lavagna e sulle pareti. E Harriet non fa che lasciarsi sfuggire gridolini e ridacchiare: «Oh, guardate Charlie! Non e buffo? Oh, non e stupido?»

E il giorno di San Valentino e i ragazzi stanno parlando dei biglietti amorosi che daranno a Harriet, per cui Charlie dice: «Glielo daro anch’io un biglietto amoroso a Harriet».

Gli altri ridono e Barry domanda: «Dove lo vai a prendere un biglietto amoroso?»

«Gliene daro uno carino, vedrete.»

Ma non ha i soldi per comprare il biglietto, e cosi decide di regalare a Harriet il suo medaglione che e a forma di cuore come i biglietti amorosi nelle vetrine dei negozi. Quella sera prende un foglio di carta velina nel cassetto di sua madre e ci mette molto tempo ad avvolgere il medaglione e a legarlo con un pezzetto di nastrino rosso. Poi lo porta a Hymie Roth, il giorno dopo, durante l’intervallo per il pranzo a scuola, e prega Hymie di scrivere qualcosa sul foglio di carta in vece sua.

Dice a Hymie di scrivere: Cara Harriet, secondo me sei la piu bella bambina di tutto il mondo. Mi piaci moltissimo e ti amo. Voglio che tu sia la mia ragazza di San Valentino. Il tuo amico, Charlie Gordon.

Hymie scrive molto accuratamente con grandi lettere in stampatello sulla carta, sempre ridendo, e dice a Charlie: «Perdinci questo la lascera di stucco. Aspetta che l’abbia letto».

Charlie e spaventato, ma vuole regalare a Harriet il medaglione, e pertanto la segue fino a casa da scuola, e aspetta che sia entrata. Poi entra di nascosto nell’ingresso e appende il pacchetto alla maniglia della porta, all’interno. Suona due volte il campanello e attraversa di corsa la strada per nascondersi dietro l’albero.

Harriet, quando scende, si guarda intorno per vedere chi abbia suonato il campanello. Poi vede il pacchetto. Lo prende e sale di sopra. Charlie torna a casa e lo aspetta una sculacciata perche ha preso il foglio di carta velina e il nastrino nel cassetto di sua madre senza dirglielo. Ma non gliene importa. Domani Harriet portera il medaglione e dira a tutti i ragazzi che e stato lui a darglielo. Allora vedranno.

Il giorno dopo fa di corsa tutta la strada fino a scuola, ma e troppo presto. Harriet non e ancora arrivata e lui si sente eccitato.

Ma quando Harriet giunge, non lo guarda neppure. Non porta il medaglione. E ha un’aria risentita.

Lui fa ogni sorta di cose quando la signora Janson non sta guardando: fa smorfie buffe; ride forte; si alza in piedi sul sedile del banco e dimena il sedere. Lancia persino un pezzo di gesso contro Harold. Ma Harriet non si degna di guardarlo neppure una volta. Forse ha dimenticato il medaglione. Forse se lo mettera domani. Gli passa accanto nel corridoio, ma quando Charlie si avvicina per domandarglielo lo spinge e lo lascia indietro senza dir parola.

Giu nel cortile della scuola i suoi due fratelli piu grandi stanno aspettando Charlie.

Gus gli da un urtone: «Ehi, piccolo bastardo, lo hai scritto tu questo sudicio biglietto a mia sorella?»

Charlie risponde di non avere scritto nessun sudicio biglietto. «Le ho portato soltanto un biglietto di San Valentino.»

Oscar, che prima di diplomarsi alle medie faceva parte della squadra di calcio, agguanta Charlie per la camicia e gli strappa due bottoni. «Sta’ alla larga dalla mia sorellina, degenerato. Questa scuola non fa per te, del resto.»

Spinge Charlie verso Gus, che lo afferra alla gola. Charlie ha paura e si mette a piangere.

I due incominciano allora a fargli del male. Oscar gli da un pugno sul naso e Gus lo getta a terra e gli sferra calci nel fianco, poi lo prendono a calci tutti e due, prima l’uno e poi l’altro, e alcuni ragazzi nel cortile, amici di Charlie, sopraggiungono di corsa gridando e battendo le mani: «Pestaggio! Pestaggio! Stanno picchiando Charlie!»

Ha i vestiti strappati e il naso gli sanguina e gli si e spezzato un dente, e quando Gus e Oscar se ne sono andati, si mette a sedere sul marciapiede e piange. Il sangue ha un sapore acre. Gli altri ragazzi si limitano a ridere o a urlare: «Charlie le ha prese! Charlie le ha prese!» E poi arriva il signor Wagner, uno dei sorveglianti della scuola, e li scaccia. Conduce Charlie nella toletta dei maschi e gli dice di lavarsi il sangue e la terra dalla faccia e dalle mani prima di tornare a casa…

Dovevo essere molto stupido, suppongo, perche credevo a quel che mi diceva la gente. Non avrei mai dovuto fidarmi di Hymie ne di nessun altro.

Prima d’oggi non avevo mai ricordato niente di tutto questo, ma mi e tornato in mente dopo aver ripensato al sogno. Ha qualcosa a che vedere con le mie sensazioni mentre Miss Kinnian leggeva i rapporti sui progressi. In ogni modo, sono contento adesso di non dover chiedere a nessuno di scrivere in vece mia. Ora posso farlo da solo.

Ma mi sono appena reso conto di una cosa. Harriet non mi restitui mai il medaglione.

18 aprile Ho scoperto che cos’e un Rorschach. E il test con le macchie d’inchiostro, quello cui fui sottoposto prima dell’operazione. Non appena mi sono reso conto di che cosa si trattava, ho avuto paura. Sapevo che Burt mi avrebbe chiesto di trovare le immagini, e sapevo che non ne sarei stato capace. Pensavo: se soltanto vi fosse un modo per sapere che genere di immagini vi sono nascoste! Forse non ce n’erano affatto. Forse si trattava soltanto di un trucco per accertare se ero cosi stupido da cercare qualcosa che non esisteva. Solo a pensarci l’ho odiato.

«Benissimo, Charlie», ha detto Burt, «queste schede le hai gia vedute, ricordi?»

«Sicuro, me ne ricordo.»

Dal modo come l’ho detto, lui ha capito ch’ero arrabbiato, e ha alzato gli occhi su di me, stupito.

«C’e qualcosa che non va, Charlie?»

«No, non c’e niente che non vada. Queste macchie d’inchiostro mi hanno scombussolato.»

Ha sorriso e scosso la testa. «Non c’e nessuna ragione di sentirsi scombussolati. Questo e soltanto uno dei test standard sulla personalita. Ora voglio che tu guardi questa scheda. Che cosa potrebbe essere? Che cosa ci vedi nella scheda? La gente vede ogni sorta di cose in queste macchie d’inchiostro. Dimmi che cosa potrebbe rappresentare per te… a che cosa ti fa pensare.»

Ero scosso. Ho fissato la scheda e poi lui. Non mi ero aspettato affatto di sentirmi dire quelle parole da Burt. «Vuol dire che non ci sono immagini nascoste in queste macchie d’inchiostro?»

Burt si e accigliato e si e tolto gli occhiali. «Come?»

«Immagini! Nascoste tra le macchie d’inchiostro! L’ultima volta lei mi disse che tutti potevano vederle e volle che le trovassi anch’io.»

«No, Charlie, non posso aver detto una cosa simile.»

«Come?» gli ho urlato. L’essere stato cosi timoroso delle macchie d’inchiostro mi aveva reso rabbioso contro me stesso e anche contro Burt. «Mi disse proprio cosi. Il fatto che lei e abbastanza intelligente per frequentare l’universita, non l’autorizza a prendermi in giro. Sono stanco e stufo di essere deriso da tutti.»

Non ricordo di essermi mai arrabbiato tanto. Non ce l’avevo proprio con Burt, credo, ma a un tratto tutto e esploso. Ho gettato sul tavolo le schede di Rorschach e me ne sono andato. Il professor Nemur stava passando nel corridoio e quando gli sono passato accanto senza salutarlo si e accorto ch’era accaduto qualcosa. Lui e Burt mi hanno raggiunto mentre stavo per scendere con l’ascensore.

«Charlie», ha detto Nemur afferrandomi per un braccio, «aspetta un momento. Che cos’e tutta questa storia?»

Mi sono liberato divincolandomi e con un cenno della testa ho indicato Burt. «Sono stufo marcio della gente che mi prende in giro. Ecco tutto. Forse prima non capivo niente, ma ora si, e questa storia non mi piace.»

«Nessuno si sta burlando di te qui, Charlie», ha detto il professor Nemur.

«E le macchie d’inchiostro, allora? L’ultima volta Burt mi disse che c’erano immagini nell’inchiostro… che tutti potevano vederle, e io…»

«Senti, Charlie, ti piacerebbe udire le parole precise che ti disse Burt, e anche le tue risposte? Abbiamo una registrazione su nastro di quella seduta. Possiamo far passare il nastro sul registratore e farti ascoltare quello che fu detto esattamente.»

Sono tornato indietro con loro nel reparto psicologia in preda a uno stato d’animo confuso. Ero sicuro che si fossero burlati di me e mi avessero preso in giro quando ero troppo ignorante per accorgermene. La mia ira era una sensazione eccitante e non volevo rinunciarvi facilmente. Mi sentivo pronto a battermi.

Mentre Nemur cercava il nastro negli schedari, Burt ha spiegato: «L’ultima volta, mi sono servito quasi

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