gli occhi della bambina?

Lo Zoon diede una gomitata a Esk, che smise di sperimentare un altro Sguardo.

— Ti offrirei, diciamo, due zais d’argento?

— Diciamo cinque? — ribatte Amschat in tono amabile.

— E a me piacerebbe tenere una delle pietre — interloqui Esk.

Il vecchio alzo le mani. — Ma sono semplici curiosita! Di valore soltanto per un collezionista!

— Un collezionista potrebbe venderle a un ignaro acquirente come le migliori rosette o acquamarine — osservo Amschat — specialmente se lui fosse l’unico stimatore della citta.

Dopo qualche protesta da parte del vecchio, finalmente si accordarono per tre zais e una delle pietre con una sottile catenina d’argento per Esk.

Quando non furono piu a portata di voce, Amschat le porse le monetine d’argento, dicendole: — Queste sono tue. Te le sei guadagnate. Ma… — si chino finche i suoi occhi furono all’altezza di quelli di lei — mi devi dire come sapevi che le pietre erano false.

Sembrava ansioso di saperlo, ma Esk capiva che in realta non avrebbe gradito conoscere la verita. La magia metteva le persone a disagio. Non gli sarebbe piaciuto sentirsi rispondere semplicemente: 'le imitazioni sono imitazioni e le acquamarine, acquamarine, e anche se per te sembrano le stesse, questo succede perche quasi tutti non usano i loro occhi nel modo giusto; nulla puo nascondere del tutto la propria vera natura'.

Invece disse: — I nani estraggono queste pietre vicino al villaggio dove sono nata e si impara presto a vedere come cambiano di colore secondo la luce.

Dopo averla fissata ancora per un po’, lo Zoon alzo le spalle.

— Okay. Bene. Ho ancora degli affari da concludere qui. Perche non ti compri degli abiti nuovi o qualche altra cosa? Ti metterei in guardia contro i commercianti senza scrupoli ma, non so, non credo che ti caccerai nei guai.

Esk annui. L’altro si allontano per la piazza del mercato. Al primo angolo si giro, la guardo pensieroso, quindi scomparve tra la folla.

'Be’' si disse la piccola 'ecco la fine della mia navigazione. Lui non ne e proprio certo, ma sicuramente adesso mi sorvegliera e, prima che me ne accorga, mi portera via la verga e ci saranno ogni sorta di guai. Perche tutti si fanno sconvolgere dalla magia?'

Con un sospiro pieno di filosofia, si diede a esplorare le possibilita della citta.

Rimaneva, pero, la questione della verga. Lei l’aveva conficcata bene tra le balle di lana che ancora non sarebbero state scaricate. Se tornava a cercarla, gli altri si sarebbero messi a fare domande, e lei non conosceva le risposte.

Trovato un vicolo che faceva al caso suo, lo percorse veloce finche non trovo un portone che le garantiva la privacy necessaria.

Se tornare alla chiatta era fuori questione, non rimaneva che una cosa. Allungo una mano e chiuse gli occhi.

Sapeva esattamente cosa voleva fare. Se lo vedeva davanti agli occhi. La verga non doveva arrivare volando, distruggendo la chiatta e attirando l’attenzione. Lei voleva soltanto provocare un piccolo cambiamento nel modo in cui il mondo era organizzato. Non un mondo dove la verga stava nascosta nella lana, ma un mondo dove stesse nelle sue mani. Un piccolo cambiamento, un’alterazione infinitesimale nel Modo di Essere delle Cose.

Se Esk avesse ricevuto il corretto addestramento nell’arte dei maghi, avrebbe saputo che cio era impossibile. Ogni mago sapeva come spostare gli oggetti, cominciando dai protoni in su. Ma, secondo la fisica elementare, l’importante nel muovere un oggetto dall’A alla Z era che. a un certo punto, si doveva passare attraverso il resto dell’alfabeto. Il solo modo perche un oggetto svanisse ad A e comparisse a Z, sarebbe stato scompigliare la Realta stessa. Il pensiero rifuggiva dai problemi che cio avrebbe causato.

Esk, naturalmente, non era stata addestrata. Ed e noto che un ingrediente vitale del successo e non sapere che e impossibile fare cio che si tenta. La persona che ignori le possibilita di fallire puo costituire un serio ostacolo sul sentiero della bicicletta della storia.

Durante gli sforzi della bambina per spostare la verga, le onde si propagavano nell’etere magico e causavano nel mondo-Disco una miriade di minutissimi mutamenti, di cui la maggior parte ando ignorata. Forse sulle spiagge qualche granellino di sabbia cambio appena di posizione o una foglia rimase appesa al ramo in modo marginalmente diverso. Ma poi l’onda della probabilita investi il confine della Realta e rimbalzo come il fango fuori dalla riva dello stagno. Cosi, incontrando le onde pigre provenienti dalla direzione opposta, causo piccoli ma importanti vortici nel tessuto dell’esistenza. Si possono avere vortici nel tessuto dell’esistenza, perche e un tessuto assai strano.

Naturalmente Esk ignorava tutto questo, ma fu molto soddisfatta quando dall’aria la verga le cadde in mano.

La senti calda.

La guardo per un po’ e capi che doveva fare qualcosa: era troppo grossa, troppo appariscente, troppo imbarazzante. Attirava l’attenzione.

— Se ti porto ad Ankh-Morpork — disse a voce alta e con fare pensieroso — ci devi andare camuffata.

Gli ultimi pochi sprazzi di magia volteggiavano intorno alla verga e si spensero.

Alla fine Esk trovo una soluzione al problema immediato. Scovo nella principale piazza del mercato di Zemphis un negozietto che vendeva delle scope. Compero la piu grossa, se la riporto sotto il portone, tolse il manico e infilo con forza la verga nella saggina. Non le sembrava giusto trattare in quel modo un nobile oggetto e lei se ne scuso in silenzio.

Comunque, faceva una bella differenza: nessuno guardava due volte una ragazzina che portava una scopa.

Si compro un dolce da mangiare mentre andava in giro. (Il negoziante sbadatamente le diede meno resto del dovuto e si accorse solo piu tardi di averle inesplicabilmente consegnato due monete d’argento; inoltre, i topi entrati non si sa come durante la notte, gli mangiarono tutta la merce; e sua nonna fu colpita da un fulmine).

La citta era piu piccola di Ohulan e molto diversa perche si trovava all’intersezione di tre rotte commerciali, lontano dal fiume. Era costruita intorno a una piazza enorme, un incrocio tra un luogo esotico intasato in permanenza dal traffico e un villaggio di tende. Cammelli davano calci ai muli, muli davano calci ai cammelli, cavalli davano calci ai cammelli e tutti davano calci agli esseri umani. Era un turbinio di colori, di rumori assordanti, un’orchestrazione olfattiva di odori. Il tutto accompagnato dal suono continuo e inebriante di centinaia di persone che si sforzavano in ogni modo di fare soldi.

Una ragione di simile trambusto era il fatto che in moltissime regioni del continente altra gente preferiva far denaro senza lavorare affatto. E, dato che il Disco doveva ancora sviluppare un’industria discografica, era costretta a ripiegare su forme di banditismo piu antiche e piu tradizionali.

Strano a dirsi, esse richiedevano spesso uno sforzo notevole. Fare rotolare pesanti massi in cima ai dirupi per un’imboscata riuscita, abbattere alberi per bloccare la strada, scavare una fossa con infissi pali appuntiti, sempre tenendo un pugnale bene affilato, comportava probabilmente un maggior dispendio di pensiero e di muscoli di altre professioni socialmente piu accettabili. Tuttavia, esistevano ancora persone abbastanza scriteriate da sopportare tutto questo, piu lunghe notti in condizioni disagiate solo per mettere le mani su grosse e comunissime scatole di gioielli.

Cosi una citta come Zemphis era il luogo dove le carovane si dividevano e si mescolavano per poi riformarsi. Infatti, un gran numero di mercanti e di viaggiatori si riunivano per proteggersi contro gli emarginati appostati sulle piste da percorrere. Vagando senza essere notata in quel trambusto, Esk apprese tutto questo grazie al semplice metodo di trovare qualcuno dall’aspetto importante e tirargli l’orlo del pastrano.

Questo qualcuno in particolare stava contando delle balle di tabacco e ci sarebbe riuscito se non fosse stato per l’interruzione.

— Cosa?

— Ho chiesto, che succede qui?

L’uomo aveva intenzione di rispondere: 'Smamma e va a scocciare qualcun altro'. Aveva intenzione di darle uno scappellotto. Percio fu il primo a stupirsi quando si chino e si mise a parlare seriamente a una bambina dal faccino sudicio, con in mano una grossa scopa (la quale, gli sembro piu tardi, in qualche modo indefinibile stava pure ascoltando).

Le spiego dunque delle carovane.

La piccola annui. — Per viaggiare la gente si mette insieme?

— Precisamente.

— Per andare dove?

— Posti di tutti i generi. Sto Lat, Pseudopolis… Ankh-Morpork, naturalmente.

— Ma il fiume va la — obietto a ragione Esk. — Chiatte. Gli Zoon.

— Ah, si. Ma fanno pagare un prezzo alto e non possono trasportare tutto e, comunque, nessuno si fida molto di loro.

— Ma sono molto onesti!

— Uhm, si. Ma sai come si dice: non fidarsi mai di un uomo onesto. — Il suo sorriso la sapeva lunga.

— Chi lo dice?

— Lo dicono. Sai. La gente. — Nella voce dell’uomo vibro una nota d’imbarazzo.

— Oh — esclamo Esk. Stette a pensarci su e aggiunse con sussiego: — Devono essere molto stupidi. Grazie, a ogni modo.

Il mercante rimase a osservarla allontanarsi e poi si rimise a contare. Un momento dopo senti di nuovo una tiratina al cappotto.

— Cinquantasette cinquantasette cinquantasetteallora? — disse, cercando di non perdere il conto.

— Scusami di disturbarti ancora — comincio Esk — ma quei cosi, quelle balle…

— Che hanno cinquantasettecinquantasettecinquantasette?

— Be’, s’intende che dentro abbiano dei vermetti bianchi?

— Cinquantaset… cosa? — Il mercante abbasso la lavagna e guardo la bambina. — Che vermetti?

— Quelli che si contorcono. Bianchi — aggiunse lei, piena di buona volonta. — Che si stanno scavando la tana in mezzo alle balle.

— Vuoi dire la filaria del tabacco? — Guardo con gli occhi fuori delle orbite alla pila di balle scaricate (adesso che ci pensava) da un venditore con l’aria nervosa di un folletto di mezzanotte che vuole scappare via prima che si scopra la mattina che cosa e diventato l’oro fatato… — Ma lui mi aveva assicurato che queste balle erano state immagazzinate bene e… come fai tu a saperlo, comunque?

La bambina si era dileguata tra la folla. Il mercante fisso il punto dove lei si trovava prima. Poi fisso il venditore che ridacchiava nervosamente. Poi fisso il cielo. Poi tiro fuori dalla tasca il coltello, lo guardo per un momento, sembro giungere a una decisione e si accosto alla balla piu vicina.

Nel frattempo Esk, ascoltando senza parere, aveva trovato la carovana che si radunava per dirigersi a Ankh-Morpork. Il capoccia sedeva a un tavolo fatto da un’asse appoggiata su due barili.

Era affaccendato.

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