiunse: — Sul Mare Circolare. — E poi, davanti allo sguardo interrogativo dell’altra: — A quasi mille chilometri da qui — concluse.

— Oh! — esclamo la Nonnina.

Si raddrizzo e spazzo via dal suo vestito un immaginario granello di polvere.

— Faremmo meglio a muoverci — dichiaro.

Hilta scoppio a ridere. A Esk la sua risata piacque molto. La Nonnina non rideva mai, si limitava semplicemente a sollevare un po’ gli angoli della bocca. Ma Hilta rideva come una persona che aveva riflettuto molto sulla Vita e aveva capito che era tutta uno scherzo.

— Partite domattina, comunque — consiglio. — A casa mia c’e posto, potete stare da me e domani ci sara la luce.

— Non vorremmo disturbare — disse la Nonnina.

— Sciocchezze. Perche non fate un giretto mentre chiudo bottega?

Ohulan era la citta centro di mercato di una regione agricola molto estesa e il commercio non terminava con il tramonto. Al contrario, le torce brillavano su ogni banco e ogni baracchino e la luce si diffondeva dalle porte aperte delle locande. Perfino i templi mettevano fuori delle lanterne colorate per attirare i fedeli serali.

Hilta si muoveva tra la folla come uno svelto serpente tra l’erba secca, l’intero suo banco e la merce ridotti a un fagotto incredibilmente piccolo sulla schiena, i gioielli tintinnanti come un gruppetto di ballerini di flamenco. La Nonnina camminava pesantemente dietro di lei, con i piedi che le dolevano perche non abituati al selciato cittadino.

Ed Esk si perse.

Ci volle un po’ di tempo, ma ci riusci. Aveva dovuto intrufolarsi abbassandosi tra due bancarelle poi sfrecciare via per un vicolo laterale. La Nonnina l’aveva ammonita piu che abbondantemente sulle cose innominabili in agguato nelle citta. Il che dimostrava come la vecchia non conoscesse bene la 'menteologia', poiche ora Esk era decisa a vederne una o due di persona.

In realta, dato che Ohulan era un luogo barbaro e incivile, le sole cose che succedevano al calar della notte erano dei furtarelli, un po’ di commercio alla buona nei luoghi del piacere, e sbronzarsi fino a cadere per terra o mettersi a cantare o entrambe le cose…

Secondo i canoni poetici, uno dovrebbe muoversi in una fiera come il cigno bianco si muove a sera sopra la baia. Ma a causa di certe difficolta tecniche Esk fini per muoversi tra la folla come un carretto traballante, urtando le persone con la punta della verga ondeggiante alta sopra la sua testa. Delle teste si voltarono e non

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