importanti per rappresentare una specie di ostaggio. Quest’isola ha sempre rappresentato un buon bersaglio.»
«Be’…» Reinhart accenno con il capo alla carta murale. «Qui ci sono le prove. L’Occidente non si prepara forse a presentare la questione al Consiglio di Sicurezza?»
Vandenberg scosse il capo. «No, finche non possiamo negoziare da una posizione di forza. Gli piacerebbe che ci rivolgessimo piagnucolando alle Nazioni Unite, e ammettessimo la nostra debolezza. Allora ci avrebbero in loro potere. La prima cosa di cui abbiamo bisogno, invece, e qualche mezzo di difesa.»
Reinhart sembrava scettico. «Cosa intendete fare?»
«Intendiamo muoverci il piu in fretta possibile. Geers sostiene…»
«Oh, Geers!»
«Geers sostiene,» Vandenberg ignoro l’interruzione, «che se possiamo far lavorare quella ragazza in collaborazione con il suo calcolatore, professore, potremo ottenere piuttosto in fretta qualche idea.»
«Quello che
La notte dopo la partenza di Vandenberg arrivo Fleming. Era tardi e Reinhart stava ancora lavorando, cercando di determinare l’origine dei segnali da terra che facevano cambiare il corso ai satelliti in orbita, quando senti il rumore dello scappamento dell’auto di Fleming. Per Fleming era un po’ come tornare a casa; quella stanza familiare, Harvey al banco di controllo, la figura onesta e paterna del professore che lo aspettava. Dei tre, Fleming sembrava il piu distrutto.
«C’e una tale atmosfera di buon senso, qui.» Il suo sguardo percorse la stanza, grande, ordinata. «Un’aria calma e pulita.»
Reinhart sorrise. «No, non c’e molto buon senso in questo momento.»
«Possiamo parlare?»
Reinhart lo guido verso un paio di comode poltrone che erano state preparate insieme a un piccolo tavolo, per i visitatori, in un angolo sul retro dell’osservatorio.
«Ti ho detto al telefono, John, che non posso fare proprio nulla. Si preparano a usare la creatura come aiuto del calcolatore, per le ricerche missilistiche di Geers.»
«Ed e proprio quanto vuole il calcolatore.»
Reinhart si strinse nelle spalle. «Ne sono fuori, ora.»
«Ne siamo fuori tutti. Solo mi ci sto attaccando con le unghie e con i denti. Quando dicevamo di poter togliere la corrente… Be’, adesso non possiamo piu, vero?» Fleming cincischiava nervosamente una scatola di fiammiferi che aveva tratto di tasca per accendere le loro sigarette. «Ormai il calcolatore e padrone di se stesso. Ha i suoi protettori, i suoi alleati. Se questa creatura che sembra una donna fosse scesa da un disco volante, a quest’ora sarebbe gia stata eliminata. L’avrebbero riconosciuta per quello che e in realta; ma siccome ci e stata presentata in un modo molto piu sottile, siccome le e stata data una forma umana, viene accettata alla faccia di tutto. E la sua e una gran bella faccia. E inutile rivolgersi a Geers e compagni: ho tentato. Professore, ho paura.»
«Abbiamo tutti paura,» ribatte Reinhart. «Quante piu cose scopriamo dell’universo, e piu questo diventa terrificante.»
«Senta.» Fleming si piego in avanti, serio. «Usiamo il cervello. Questa macchina, un cervello figlio di un altro mondo, ha eliminato il suo mostro monocolo, ha eliminato Christine, eliminera me, se mi trovero sulla sua strada.»
«E allora tientene lontano,» disse stancamente Reinhart. «Se sei in pericolo tientene lontano finche sei in tempo.»
«Pericolo!» Fleming sbuffo. «Ma lei pensa che io voglia morire in qualche modo orribile, come Dennis Bridger, per amore del governo o della Intel? Io sono soltanto il prossimo della lista. Se vengo allontanato o vengo ucciso, a chi tocchera poi?»
«Il problema e sapere chi viene per primo, in questo momento.» Reinhart sembrava un medico di fronte a un caso disperato. «Non posso aiutarti, John.»
«E Osborne?»
«Non e lui a tenere le redini, ora.»
«Potrebbe ottenere dal suo ministro di andare dal primo ministro.»
«Il primo ministro?»
«E pagato anche lui, no?»
Reinhart scosse il capo. «Non potrai dimostrare nulla, John.»
«Ho alcuni argomenti.»
«Credo che nessuno di loro sia nello stato d’animo piu adatto per ascoltarti.» Con un piccolo gesto della mano Reinhart indico la carta sul muro. «Ecco quello che ci preoccupa, in questo momento.»
«A cosa serve, questa?»
Reinhart glielo spiego. Fleming sedeva, ascoltando, teso e avvilito, frantumando la scatola di fiammiferi.
«Non possiamo essere sempre i piu bravi.» Trascuro le spiegazioni del professore. «Almeno con esseri umani possiamo venire a patti.»
«Quali patti?» chiese Reinhart.
«Non importa quali… in confronto a quello a cui probabilmente ci troviamo davanti. Per una civilta una bomba e una morte veloce. Ma la lenta conquista da parte di un altro pianeta…» La sua voce fini in un mormorio.
Il primo ministro si trovava nel suo ufficio dai pannelli di quercia ai Comuni. Era un anziano signore dall’aspetto sportivo con ammiccanti occhi blu. Sedeva al centro di un lato del lungo tavolo che riempiva a meta la stanza e ascoltava il ministro della Difesa. La luce filtrava dolcemente nella stanza attraverso le doppie finestre. Qualcuno busso alla porta, e il ministro della Difesa aggrotto la fronte; era un giovanotto molto brillante cui non piaceva venire interrotto.
«Oh, ecco qui la scienza.» Il primo ministro sorrise cordialmente all’ingresso di Osborne e di Ratcliff. «Conosce Osborne, vero, Burdett?»
Il ministro della Difesa si alzo e strinse loro la mano, indifferente. Il primo ministro li invito a sedersi.
«Non e una giornata meravigliosa, signori? Ricordo che quel giorno a Dunkerque era un tempo come questo. Sembra che sulle disgrazie della nazione risplenda sempre il sole.» Si rivolse a Burdett. «Vuole vuotare il sacco lei per noi?»
«Si tratta di Thorness,» spiego Burdett a Ratcliff. «Vogliamo entrare in completo possesso del calcolatore e degli annessi e connessi. Eravamo gia d’accordo, in linea di massima, no? e il primo ministro ed io pensiamo che sia giunto il momento.»
Ratcliff lo guardo senza grande affetto. «Avete gia la possibilita di usarlo.»
«Ne abbiamo un bisogno maggiore, vero, Eccellenza?» Burdett si rivolse al primo ministro.
«Abbiamo bisogno di un nuovo apparecchio intercettatore, signori, e ne abbiamo bisogno alla svelta.» Dietro i suoi modi amabili, pigri, alquanto vecchio stile, c’era una grande decisione, un piglio d’affarista. «Nel millenovecentoquaranta avevamo gli Spitfire, ma in questo momento sia noi che i nostri alleati occidentali non abbiamo nulla in grado di affrontare quel che ci sta capitando addosso.»
«E non avremo nessuna prospettiva,» aggiunse Burdett, «per mezzo delle armi convenzionali.»
«Potremmo collaborare, no?» chiese Ratcliff a Osborne, «per produrre qualcosa di nuovo.»
Burdett non era tipo da perdere tempo. «Possiamo occuparcene noi se prendiamo possesso dell’apparecchio di Thorness e della ragazza.»
«La creatura?» Osborne alzo molto educatamente un sopracciglio, ma il primo ministro gli strizzo l’occhio in modo rassicurante.
«Il dottor Geers e dell’opinione che se noi usiamo questa signora dalla curiosa origine affinche si faccia interprete delle nostre richieste presso il calcolatore, e affinche ci ritraduca i suoi calcoli, potremmo risolvere molto in fretta un mucchio dei nostri problemi.»
«Se vi potete fidare delle sue intenzioni.»
Il primo ministro pareva interessato. «Non riesco a capire bene.»