Mentre beveva le ho fatto scivolare un braccio intorno alla vita e le ho pizzicato la pelle della schiena nuda.
«Ehi, tu, figliolo! Uaaaa! Che cosa bolle in pentola?»
«Io. Aspettavo che tornassi a casa.»
Si e fatta indietro. «Oh, aspetta un momento, Charlie mio. Attraverso questa esperienza ci siamo gia passati. Sai bene che non ti giova. Voglio dire, lo sai che mi piaci un mucchio e ti trascinerei a letto in un lampo se pensassi che c’e qualche possibilita. Ma non voglio eccitarmi tutta per niente. Non e giusto, Charlie.»
«Stanotte sara diverso, lo giuro.» Prima che avesse potuto protestare l’avevo tra le braccia, la baciavo, l’accarezzavo, la travolgevo con tutta l’accumulata eccitazione che stava per dilaniarmi. Ho cercato di sganciarle il reggipetto ma ho tirato troppo energicamente e il gancetto si e strappato.
«Per amor di Dio, Charlie, il mio reggiseno…»
«Non preoccuparti per il reggiseno…» ho detto con voce strozzata aiutandola a toglierselo. «Te ne comprero un altro. Ti ricompensero delle altre volte. Faro all’amore con te per tutta la notte.»
Lei mi ha respinto. «Charlie, non ti ho mai sentito parlare cosi. E finiscila di guardarmi come se volessi inghiottirmi intera!» Ha strappato una blusetta da una delle poltrone e l’ha tenuta dinanzi a se. «Ora mi fai sentire spogliata.»
«Voglio fare all’amore con te. Stanotte posso riuscirci. Lo so… lo sento. Non respingermi, Fay.»
«Prendi», ha bisbigliato, «bevi ancora un po’».
Ho versato gin per me e per lei, e mentre lo sorseggiavo le ho coperto la spalla e il collo di baci. Ha incominciato ad ansimare, man mano che la mia eccitazione le si comunicava.
«Dio, Charlie, se mi fai cominciare e mi deludi di nuovo, non so che cosa combinero. Anch’io sono umana, sai.»
L’ho distesa accanto a me sul divano, sopra il mucchio dei suoi vestiti e della sua biancheria.
«Non qui sul divano, Charlie», ha detto, sforzandosi di alzarsi. «Andiamo a letto.»
«Qui», ho insistito, strappandole di dosso la blusa.
Ha abbassato gli occhi su di me, ha posato il bicchiere sul pavimento e si e tolta le mutandine. E rimasta in piedi davanti a me, nuda. «Spengo la luce», ha bisbigliato.
«No», ho detto, tirandola di nuovo giu sul divano. «Voglio guardarti.»
Mi ha baciato a lungo tenendomi stretto tra le braccia. «Non deludermi, pero, questa volta, Charlie. Sara meglio di no.»
Il suo corpo si e mosso adagio, protendendosi verso di me, e io ho capito che questa volta nulla si sarebbe intromesso. Sapevo che cosa fare e come farlo. Lei si e lasciata sfuggire un ansito, ha sospirato, ha invocato il mio nome.
Per un momento ho avuto la sensazione raggelante ch’egli mi stesse guardando. Al di sopra del bracciolo del divano, ho intravisto la sua faccia che mi fissava al di la dell’oscurita della finestra… dove ero rimasto rannicchiato soltanto pochi minuti prima. Un salto di percezione ed ero di nuovo sulla scala antincendio a guardare dentro, un uomo e una donna che facevano all’amore sul divano. Poi, con uno sforzo violento della volonta, sono tornato sul divano con lei, conscio del suo corpo e del mio desiderio pressante e della mia potenza, e ho rivisto la faccia nella cornice della finestra che avidamente guardava. E ho pensato tra me e me, fa’ pure, povero bastardo… guarda. Non me ne importa piu niente.
E lui ha sbarrato gli occhi mentre guardava.
Si comporta cosi, del resto, in quasi tutte le cose che le sembrano prive di importanza. Non puo o non vuole curarsene, semplicemente. L’altro giorno ho scoperto una pila di scontrini di parcheggio in un angolo dietro una poltrona… dovevano essere quaranta o cinquanta. Quando e venuta con la birra le ho domandato perche li collezionasse.
«Oh, quelli!» ha riso. «Non appena il mio ex marito mi manda il maledetto assegno, non posso fare a meno di comprarne alcuni. Non hai idea di quanto mi assillano. Li tengo dietro quella poltrona perche altrimenti ogni volta, vedendoli, mi verrebbe una crisi di rimorso. Ma che cosa dovrebbe fare una povera donna? Ovunque vada, ci sono cartelli dappertutto… non parcheggiate qui! Non parcheggiate li!… Io non posso assolutamente darmi la pena di leggere i cartelli ogni volta che scendo dalla macchina.»
Pertanto ho promesso che non cerchero di mutarla. E eccitante vivere con lei. Ha un gran senso dell’umorismo. Ma, soprattutto, e uno spirito libero e indipendente. La sola cosa che puo stancare dopo qualche tempo e
Non si tratta d’amore… ma Fay e importante per me. Mi sorprendo a rimanere in ascolto dei suoi passi nel corridoio ogni volta che esce.
Charlie ha smesso di spiarci.
L’importante e che Fay e allegra e di buon cuore. Ho saputo oggi perche e rimasta senza soldi cosi presto questo mese. La settimana prima di conoscermi aveva fatto amicizia con una ragazza incontrata alla sala da ballo Polvere di Stelle. Quando la ragazza disse a Fay di non avere la famiglia in citta, di essere senza un centesimo e di non saper dove andare a dormire, Fay la invito a casa sua. Due giorni dopo la ragazza trovo i duecentotrentadue dollari che Fay teneva nel cassetto della toletta e scomparve con il denaro. Fay non ha denunciato il furto alla polizia; e risultato, del resto, che non sapeva neppure come si chiamasse di cognome la ragazza.
«A che cosa servirebbe avvertire la polizia?» ha voluto sapere. «La povera sgualdrinella, voglio dire, doveva avere un gran bisogno di quei soldi per fare una cosa simile. Non voglio rovinarle l’esistenza per un paio di centinaia di dollari. Non sono certo ricca, ma neppure voglio la sua pelle… non so se mi capisci.»
Ho capito benissimo.
Non ho mai conosciuto una persona piu aperta e fiduciosa di Fay. E cio di cui ho piu bisogno in questo momento. Sono affamato di semplici contatti umani.
Non posso fare a meno di ammirare i linguisti strutturali che si sono imposti una disciplina linguistica basata sul deterioramento delle comunicazioni scritte. Un altro caso di uomini che dedicano l’esistenza a uno studio sempre piu intenso di argomenti sempre piu esigui… riempiendo volumi e biblioteche con la sottile analisi