«Avvisero le sentinelle.»
«Avvisa chi ti pare.»
Lei esito, poi si diede per vinta e ando a raggiungere la comitiva. Quando se ne fu andata Fleming controllo le cifre poi si diresse con il blocco verso l’unita di ingresso. «Ti daro io qualcosa a cui pensare,» disse a voce alta rivolto alla macchina. Poi sedette e comincio a scrivere il messaggio.
Aveva appena finito quando entro Andromeda.
«Pensavo che fossi andata a vedere i razzi.»
Lei si strinse nelle spalle. «Non e interessante.»
Le lampade del quadro di controllo cominciarono a lampeggiare piu forte e all’improvviso si senti uno schianto terribile provenire dalla stampa-dati di uscita che comincio a lavorare furiosamente.
Andromeda levo lo sguardo, sbalordita. «Che accade?»
Fleming si diresse veloce alla stampatrice e lesse le cifre man mano che venivano battute sul foglio.
Sorrise. «Sembra che il tuo amico sia andato fuori dai gangheri.»
Andromeda attraverso la stanza e guardo al di sopra della spalla di lui.
«Ma non significa nulla!»
«Esatto.»
La stampatrice, senza preavviso, come aveva cominciato, smise di stampare, lasciandoli immersi nel silenzio.
«Cosa hai fatto?» chiese la ragazza. Lesse attentamente tutte le cifre senza capire. «Non ha alcun significato!»
Fleming le rivolse una smorfia. «No. Per un momento ha perso il proprio controllo. Penso che abbia dei disturbi psichici.»
«Che cosa gli hai fatto?» chiese la ragazza. Si mosse verso i terminali ma Fleming la fermo.
«Tienti lontana.»
Si fermo, incerta. «Che cosa gli hai fatto?»
«Gli ho dato solo alcune informazioni.»
Guardandosi attorno Andromeda vide il blocco al di sopra dei tasti dell’unita di ingresso. Si avvicino lentamente e lo lesse.
«Questa e la mia formula… a rovescio.»
«Messa al negativo,» confermo Fleming.
«Pensera che sono morta.»
«Proprio quel che volevo io.»
Lo fisso, sbalordita. «Perche?»
«Volevo fargli sapere che non puo pretendere che tutto vada secondo la sua volonta.»
«E stata una stupidaggine.»
«Sembra che ti valuti parecchio,» commento, pieno di disprezzo.
Lei si volse ai terminali. «Bisogna che gli dica che sono viva.»
«No!» La tenne ferma per le braccia.
«Devo. Pensa che io sia morta e devo dirgli che non e vero.»
«E allora io gli diro di nuovo che sei morta. Posso tirare avanti questo giochetto finche il calcolatore non capira piu se e vero o no.»
Allungo un braccio per prendere il blocco di fogli dalla tastiera. «Dammelo.» Andromeda libero un braccio. «Non puoi averla vinta, lo sai bene.» Si volse di nuovo per allontanarsi, e quando Fleming fece per fermarla, d’improvviso grido: «Lasciami in pace! Vattene! Fuori di qua.»
Stavano di fronte, tremanti tutti e due, come se non potessero muoversi. Poi Fleming l’afferro saldamente con entrambe le mani, attirandola a se.
L’annuso, sorpreso. «Hai usato del profumo.»
«Lasciami andare. Chiamo le sentinelle.»
Fleming comincio a ridere. «Prendi fiato, allora.»
Andromeda dischiuse le labbra e lui vi depose un bacio. Poi, staccandola da se, le braccia tese, la scruto.
«Bello o brutto?»
«Lasciami sola, per piacere.» La voce di lei era malcerta. Lo guardava confusa, poi abbasso lo sguardo, ma lui continuava a tenerla.
«A chi appartieni?»
«Appartengo a quello che mi dice il mio cervello.»
«Allora dimmi questo…» La bacio ancora con sensualita ma senza passione, a lungo.
«No,» imploro Andromeda, ritraendosi. Lui la teneva stretta a se parlandole dolcemente.
«Non ti piace il sapore delle labbra, o quello del cibo, o il profumo e la sensazione dell’aria fresca di fuori, o le colline oltre il filo spinato, con il sole, l’ombra e le allodole che cantano? E la vicinanza degli esseri umani?»
Scosse lentamente il capo. «Non sono importanti.»
«No?» Parlava con la bocca sulla bocca di lei. «Quale che sia l’intelligenza incorporea alla quale devi fedelta, non ne ha tenuto conto, ma sono importanti per la vita organica, come scoprirai.»
«Si puo tener conto di qualsiasi cosa,» rispose lei.
«Ma non se ne e tenuto conto nei calcoli.»
«Possono essere introdotti.» Sollevo il capo a guardarlo. «Non puoi batterci, dottor Fleming. Smettila di provarci, prima di avere la peggio.»
La lascio andare. «E probabile che io abbia la peggio?»
«Si.»
«E perche mi metti in guardia?»
«Perche provo qualcosa per te,» spiego, e lui le rivolse un mezzo sorriso.
«Parli quasi come un essere umano.»
«Allora e tempo che la smetta. Per piacere, vattene, John, ora.» Lui resto immobile, ostinato, ma c’era nella voce di lei una nota di supplica che non c’era mai stata prima, e sul suo volto un’espressione di infelicita. «Per piacere. Vuoi che venga punita?»
«Da chi?»
«Da chi credi?» Andromeda fisso le apparecchiature di controllo del calcolatore. Fleming era colto di sorpresa: a questo non aveva pensato mai.
«Punita? Questa e bella.» Si infilo in tasca i fogli zeppi di cifre e si avvio alla porta. Sulla soglia si volse per lanciarle un’ultima frecciata: «A chi appartieni?»
Lei lo guardo andarsene e poi, riluttante, si volse verso il quadro di controllo e vi si diresse, lentamente, come se ci fosse costretta. Sollevo le mani per metterle a contatto con i terminali, poi esito. Aveva il volto teso ma continuo ad alzare le mani fino a toccare le piastre. Per un attimo il solo risultato fu che le luci si misero a lampeggiare piu forte mentre la macchina digeriva le informazioni che Andromeda le dava, poi il voltmetro sotto il quadro, all’improvviso, segno il massimo.
Andromeda emise un grido di dolore e cerco di staccare le mani dalle piastre, ma la corrente la teneva prigioniera. La lancetta del voltmetro cadde ma solo per tornare a sollevarsi e Andromeda grido di nuovo… Poi una terza volta e una quarta e ancora, ancora, ancora…
Anche questa volta fu Judy a scoprirla. Entro qualche minuto dopo, cercando Fleming, e vide con orrore la ragazza abbandonata sul pavimento, nel medesimo punto in cui era crollata Christine.
«Oh, no!» Le parole le sfuggirono; le corse accanto per voltarla. Andromeda era ancora viva, e al contatto delle mani di Judy si ripiego su se stessa, lamentandosi e toccandosi piano le mani. Judy sollevo quel capo biondo e se lo poso in grembo, poi le prese le mani aprendogliele. Erano nere e ustionate salvo che dove la carne si apriva rossa fino all’osso.
Judy le lascio con dolcezza. «Com’e accaduto?» Andromeda gemette ancora aprendo gli occhi. Judy mormoro: «Le tue mani…»
«E facile medicarle.» La voce della ragazza era appena udibile.
«Cosa e accaduto?»
«Qualcosa non ha funzionato, ecco tutto.»