apri e li vide, seduti entrambi sul bancone di vetro del salmone affumicato. Apri la bocca per gridare «Porta!» e mentre lo faceva comprese il motivo per cui la folla si era aperta: un uomo enorme, paralizzato dalla paura, praticamente nudo non fosse stato per il pezzo di stoffa giallo, rosso e verde che gli avvolgeva la parte bassa del torace a mo’ di pannolino, era stato catapultato oltre gli spettatori, come lanciato da un mangano, e gli stava atterrando proprio addosso.

«Richard?» disse la ragazza.

Lui apri gli occhi. La messa a fuoco del viso andava e veniva. Degli occhi dallo strano colore, che fissavano i suoi, in un viso giovane e pallido, quasi da folletto.

«Porta?» fece.

Era furiosa. Era molto piu che furiosa.

«Temple e Arch, Richard! Non posso crederci. Che ci fai qui?»

«Anch’io sono contento di vederti» disse debolmente Richard. Si mise a sedere, chiedendosi se avesse una commozione cerebrale. Chiedendosi come poteva scoprirlo. Chiedendosi come aveva potuto pensare che Porta sarebbe stata felice di vederlo.

Lei, le narici frementi, si fissava intensamente le unghie, come non si fidasse a dire altro.

L’omone dall’orribile dentatura, che l’aveva fatto cadere sul ponte, stava lottando contro un nano. Combattevano con delle spranghe di ferro, e la lotta non era impari come avrebbe potuto sembrare. Il nano era straordinariamente veloce: si rotolava, colpiva, rimbalzava, si tuffava; ogni suo movimento faceva apparire Varney goffo e sgraziato al confronto.

Richard si rivolse al Marchese, che guardava il combattimento con attenzione.

«Cosa sta succedendo?» chiese.

Il Marchese gli concesse un’occhiata, quindi riporto lo sguardo sull’azione che si svolgeva davanti a loro. «Tu» disse «sei immerso in qualcosa di troppo profondo per le tue possibilita, ossia nella merda fino al collo, tanto per essere chiaro, e davvero poche ore, immagino, ti separano da una fine prematura e senza alcun dubbio disonorevole. Noi, al contrario, stiamo facendo un’audizione per guardie del corpo.»

Varney mise in comunicazione la sua spranga di ferro con il nano, che cesso istantaneamente di balzare e guizzare per mettersi a giacere privo di sensi.

«Penso che abbiamo visto abbastanza» disse il Marchese ad alta voce. «Grazie a tutti. Signor Varney, puo cortesemente attendere un istante?»

«Perche sei voluto venire?» chiese con freddezza Porta.

«Non e che avessi molta scelta» ribatte Richard.

Lei sospiro.

Il Marchese stava marciando intorno al perimetro, congedando le diverse guardie del corpo che aveva gia visionato, distribuendo qualche parola di lode qui e un consiglio la. Varney aspettava pazientemente in un angolo.

Richard azzardo un sorriso in direzione di Porta. Fu ignorato.

«Come sei arrivato al mercato?» chiese la ragazza.

«C’erano quelle persone-ratti…» comincio Richard.

«Parla-coi-ratti» corresse lei.

«E, vedi, il ratto che ci aveva portato il messaggio del Marchese…»

«Padron Codalunga» disse lei.

«Be’, ha detto che dovevano accompagnarmi qui.»

Porta alzo un sopracciglio e piego lievemente la testa da un lato. «Ti ha portato qui un parla-coi-ratti?»

Annui. «Per quasi tutta la strada. Era una ragazza. Si chiamava Anestesia. Lei e… be’, le e successo qualcosa. Sul ponte. Per l’ultima parte del tragitto mi ha portato qui un’altra signora. Credo che fosse una… lo sai.» Esito, poi lo disse. «Prostituta.»

Il Marchese aveva fatto ritorno. Se ne stava in piedi di fronte a Varney, che appariva oscenamente compiaciuto di se stesso.

«Conoscenza delle armi?» domando il Marchese.

«Uh!» disse Varney. «Mettiamola cosi: se ci si puo affettare qualcuno, far schizzare via una testa, spaccare le ossa o fare un bucaccio in una pancia, Varney le usa da maestro.»

«Precedenti datori di lavoro soddisfatti del servizio?»

«Olympia, la Regina dei Pastori, i Finitori in Guardia Bassa. Per un po’ mi sono occupato della sicurezza della fiera di maggio di Mayfair.»

«Bene» disse il Marchese de Carabas. «La tua abilita ha molto colpito tutti noi.»

«Mi pareva di aver capito» disse una voce femminile «che aveste pubblicato un’inserzione per una guardia del corpo. Non per dilettanti fanatici.»

La sua pelle aveva il colore dello zucchero caramellato caldo, e il suo sorriso avrebbe fermato una rivoluzione. Era vestita da capo a piedi di morbide pelli grigie e marroni.

«E lei» bisbiglio Richard a Porta. «La prostituta.»

«Varney» ribadi Varney, offeso, «e la migliore guardia del corpo e bravo del Mondo di Sotto. Lo sanno tutti.»

La donna si rivolse al Marchese. «Sono gia finite le prove di selezione?» chiese.

«Si» disse Varney.

«Non per forza» rispose il Marchese.

«Allora» gli disse lei «vorrei fare l’audizione.»

Solo un attimo di esitazione e il Marchese disse, «Molto bene.» Fece un passo indietro, balzo sul banco del salmone affumicato e si mise comodo a osservare l’azione.

Varney era indubbiamente pericoloso, per non dire prepotente, sadico e attivamente dannoso per la salute fisica di quanti lo circondavano. Non era, pero, particolarmente sveglio. Rimase, li, fermo, a fissare il Marchese, mentre il seme del dubbio si insinuava e si insinuava, sempre piu insinuante. Infine, incredulo, chiese, «Devo lottare contro di lei

«Si» rispose la donna vestita di pelle. «A meno che tu non voglia prima sdraiarti un pochino.»

Varney comincio a ridere: un ghigno da maniaco.

Smise di ridere un attimo dopo, quando la donna gli diede un gran calcio al plesso solare, che lo abbatte come un albero.

Accanto alla sua mano, sul pavimento, si trovava la spranga di ferro utilizzata nel combattimento con il nano. L’afferro e la sbatte violentemente contro il viso della donna — o l’avrebbe fatto se lei non avesse schivato il colpo. Rapidissima, gli picchio le mani aperte sulle orecchie. La spranga volo dall’altra parte della stanza.

Ancora traballante per il dolore alle orecchie, Varney estrasse un coltello dallo stivale. Di quanto accadde dopo, non fu mai del tutto certo: sapeva solo che il mondo aveva ruotato sotto i suoi piedi e si era ritrovato a faccia in giu sul pavimento, con il sangue che gli colava dalle orecchie e il suo stesso coltello alla gola. Il Marchese de Carabas stava dicendo, «E sufficiente!»

La donna alzo gli occhi, tenendo sempre il coltello contro la gola di Varney. «Allora?» chiese.

«Davvero notevole» disse il Marchese.

Porta annui.

Richard era sbalordito: era stato come vedere Emma Peel, Bruce Lee e un tornado particolarmente temibile tutti condensati in un solo essere, con una generosa farcitura di riprese tratte da un documentario sulla vita animale che una volta aveva visto in TV e che mostrava l’uccisione di un cobra reale da parte di una mangusta. Era cosi che si muoveva. Era cosi che aveva lottato.

La donna abbasso gli occhi verso Varney. «Grazie, signor Varney» disse educatamente. «Temo che non avremo bisogno dei suoi servigi, dopo tutto.»

Gli scese di dosso e si mise il coltello alla cinta.

«E tu ti chiami?» domando il Marchese.

«Mi chiamo Hunter» rispose lei.

Nessuno proferi parola. Poi Porta, titubante, disse, «Quell’Hunter?»

«Esatto» disse Hunter, spazzolando via la polvere dai gambali di pelle. «Sono tornata.»

Chissa dove una campana suono, due volte, dei rintocchi profondi che fecero vibrare i denti di Richard. «Cinque minuti» bofonchio il Marchese. Poi, rivolgendosi agli spettatori rimasti, disse, «Credo che abbiamo trovato la nostra guardia del corpo. Grazie a tutti. Non c’e altro da vedere.»

Hunter si diresse verso Porta e la squadro dall’alto e dal basso.

«Puoi impedire che mi uccidano?» chiese Porta.

Hunter piego il capo in direzione di Richard. «A lui oggi ho salvato la vita tre volte, sul ponte, venendo al mercato.» Varney si era faticosamente rimesso in piedi, e con la mente aveva sollevato la spranga di ferro.

Il Marchese vide cosa stava facendo ma non disse nulla.

L’ombra di un sorriso comparve sulle labbra di Porta. «Questa e bella» disse. «Richard pensava che fossi una…»

Hunter non seppe mai cosa Richard pensava che fosse. La spranga precipito verso la sua testa come un bolide. Si limito ad allungare il braccio e ad afferrarla: le si fermo agevolmente nel palmo della mano con un tuapp.

Ando da Varney.

«E tua?» chiese.

Le mostro i denti, gialli, neri e marrone.

«In questo momento» disse Hunter «siamo sotto l’Armistizio del Mercato. Ma se provi a fare un’altra cosa del genere, revoco l’armistizio, ti spezzo entrambe le braccia e te le faccio riportare a casa con i denti. Ora,» continuo piegandogli il braccio dietro la schiena, «di’ mi dispiace. Con gentilezza.»

«Uau» fece Varney.

«Si?» disse lei, con aria incoraggiante.

Sputo fuori un «Mi dispiace» come se stesse per soffocare.

Lo lascio andare.

Varney rinculo a distanza di sicurezza, impaurito e furioso, tenendo sempre gli occhi su Hunter, senza mai voltarle le spalle. E, una volta raggiunta la porta del Reparto Alimentari, esito prima di strillare, «Sei morta! Sei morta e fottuta, ecco quello che sei!» con una voce che rasentava le lacrime.

Quindi si giro e corse via dalla stanza.

«Dilettanti» sospiro Hunter.

Ripercorsero la strada che aveva seguito Richard.

Adesso la campana rintoccava ininterrottamente, con suono profondo. Veniva suonata da un omone nero vestito di nero, con indumenti da frate domenicano, ed era stata posta accanto al banco che Harrods riserva alle gelatine di frutta di alta qualita.

Se il mercato non poteva lasciare indifferenti, ancora di piu colpiva la rapidita con cui tutto veniva smantellato, fatto a pezzi e messo via. Ogni traccia del fatto che si fosse tenuto li stava scomparendo: le bancarelle venivano smontate, impilate sulle spalle dei proprietari e portate chissa dove.

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