— Vi siete pentiti oggi? Quando raggiunse la zona dove abitava SEN questo annuncio l’aveva sentito almeno venti volte.

Nel corridoio fuori dell’appartamento di SEN una squadra di uomini stava ammucchiando pacchi colorati su un carrello. Altri uomini erano dentro l’appartamento e riempivano delle scatole con gli effetti personali di qualcuno. Il supervisore, una donna tarchiata, controllava che gli oggetti corrispondessero all’elenco.

— … effetti personali sigillati: una sintassi professionale, un magma base rosso vecchio tipo, una scatola di tubi al neon, ventitre cartucciere da cacciatore.

THX passo in mezzo agli uomini, che non lo guardarono, ed entro nell’appartamento.

— Dove sono i genotipi? Ah, venite a vedere qua. Questi non hanno l’etichetta giusta!

— Si, invece — disse uno degli altri uomini, eccitato. — Li ho messi io stesso nella categoria giusta.

— Ma questo non e genotipizzato.

La donna agito la lista che teneva in mano. — Le vostre cifre di riconoscimento sono tutte sbagliate. Mettete ordine in tutta questa roba o vi mando tutti al dragaggio manuale!

I due se la squagliarono.

THX si guardo intorno nell’appartamento e scavalco scatole d’imballaggio e oggetti personali sparsi sul pavimento. SEN era seduto, curvo, in un angolo della camera da letto e pareva far finta che non ci fosse nessun rumore e scompiglio.

— Si? — disse SEN. Poi, vedendo chi era, s’illumino. — Oh, siete voi, venite, venite. Sapete, e strano. Stavo proprio pensando a voi. Come mai da queste parti?

THX non rispose. Era confuso e pensava a cosa dire, a come cominciare. Gli uomini facevano un gran baccano nella stanza accanto.

SEN sorrise, — Sedete. Scusate tutto questo caos. Sono arrivati stamattina. Be’, e una croce che devo sopportare. Il mio compagno di stanza e stato distrutto, sapete.

THX resto zitto.

— No, immagino non lo sappiate. — Allungo la testa e diede, un’occhiata al supervisore. — Non capisco perche debbano imballare tutto. Tanto va distrutto. E una strana vita.

Scosse la testa, come se si sforzasse di capire. — Bisogna guardare le cose in prospettiva, no? Fare il possibile perche tutto sia… appropriato. Dimenticare il resto. Perche non vi sedete?

SEN si alzo e ando a piedi nudi in bagno. THX lo guardo prendere da un flacone una pillola gialla e inghiottirla.

— Non avete risposto alla mia domanda — grido SEN dal bagno, mentre riempiva un bicchiere d’acqua.

«Quale domanda?» si chiese THX. Sedette sul letto e appoggio la schiena contro la parete. SEN torno in camera da letto e ando a sedersi. nell’angolo. Stava curvo come per proteggersi da forze sconosciute.

— Riesco a accettare le cose solo fino a un certo punto — disse. Indico il letto vuoto vicino a quello dove sedeva THX. — Il mio ex-compagno di stanza, per esempio. Qualcuno si chiedera cosa abbia fatto, per essere distrutto. Tempo sprecato. Ha fatto qualcosa, naturalmente, e ora e scomparso. E cosi.

THX avrebbe voluto chiedere di LUH, ma le parole non gli uscivano.

SEN parlava con voce sincera. — Ma se si ha la possibilita di… adattarsi, sarebbe sciocco rinunciare al proprio adattamento. La pensate cosi anche voi, vero? — Guardo attentamente THX. — State sudando. Qui non fa molto caldo. Vi sentite male? — SEN si drizzo e si guardo intorno. — Pero fa piu caldo qui che fuori. Non sono ancora stato fuori, ma di solito… Non e mai regolato bene.

THX finalmente esplose.

— Dov’e LUH?

— Cosa?

Il supervisore si intromise. — Conto finito — disse.

Guardandola con un certo timore, SEN le allungo la propria scheda. Lei la infilo in una macchinetta e la restitui a SEN insieme con un pezzo di carta rosa.

— Questo dovete tenerlo — disse.

— Si, certo.

Se ne ando. L’appartamento rimase silenzioso.

— Puzzano — disse SEN. — E disgustoso. L’avete notato?

— Perche avete fatto venire LUH qui?

— Perche siete cosi preoccupato?

— Cosa bolle in pentola?

— Vi voglio come compagno di stanza.

— Dov’e LUH? — chiese ancora THX.

— Staremo bene entrambi — spiego SEN. — Ho gia sistemato tutto.

Finalmente THX capi cosa stava dicendo. — No. Non potete farlo. La selezione dei compagni e computerizzata. Non potete. Cos’avete fatto a LUH?

SEN sorrise. — Abbiamo fatto una lunga chiacchierata e ha convenuto che per voi sarebbe bene cambiare. Ha capito che voi e lei non eravate adatti come compagni di stanza. Ma siete sconvolto. Volete un sedativo?

— Il vostro e un abuso! — disse THX.

— Non dite cosi — rispose affabile SEN. — Voi non state bene.

— Lei non ha detto che non siamo adatti!

SEN si strinse nelle spalle. — So cosa pensate. Ma cambiare il programma non e un gran crimine, vero? Io so come sistemare queste cose. LUH vi darebbe solo noie. L’ho vista lavorare e, anche tenendo conto che e nata- naturalmente, si comporta stranamente. Non potete vivere con una cosi.

THX si alzo in piedi, barcollando. SEN gli fu accanto e gli parlo all’orecchio. — Non posso vivere solo. Voi osservate scrupolosamente le regole sanitarie, ho controllato. Mi stupisce che stiate con LUH. Lei non osserva le regole. Sapete cosa intendo. Saremo felici. Credetemi, vi sto facendo un favore!

THX si diresse verso la porta con passo malfermo. — Non mi sento bene. — Fuggi via, correndo alla cieca.

Si ritrovo in una cabina di preghiera, con lo stomaco sottosopra e madido di sudore.

— Cosa mi succede? Cosa sono io per lei e cos’e lei per me? Niente. E una compagna di stanza. Io…

— Si? — disse la voce di OMM, ansiosa.

— Divido l’appartamento con lei. I nostri rapporti sono normali. Non dividiamo altro che lo spazio. Cosa…

— Si — disse la voce, consapevole.

— Cosa mi sta facendo? Mi sembra di morire. — Rabbrividi. Si sentiva bruciare. Lo stomaco si contorceva.

— Si — disse la voce, paziente.

D’un tratto THX vomito un liquido giallo-verdastro, di bile, sulle mattonelle bianche della cabina.

— Voi siete un vero credente — disse OMM, sereno. — Benedizione dello Stato. Benedizione delle masse. Siete una creatura divina. Creata a immagine dell’uomo dalle masse, per le masse. Ringraziamo di avere un’occupazione che ci riempie. Lavorate duro; aumentate la produzione; prevenite gli incidenti; e siate felice.

L’immagine scomparve. Indebolito, THX apri la porta e quasi cadde, uscendo dalla cabina maleodorante. Un uomo fece per entrarvi, poi torno indietro e guardo male THX.

THX si fermo a una cabina di Controllo per pulirsi e prendere un eccitante e si senti meglio. «Adesso vado a casa. Lei sara li. Sara li.»

4

La strada piu veloce per tornare a casa era lo scivolo lungo il corridoio pedonale principale. Ma THX vide che era bloccato.

La gente brulicava nel corridoio e lungo il nastro dello scivolo; alcuni erano pazienti, altri chiaramente irritati.

— E la quarta volta che si rompe questo mese.

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