embargo. Certo ricordi come erano i rapporti politici di allora fra Pan-Africa e Americasia. Ero certa che non sapesse l’inglese. L’abbiamo svegliata, e infatti lei non ne conosceva una parola. Ora, puo darsi che i loro indici siano per il momento un po’ contrastanti, ma dando loro il tempo di conoscersi e di capire le rispettive lingue, io sono pronta a giurare che si troveranno benissimo insieme. Astuta, non trovi? E ora Babel-17, la vera ragione di questa lettera. Ti avevo detto di averla decifrata a sufficienza per sapere dove si sarebbe scatenato il prossimo attacco. I Cantieri di Guerra dell’Alleanza ad Armsedge. Volevo anche che tu sapessi dove me ne sto andando, nel caso che ti tornasse utile. Parlare e parlare e parlare: quale specie di mente puo parlare come quella lingua riesce a fare? E perche? Sono ancora spaventata… come una bambina a una gara di ortografia. Ma ci sto prendendo gusto. La mia squadra e arrivata un’ora fa. Sono tutti quanti pazzi, adorabili, pigri ragazzacci. Fra pochi minuti dovro dare gli ultimi ordini alla mia Lumaca (un gaglioffo grasso con gli occhi neri come la sua barba; si muove lentamente ma pensa in fretta). Tu sai, Mocky, che io, radunando questo equipaggio, ero interessata a un’unica cosa (oltre alla competenza, e naturale, e tutti sono estremamente efficienti): dovevano essere persone alle quali io potessi parlare. E con loro posso farlo.

Con affetto,

Rydra

7

Luce ma nessuna ombra. Il generale se ne stava immobile sul disco-slitta, fissando la nave nera e il cielo che impallidiva sempre piu. Giunto alla base dell’astronave, scese dal disco metallico largo una sessantina di centimetri ed entro nell’ascensore. Sali i trenta metri che lo separavano dal portello d’accesso. Lei non era nella cabina del comandante. Uscendone, incappo in un uomo grasso e barbuto che gli indico la scala per il portello di carico con un cenno della mano. Sali allora lungo la scaletta. Il fiato comincio a mancargli quando non era ancora a meta strada, ma si fece forza.

Lei tolse i piedi dalla paratia e si raddrizzo sulla sedia di tela con un sorriso. — Generale Forester, ero certa che vi avrei visto questa mattina. — Stava ripiegando l’orlo di una lettera.

— Volevo vedervi… e il respiro gli manco del tutto. Dovette fare uno sforzo per continuare: … prima che partisse.

— Anch’io volevo vedervi.

— Mi avevate detto che se vi avessi consentito di condurre a vostro modo questa spedizione, mi avreste informato sulla destinazione che…

— Il mio rapporto, che credo troverete soddisfacente, e stato spedito la scorsa notte e ora si trova sul vostro tavolo al Quartier Generale Amministrativo dell’Alleanza… o ci sara fra meno di un’ora.

— Oh. Capisco.

Lei sorrise. — Dovrete fare in fretta. Partiamo fra pochi minuti.

— Gia. Ma devo partire anch’io stamattina, e ho gia ricevuto un riassunto del vostro rapporto pochi minuti fa per telefono. Volevo soltanto dirvi… — e non riusci a dire nulla.

— Generale Forester, una volta ho scritto una poesia che si intitolava Consiglio A Chi Volesse Amare I Poeti.

Il generale dischiuse i denti senza separare le labbra.

— Mi pare che cominciasse cosi:

Giovane uomo, lei a morsi ti strappera la lingua.

Dolce signora, lui vi rubera le mani…

“Potete leggervi il resto. E nel mio secondo libro. Se non siete disposto a perdervi un poeta sette volte al giorno, scoprirete che e un’impresa frustrante come poche altre.”

Lui disse semplicemente: — Sapevate che io…

— Lo sapevo allora e lo so ora. E ne sono felice.

Il fiato perduto fece ritorno, e al viso del generale successe una cosa strana: sorrise. — Quando ero soldato semplice, signorina Wong, ed eravamo tutti confinati nelle nostre baracche, si parlava sempre di ragazze e ragazze e ragazze. E a volte, qualcuno diceva, di una di loro: era cosi bella da non dovermi dare nulla, solo promettermi qualcosa. — Lascio che la sua abituale rigidezza gli scivolasse dalle spalle come un abito smesso, e per un attimo sembro completamente rilassato. — E quello che io sto provando ora.

— Grazie per avermelo detto — mormoro Rydra. Voi mi piacete, generale. E vi prometto che sara ancora cosi la prossima volta che ci rivedremo.

— Io… vi ringrazio. Penso che questo sia tutto. Solo ringraziarvi… per averlo capito, e per questa promessa. Poi disse: “Devo andarmene, ora, non e vero?”

— Il decollo e fra dieci minuti.

— La vostra lettera — si offri lui. — La spediro io per voi.

— Grazie. — Lei gliela tese, lui le prese la mano, e per un istante brevissimo, con una pressione leggerissima, gliela strinse. Poi si giro, e usci. Qualche minuto piu tardi, lei lo vide allontanarsi sul suo disco-slitta che scivolava leggero sul cemento, mentre a Oriente il sole prendeva a divorare il cielo.

PARTE SECONDA

Ver Dorco

1

Il materiale ritrascritto passo sullo schermo di classificazione. Accanto alla consolle del computer giacevano le quattro pagine fitte di definizioni accumulate fino a quel momento e un quaderno pieno di congetture grammaticali. Mordendosi il labbro inferiore, Rydra esamino la classificazione di frequenze dei dittonghi bassi. Sulla parete aveva appuntato tre tabelle etichettate:

Possibile Struttura Fonetica…

Probabile Struttura Fonetica…

Ambiguita Siotiche, Semantiche e Sintattiche…

L’ultima conteneva i problemi ancora da risolvere. Le domande, formulate e risolte, venivano trascritte sulle prime due.

— Capitano?

Lei si giro sul sedile a bolla.

Appeso al portello per i ginocchi, c’era Diavalo.

— Si?

— Cosa desiderate per pranzo? — Il piccolo cuoco era un ragazzo di diciassette anni. Due corna dovute a un intervento di chirurgocosmesi spuntavano dai suoi capelli bianchi di albino eternamente arruffati. Ora si stava grattando un orecchio con la punta della coda.

Rydra alzo le spalle. — Non ho preferenze. Chiedi al resto dell’equipaggio.

— Quei ragazzi mangerebbero i loro stessi rifiuti liquefatti, se io glieli servissi. Non hanno immaginazione, capitano. Cosa ne direste di fagiano sotto vetro, o di un pollo di Cornovaglia glassato?

— Sei proprio in vena di selvaggina?

— Be’… — Stacco un ginocchio dal portello e diede un colpetto alla parete, oscillando per alcuni secondi avanti e indietro. — Il pollame non mi dispiace.

— Allora, se nessuno ha obiezioni, tenta con Coq au vin, Idaho al forno e

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