Il cibo gli costo una biro e un pacchetto di fiammiferi che non ricordava di possedere.

La donnina doveva essere convinta di avere fatto decisamente un buon affare, perche quando gli diede quello che aveva chiesto aggiunse anche un paio di biscotti alle noci.

Ora Richard era in piedi in mezzo alla folla, ad ascoltare la musica — qualcuno, per un motivo che a lui sfuggiva completamente, stava cantando il testo di Greensleeves, una famosa canzone di epoca elisabettiana, sulle note di Yakkety-Yak — , a osservare il bizzarro bazaar che gli si svolgeva intorno e a mangiare i panini.

Mentre finiva l’ultimo boccone, si rese conto di non avere fatto per niente caso al sapore di quanto aveva appena ingurgitato, quindi decise di rallentare il ritmo e di masticare i biscotti con calma. Sorseggio la limonata, facendola durare il piu possibile.

«Le serve un uccello, signore?» domando una voce briosa, molto vicina. «Ho corvi neri e corvi imperiali, cornacchie e storni. Uccelli belli, saggi. Gustosi e saggi. Fantastici.»

Richard rispose «No, grazie» e si volto.

L’insegna dipinta a mano che si trovava sopra il banco diceva

«OLD BAILEY: UCCELLI E INFORMAZIONI»

Tutto intorno c’erano altri cartelli piu piccoli: «LO VUOI, LO SO!» e «NON TROVERAI STORNI PIU CARNOSI!!!!» e anche «QUANDO E TEMPO DI CORVO, E TEMPO DI OLD BAILEY!!» Richard si scopri a ripensare all’uomo-sandwich che aveva visto appena arrivato a Londra, che se ne stava all’uscita della stazione della metropolitana di Leicester Square con un cartello davanti e uno sulla schiena per esortare il mondo a una Minore Lussuria Con Meno Proteine, Uova, Carne, Fagioli, Formaggio e Vita Sedentaria. Uccelli saltellavano e sbatacchiavano le ali all’interno di gabbiette che parevano ricavate intrecciando antenne televisive.

«Informazioni, allora?» continuo Old Bailey, ravvivando la parlantina da venditore. «Mappe dei tetti? Storia? Notizie segrete e misteriose? Se non lo so io, probabilmente e meglio dimenticarsene. Ecco cosa dico sempre.»

Il vecchio indossava ancora il cappotto piumato, ed era avvolto in corde e funi. Guardo Richard di sottecchi, poi inforco gli occhiali che teneva legati al collo con uno spago e lo osservo attentamente attraverso le lenti.

«Aspetta un attimo. Io ti conosco. Tu stavi col Marchese de Carabas. Sul tetto. Ricordi? Eh? Sono Old Bailey. Ti ricordi di me?» Allungo la mano e strinse quella di Richard, agitandola furiosamente su e giu.

«In realta» disse Richard «sto proprio cercando il Marchese. E la giovane signora di nome Porta. Penso che probabilmente siano insieme.»

Il vecchio si mise a saltellare, cosa che provoco il distacco di alcune penne dal cappotto e un coro di rauca disapprovazione da parte dei numerosi uccelli che lo circondavano.

«Informazioni! Informazioni!» annuncio alla stanza affollata. «Visto? Gliel’avevo detto. Diversificare, avevo detto. Diversificare! Non puoi passare la vita a vendere corvi per stufato — comunque sanno sempre di ciabatte bollite. E sono cosi stupidi. Duri come il muro. Hai mai mangiato corvo?» Richard scosse il capo. Quella era una cosa di cui poteva essere certo, in ogni caso.

«Cosa mi dai?» chiese Old Bailey.

«Prego?» fece Richard, saltando goffamente da un banco all’altro.

«Se ti do l’informazione, che me ne viene?»

«Non ho soldi» rispose Richard. «E ho appena dato via la mia penna.»

Comincio a vuotarsi le tasche.

«Ecco!» disse Old Bailey. «Quello!»

«Il mio fazzoletto?» domando Richard. Si trattava di un fazzoletto non esattamente immacolato, regalo di zia Maude per il suo ultimo compleanno.

Old Bailey lo afferro e se lo agito festante sopra la testa.

«Non temere, ragazzo!» canticchio trionfante. «La tua ricerca e alla fine! Vai laggiu, oltre quella porta. Non puoi non vederli. Stanno facendo l’audizione.»

Un corvo gracchio malignamente.

«Fatti i becchi tuoi» gli disse Old Bailey. Mentre a Richard disse: «Grazie della bandierina!»

E prese a saltellare intorno alla bancarella, felice e contento, agitando il fazzoletto avanti e indietro.

L’audizione? penso Richard. Poi sorrise. Non aveva importanza. La sua ricerca, come aveva detto il vecchio e pazzo uomo dei tetti, era alla fine.

Si diresse verso il Reparto Alimentari.

Lo stile, per le guardie del corpo, era tutto. A nessuna mancava una specialita di qualche tipo, e non vedevano l’ora di mostrarla al mondo.

In quel momento Ruislip era intento all’ingaggio contro il Damerino Senza Nome.

Il Damerino Senza Nome somigliava un po’ a un libertino dei primi anni del diciottesimo secolo, uno che non riuscendo a trovare dei veri abiti da libertino avesse dovuto arrangiarsi con quanto recuperato a una fiera di beneficenza. Aveva il viso incipriato di bianco e le labbra dipinte.

Ruislip, l’avversario di Damerino, era la rappresentazione del tipo di sogno che si potrebbe fare mentre ci si addormenta guardando un incontro di sumo alla televisione, con un disco di Bob Marley in sottofondo: un gigantesco Rasta che pareva in modo impressionante un bebe obeso e enorme.

Stavano faccia a faccia, nel mezzo di un cerchio formato da spettatori e altre guardie del corpo.

Nessuno dei due uomini muoveva un muscolo.

Il Damerino superava Ruislip di una testa buona. D’altra parte, Ruislip pesava almeno quanto quattro damerini messi assieme, anche se ognuno avesse portato una grossa valigia di pelle straripante di lardo.

Si fissavano, senza mai interrompere il contatto visivo.

Il Marchese de Carabas tocco la spalla di Porta e le fece un cenno. Stava per accadere qualcosa.

Due uomini, che si limitavano a guardarsi…

Poi la testa del Damerino oscillo all’indietro, come fosse stato colpito al volto. Un piccolo livido rosso-violaceo gli comparve sulla guancia. Increspo le labbra e sbatte le ciglia.

«Oh!» disse, quindi distese al massimo le labbra imbellettate, nell’agghiacciante parodia di un sorriso. Gesticolo.

Ruislip barcollo e si porto le mani allo stomaco.

Il Damerino Senza Nome sorrise in modo smaccatamente compiaciuto, agito le dita e mando baci agli spettatori.

Ruislip lo fissava con rabbia, mentre ripeteva l’assalto mentale.

Le labbra del Damerino cominciarono a grondare sangue. L’occhio sinistro inizio a gonfiarsi. Barcollo. Il pubblico rumoreggiava soddisfatto.

«Non e terribile come sembra» bisbiglio il Marchese a Porta.

Il Damerino Senza Nome vacillo, all’improvviso. Cadde in ginocchio come se qualcuno lo stesse spingendo giu, e fini lungo e disteso sul pavimento. Poi sobbalzo, come se qualcuno l’avesse appena preso a calci, con forza, nello stomaco.

Ruislip appariva trionfante. Gli spettatori applaudirono, educatamente. Il Damerino si contorceva, poi sputo sangue sulla segatura che copriva il pavimento del reparto Pesce e Carne di Harrods.

«Il prossimo» disse il Marchese.

Il Damerino venne trascinato in un angolo da alcuni amici e prese a dare violentemente di stomaco.

Anche il successivo aspirante guardia del corpo era piu magro di Ruislip (all’incirca come due damerini e mezzo, che portassero pero un’unica valigia piena di lardo in due). Era ricoperto di tatuaggi e vestito con abiti che sembravano realizzati unendo vecchi coprisedili per auto e tappetini di gomma. Aveva la testa rasata e scherniva il mondo con i denti marci.

«Sono Varney» disse, si raschio la gola e sputo sulla segatura un ammasso verdognolo. Si diresse sul ring.

«Signori, quando siete pronti» disse il Marchese.

Ruislip pesto ritmicamente i piedi nudi sul pavimento, uno-due, uno-due, e comincio a fissare duro Varney. Sulla fronte di Varney si apri un piccolo cratere da cui usciva un rivolo di sangue che gli gocciolava nell’occhio. Varney ignoro la cosa, e parve invece concentrarsi sul braccio destro.

Lo sollevo lentamente, come si opponesse a una foltissima pressione. Poi scaravento il pugno contro il pomo d’Adamo di Ruislip. Che precipito al suolo con il rumore di una mezza tonnellata di fegato fresco lasciato cadere in una vasca da bagno.

Varney ridacchio.

Con estrema lentezza, Ruislip si rimise in piedi.

Varney si puli il sangue dalla fronte e mostro al mondo la sua bocca in rovina con un ghigno terrificante. «Vieni» disse. «Grasso segaiolo. Colpiscimi ancora.»

«Quello promette bene» bofonchio il Marchese.

Porta rabbrividi. «Non ha un aspetto molto gradevole.»

«Gradevole in una guardia del corpo» predico il Marchese «e utile quanto la capacita di rigurgitare un’aragosta intera. Ha un aspetto pericoloso

In quel mentre ci fu un mormorio di apprezzamento, quando Varney fece qualcosa di piuttosto doloroso a Ruislip, qualcosa di rapido, che implicava l’improvviso contatto tra il ginocchio foderato in similpelle di Varney e i testicoli di Ruislip. Il mormorio era un’approvazione del tipo sobrio e profondamente poco entusiasta che di solito si riscontra solo nei sonnacchiosi pomeriggi domenicali, durante gli incontri di cricket tra paesi limitrofi.

Il Marchese applaudi educatamente con il resto degli astanti. «Ottimo, signore» commento.

Varney guardo Porta e le fece l’occhiolino, quasi con aria di possesso, prima di rivolgere nuovamente l’attenzione su Ruislip.

Porta rabbrividi.

Richard udi gli applausi e ando in quella direzione.

Venne superato da cinque giovani donne estremamente pallide e vestite in modo pressoche identico. Indossavano lunghi abiti di velluto, tutti scuri al punto da sembrare quasi neri pur essendo rispettivamente verde scuro, marrone scuro, blu notte, sangue intenso e nero vero e proprio.

Tutte avevano i capelli neri e portavano gioielli d’argento; tutte erano pettinate e truccate alla perfezione. Si muovevano in silenzio: solo un fruscio dei pesanti velluti quando passavano, un fruscio che pareva quasi un sospiro.

L’ultima, quella vestita di nero, la piu pallida e la piu bella, sorrise a Richard.

Che, un po’ circospetto, restitui il sorriso.

Quindi si mosse verso l’audizione.

Si teneva nel reparto Pesce e Carne, nella zona al di sotto della scultura del pesce di Harrods.

Il pubblico gli voltava le spalle e formava un cerchio con due o tre persone una dietro l’altra. Richard si chiedeva se sarebbe stato facile trovare Porta e il Marchese, e in quel momento la folla si

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