— Lo hanno fatto? — chiese Hilta che ancora tentava di capire che cosa intendeva l’amica per ritorno alla civilta.
— No — rispose fredda la Nonnina.
L’uomo si chiamava Amschat B’hal Zoon. Viveva sull’imbarcazione con le sue tre mogli e i tre figli. Era un Bugiardo.
Cio che sempre irritava i nemici della tribu Zoon non era semplicemente la loro onesta, totale al punto da fare rabbia, ma il loro modo schietto di esprimersi. Gli Zoon non avevano mai sentito parlare di un eufemismo, ne avrebbero saputo che farci se ne avessero avuto uno, salvo a definirlo senza dubbio 'un modo carino di dire una cattiveria'.
La loro rigida aderenza alla verita non era loro imposta da un dio (come generalmente e il caso), ma aveva una base genetica. Di regola uno Zoon non era capace di dire una bugia piu di quanto fosse capace di respirare sott’acqua. Infatti, il concetto stesso bastava a sconvolgerli in maniera considerevole. Dire una Bugia equivaleva ad alterare totalmente l’universo.
Il fatto costituiva un certo handicap per una razza di commercianti. E cosi, nel corso dei millenni, gli anziani degli Zoon avevano studiato quello strano potere che gli altri possedevano in tale abbondanza, e avevano deciso che anche loro dovevano averlo.
I giovani che mostravano il minimo segno di tale talento venivano spronati, in occasione di speciali ricorrenze cerimoniali, a gareggiare nella distorsione della Verita. La prima protomenzogna registrata nella storia degli Zoon era stata: 'Effettivamente, mio padre e molto alto'. Ma alla fine, avendo capito il meccanismo, avevano istituito la carica di Bugiardo tribale.
Bisogna comprendere che, mentre la maggioranza degli Zoon e incapace di mentire, essi provano grande rispetto per lo Zoon in grado di affermare che il mondo e diverso da quello che e. E il Bugiardo gode di una posizione eminente. Egli rappresenta la sua tribu nei suoi contatti con il mondo esterno, che lo Zoon ordinario ha rinunciato da lungo tempo a capire. Le tribu Zoon sono molto fiere dei loro Bugiardi.
Tutto cio irrita parecchio le altre razze. Per loro, gli Zoon avrebbero dovuto adottare titoli piu adatti, quali 'diplomatico' o 'addetto alle pubbliche relazioni'. Ritengono che quelli si facciano beffe delle convenienze.
— E tutto vero? — domando sospettosa Esk, con uno sguardo alla cabina affollata.
— No — dichiaro Amschat. La moglie piu giovane, che stava cucinando il porridge su un piccolo fornello elaborato, ridacchio. I tre bambini fissavano solenni Esk al di sopra del bordo del tavolo.
— Tu non dici mai la verita?
— E tu? — La smorfia divertita dell’uomo mise in mostra una vera miniera d’oro, ma i suoi occhi non sorridevano. — Perche ti trovo sul mucchio della mia lana? Amschat non rapisce i bambini. Ci saranno delle persone a casa che si preoccupano, si o no?
— Mi aspetto che la Nonnina verra a cercarmi — rispose Esk — ma non credo che si preoccupera molto. Immagino che sara arrabbiata. Comunque, sono diretta a Ankh-Morpork. Puoi cacciarmi dalla nave…
— …barca…
— Se vuoi. Non m’importa del luccio.
— Non posso farlo — affermo Amschat.
— Era una bugia?
— No! Il paese intorno a noi e pericoloso, ladri e… altro.
Esk annui tutta contenta. — Allora, e tutto a posto. Non mi da fastidio dormire sulla lana. E posso pagarmi il passaggio. Posso… — Esito. La sua frase interrotta rimase sospesa nell’aria come una piccola voluta di cristallo, mentre la discrezione si aggiudicava il controllo della sua lingua. — … fare cose utili — concluse debolmente.
Si accorse che Amschat guardava di sottecchi la moglie piu anziana, che stava cucendo vicino alla stufa. Secondo la tradizione Zoon, la donna vestiva soltanto di nero. La Nonnina l’avrebbe approvato incondizionatamente.
— Che genere di cose utili? — chiese l’uomo. — Lavare e spazzare, si o no?
— Se vuoi — rispose Esk. — Oppure distillati usando il duplice o triplice alambicco, fare vernici, smalti, creme, fondere le varie cere, fabbricare candele, selezionare semi, radici e talee e tantissime preparazioni con le Otto Erbe Meravigliose; sono capace di filare, cardare, macerare e tessere sul telaio a mano e a pedali, lavorare a maglia se qualcuno mi mette la lana sui ferri; posso leggere il suolo e le rocce, fare piccoli lavori di falegnameria; predire il tempo facendo attenzione ai segnali degli animali e scrutando il cielo; badare alle api, fare cinque tipi d’idromele, fare tinture, acidi e pigmenti, incluso un azzurro molto resistente; sono capace di fare quasi tutti i lavori da stagnino, risuolare gli stivali, curare e lavorare moltissime pelli. E se avete delle capre, posso badarci io. Mi piacciono le capre.
Amschat la guardava pensieroso. La bambina capi che si aspettava che lei continuasse.
— Alla Nonnina non garba vedere le persone starsene sedute senza fare niente. Lei dice sempre che una ragazza che sa usare le mani, sara sempre in grado di guadagnarsi da vivere — spiego.
— O di trovarsi marito, immagino — osservo l’uomo.
— In effetti, la Nonnina aveva da dire molto su questo punto…
— Ci scommetto — disse Amschat, con un’occhiata alla moglie piu anziana che annui quasi impercettibilmente.
— Benissimo — riprese. — Se sei in grado di renderti utile, puoi rimanere. E sai suonare uno strumento?
Esk lo fisso a sua volta, senza battere ciglio. — Probabile.
E cosi Esk, con un minimo di difficolta e un po’ di rimpianto, lascio le Ramtop e il loro clima e si uni agli Zoon nel loro lungo viaggio sull’Ankh.
C’erano almeno trenta chiatte e su ognuna almeno una numerosa famiglia di Zoon. Nessuna delle imbarcazioni trasportava lo stesso carico. La maggior parte erano attaccate insieme e gli Zoon tiravano semplicemente il cavo e si trasferivano sul ponte della piu vicina, quando gli veniva voglia di stare un po’ in compagnia.
Esk si sistemo tra la lana di pecora. Era un posticino caldo, odorava leggermente come il cottage della Nonnina e, cosa ancora piu importante, le permetteva di essere indisturbata.
Cominciava a preoccuparsi un po’ della magia.
Che decisamente stava sfuggendo al suo controllo. Lei non faceva nulla di magico, ma la magia succedeva lo stesso intorno a lei. E capiva che se gli altri l’avessero saputo, probabilmente non ne sarebbero stati soddisfatti.
Per esempio, quando rigovernava, era obbligata a muovere rumorosamente le stoviglie e schizzare acqua dappertutto per nascondere il fatto che quelle si pulivano da sole. Se si metteva a rammendare, doveva farlo in un angolo riparato del ponte per nascondere il fatto che gli orli del buco si combaciavano perfettamente come per… come per magia. Poi, il secondo giorno del viaggio, svegliandosi aveva trovato che i bioccoli di lana intorno al posto dove aveva nascosto la verga durante la notte si erano pettinati, cardati e filati a formare ordinate matasse.
Scaccio dalla mente l’idea di accendere fuochi.
Trovava pero altre compensazioni. A ogni pigra ansa del grande fiume brunastro si aprivano nuovi scenari. C’erano scure distese racchiuse tra fitte foreste, che la chiatta superava viaggiando al centro del fiume con gli uomini armati e le donne sotto coperta. A eccezione di Esk, che sedeva ad ascoltare attenta i fischi e le esclamazioni di disprezzo che li seguivano dal folto dei cespugli sulle sponde. C’erano dei tratti di terreno coltivato. C’erano diverse citta piu grandi di Ohulan. C’erano perfino delle montagne, sebbene fossero vecchie e piatte e non giovani e gaie come le sue montagne. Anche se non sentiva esattamente nostalgia di casa, qualche volta le sembrava di essere lei stessa una barca, trascinata all’estremita di una fune senza fine ma sempre attaccata a un’ancora.
Le chiatte si fermavano ad alcune di quelle citta. Per tradizione, solo gli uomini scendevano a terra e il solo Amschat, in testa il suo cappello cerimoniale da Bugiardo, parlava con i non appartenenti agli Zoon. Di solito Esk lo accompagnava. Lui tentava di accennarle che avrebbe dovuto ubbidire alle leggi non scritte della vita degli Zoon e restare a bordo. Ma per Esk un semplice accenno equivaleva alla puntura di una zanzara per il rinoceronte. Lei, infatti, gia cominciava a imparare che, se ignori le regole, quasi sempre gli altri le riscrivono cosi che esse non si applicano piu a te.
Comunque, sembrava ad Amschat che quando era insieme a Esk, lui spuntava sempre un buon prezzo. C’era qualcosa in una ragazzina che li fissava decisa da dietro alle sue gambe, che induceva anche i mercanti piu incalliti a concludere in fretta l’affare.
In realta, la cosa cominciava a preoccuparlo. Quando, nella citta di Zemphis cinta dalle mura, un sensale gli offri un sacchetto di acquamarine in cambio di un centinaio di velli di pecora, una voce a livello della sua tasca disse: — Non sono acquamarine.
— Senti la ragazzina! — sogghigno il sensale.
Con aria solenne Amschat prese una delle pietre per esaminarla. — La ascolto — disse — e in effetti sembrano acquamarine. Ne hanno la lucentezza e lo scintillio.
Esk scosse la testa. — Sono soltanto imitazioni — affermo. Lo disse senza pensarci e subito lo rimpianse perche i due uomini si volsero a fissarla.
Amschat rigiro la pietra nel palmo della mano. Mettere delle pietre cangianti in una scatola con delle gemme vere in modo che sembrassero cambiare colore era un trucco tradizionale. Ma quelle avevano all’interno il fuoco azzurro genuino. Scruto il volto del sensale. Amschat era stato ottimamente addestrato nell’arte della Bugia. Ora che ci pensava, ne riconosceva i segni sottili.
— Pare che ci sia un dubbio — disse — ma e presto risolto. Non c’e che da portarle dallo stimatore perche tutti sanno che queste imitazioni si dissolverebbero nel liquido epatico, si o no?
Il sensale esitava. Amschat si era leggermente spostato e il suo atteggiamento suggeriva che bastava un improvviso movimento da parte sua per ritrovarsi steso nella polvere. E quella dannata ragazzina lo fissava come se potesse leggere i suoi piu reconditi pensieri. Il coraggio lo abbandono.
— Mi rincresce per questo sfortunato incidente — dichiaro. — Avevo accettato in buona fede le pietre come acquamarine. Ma, piuttosto che creare un disaccordo tra noi, ti chiedero di gradirle come… come un dono. E quanto alla lana, posso offrirti questa rosetta di prima scelta?
Estrasse da un sacchetto di velluto una piccola pietra rossa. Senza nemmeno guardarla, ma senza distogliere i suoi occhi dall’uomo, Amschat la passo a Esk. Lei fece cenno di si.
Quando il mercante si fu allontanato, lo Zoon prese per mano la bambina e la trascino al banco dello stimatore, poco piu di una nicchia nel muro. Il vecchio prese la piu piccola delle pietre azzurre, ascolto le affrettate spiegazioni di Amschat, verso in una coppetta un po’ di fluido epatico e vi immerse la pietra. Che schiumeggio e si dissolse.
— Molto interessante — disse. Prese con le pinzette un’altra pietra e la esamino con la lente.
— Sono veramente delle imitazioni, ma molto ben fatte — concluse. — Non sono affatto senza valore e io, per esempio, sarei pronto a offrirti… Che cosa hanno