Sforzarlo come se fosse un animale che puo imparare a eseguire esercizi. Perche non lo lasci in pace?»

«Perche voglio che sia come tutti gli altri.»

Mentre discutono, la sensazione che stringe come in una morsa i visceri di Charlie diventa piu forte. Sembra che le budella stiano per scoppiare ed egli sa che dovrebbe andare in bagno come gli e stato detto tante volte. Ma non ce la fa a camminare. Ha voglia di mettersi a sedere proprio li in cucina, ma sarebbe una cosa mal fatta e lei lo schiaffeggerebbe.

Vuole il suo giocattolo. Se riprende il giocattolo e lo guarda girare e girare riuscira a dominarsi e a non farsela nei calzoncini. Ma il giocattolo si e tutto disfatto e alcuni anelli si trovano sotto il tavolo, altri sotto l’acquaio, mentre lo spago e vicino alla stufa.

E molto strano che, sebbene io riesca a ricordare chiaramente le voci, le facce continuino ad essere offuscate e mi sia possibile vedere soltanto le sagome. Pa’ massiccio e afflosciato. Ma’, magra e svelta. Udendoli ora, mentre litigano tra loro al di la degli anni, provo l’impulso di gridare: «Guardate lui! Li, li al centro della cucina! Guardate Charlie. Deve andare al gabinetto!»

Charlie rimane in piedi stringendo tra le dita la camicia a scacchi rossi e tirandola, mentre loro litigano a causa sua. Le parole sono scintille irose che scoccano tra i due… un’ira e un senso di colpa che non riesce a identificare.

«A settembre tornera alla PS 13 e ripetera l’esame di fine trimestre.»

«Ma perche non vuoi aprire gli occhi e vedere la realta? La maestra dice che non e in grado di studiare come gli altri.»

«Quella sgualdrina di maestra? Oh, potrei definirla anche meglio. Lascia che venga di nuovo da me e non mi limitero a scrivere all’ispettorato scolastico. Le cavero gli occhi con le unghie. Charlie, perche ti stai contorcendo in quel modo? Va’ in bagno. Vacci per tuo conto. La strada la sai.»

«Vuole che lo accompagni. E spaventato.»

«Tu non metterti di mezzo. E capacissimo di andare in bagno da solo. Il libro dice che questo gli ispira fiducia e gli da una sensazione di conseguimento.»

Il terrore che aspetta in quella fredda stanza piastrellata lo schiaccia. Ha paura di andarci da solo. Cerca la mano di sua madre e singhiozza: «Te… te…» ma lei gli respinge la manina con uno schiaffo.

«Basta», dice con severita. «Sei un bambino grande, ormai. Puoi andarci da solo. Ora fila subito in quel bagno e calati i calzoncini come ti ho insegnato. Se te la fai addosso ti prendi una sculacciata.»

Mi par quasi di provare la stessa sensazione, adesso, il tendersi e l’attorcigliarsi nei suoi intestini, mentre loro due aspettano di vedere che cosa fara. Il suo piagnucolio diventa un molle pianto mentre, tutto a un tratto, non riesce piu a dominarsi, e singhiozza e si copre la faccia con le mani, facendosela addosso.

E soffice e calda e lui sente confondersi il sollievo e la paura. Appartiene a lui, ma lei gliela portera via, come fa sempre. Gliela portera via e la terra per se. E gli dara una sculacciata. Si avvicina, urlando che e un bambino cattivo, e Charlie corre da suo padre invocandone l’aiuto.

Improvvisamente, ricordo che lei si chiama Rose e che lui si chiama Matt. E strano aver dimenticato il nome dei propri genitori. E Norma, dove e andata a finire? Strano non aver pensato a tutti loro per molto tempo. Vorrei poter vedere adesso la faccia di Matt, sapere che cosa pensava in quel momento. Ricordo soltanto che quando ella incomincio a sculacciarmi, Matt Gordon giro sui tacchi e usci di casa.

Vorrei poter vedere piu chiaramente i loro volti.

11° RAPPORTO SUI PROGRESSI

1 maggio Perche non mi ero mai accorto quanto e bella Alice Kinnian? Ha occhi castani dolci come quelli di una colomba e soffici capelli castani che le scendono fino alla fossetta sotto la nuca. Quando sorride, le sue labbra piene sembrano fare il broncio.

Siamo andati al cinema e poi a cena. Non ho visto un gran che del primo film perche ero troppo eccitato dal fatto che ella mi sedeva accanto. Per due volte il suo braccio nudo ha toccato il mio sul bracciolo della poltrona, e entrambe le volte il timore che ella potesse irritarsi mi ha indotto a scostarmi. Riuscivo a pensare soltanto alla sua pelle morbida a pochi centimetri di distanza. Poi ho visto, due file piu avanti. un giovanotto con il braccio intorno alle spalle della sua ragazza, e ho desiderato mettere il braccio intorno alle spalle di Miss Kinnian. Terrificante. Ma se lo avessi fatto adagio… dapprima poggiando il braccio sulla spalliera… e poi spostandolo… centimetro per centimetro… fino a portarlo contro le spalle e la nuca di lei… come per caso…

Non ne ho avuto il coraggio.

Il massimo che abbia saputo fare e consistito nel poggiare il gomito sulla spalliera della sua poltrona, ma una volta arrivato li ho dovuto cambiar posizione per asciugarmi il sudore dalla faccia e dal collo.

A un certo momento, la gamba di lei ha casualmente sfiorato la mia.

E diventato un tal cimento, cosi penoso, che mi sono imposto di pensare ad altro. Il primo film era stato un film di guerra, e ne avevo seguito soltanto la fine, quando il soldato torna in Europa per sposare la donna che gli aveva salvato la vita. Il secondo film mi ha interessato. Un film psicologico su un uomo e una donna apparentemente innamorati, ma che in realta si distruggono a vicenda. Tutto lascia credere che l’uomo stia per uccidere sua moglie, ma all’ultimo momento, una frase che lei grida durante un incubo gli ricorda qualcosa che gli accadde nella fanciullezza. Il ricordo improvviso gli dimostra che il suo odio e diretto in realta contro una governante depravata la quale lo aveva atterrito con storie paurose lasciando una pecca nella sua personalita. Entusiasmato nel rendersene conto, egli lancia un grido di gioia per cui sua moglie si sveglia. La prende tra le braccia e si intuisce che tutte le sue difficolta sono state risolte. Era sciocco e insulso e io devo aver lasciato intravedere la mia ira perche Alice ha voluto sapere che cosa avessi. «E una menzogna», ho spiegato mentre uscivamo nel vestibolo. «Le cose non vanno in questo modo.»

«No di certo.» Ella ha riso. «E un mondo immaginario.»

«Oh, no! Questa non e una giustificazione», ho insistito. «Anche nel mondo della fantasia devono esserci regole. Le varie parti devono essere coerenti e logiche. I film di questo genere sono una menzogna. La concatenazione degli avvenimenti e forzata perche lo sceneggiatore o il regista o qualcun altro hanno voluto qualcosa che non c’entrava. E si sente che e sbagliato.»

Lei mi ha guardato cogitabonda mentre uscivamo tra le luci notturne vivide e abbacinanti di Times Square. «Progredisci rapidamente.»

«Sono confuso. Non so piu che cosa voglio.»

«Non preoccupartene», ha insistito. «Stai incominciando a vedere quello che c’e dietro la superficie delle cose.» Ha fatto un gesto con la mano, accennando a tutte le insegne al neon e allo splendore intorno a noi mentre ci dirigevamo verso la Settima Avenue. «Stai incominciando a vedere e a capire le cose. Quello che hai detto delle varie parti che devono armonizzarsi… e stata un’intuizione molto sottile.»

«Oh, andiamo. Ho la sensazione di non compiere un bel niente. Non capisco me stesso ne il mio passato. Non so neppure dove si trovano i miei genitori ne che aspetto hanno. Sa che quando li vedo nel balenare di un ricordo o in sogno, i loro volti sono offuscati? Voglio vederne l’espressione. Non riesco a capire quello che succede se non posso vederne il volto…»

«Charlie, calmati.» La gente si stava voltando e ci fissava. Alice mi ha preso sotto braccio e mi ha stretto a se per tenermi a freno. «Sii paziente. Non dimenticare che stai compiendo in poche settimane cio per cui altri impiegano una vita. Sei come una spugna gigantesca che si imbeve di conoscenza. Presto incomincerai a collegare le cose e capirai quali rapporti corrono tra tutte le diverse sfere della cultura. Tutti i livelli, Charlie, sono collegati, come piuoli di un’enorme scala. E tu salirai sempre e sempre piu in alto per vedere una parte sempre piu grande del mondo intorno a te.»

Mentre entravamo nel ristorante economico della Quarantacinquesima Strada e prendevamo i vassoi, ha cominciato a parlare con animazione. «La gente comune», ha detto, «non ne vede che una piccola parte. Non puo cambiare molto ne andare piu in alto di dove si trova, ma tu sei un genio. Continuerai a salire e a salire e a vedere sempre di piu. E ogni passo ti rivelera mondi dei quali non sospettavi neppure l’esistenza».

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