mi capite? E cosi semplice. — Li guardo a lungo, poi usci dalla cabina. — Vorrei poterlo fare. Ma sarebbe sciocco da parte mia dopo questa faccenda.

— Ma io devo parlare a Jebel!

Klik il buffone arruffo le penne e alzo le spalle. — Signora, io onorerei i vostri desideri al di sopra di quelli di chiunque altro sulla Montagna, eccettuati quelli di Jebel. Ed e proprio un ordine suo che volete infrangere. Jebel ha lasciato detto che non vuole essere disturbato; sta progettando la traiettoria di Tank per i prossimi mesi. Deve calcolare le correnti con molta attenzione, e tenere conto perfino del peso delle stelle intorno a noi. E un lavoro difficile, e…

— Allora dov’e il Macellaio? Lo chiedero a lui, ma avrei preferito parlare direttamente con…

Il buffone punto un artiglio verde. E nel teatro di biologia. Dovete scendere attraverso la mensa e prendere il primo ascensore fino al dodicesimo livello. La prima sala sulla sinistra.

— Grazie. — Rydra si incammino verso la galleria.

All’uscita dall’ascensore trovo subito la massiccia porta a iride e premette il pulsante d’entrata. Il diaframma si schiuse, e Rydra sbatte gli occhi nella luce verde che la investi.

La testa rotonda e le spalle squadrate del Macellaio si stagliavano nette contro una piccola vasca a bolla nel cui interno fluttuava una minuscola figura.

Il Macellaio si giro, la vide e disse: — E morto. — Annui vigorosamente quasi a convincersene meglio. — Era vivo fino a cinque minuti fa. Sette mesi e mezzo. Doveva sopravvivere. Era abbastanza robusto! — Il suo pugno sinistro schiocco secco contro il palmo destro, nello stesso gesto che aveva colpito Rydra alla mensa. I muscoli tremanti delle braccia si acquietarono lentamente. Fece un gesto verso un tavolo operatorio dove giaceva il corpo dell’Invasore… sezionato. — Troppo malconcio quando l’abbiamo tirato fuori. Gli organi interni non erano al loro posto. Troppa necrosi addominale che non doveva esserci. — Sposto la mano a indicare il fluttuante omuncolo e quel gesto sembro possedere una certa grazia, forse dovuta all’economia del movimento. — Eppure… sarebbe dovuto sopravvivere.

Spense la luce nella vasca e le bolle che fino a quel momento avevano agitato il liquido intorno al feto cessarono. Fece un passo per allontanarsi dal tavolo di laboratorio. — Cosa desidera la Signora?

— Jebel sta progettando la rotta di Tarik per i prossimi mesi. Potreste chiedergli… — Si arresto. Poi chiese: — Perche?

I muscoli di Ron, penso, erano corde viventi che schioccavano e cantavano al vento i loro messaggi. In quell’uomo, invece, i muscoli erano barriere per trattenere fuori il mondo intero e per custodire l’uomo che vi si nascondeva dietro. E c’era qualcosa che sussultava senza posa dietro quelle barriere, qualcosa che non trovava riposo. Il ventre sfregiato si abbasso e il petto si contrasse in un respiro quasi penoso.

— Perche? — ripete lei. — Perche avete tentato di salvare il bambino?

Quasi per risposta, l’uomo giro il volto e con la mano sinistra si strinse il marchio scarlatto sull’altro bicipite come se di colpo avesse preso a prudergli. Poi fece una smorfia disgustata. — E morto. Ora non serve piu a nulla. Cosa vuole la Signora?

Cio che sussultava si ritiro di colpo e Rydra fece lo stesso. — Voglio sapere se Jebel e disposto a portarmi al Quartier Generale dell’Alleanza. Devo riferire alcune importanti informazioni che riguardano l’Invasione. Se Jebel vorra scortarmi fino al Quartier Generale, io posso garantirgli protezione e un ritorno sicuro alla regione piu densa della Fessura.

Lui la fisso. — Fin giu alla Lingua del Drago?

— Si. Anche Ottone mi ha detto che quell’estremita della Fessura ha questo nome.

— Protezione garantita?

— Certo. Posso mostrarvi le mie credenziali firmate dal generale Forester dell’Alleanza, se voi…

Ma lui le fece cenno di restare in silenzio. — Jebel? — chiamo nell’intercom alla parete.

Il microfono era direzionale, quindi lei non udi la risposta.

— Per il prossimo ciclo puntare Tarik verso la Lingua del Drago.

Non ci furono ne obiezioni, ne discussioni.

— Scendere tutta la Lingua e tutto andra bene.

Lui annui al silenzioso sussurro di risposta, poi disse: — E morto — e tolse il contatto. — Va bene. Jebel portera Tarik al Quartier Generale.

La sorpresa sopraffece l’iniziale incredulita di Rydra. Era uno stupore che gia avrebbe dovuto provare quando lui aveva cosi prontamente accettato il suo piano per distruggere le difese degli Invasori, ma in quel momento Babel-17 le aveva precluso certe sensazioni. — Be’, grazie — comincio — ma non mi avete nemmeno chiesto… — A quel punto decise di formulare l’intera frase in un altro modo.

Ma il Macellaio strinse una mano a pugno: — Sapendo quali navi distruggere, e le navi sono distrutte. — Si picchio il pugno contro il petto. — Ora scendere la Lingua del Drago, Tank scende la Lingua del Drago. — Picchio ancora il pugno sul petto.

Rydra avrebbe voluto fare domande, ma guardo il feto morto nel liquido scuro dietro l’uomo e invece disse: — Grazie, Macellaio. — Mentre superava il diaframma a iride della porta, riflette su quello che lui le aveva detto, tentando di trovare una spiegazione al suo comportamento. Anche il modo rozzo con cui aveva formulato quelle ultime parole…

Le sue parole!

Fu come un fulmine, e Rydra si lancio di corsa lungo il corridoio.

3

— Ottone, non e capace di dire io! — Si sporse attraverso il tavolo, e la punta di curiosita che baleno negli occhi del pilota la eccito maggiormente.

Ottone strinse l’artiglio sul corno colmo fino all’orlo. Nella mensa stavano sistemando i tavoli per il pasto della sera.

— Me, mio, mia, me stesso. Credo che non sia capace di dire nessuna di queste parole. E che non sappia neppure pensarle. Mi chiedo da quale inferno sia uscito.

— Non conoscete nessuna lingua nella quale non ci sia una ’arola ’er “io”?

— Ne ricordo un paio nelle quali non e usato spesso, ma nessuna che non possieda almeno il concetto in qualche forma verbale.

— E questo cosa significa?

— Che e un uomo strano con un ancor piu strano modo di pensare. Non ne conosco il motivo, ma tra noi due esiste un curioso legame, e una specie di mio alleato in questo viaggio, un intermediario fra me e Jebel. Mi piacerebbe cercare di capirlo, ma non voglio rischiare di fargli del male.

Si guardo intorno nella mensa immersa nel brusio dei preparativi. Poco lontana, scorse la ragazzina che aveva portato loro da mangiare nell’infermeria. I suoi occhi erano ancora pieni di paura mista a curiosita.

Rydra si chiese cosa sarebbe successo se avesse tentato di tradurre le sue percezioni dei movimenti muscolari altrui in Babel-17. Non si trattava soltanto di una lingua, lo capiva ora, ma di una matrice flessibile di possibilita analitiche dove una sola “parola” definiva le pressioni esterne secondo una gamma infinita di variabili. Poteva adattarsi in forme multiple e intercambiabili, come una ragnatela formata da corde elastiche o uno schema difensivo costituito da astronavi. Come si sarebbe comportata con le tensioni e i desideri che modellavano i visi umani? Forse un battere di ciglia, o uno schioccare di dita, si sarebbero tramutati in simboli matematici senza significato. Oppure… Mentre pensava, la sua mente si trovo a scivolare inconsapevolmente verso la concisione di Babel-17. E gli occhi scivolarono intorno verso le… voci.

Espandendosi e trovando significato le une attraverso le altre, non le voci stesse, ma le menti che producevano le voci, si intrecciavano quasi furiose fra di loro e lei le sentiva come parte della propria anima: seppe cosi che l’uomo entrato in quel momento era l’inconsolabile fratello di Piede di Porco, e che la ragazza che li stava servendo era innamorata, follemente innamorata di quel giovane discorporeo che la notte scherzava e la solleticava nei suoi sogni…

Il fatto che lei stesse sedendo nella grande mensa, mentre uomini e donne si affollavano

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