Lei scosse la testa. — Niente. Su, che ti prendo la cena.

— Va bene. Mangiamo nell’olostanza, pero. Il notiziario e ormai finito e gli show cominciano subito.

Lei si mise a sedere nella poltrona accanto a lui e guardo i manichini color carne che saltellavano sullo sfondo di risate registrate. Lui si stupi che LUH avesse voluto sedersi sulla stessa poltrona, facendo si che i loro corpi si toccassero.

«E una strana ragazza» penso. Voleva concentrarsi sull’oloshow, ma gli occhi gli scivolavano verso di lei, che guardava distratta l’oloimmagine, mangiando. Chissa a che cosa pensava?

— LUH.

Lei si volto. — Si?

THX scosse la testa. — Niente. — Torno a guardare i manichini.

Il Controllore sedeva nella sua poltrona, con un sorriso spento sulle labbra. Davanti a se, nell’ufficio spazioso, aveva l’oloschermo. Sembrava quasi che non ci fosse nessuna parete, e che l’ufficio si affacciasse su una mezza dozzina di console a ferro di cavallo, ciascuna con cinquanta schermi e un osservatore dotato di cuffia.

— Allora? — chiese a uno degli osservatori attraverso il citofono incorporato alla scrivania di legno sintetico. — La vostra analisi?

L’oloimmagine inquadro l’osservatore. Sui suoi cinquanta schermi c’erano THX e LUH seduti insieme. L’osservatore li teneva d’occhio come una mantide la sua preda.

— Naturalmente sta cercando di sedurlo — disse. — Naturalmente — disse il Controllore. — Ma e conscia di quello che fa o agisce istintivamente? E importante.

L’altro continuo a guardare lo schermo. — Il ritmo del polso, l’attivita ormonica, l’elettroencefalogramma, la temperatura del corpo indicano che e eccitata, ma a livello inconscio. Non sa cosa sta succedendo nelle sue ghiandole.

Il Controllore sogghigno. — Ma il suo corpo lo sa. Guardate come si strofina contro di lui. Disgustoso.

— Si, ma non tenta di commettere il crimine consciamente. Risponde solo a stimoli ereditari.

Il Controllore borbotto fra se.

— Lui comincia a sentire — disse l’osservatore. — Tutti i suoi indici si stanno alzando. — Rise. Sapeva che il Controllore non poteva vederlo.

— Non ne dubito — disse il Controllore.

— Dovrei avvertirlo — disse l’osservatore.

— No.

— Almeno suggerirgli il sedativo adatto.

— No!

— Ma… Non capisco. Se le permettiamo di continuare, lui commettera il crimine. — Certo.

— Ma non sarebbe colpa sua.

— No? E di chi?

L’osservatore aveva sentito altre volte quel tono di voce. Indicava che stava per scattare una trappola inesorabile. — Voglio dire, signore — fece marcia indietro l’osservatore — che, be’, non tutti riuscirebbero ad attenersi ai principi in una… in una situazione cosi.

Il Controllore fu glaciale. — O si attiene ai principi, o sgarra. Se sgarra, ne e responsabile la sua volonta.

L’osservatore scosse la testa.

— Non capite — disse il Controllore. — LUH tre quattro uno sette e una nata-naturalmente, un prodotto dell’atto sessuale, un atavismo, un’anomalia pericolosa, una bomba a orologeria vivente, nella nostra societa. Prima o poi la sua eredita genetica si fara sentire, e lei sedurra onesti cittadini fino a indurli a commettere lo stesso crimine che l’ha generata.

— Potremmo arrestarla adesso — disse timidamente l’osservatore. — Per essersi sottratta all’uso dei medicinali. L’ho vista rovesciare un intero flacone di pillole nel water.

— No, voglio beccarla nell’atto sessuale. Il principio-guida della nostra societa non e la vendetta, ma l’autoprotezione. I criminali commettono crimini. Non si puo impedire loro di compierli, si puo solo ritardare il momento in cui faranno danno alla societa e a se stessi. Non importa cosa facciamo noi: LUH tre quattro uno sette e decisa ad autodistruggersi. Noi dobbiamo solo aspettare che faccia l’ultimo passo, e poi lasciare che la societa agisca nel modo prescritto dalla legge.

— Ma l’uomo…

— Se ha istinti criminali, si autodistruggera anche lui. Non possiamo impedirglielo. La nostra societa sara piu sana, forte e sicura senza questi criminali.

L’osservatore decise di non rispondere. Come sempre, il Controllore aveva ragione. Inutile discutere.

Il Controllore guardo ancora un po’ THX e LUH sugli schermi dell’osservatore, poi con un dito magro tocco il ricettore speciale sulla sua scrivania. L’oloimmagine degli schermi scomparve con un guizzo e fu sostituita dalla solida parete dell’ufficio e dal ritratto stilizzato del leggendario Primo Controllore, la cui faccia boriosa e severa aveva sullo sfondo una spirale di numeri misteriosi.

2

La fronte aggrottata nella concentrazione, la faccia imperlata di sudore, THX manipolava attentamente le valdo.

«Questa e la parte piu pericolosa. Se la radioattivita…»

Era in piedi davanti alla finestra piombata della Sezione Montaggio 17, con le mani coperte dai manipolatori di metallo che adesso erano viscidi e scivolosi. Alla sua destra e alla sua sinistra dozzine di altri uomini facevano il suo stesso lavoro, vestiti di bianco e con le cuffie in testa. Si fermo un attimo e i duplicati meccanici delle sue mani, le valdo, si bloccarono a mezz’aria. Stringevano una piccola capsula radioattiva destinata ad attivare il robot d’acciaio che giaceva inerte sotto i bracci scheletrici.

— Cos’e che non va?

— Sezione Montaggio diciassette, tutto bene?

— Rispondete, uno uno tre otto.

— Tutto bene — disse THX.

Nella sua cuffia ronzavano migliaia di voci, ordini, domande, conversazioni provenienti da tutto il centro di montaggio. La testa gli pulsava.

— Per favore evitate che i circuiti portanti tocchino terra. Non presentate i circuiti solidi alla convalida.

— Se vi sono state distribuite schede di circuito che rispondono al nuovo codice D, assicuratevi che la serie di forature sia compatibile con i modelli precedenti.

— Riciclate l’elaboratore di sequenze, due quattro tre quattro. Ripeto, riciclatelo.

— Analisi multifase, prego.

— Siete indietro stazione sei. Forza!

«Altre tre ore» penso THX. «Ancora tre ore e poi a casa. Con LUE.» aggiunse. Immagino la sua faccia e gli sembro di sentire il sussurro del suo respiro.

— Montaggio diciassette, perche siete fermo?

— Scusate — mormoro. «Concentratevi sul lavoro!»

— Controllo griglia, qui e la centrale montaggio. Sezione diciassette sta iniziando trasferimento termico. Allarme giallo.

— Vi sento, centrale. Allarme giallo, trasferimento termico. Procedura anti-radiazioni e anti-esplosione. Forza, sezione diciassette!

In un’altra parte del vasto centro sotterraneo, LUH sedeva alla console di osservatore e guardava i cinquanta schermi, mentre le sue dita componevano una serie di risposte elettroniche ai bisogni e alle paure della gente. Ma in qualche modo sentiva che gli schermi osservavano lei.

La sala d’osservazione era oscura, illuminata soprattutto dall’azzurro degli schermi. Centinaia di osservatori sedevano ai loro posti, mentre i supervisori passeggiavano tra loro. LUE ascoltava l’insensato ronzio di milioni di

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