Per un attimo insopportabile non seppe cosa fare. Poi si alzo in fretta e si tolse i vestiti.

LUH gli accarezzo il petto. — Sei bello — disse, sorridendogli.

— No, sei tu che sei bella — disse lui. — Sei… — Ma non trovo le parole, e allora la tiro a se e la bacio e gli parve che il mondo scomparisse e restasse soltanto lei. Lei era tutto il mondo, tutto il calore, la bellezza, l’immenso, incredibile piacere del mondo.

Lei gli disse qualcosa all’orecchio, qualcosa di insistente, ma lui non sentiva nemmeno. Lei era fra le sue braccia, e adesso gli sembrava di capire, di capire che il mondo erano loro. Non udire niente e non vedere niente, ma sentire, sentire l’esplosione frenetica della gioia.

Dopo che ebbero fatto l’amore, fu assalito da dubbi. «Quello che avete fatto e sbagliato! Immorale! Illegale!» Si volto a guardare LUH, che era assopita vicino a lui, con le labbra allungate in un sorriso. E penso: «Vadano al diavolo. Al diavolo tutto. Lei e quello che voglio. Mi rende felice».

Poi penso: «Tra l’altro, come possono sapere? La possibilita che stiano osservando questo appartamento e infinitesimale. Non lo sapranno mai».

Si addormento. Quando si sveglio, LUH era in cucina. La raggiunse, con indosso solo i pantaloni del pigiama. Lei era completamente vestita. Si volto e gli disse: — Ciao — come se fosse la prima volta che si vedevano dopo anni.

Ridendo, le si avvicino e comincio ad aprirle la camicia. Lei gli prese la faccia tra le mani. — Non hai fame?

— Si — disse lui, e ‘le apri la camicia completamente, circondandole con le braccia la vita.

— Di cibo?

THX rise.

LUH ando allo sportello della cucina, prese un tubetto di surrogato di formaggio e lo schizzo addosso a THX.

— Ehi, no! — Lui si tiro indietro. — No, no! Andra a finire sul pavimento!

LUH gli tiro addosso un intero pacchetto di cibo in pillole… THX si chino istintivamente, ridendo. Le pillole si sparsero in terra. Sempre ridendo, lui si inginocchio per raccoglierle. Anche LUH si chino e le loro teste s’incontrarono sotto il tavolo da cucina. Lei ridacchiava.

THX disse, piu serio che pote: — Non ero mai stato sotto a un tavolo.

Lei rideva come avesse preso troppi eccitanti. Indico il piano inferiore della tavola lucida e disse: — Guarda. E sporca.

THX guardo la macchia. — Non e sporca, non puo. Lo sporco e proibito.

— Ma sembra sporca.

Dopo un attimo lui disse: — Ma io ho qualcosa di meglio — e allungo il pugno chiuso. Lei lo ‘tocco e l’apri, e sul palmo apparvero le pillole. — Vedi, e cibo.

LUH scosse la testa. — No, non puo essere.

— Eppure sembra cibo.

Mise una pillola in bocca. — Sa di cibo.

Lei gli colpi la mano e le pillole caddero tutte. LUH ne raccolse ridendo una manciata e le butto nel consumatutto. — Prodotte per essere consumate!

THX rise. LUH apri un armadietto e tiro fuori altri pacchi di pillole. Li apri e li vuoto nel consumatutto.

— Ehi, aspetta un attimo! — Balzo in piedi. — Non tutte! Ho fame!

Lei gliene getto qualcuna. THX si chino per raccoglierle. Anche lei si chino. THX si mise a accarezzarle i seni.

— Mi fai male!

Lui smise.

— No, non smettere.

— Ma…

LUH gli prese le mani e se le rimise sul seno. — Non smettere. Non smettere mai.

5

Erano stesi sul letto insieme, svegli.

Una voce diceva, nella mente di THX: «Potresti perdere tutto. Tutto».

«Ma prima ero infelice» si disse, «Tutto era normale, ma io ero infelice.»

«Infelice. Pensi che sarai felice adesso? Se ti scoprono, sarai distrutto. E anche lei. E sara colpa tua.»

Si volto a guardare LUH, che lo stava guardando con la faccia preoccupata e consapevole.

— Credevo volessi un nuovo compagno di stanza — disse lui improvvisamente.

— Cosa? Oh, no. Chi ti ha detto questo?

— SEN.

— Non e vero. Mente. No, ho bisogno di te!

Lui le mise un braccio sotto la testa e la tiro a se.

— Ero cosi spaventata — disse LUH. — Cosi sola. Desideravo terribilmente toccarti, e che tu mi toccassi. Dopo che ti ho indotto a diminuire i sedativi avevo paura di… di che tipo di persona ti saresti rivelato.

— Rivelato?

— Oh, scusami. Non so quello che ho fatto. Avrei dovuto lasciarti in pace.

«Si» penso THX. Ma disse: — No, non dire cosi.

Si udi il suono della sveglia.

THX si drizzo, sorpreso. — Che ora… Che turno e?

— Son le tre, credo.

— Le tre! Faremo tardi!

Si alzo e si diresse in bagno. — Su, che facciamo tardi.

— Non prendere niente — disse LUH.

— Cosa? — THX si guardo allo specchio: aveva gli occhi gonfi, l’aria stanca.

— Cerca di non prendere niente, ti prego — stava dicendo LUH.

— Ci provero — disse. Ma aveva le mani che tremavano.

Il suo turno di lavoro fu un incubo. Non riusciva a concentrarsi. Continuava a pensare a LUH. Il supervisore lo rimprovero due volte. Sapeva che quei rimproveri passavano alla registrazione permanente del Controllore. Ma nonostante la ‘tensione del lavoro, gli sguardi dei supervisori, la pancia in subbuglio e le mani tremanti, THX si sentiva non felice forse, ma diverso. Le cose e le persone, intorno, non gl’importavano. Capi che non gli erano mai importate. Era LUH che contava. Era l’unica che gli interessasse.

Finito il turno, lascio il centro montaggio e si avvio con gli altri.

— Ho fatto quarantatre richieste di trasferimento — senti che diceva uno — ma non ho avuto una sola parola di risposta. DRG, il mio superiore, pensa che sia piu adatto a lavorare all’ufficio fantasia…

— Andate in fretta, prego. Non fermatevi e non bloccate le zone di passaggio.

— Non fermatevi nelle aree modulo-dispersive. Il monossido di carbonio e a quota ottocento.

D’un tratto vide LUH sull’orlo dello scivolo. Lo stava cercando e quando lo vide, si fece strada tra la folla per raggiungerlo.

— Cosa fai qui? — le grido, cercando di superare il rumore intorno.

— Pensavo… THX, ho paura.

La prese per un braccio e la guido in mezzo al traffico dei pedoni. — Tu non hai diritto di accesso a questa sezione. Controlleranno la tua scheda. Andiamo via di qui.

Si diressero in fretta verso la scaletta a spirale che attraversava lo scivolo come un ponte. THX camminava a testa bassa, come se non volesse farsi riconoscere da nessuno. Salirono sulla scala, e da li passarono al grande ponte a forma di ragno. Sotto di loro, lo scivolo era gremito di operai.

Le diramazioni piu esterne della fascia semovente procedevano a velocita di passeggio, ma la parte centrale era velocissima, piena di gente che copriva ogni centimetro quadrato. Tutti con la testa rasata, vicini eppure

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