Ma lei si era messa a ridere, ed era uscita correndo dalla sala da pranzo. Nella sua cabina raccolse la traduzione incompleta. Sfoglio all’indietro alcune pagine, poi schiaccio il pulsante dei Navigatori. Ron, leccandosi un baffo di panna dal labbro superiore, chiese: — Si, capitano? Che cosa desiderate?

— Un orologio — ordino Rydra — e… un sacchetto di biglie!

— Huh? — fece Calli.

— Finirete piu tardi la torta. Raggiungetemi subito al Centro G.

— Bi-glie? — sillabo meravigliata Mollya. — Biglie?

— Uno dei ragazzi della squadra le avra certamente. Prendetele e portatemele al Centro G.

Con un balzo supero il flaccido involucro del sedile a bolla e corse oltre il portello, lungo il corridoio cilindrico che portava alla sala sferica completamente vuota del Centro G. Il centro calcolato della gravita di un’astronave consisteva in una stanza del diametro di nove metri in costante caduta libera. Qui alcuni strumenti sensibili alla gravita potevano svolgere indisturbati i loro compiti. Un istante piu tardi, i tre Navigatori fecero la loro comparsa attraverso il boccaporto circolare. Ron stringeva una reticella contenente parecchie palline di vetro. — Lizzy dice che le rivuole indietro per domani pomeriggio: i ragazzi del Controllo Guida l’hanno sfidata e lei vuole difendere il suo titolo.

— Se la mia idea funziona, le riavra prima di stanotte.

— Funziona? — Volle sapere Mollya. — Idea tua? — Gia. Solo che non si tratta di un’idea del tutto mia.

— Di chi e allora, e di cosa si tratta? — chiese Ron incuriosito.

— Credo che appartenga a qualcuno che parla un’altra lin gua. Ora noi dobbiamo sistemare le biglie lungo le pareti, for mando una sfera perfetta, e controllare i loro movimenti con l’orologio.

— Ma perche? — chiese Calli.

— Per vedere dove si dirigono e quanto tempo impiegano a spostarsi.

— Non ci arrivo — brontolo Ron.

— La nostra orbita tende a comporre un’immensa circonferenza intorno alla Terra, esatto? Questo significa che ogni cosa, a bordo, tende a seguire la stessa orbita, e che se fosse lasciata libera da ogni altra influenza si sposterebbe lungo la stessa direzione.

— Esatto. E allora?

— Aiutatemi a sistemare queste biglie — ordino Rydra. — Hanno un nucleo di ferro, cosi sara sufficiente magnetizzare le pareti per mantenerle a posto. Poi le lasceremo libere tutte insieme.

Ron, piuttosto confuso, ando a magnetizzare le paratie della sala sferica.

— Ancora non capite? Siete tutti ottimi matematici, parlatemi delle massime circonferenze.

Calli raccolse una manciata di biglie e comincio ad applicarle alle pareti, un leggero clic dopo l’altro. — Una circonferenza massima e il cerchio piu grande che si ottiene tagliando una sfera.

— Il diametro della circonferenza massima e uguale al diametro della sfera — continuo Ron, allontanandosi dai comandi.

— La somma degli angoli di intersezione di tre circonferenze massime date, all’interno di una forma delimitata topologicamente, e prossima a cinquecentoquaranta gradi. La somma degli angoli di N. circonferenze massime e prossima a N volte centottanta gradi. — Mollya intono con la sua voce musicale due delle definizioni che quella mattina aveva iniziato a memorizzare in inglese, grazie all’aiuto di un personafix. — Biglie qui, si?

— Dappertutto, si. Distanziate nello stesso modo, per quanto e possibile. Ditemi qualcos’altro sulle intersezioni.

— Be’ — disse Ron — data una sfera, tutte le sue circonferenze massime si intersecano fra loro… oppure sono coincidenti.

Rydra scoppio in una risata. — Ehi, non la fai troppo semplice? Non ci sono altre circonferenze su una sfera che devono intersecarsi, a prescindere dal modo in cui le manovri?

— Credo che si possa spostare ogni altra circonferenza in modo che siano equidistanti in tutti i punti e non si tocchino. Tutte le circonferenze massime devono avere almeno due punti in comune.

— Rifletti per un attimo su questo e osserva le biglie che stanno formando le circonferenze massime del Centro G.

Di colpo Mollya batte le mani e si allontano fluttuando dalla paratia. Con un’eccitata luce di comprensione negli occhi, balbetto rapidamente qualcosa in Kiswahili, e Rydra rise. — Esatto — disse poi. Per gli altri due Navigatori che la fissavano stralunati, tradusse. — Le biglie si muoveranno le une verso le altre e le loro orbite si intersecheranno.

Calli spalanco gli occhi. — E vero. Quando avremo compiuto un quarto della nostra orbita, le biglie dovrebbero essersi appiattite a formare un piano circolare.

— Parallelo al piano della nostra orbita — termino per lui Ron.

Mollya aggrotto la fronte e con le mani fece un gesto di stiramento.

— Gia — disse Ron — un piano circolare distorto, inclinato di un certo angolo che ci permettera di calcolare da quale parte si trova la Terra.

— Astuto, no? — Rydra comincio a dirigersi verso il corridoio. — Penso che dopo aver determinato l’inclinazione dell’asse terrestre, potremo accendere i nostri reattori quel tanto necessario per spostarci di un centinaio di chilometri senza danneggiare nulla. Da quello riusciremo a ottenere la lunghezza della nostra orbita e la nostra velocita, informazioni che basteranno a farci localizzare la nostra posizione rispetto all’influsso gravitazionale maggiore nelle vicinanze. Allora potremo saltare in stasi. Tutti i nostri strumenti per la comunicazione iperstatica funzionano. Potremo inviare una richiesta di soccorso e ottenere quello che ci serve da una stazione di stasi.

Gli allibiti Navigatori la raggiunsero nel corridoio. — Conto alla rovescia — disse Rydra.

Allo zero, Ron smagnetizzo le pareti del Centro G. Lentamente le palline cominciarono a muoversi, e lentamente presero ad allinearsi.

— Ogni giorno si impara qualcosa di nuovo — borbotto Calli. — Se fosse dipeso da me, saremmo rimasti fermi qui fino al giorno del giudizio. Eppure cose del genere avrei dovuto saperle. Che cos’e stato a darvi questa idea, capitano?

— La parola usata per indicare una circonferenza massima in… un’altra lingua.

— Lingua in altra lingua? — chiese Mollya. — Come?

— Be’… — Rydra tiro fuori uno stilo e una piastra da ricalco. — Dovro semplificare parecchio, ma provero a spiegarvi. — Traccio qualche segno sulla piastra. — Diciamo che la parola per “cerchio” e O. Questa lingua possiede un sistema melodico per illustrare i comparativi. Li rappresenteremo con i segni convenzionali rispettivamente “il piu piccolo”, “il comune” e “il piu grande”. Allora, cosa significherebbe O?

— Il cerchio piu piccolo possibile? — disse Calli. — E il singolo punto.

Rydra annui. — Ora, quando facciamo riferimento a un cerchio su una sfera, supponiamo che la parola per indicare un cerchio comune sia O, seguita da uno di altri due simboli che significano rispettivamente “il cerchio non tocca niente altro” e “il cerchio interseca”… e sono rappresentati da II e X. Cosa significherebbe OX?

— Circonferenze massime intersecanti — disse Ron.

— E poiche tutte le circonferenze massime si intersecano, in questa lingua la parola per circonferenza massima e sempre OX. Trasmette l’informazione direttamente nella parola. Proprio come in inglese parole sul tipo di busstop e foxhole trasmettono informazioni che mancano nei termini equivalenti francesi la gare e le terrier. Il termine “circonferenza massima” trasmette alcune informazioni, ma non quelle necessarie a toglierci dal guaio in cui siamo. Dobbiamo rivolgerci a un’altra lingua per poter pensare con chiarezza al problema, senza dover percorrere un’infinita di sentieri tortuosi.

— Di quale lingua si tratta? — chiese Calli.

— Non conosco il suo vero nome. Per ora e chiamata Babel-17. Ma da quel poco che ne conosco, ho gia scoperto una cosa molto strana; quasi tutte le sue parole comprendono piu informazioni riguardo alle cose a cui si riferiscono, di quattro o cinque lingue che conosco unite insieme. E in uno spazio minore. — Poi tradusse il tutto a Mollya.

— Chi parla? — domando lei.

Rydra si morse il labbro inferiore. Quando si poneva lei stessa quella domanda, sentiva la bocca del suo

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