estranei l’uno all’altro, asessuati, in piedi e fitti come animali diretti al macello.

Una donna anziana inciampo e cadde sul lato piu esterno della fascia lenta. Cerco di alzarsi, ma la gente la calpestava. Finalmente un robopoliziotto la prese per un braccio e l’aiuto a rialzarsi.

— Vecchia scema! — brontolo una voce maschile. L’uomo continuo a lamentarsi, finche fu trascinato via e la sua voce fu riassorbita dal brusio della folla.

THX e LUH non rallentarono il passo fin quando non ebbero raggiunto una delle aree commerciali. Anche li, la folla che si agitava freneticamente e le solite voci dall’alto.

— Se comprerete piu di cinque dendriti alla volta avrete la sesta con solo il tre per cento di crediti in piu. Comprate all’ingrosso, risparmiate.

Quasi senza respiro, LUH si appoggio al braccio di THX e lo costrinse a rallentare. THX la guardo: aveva un’espressione molto seria.

— Stavi per fare un errore col circuito di trasferimento, prima di pranzo, vero? — disse lei. Ma non era una domanda.

— Stavi guardando?

Lei annui.

Lui si arrabbio. — Non devi fare queste cose! Si insospettiranno. Il Controllore guarda voi osservatori.

— Ma dovevo vederti. Non posso starmene seduta tutto il giorno li sapendo che solo toccando un tasto posso vederti.

THX scosse la testa. — Se non starai piu attenta, ci farai arrestare entrambi.

— Scusa.

— Scusa tu — disse lui. — Sai, non riesco a lavorare cosi. Ho bisogno di qualcosa. Sono troppo teso sul lavoro, non posso concentrarmi. Non devo pensare a niente, per potermi concentrare.

— Puoi farcela da solo. So che puoi.

— No. Gli esseri umani non possono fare quel tipo di lavoro senza nessun aiuto. Se sbaglio e finita. Lo sai bene. Vorresti vedermi fatto a pezzi?

— Non voglio perderti — disse lei.

Camminavano piano, l’uno accanto all’altra. THX guardava davanti a se, la bocca atteggiata a una smorfia amara.

LUH disse: — Se tornassi a usare i sedativi, i tuoi sentimenti verso di me non sarebbero piu gli stessi. Faresti rapporto e mi denunceresti per evasione.

Lui si fermo. — No! Non potrei mai, ora. Lo so!

— Non puoi saperlo.

THX scosse la testa e disse: — Se prendo i sedativi, tu soffri. Se non li prendo, soffro io.

— Puoi vivere benissimo senza sedativi — disse lei, decisa. — Sono certa che puoi.

THX si sentiva impaurito ed eccitato. — Devo inserire un meccanismo di scorrimento, al prossimo turno. Non ci posso riuscire se sto come adesso. Ci sono gia state tre esplosioni questo…

— Ce la puoi fare anche senza etracen — insistette lei.

La gente li guardava, perche stavano in mezzo alla zona acquisti senza «andare» da nessuna parte, senza «,comprare» niente, limitandosi a parlare tra loro. Non soli, non isolati, ma insieme.

— Forse ce la faro senza l’etracen — disse THX. — Ma poi? Non si puo durare per sempre, lo sai. Non si puo vivere senza le pillole.

— Si puo invece! Io lo faccio! Altri lo fanno!

— I nati-naturalmente — disse lui. Poi, vedendo come lei l’aveva presa, si penti di aver parlato.

Piano, con calma e determinazione, LUH disse: — Fisicamente non c’e nessuna differenza tra i nati- naturalmente e i nati-in-clinica. E solo un fatto di condizionamento. Si puo vincere il condizionamento. Ma devi volerlo.

— Io voglio stare con te.

— Allora andiamo via — disse lei all’improvviso. — Possiamo andarcene da qui, vivere in superficie…

— In superficie? — Si senti disorientato. — Lassu vivono soltanto i cavernicoli. E tutto radioattivo, l’aria e velenosa.

LUH scosse la testa. — No, non ci credo. Sono balle.

«E troppo» penso THX. «Tutto si sta rovesciando. Nuovi sentimenti, nuove idee. Devo aver tempo per pensare, per capire.»

LUH si diresse all’entrata della sotterranea piu vicina. — La mia serie di turni e finita. Tu hai ancora un turno, vero? Possiamo andarcene prima che cominci la prossima serie.

Lui la raggiunse. — Andarcene? Ma non ci lascerebbero mai fuggire. Ci fermerebbero, ci catturerebbero.

Presero la sotterranea. Arrivata a casa, LUH mise le braccia al collo di THX.

— Non permettiamo ‘che ci dividano — disse guardandolo negli occhi.

Lui la tenne stretta forte a se e capi che quello era fuori questione. «Non posso perderla. Non posso. No.»

Molto piu tardi, assopito sul letto, LUH mormoro: — Loro sanno. Ci hanno visto. Lo sento.

— No, non sanno.

— Il Controllore adesso ci sta osservando — disse lei, con voce tremante.

— Nessuno ci puo vedere qui — disse THX, masi guardo intorno. C’erano una dozzina di posti dove poteva essere nascosta una olocamera.

6

THX si avvio lentamente per il corridoio pedonale, seguendo i cartelli che indicavano la Stazione di Controllo 7B73.

— Aiutateci a ridurre i livelli critici di rumore di quest’area. Comunicate tutti i decibel in eccesso di uno virgola cinque sulla scala miurawiegand.

A quell’ora il corridoio era quasi vuoto, e insolitamente quieto.

Raggiunse la Stazione di Controllo, il cui numero era accompagnato dal solito simbolo, una foglia di marijuana stilizzata. Esito prima di entrare, poi, con determinazione, spinse la porta di plastica, che si chiuse alle sue spalle.

Si aspettava di vedere una specie di ospedale, o almeno di infermeria, tipo quella che c’era al centro montaggio. Invece non era altro che una cabina di preghiera molto piu grande. C’era una comoda sedia modellata, dotata di poggiatesta, sistemata davanti a tre schermi incorporati in una parete. Le altre pareti erano nude, color pastello come tutto. Dall’altoparlante, una voce femminile che teneva un qualche tipo di conferenza:

— L’alterazione del carico si puo ottenere solo con circuiti adeguati. I circuiti ad alta velocita sono pericolosi e possono produrre amplificazione di unita danneggiata. Occorre ridurre il tempo di dosaggio di un terzo…

Non c’era nessun altro nella stanza. Incerto, THX si sentiva a disagio.

— Si? Qual e il vostro problema? — disse una suadente voce maschile. Doveva trattarsi di un nastro.

— Ho… bisogno di un consiglio. Di un consiglio psicologico. Per un amico.

Si senti un «click». Poi — Benissimo. Sedetevi, prego. Un esperto psicologo si occupera subito di voi.

Sempre a disagio, THX si sedette. — Non e per me, capite. E per il mio amico.

Nessuna risposta.

Poi un’altra voce, vivace e amichevole, disse: — Che cosa possiamo fare per voi?

Gli schermi erano ancora bianchi, ma almeno l’altoparlante era stato spento.

THX rispose nervosamente — Ehm, ho un amico che e nei guai.

— Avete provato le cabine di preghiera? La maggior parte dei problemi si possono risolvere con la preghiera convenzionale.

— Non e per me! — ripete in fretta THX. — E per il mio amico che parlo. Lui e troppo sconvolto per venire di persona.

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