linguistica del grugnito. Niente di male in questo, ma non bisognerebbe servirsene come di un pretesto per distruggere la stabilita del linguaggio.

Alice ha telefonato oggi; voleva sapere quando tornero a lavorare al laboratorio. Le ho detto che desideravo terminare i lavori gia iniziati e che speravo di ottenere dalla Fondazione Welberg il permesso di dedicarmi al mio studio speciale. Lei ha ragione pero… devo tenere conto anche del fattore tempo.

Fay seguita a voler andare a ballare continuamente. Ieri sera abbiamo cominciato bevendo e ballando al White Horse Club, e di la siamo passati al Benny’s Hideaway e quindi al Pink Slipper… e in seguito non ricordo piu in quanti altri locali, ma abbiamo ballato finche non ce la facevo piu a stare in piedi. La mia tolleranza per i liquori deve essersi accresciuta, poiche ero quasi ubriaco prima che Charlie apparisse. Lo ricordo soltanto mentre si esibiva in uno stupido tip-tap sul palcoscenico del club notturno Allakazam. Ha ricevuto un grande applauso prima che il direttore ci mettesse alla porta e Fay ha detto che, a parere di tutti, ero un comico meraviglioso e la mia imitazione di un deficiente aveva incontrato l’approvazione generale.

Che diavolo e accaduto in seguito? So che mi duole la schiena per uno strappo muscolare. Credevo che fosse successo a furia di ballare, invece Fay dice che sono caduto dal dannato divano.

Il comportamento di Algernon sta diventando di nuovo imprevedibile. Minnie sembra aver paura di lui.

9 luglio Oggi e accaduta una cosa terribile. Algernon ha morso Fay. L’avevo sconsigliata di trastullarsi con lui, ma le e sempre piaciuto dargli da mangiare. Di solito, quando entrava nella sua stanza, Algernon si rallegrava e le correva incontro. Oggi invece e stato diverso. Si trovava al lato opposto della gabbia, raggomitolato come un batuffolo bianco. Quando Fay ha infilato la mano attraverso lo sportellino, il topo si e rannicchiato su se stesso rincantucciandosi. Lei ha cercato di allettarlo, aprendo l’ingresso del labirinto e prima che potessi dirle di lasciarlo stare ha commesso l’errore di cercare di prenderlo in mano. Algernon le ha morso il pollice. Poi ci ha fissato entrambi con ira ed e sgattaiolato nel labirinto.

Abbiamo trovato Minnie all’estremita opposta, nella cassetta delle ricompense. Sanguinava da un morso al petto, ma era viva. Mentre facevo per prenderla, Algernon e entrato nella cassetta e ha cercato di mordermi; ha affondato i denti nella manica della giacca e vi e rimasto appeso finche non me ne sono liberato con uno strattone.

In seguito si e calmato; l’ho osservato per piu di un’ora. Sembra irrequieto e confuso e sebbene continui a imparare nuovi problemi senza ricompense, il suo modo di comportarsi e singolare. In luogo dei cauti ma decisi movimenti nei corridoi del labirinto, il suo incedere e precipitoso e incontrollato. Ripetutamente volta agli angoli troppo in fretta e urta contro un ostacolo; v’e una strana fretta nel suo modo di agire.

Esito a dare un giudizio immediato. Potrebbe trattarsi di molte cose. Ma ora e necessario che lo riporti in laboratorio. Anche se non sapro niente dalla Fondazione per quanto riguarda il finanziamento delle mie ricerche, telefonero a Nemur domattina.

15° RAPPORTO SUI PROGRESSI

12 luglio Nemur, Strauss, Burt e alcuni altri che si interessano all’esperimento, mi aspettavano nell’ufficio del reparto psicologia. Hanno cercato di farmi molta accoglienza, ma ho notato quanto era ansioso Burt di riavere Algernon, e gliel’ho consegnato. Nessuno ha parlato, ma ho capito che Nemur non mi perdonera tanto presto di averlo scavalcato mettendomi in contatto con la Fondazione. Tuttavia era necessario. Prima di tornare alla Beekman dovevo essere certo che mi avrebbero consentito di lavorare indipendentemente all’esperimento. Troppo tempo andrebbe perduto se dovessi rendere conto a Nemur di tutto quel che faccio.

Egli era stato informato della decisione della Fondazione e mi ha accolto con freddo formalismo. Mi ha teso la mano, ma senza sorridere. «Charlie», ha detto, «siamo tutti lieti che tu sia tornato e di averti come collaboratore. Jayson ha telefonato per dirmi che la Fondazione ti assegna un compito nell’esperimento. I miei collaboratori e il laboratorio sono a tua disposizione. Il centro calcolatrici elettroniche ha assicurato che il tuo lavoro avra la precedenza… e, inutile dirlo, se pensi che io possa esserti utile in qualsiasi modo…»

Stava facendo tutto il possibile per essere cordiale, ma mi sono accorto dalla sua espressione che era scettico. In fin dei conti, quale esperienza avevo io in fatto di psicologia sperimentale? Che cosa sapevo delle tecniche elaborate da lui in tanti anni di lavoro? Bene, come dico, sembrava cordiale e disposto ad aspettare prima di esprimere un giudizio. Del resto, per il momento non potrebbe comportarsi diversamente. Se non trovo una spiegazione del comportamento di Algernon, tutte le sue fatiche sono gettate al vento, ma se risolvo il problema trascino con me l’intero gruppo di ricercatori.

Sono andato in laboratorio ove Burt stava osservando Algernon in uno dei labirinti a problemi multipli. Ha sospirato e crollato il capo. «Ha dimenticato parecchio. Quasi tutte le sue reazioni piu complesse sembrano essere state cancellate. Sta risolvendo i problemi a un livello assai piu primitivo di quanto mi sarei aspettato.»

«In che modo?» ho domandato.

«Be’, un tempo era in grado di capire le successioni semplici… nel labirinto a porte cieche, ad esempio: una porta si e una no, ogni terza porta, soltanto le porte rosse o soltanto le porte verdi… ma ora ha ripetuto tre volte il labirinto e continua a procedere per tentativi.»

«Non potrebbe essere che cio accada perche e rimasto lontano cosi a lungo dal laboratorio?»

«Potrebbe darsi. Lasceremo che si abitui di nuovo all’ambiente e staremo a vedere come si comportera domani.»

Ero stato in laboratorio molte altre volte, ma ora mi trovavo li per approfittare di tutto cio che poteva offrirmi. In pochi giorni dovevo assimilare procedure che altri avevano impiegato anni per imparare. Burt e io abbiamo trascorso quattro ore visitando il laboratorio reparto per reparto, mentre io cercavo di familiarizzarmi con la situazione generale. Dopo aver finito, ho notato una porta nella quale non eravamo entrati.

«Che cosa c’e li dentro?»

«Il frigorifero e il forno per rifiuti.» Ha aperto la porta massiccia e ha acceso la luce. «Congeliamo i nostri esemplari, prima di eliminarli con il forno per rifiuti; riuscendo a impedire la decomposizione si evitano i cattivi odori.»

Si e voltato per uscire, ma io mi sono trattenuto li ancora un momento.

«Non Algernon», ho detto. «Senta… se… e quando… non voglio che venga gettato qui. Lo dia a me. Ci pensero io.» Non ha riso. Si e limitato ad annuire. Nemur gli aveva detto che da quel momento in poi potevo avere tutto quel che volevo.

L’ostacolo era il tempo. Se dovevo trovare le soluzioni per mio conto, bisognava che mi mettessi al lavoro immediatamente. Mi sono fatto dare elenchi di libri da Burt e appunti da Strauss e da Nemur. Poi, mentre stavo per andarmene, mi e venuta una strana idea.

«Mi dica», ho domandato a Nemur, «ho appena dato un’occhiata al forno per rifiuti con il quale eliminate gli animali degli esperimenti. Che progetti sono stati fatti per me?»

Poiche taceva ho insistito. «Ho il diritto di sapere tutto cio che concerne l’esperimento, e questo comprende anche il mio avvenire.»

«Non c’e alcun motivo per cui tu non debba essere informato.» Si e interrotto e ha acceso una sigaretta. «Tu capisci, naturalmente, che sin dall’inizio riponevamo le piu alte speranze nella definitivita della cosa, e le nutriamo ancora… indubbiamente…»

«Ne sono certo», ho mormorato.

«Naturalmente, includerti nell’esperimento e stata una grave responsabilita. Io non so quanto tu ricordi, o quanto tu abbia potuto dedurre per cio che concerne l’inizio del progetto, ma abbiamo cercato di spiegarti chiaramente che, con molte probabilita, i risultati sarebbero stati soltanto temporanei.»

«Questo lo scrissi allora nei miei rapporti sui progressi», ho riconosciuto, «anche se sul momento non capivo che cosa significasse. Ma la cosa non riveste piu alcuna importanza, poiche ora lo so».

«Bene, decidemmo di correre il rischio nel tuo caso», ha continuato, «perche ritenevamo assai poco probabile poterti danneggiare seriamente ed eravamo invece certi che vi fossero grandi probabilita di poterti giovare almeno in parte».

«Non e necessario che si giustifichi.»

«Ma tu ti rendi conto che dovevamo essere autorizzati da qualcuno dei tuoi parenti piu prossimi. Non eri in

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