Geers supero la soglia. «Non mi stanno sottraendo dei segreti,» ribatte altezzoso.
«Ma…» Senza esserne richiesta Judy lo segui all’interno e scopri la Dawnay che lo aspettava, in silenzio, nell’ufficio. All’improvviso si senti sconcertata e mormoro confuse parole di scusa alla professoressa.
«Non si preoccupi per me, cara,» rispose la Dawnay in tono neutro, e si diresse all’altro capo della stanza. Geers sedette all’altro capo della scrivania e fisso Judy con aria formale.
«Stiamo trattando un accordo commerciale.»
«Con la Intel?» L’orrore e l’assurdita di tutta la situazione le si affollarono alla mente: le pazzie accumulate negli ultimi mesi e anni. Rimase a bocca aperta davanti a lui, davanti alla lucida scrivania, finche ritrovo la voce. «Mi e stato affidato questo incarico perche non ci fidavamo di loro. Al dottor Bridger e stata data la caccia fino a farlo morire, da me, tra gli altri, perche…»
«Le condizioni ambientali sono cambiate.»
La ragazza fisso il suo viso presuntuoso e affettato, e perse completamente le staffe. «Queste condizioni vanno a genio ai politicanti.»
«Ora basta,» esplose Geers.
La Dawnay, calma, nel suo angolo, fece un debole tentativo. «La ragazza ha ragione, sa, e noi scienziati di tanto in tanto diventiamo un po’ invidiosi in proposito. Siamo in balia degli elementi. Non possiamo ingannare.»
«Anch’io sono uno scienziato,» ribatte Geers, maligno.
«Lo era.» La parola sfuggi a Judy prima che avesse modo di fermarla. Si aspettava un’esplosione ma Geers riusci a controllarsi, facendosi di ghiaccio.
«A rigor di termini, la cosa non la riguarda. Cio di cui ora il governo ha bisogno e un mercato mondiale. Quando Andromeda si brucio le mani, elaboro una sintesi per il personale del laboratorio della professoressa Dawnay. Ha visto le sue mani?»
«Le ho viste ustionate.»
«Non c’e alcun segno di ustione, ora. Nessuna cicatrice, nulla. Dall’oggi al domani.»
«Ed e questo che sta vendendo alla Intel?»
«Attraverso la Intel. A tutti coloro che ne hanno bisogno.»
Judy cerco di capire quel che non funzionava nel ragionamento, e finalmente comprese: «Perche non attraverso l’organizzazione internazionale di sanita?»
«Non prendiamo in considerazione la carita all’ingrosso. Ma un ragionevole equilibrio di mercato.»
«Dunque non vi interessa a chi stringete la mano?» chiese disgustata Judy. Si sentiva adesso completamente fredda. E si volse alla Dawnay. «Anche lei fa parte di questa storia?»
La Dawnay esito. «L’enzima non e ancora in grado di essere messo sul mercato. Abbiamo bisogno di una formula piu raffinata. Andre, la ragazza, sta preparando i dati per il calcolo.» Avevano preso tutti l’abitudine di chiamarla Andre.
«Cosi, tutto lo stabilimento sta lavorando per la Intel.»
«Spero di no,» disse la Dawnay, e sembro quasi che fosse dalla parte di Judy.
Geers intervenne.
«Senta, Madeleine, questo e troppo!»
«Allora non vi rubero altro tempo.» Judy si diresse alla porta. «Ma in questa storia io non c’entro, e non c’entra neppure il dottor Fleming.»
«Sappiamo da che parte sta il dottor Fleming,» commento sardonico Geers.
«E sapete anche da che parte sto io,» ribatte Judy, e se ne ando sbattendo la porta.
L’istinto le suggeriva di andare subito da Fleming, ma non riusciva proprio ad affrontare il rischio di un’altra snobbata. Fu la Dawnay, invece, che ando a trovarlo, verso sera, mentre di ritorno dall’ufficio andava al calcolatore. Lo trovo nel suo alloggio, intento a guardare il primo ministro che parlava alla televisione.
«Entri,» la invito, senza espressione. E le fece posto ai piedi del letto. La Dawnay fissava lo schermo azzurrino che tremolava; cerco di avere fiducia nel viso sicuro, maturo, sportivo e aristocratico del primo ministro, e nella sua voce lenta e strascicata. Fleming stava seduto a guardare e ad ascoltare, con lei.
«Fino dai giorni placidi e felici della regina Vittoria,» annunciava la voce senza corpo, «questo paese non ha piu avuto una posizione di preminenza cosi evidente nei campi dell’industria, della tecnica, e soprattutto della sicurezza, come ai giorni nostri…»
La Dawnay sentiva che non riusciva a concentrare la propria attenzione. «Mi spiace averla interrotta.»
«No, non mi ha interrotto.» Fece una smorfia accennando all’apparecchio. «Spegniamo quel vecchio idiota.»
Si alzo e spense lui stesso il televisore, poi le verso da bere. «E una visita mondana?»
«Stavo solo andando verso il calcolatore, quando ho visto le sue finestre illuminate. Grazie.» Accetto il bicchiere.
«Lavoro straordinario?» le chiese.
Lei sollevo il bicchiere guardandolo al di sopra del bordo. «Dottor Fleming, io ho detto parecchie cose poco generose nei suoi confronti, in passato.»
«Non e la sola.»
«Riguardo il suo atteggiamento.»
«Mi sbagliavo, vero? Cosi dice il primo ministro. Mi sbagliavo in pieno.» Parlava piu con dolore che con rabbia, e si verso da bere, ma poco.
«Ho dei dubbi,» disse la Dawnay. «Comincio ad avere dei dubbi.»
Fleming non rispose ma la Dawnay aggiunse: «Anche Judy Adamson comincia ad avere dei dubbi.»
«Meraviglioso,» grugni lui.
«Ha combattuto una vera battaglia, con Geers, oggi pomeriggio. Devo dire che mi ha dato da pensare.» Prese un sorso e lo mando giu lentamente, guardando con calma attraverso il bicchiere e rimuginando la situazione. «Sembra abbastanza onesto, fare uso di quel che abbiamo, di quel che lei ci ha dato.»
«Non insista.»
«Eppure non so. Nella potenza di quella macchina c’e qualcosa di corruttore. Lo si vede dall’effetto che ha sulla gente di qui e sul governo.» Accenno al televisore. «Come se fosse una cosa perfettamente normale, la gente di buon senso viene presa da una volonta non sua. Penso che tutti e due, noi, lo abbiamo sentito. Eppure, tutto cio sembra abbastanza inoffensivo.»
«Davvero?»
Gli parlo della produzione dell’enzima. «E benefico. Rigenera le cellule, ecco tutto. Influira su un sacco di cose, dall’innesto epidermico all’invecchiamento. Sara, dopo gli antibiotici, il ritrovato medico piu importante.»
«Una manna per molta gente.»
Quando la Dawnay si mise a parlare della questione Intel, lui reagi appena.
«Dove andremo a finire?» si chiese la Dawnay. Non aspettava una risposta ma ne ebbe ugualmente una.
«Un anno fa questa macchina non aveva alcun potere al di fuori del suo edificio, e anche li eravamo noi a tenerla sotto controllo.» Parlava senza passione, come se ripetesse un’antica verita. «Ora tutta la nazione dipende da essa. Cosa accadra? Ha sentito, non e vero? Torneremo a essere la massima potenza del mondo, e chi sara l’eminenza grigia nascosta dietro a questo trono?»
Indico la televisione, come aveva fatto prima la Dawnay. Poi sembro che fosse stanco di quella conversazione; si diresse al giradischi e l’accese.
«Avrebbe potuto tenerlo sotto controllo?» La Dawnay non voleva lasciar cadere l’argomento.
«No, negli ultimi tempi, no.»
«Cosa avrebbe potuto fare?»
«Avrei fatto dell’ostruzionismo, per quanto possibile.» Tiro fuori un disco da una pila di microsolco. «E lo sa, ora che ha la sua creatura a dargli informazioni sul mio conto. E riuscito a farmi cacciar via. ‘Lei non puo vincere,’ mi ha detto Andromeda.»
«La ragazza le ha detto questo?»
Fleming annui e la Dawnay aggrotto la fronte guardando nel suo bicchiere semivuoto. «Non so. Forse e inevitabile. Forse e l’evoluzione.»
«Senta…» Depose il disco e si volse verso di lei. «Posso prevedere un tempo nel quale creeremo una forma