Kerrel esito di nuovo: «Quali condizioni fissate?»
Trehearne rispose: «Ci lascerete partire e noi vi garantiamo di deporre Shairn al sicuro sull’altra faccia di questo pianeta. Voi rimarrete qui con la vostra astronave finche non riceverete da noi il messaggio che la cosa e stata fatta. Potremo controllare a vicenda le nostre azioni per mezzo del radar e se i vostri generatori si metteranno in moto prima della nostra seconda partenza, lo sapremo.»
Kerrel riflette e poi chiese cupo: «Che sicurezza posso avere io che la lascerete realmente a Thuvis?»
«La mia parola» rispose Trehearne. «O ti fidi o falla saltare in aria subito con tutti noi.»
Ci fu un altro lungo, intenso momento di silenzio. E poi Kerrel disse: «Benissimo.» Pronuncio la parola come se acquistasse sulla sua lingua un sapore di vetriolo.
Joris usci dalla cabina di trasmissione con un solo lungo passo. Kerrel guardo Shairn e grido: «Aspettate, dovete trasmetterci la vostra posizione quando la lascerete a terra.»
«Va bene.»
Trehearne chiuse l’interruttore. Lo schermo rimase vuoto. I generatori frementi sollevarono l’astronave in un turbine e dal caccia non giunsero colpi di cannone. Trehearne allento la stretta su Shairn. La reazione e il sollievo gli facevano tremare le ginocchia cosi che gli era difficile resistere ai sobbalzi dell’astronave.
Shairn si volse a guardarlo: «Sei un idiota, Michael» sibilo. «Ma te lo concedo: non sei un vigliacco.»
La richiuse nella cabina e ritorno sul ponte. Joris osservava attentamente la proiezione in microfilm della carta del pianeta.
«Qui» decise, indicando un vasto deserto. «Qui stara al sicuro finche non la raccoglieranno; in queste solitudini non ci sono animali da preda.» Getto un’occhiata a Trehearne. «Sei in gamba» disse. «Io ero finito.»
Trehearne abbozzo un sorriso. «Io ho soltanto tentato un bluff. D’ora in poi, Joris, tutto ricade sulle tue spalle. Dov’e Edri?»
«Chiuso nella sua cabina con Arrin. Conoscono la vasta zona che si stende agli estremi confini della Galassia. Ora stanno tentando insieme di tracciare la rotta esatta.» Joris sbuffo. «Rotta! Se riesco a tenermi avanti di stretta misura a quel caccia, saro soddisfatto.»
La
«Scendiamo» disse Joris. «Meglio dare a Shairn una coperta. Fa freddo laggiu,»
Trehearne trovo una morbida coperta nel guardaroba e la porto nella cabina di Shairn. Ella se la mise addosso ed egli vide quanto il suo viso fosse oscurato dalla stanchezza e dalla tensione.
Shairn chiese pianamente: «Mi ami ancora, Michael?»
La domanda lo colse di sorpresa e la risposta venne da se. «Si» rispose. «Ti amo.»
«Allora dobbiamo smetterla di comportarci come due bambini stizziti e non gettar via la vita che possiamo vivere insieme.»
Egli chino il capo. «Mi dispiace che tu sia immischiata in tutto questo.»
«E colpa mia quanto tua. Sono stata troppo impulsiva. Avrei dovuto trattenermi riflettendo che il mondo dei Vardda era cosi nuovo per te che avevi pochi elementi in base ai quali giudicarlo.»
In quel momento non era piu la Shairn beffarda di un tempo. La sua voce era piena di una oscura passione, di una supplica che egli avrebbe dovuto intendere.
«Michael, avevi i tuoi buoni motivi; fedelta a un amico, reazione a quanto ti pareva un’ingiustizia. Ma certamente ora tu vedi di che impresa disperata si tratti. So che cercate l’astronave di Orthis. Non la raggiungerete mai. Kerrel vi abbattera. Tutto questo sara avvenuto per nulla.»
Parve a Trehearne che quanto ella diceva fosse assai vicino al vero. Ma rispose soltanto: «E troppo tardi per pensarci ora.»
«No, Michael! Puoi ancora salvarti.» Lo afferro per le spalle, premendogli le mani ansiose sulla carne. «Scendi dalla nave con me! Lascia che Kerrel ci raccolga entrambi!»
Trehearne sorrise tristemente. «A Kerrel piacerebbe ricondurmi a Llirdis per gettarmi in prigione.»
«Ma non sarebbe necessariamente prigione!» esclamo Shairn. «Potresti dire di aver finto di unirti a Joris e a Edri solo per salvare me. Io ti appoggerei e ne Kerrel ne nessun altro potrebbe portare prove contrarie. Sbarcheresti libero a Llirdis.»
Gli baleno per la mente che era cosa fattibile. Tutto quadrava alla perfezione. Era una via d’uscita.
«E non sarebbe neppure un tradimento verso i tuoi amici» insistette Shairn. «Andranno avanti senza di te. Tu hai fatto per loro tutto quanto era in tuo potere.»
Si aggrappo a lui. La sua bocca lo invoco con un suo silenzioso linguaggio. Egli si libero lentamente dalle sue braccia e la respinse, ed ella trattenne il respiro.
«No» disse. E di nuovo. «No, Shairn»
Ella rimase immobile e lo guardo fermamente. «Potresti tornare con me alla Torre d’argento, ma non ci tornerai, e perche? Perche gente che non hai mai conosciuto, di pianeti che non hai mai visto possano un giorno volare tra le stelle?»
«C’era una volta sul pianeta Terra un uomo chiamato Trehearne che sfido la sorte per volare tra le stelle» disse. «Ho pensato che anche altri dovrebbero tentare quest’avventura. E una questione che voglio risolvere ora.»
Ella non parlo e poi la diminuzione di velocita dell’astronave li avverti che tutto stava per finire. Trehearne la condusse alla camera di compressione. Rimasero insieme, senza trovar null’altro da dire e tutto quel che era stato tra loro torno nel silenzio a beffarli con la malinconia dei giorni perduti.
La
Allora Shairn parlo. «Strano inizio tra noi, Michael, e ora una fine anche piu strana.»
Stese la mano per aiutarla a scendere e fu come se la pressione delle dita di lei gli lacerasse il cuore. Ella alzo gli occhi a lui, ed era ormai una piccola figura sperduta nella vasta oscurita. Parve a Trehearne che le sue labbra si muovessero, ma il vento passo tra loro disperdendo le parole ed egli non seppe che rispondere.
Il campanello d’allarme squillo acuto. Chiuse il portello, e lei se ne era andata.
La voce di Joris tuono dal ponte di comando attraverso l’altoparlante: «Acquattatevi, tutti! Questa partenza e l’unico vantaggio che ci possiamo prendere su Kerrel. E devo sfruttarla a dovere!»
La mano crudele dell’accelerazione schiaccio Trehearne contro il piancito. Giacque sulle logore tavole del ponte e quell’ultima visione del pallido viso di Shairn resto in lui a ricordargli tutto quanto aveva avuto e perduto. Ripete il suo nome piu volte nel silenzio della camera di compressione deserta. E la bocca gli si riempi di un amaro sapore di polvere. La
19
Erano giunti ai limiti ultimi della Galassia, dove le stelle dell’orlo estremo si perdevano nel vuoto e gli astri spenti vagavano per sempre in un’oscurita di tomba, dove perfino la memoria della creazione era scomparsa, cancellata da un tempo inimmaginabile. Non vi era alcuna frontiera definitiva ma solo una vaga regione di confine tra il brulichio delle stelle scintillanti e il nero abisso al di la.
Trehearne cercava di ricordarsi quanto tempo era passato da quando erano partiti da Thuvis. Non ci riusciva. Il tempo sembrava stranamente elastico quando si erano perduti tutti i punti di riferimento familiari. Vi rinuncio. Non importava. Scrutava con dolenti occhi arrossati i mari senza luce che si stendevano tra le isole degli universi e cercava di ricordare perche era venuto fin li. E anche questo si confondeva nella sua mente.
Edri era curvo su un tavolo sistemato sul ponte. Non sembrava piu l’Edri di una volta. Pareva che avesse lavorato per un milione d’anni. Arrin gli sedeva accanto. Si teneva la testa tra le mani ossute, simile a una barbuta mummia, a malapena conservando una parvenza di vita. Vi erano carte tra le mani di Edri, interminabili fogli di calcoli e di grafici, interminabili serie di cifre. Joris le studiava, chinandosi accanto a Edri. Le sue larghe mascelle ricadevano flosce sul colletto spiegazzato. Gli occhi si erano infossati profondamente nell’orbita da cui balenavano come dal mondo di due caverne.
Edri parlava con una voce che pareva venire da lontano. Le parole giungevano a Trehearne a ondate confuse come da oltre la nebbia di stanchezza che lo avvolgeva.
«… cosi l’unico modo che ci restava per individuare la posizione della nave di Orthis era di triangolarla da due direzioni. Una di esse era rappresentata dalla rotta di quella scialuppa che Orthis spedi col suo ultimo messaggio, calcolando le eventuali deviazioni causate dal campo gravitazionale delle stelle. L’altra direzione era la rotta di Orthis nel suo ultimo volo. Non riuscimmo a individuarle finche io non trovai quella parte del manoscritto di Lankar che Arrin non aveva.»
Trehearne udi qualcuno chiedere: «Chi era Lankar?»
«Uno degli ultimi inseguitori di Orthis che lascio un diario di bordo segreto sull’inseguimento per alleggerirsi la coscienza. Ne e rimasto abbastanza…»
Joris disse: «Al diavolo Lankar.»
«Dovemmo rintracciare le astromappe per riportarle alle condizioni di quel tempo: moto galattico, flusso stellare, un milione di complicati problemi di moto relativo e moto assoluto indietro di cinquecento anni e di altri cinquecento, e infine compararle. Trovandoci di fronte a un numero quasi illimitato di variabili come questo, si poteva raggiungere il risultato prefisso soltanto servendoci delle piu grandi macchine di precisione e calcolatrici elettroniche di Llirdis. E cio significa che si doveva agire segretamente e per gradi. Si e lavorato per lungo, lungo tempo.»
Edri trasse un profondo sospiro a cui si accompagno uno sbadiglio di stanchezza.
«Le mappe risultanti indicano un’oscura stella sconosciuta che segue la sua orbita qui, fuori dalla corrente principale della Galassia.» Traccio una linea con un dito. «Queste mappe rappresentanti le stelle del margine estremo della Galassia non sono complete, come sapete. Non c’e nulla che possa guidarci fino a queste regioni abbandonate da Dio che nessuno ha mai veramente esplorato. Ma secondo i nostri calcoli, questa stella oscura, era esattamente qui un migliaio di anni fa e la scialuppa di Orthis si lancio da essa. Ora la Galassia ha compiuto un movimento di rotazione in questo senso trascinando le stella oscura con se…»
Poso la mano sull’intersezione di due linee tracciate sulla mappa, osservandole.
«Ecco la nostra destinazione, Joris. Se abbiamo ragione, la nave di Orthis si trova qui. Se abbiamo torto… ebbene, qualcun altro dovra ritentare tra un migliaio d’anni.»
Rimase ritto e silenzioso, le mani appoggiate al tavolo, troppo stanco per muoversi. Joris si strofino gli occhi affaticati e comincio a leggere ad alta voce le coordinate sulla mappa. Meccanicamente il secondo ufficiale riporto la combinazione sul telescopio.
Joris ritorno pesantemente al posto di pilotaggio. Quando il telescopio segnalo con uno scatto secco la nuova rotta, egli vi diresse la
Gli rispose una voce rauca. Ascolto, poi si volse agli altri. «Piu vicino» disse. «Sempre piu vicino.»
La mente di Trehearne ricadde nel suo costante dormiveglia d’incubo. Il caccia, lanciato all’inseguimento, incalzante, accanito, persistente, implacabile. Riviveva penosamente ogni manovra, ogni stratagemma per mezzo dei quali Joris aveva cercato di ritardare la corsa dei loro inseguitori, di guadagnare un poco piu di tempo, un poco piu di distanza.