Il doganiere picchio un pugno sul tavolo. — Quella notte ci siamo divertiti come matti! Una cosa scatenata! — Socchiuse le palpebre. — Siete mai stato rimorchiato da una di quelle… — schiocco le dita tre volte — …nel settore discorporato? Oh, lo so che questo e ancora illegale, ma qualche sera fate una passeggiata da quelle parti.

— Andiamo — rise il dottore. — Una cena e qualche bicchiere; l’offerta migliore che abbia avuto in tutta la giornata. Muoio di fame e non assisto a un buon incontro da almeno quattro mesi.

— Non ero mai entrato prima in un posto del genere — disse il doganiere mentre scendevano dalla piattaforma della monorotaia. — Ho chiamato per fissare un appuntamento, ma mi hanno detto che non serviva e che bastava entrare; restavano aperti fino alle sei. Allora mi sono detto: diavolo, usciro prima dall’ufficio. — Attraversarono la strada e superarono il chiosco dove scaricatori sporchi e con le barbe lunghe raccoglievano tabelle orarie dei voli in arrivo. Lungo il marciapiede incapparono in tre spaziali dalle uniformi verdi, che avanzavano barcollanti sostenendosi a vicenda. — Sapete — stava dicendo il doganiere — ho combattuto una lunga battaglia con me stesso, prima di prendere una decisione. Volevo farlo fin dalla prima volta che sono sceso da queste parti… diavolo, fin da quando li ho visti al cinema o nelle fotografie. Ma qualcosa di troppo bizzarro non sarebbe andato bene in ufficio. Allora mi sono detto che poteva essere qualcosa di semplice, che potevo tenere coperto indossando abiti normali. Ecco, siamo arrivati.

Il doganiere spinse la porta della Plastiplasma Plus (“Appendici, Scritte e Tatuaggi per un Corpo Magnifico”).

— E poi, da tempo volevo chiedere un parere a qualche autorita in materia; pensate che ci sia qualcosa di psicologicamente sbagliato nel desiderare una cosa simile?

— Assolutamente no.

Una fanciulla con occhi, labbra, capelli e ali della stessa tonalita di azzurro disse: — Entrare pure. A meno che prima non vogliate consultare il nostro catalogo.

— Oh, so esattamente quello che voglio — le assicuro il doganiere. — Da questa parte?

— Esatto.

— In realta — prosegui il dottor T’mwarba — e psicologicamente molto importante sentirsi padroni del proprio corpo, sapere di poterlo cambiare e plasmare a piacere. Portare a termine una dieta di sei mesi o un programma di culturismo fisico puo dare un senso di soddisfazione. Come pure un naso o un mento nuovo, una serie di scaglie o di piume.

Arrivarono in una stanza occupata da bianchi tavoli operatori. — Posso esservi utile? — chiese un sorridente cosmetochirurgo polinesiano vestito di un camice blu. — Perche non vi stendete qui?

— Io sto solo guardando — disse il dottor T’mwarba.

— E elencato nel vostro catalogo come numero 5463 — esclamo il doganiere. — E lo voglio qui. — Si colpi con una mano la spalla destra.

— Oh si. E il mio preferito. Solo un istante. — Apri un armadietto accanto al tavolo operatorio. Gli strumenti scintillarono.

Poi il chirurgo scomparve dietro la porta di cristallo del reparto refrigerante, e ne torno con un vassoio colmo di diversi frammenti. L’unico facilmente riconoscibile era la meta anteriore di un minuscolo drago in miniatura con due gioielli al posto degli occhi, ricoperto di scaglie luccicanti e con un paio di ali opalescenti: il tutto non piu lungo di cinque centimetri.

— Quando sara collegato al vostro sistema nervoso, potrete farlo muovere, sibilare, ruggire, fargli agitare le ali e sputare scintille. Ma ci vorranno alcuni giorni perche venga assimilato dal corpo. Non vi sorprendete, dunque, se le prime volte il drago tossira o sembrera avere il mal di mare. Toglietevi la camicia, per favore.

Il doganiere obbedi.

— Ora escludero ogni sensazione lungo tutta la spalla… ecco, cosi non sentirete alcun dolore. Questo? Oh, e un vasocostrittore locale per le vene e le arterie; vogliamo fare le cose pulite. Ora, dobbiamo tagliare lungo… be’, se vi da fastidio, non guardate. Parlate con il vostro amico. Ci metteremo pochi minuti. Oh, devo avervi fatto il solletico nello stomaco! Non ci fate caso. Ancora una volta soltanto. Ecco fatto. Questa e l’articolazione della vostra spalla. Lo so, il braccio fa uno strano effetto, cosi penzoloni. Ora inseriamo qui dentro questa gabbietta di plastiplasma trasparente. Svolge le stesse identiche funzioni dell’articolazione della spalla e impedisce che i muscoli qui intorno siano d’impiccio. Vedete, ha perfino le scanalature per le vostre arterie. Spostate il mento, per favore. Se volete guardare, usate lo specchio. Ora arricciamo un po’ il plasma intorno ai bordi… Dovrete tenere questo vivonastro intorno ai bordi della gabbia per un paio di giorni, finche le pareti non avranno fatto presa del tutto. Non c’e pericolo che si stacchi, a meno che non tendiate il braccio di scatto, ma in ogni caso non correte alcun rischio. Adesso basta collegare questo signorino al nervo. Vi faro un po’ male…

— Gnnnnn! — Il doganiere fece per alzarsi.

— Giu! Giu! Bene, questo piolino… guardate nello specchio… serve per aprire la gabbia. Imparerete a farlo uscire e a fargli fare ogni genere di trucchetti, ma non siate impaziente. Ci vuole del tempo. Ora vi restituiro la sensibilita nel braccio.

Il chirurgo stacco gli elettrodi e il doganiere emise un fischio.

— Prudera parecchio per un’ora. Se notate rossori o infiammazioni, non esitate a tornare subito qui. Tutto quello che esce da quella porta e perfettamente sterilizzato, ma ogni cinque o sei anni qualcuno si ritrova con un’infezione. Ora potete rimettervi la camicia.

Mentre uscivano in strada, il doganiere flette la spalla. — Sapete, dicono che non si senta neppure la differenza. — Fece una smorfia. — Pero mi sento le dita strane. Credete che mi abbia offeso un nervo?

— Ne dubito — disse T’mwarba — ma lo farete voi se continuate ad agitare il braccio a quel modo. Finirete con lo staccare il vivonastro. Andiamo a mangiare.

Il doganiere si tasto la spalla. — Da una strana sensazione avere un buco di otto centimetri nella carne e poter muovere il braccio come se niente fosse.

— Cosi — disse T’mwarba al di sopra del suo boccale — e stata Rydra a portarvi la prima volta nella citta dei Trasporti.

— Si. A essere sincero… l’ho incontrata una sola volta. Stava radunando un equipaggio per una spedizione organizzata dal governo. Io dovevo approvare i loro psico-indici e sono andato con lei. Ma quella notte e successo qualcosa.

— Che cosa?

— Ho incontrato un branco delle piu bizzarre e curiose persone che avessi mai visto in tutta la mia vita, e mi sono accorto che pensavano in modo diverso, si comportavano diversamente, facevano perfino l’amore in un modo che io non conoscevo. E mi hanno fatto sentire triste, mi hanno spinto a ridere e a essere felice, eccitato, e perfino a innamorarmi. — Lancio un’occhiata alla sfera dell’arena sospesa nel locale. — E ora non mi sembrano piu tanto strani.

— Il contatto con lei funzionava, quella sera?

— Penso di si. E presuntuoso da parte mia chiamarla per nome, ma la sento ancora come… un’amica. Io sono un uomo solitario, in una citta di uomini solitari. E quando uno di noi capita in un luogo in cui… trova dei contatti, ci ritorna per vedere se gli capita di nuovo.

— Ed e successo?

Danil D. Appleby abbasso gli occhi dal soffitto e comincio a sbottonarsi la camicia. — Pensiamo alla cena — disse, e si tolse la camicia per ammirare il drago nella gabbietta dentro la spalla. — Si torna indietro comunque. — Piego con cura la camicia e la poso sulla spalliera della sua sedia. — Dottor T’mwarba, non avete alcuna idea del perche vi vogliono al Quartier Generale dell’Alleanza?

— Presumo che riguardi Rydra e questo nastro.

— Pero avete detto di essere stato il suo dottore. Spero che non si tratti di un motivo medico. Se le fosse successo qualcosa, sarebbe terribile. Per me, voglio dire. Era riuscita a dirmi tante cose, quella sera, e in modo cosi semplice. — Rise, e fece scorrere un dito lungo i bordi della gabbietta. La bestia all’interno emise un gorgoglio. — E mentre mi diceva quelle cose, per meta del tempo non guardava mai nella mia direzione

— Spero anch’io che stia bene — disse il dottor T’mwarba. — Sara meglio per tutti.

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