— Ecco. Vi sentirete subito meglio. Io le uso sempre. Sono speciali. Non si trovano nei negozi e nei dispensari normali. — Sorrise ancora, e LUH rabbrividi.

— Oh, grazie.

— Figuratevi. E un piacere aiutarvi.

SEN socchiuse gli occhi, poi torno alla sua console. Mise la cuffia e si mise a guardare gli schermi. LUH diede un’occhiata alle pillole, rimaste in realta nelle sue mani. Le lascio cadere in terra.

THX camminava lungo il corridoio pedonale, circondato dal rumore insensato della folla che spingeva.

— Cosi si e buttato sotto al tram — stava gridando qualcuno all’orecchio di un altro, poco avanti a THX.

— Proprio cosi. Distrutto.

— Vuoi dire che non hai ancora provato l’ekterol?! — stava dicendo una donna alla sua amica. — Sono capsule blu, ed e un vero paradiso.

Dagli altoparlanti sul soffitto, i soliti annunci.

— Tenete i marciapiedi puliti, prego.

— Lavorare bene e bello.

— Lo stadio intermurale del livello sei quattro due uno sara aperto sulla serie seicentoventuno T.

— Zona Centrale a destra. Area sei a sinistra.

THX si fece strada tra la folla, fino allo scivolo. Almeno li stava fermo e veniva trasportato. E gli annunci, ancora:

— Tenetevi al corrimano, prego. State sulla destra; se volete passare, passate sulla sinistra. Tenetevi al corrimano…

Davanti a se vide la sotterranea che l’avrebbe portato al suo livello. Usci dallo scivolo. Un robopoliziotto si fece da parte gentilmente per lasciarlo passare.

Vicino all’entrata della sotterranea c’era una cabina di preghiera. THX si guardo intorno, sentendosi quasi colpevole, poi vi entro e chiuse la porta di plastica. Non si chiuse bene e la luce non si accese. Tiro piu forte e alla fine la cabina si illumino, mostrando la faccia affabile di OMM.

— Il mio tempo e il vostro. Vi ascolto — disse una voce calda.

THX cerco di ricordare la preghiera giusta. Era da tanti anni che…

— Bene, dite pure — disse la voce di OMM.

— Ecco, stamattina stavo per fare un errore in un trasferimento radioattivo. Non era mai successo. Non mi concentravo abbastanza. E da un po’ che…

— Si — disse la voce ansiosa.

— Le cose si accumulano — disse THX. — Non capisco cosa mi succede. Sembra che le medicine non mi facciano piu effetto.

— Si — disse la voce, consapevole.

— E la mia compagna di stanza si comporta stranamente. Non posso spiegare, non so, forse sono io. Da un po’ non mi sento bene. Sono sempre nervoso, come se dovesse succedere qualcosa.

— Si — disse la voce, paziente.

— Non capisco. I sedativi… Prendo etracen ma non fa effetto. Fatico a concentrarmi. Perdonatemi, non posso…

— Voi siete un vero credente. Benedizione dello Stato. Benedizione delle masse. Voi siete una creatura divina, creata a immagine dell’uomo dalle masse e per le masse. Ringraziamo di avere un’occupazione che ci riempie. Lavorate duro; aumentate la produzione; prevenite gli incendi; e siate felice.

THX usci dalla cabina. «Siate felice.»

Era quasi a casa. La folla si era diradata e adesso c’era calma, si poteva camminare tranquillamente e rilassarsi dopo il rumore e la tensione.

THX si avvicino all’angolo dei due corridoi principali, prese la propria scheda dal risvolto della giacca e si preparo a forarla nell’apposita macchina. Ma non riusci a inserirla. «Avranno cambiato di nuovo il meccanismo» penso. «Niente funziona come dovrebbe. Continuano a cambiare le cose, ma non c’e niente che funzioni bene.»

Finalmente la scheda entro nella fessura. Il meccanismo ronzo. Le sue ore di lavoro erano state ricevute dal computer.

Mentre ritirava la scheda, vide LUH in piedi accanto a lui, con una scheda in mano.

— Cos’e? — chiese.

Lei scosse la testa senza rispondere. Sembrava preoccupata. Senti che gli dispiaceva. — Cosa devi fare? — le chiese.

— Devo vedere SEN. Mi hanno appena ordinato uno spostamento di turno.

— Per quando?

— Adesso. SEN vuole che vada da lui per parlarne. THX corrugo la fronte. — SEN non ti puo far spostare. Questi cambiamenti devono passare prima dall’ufficio pianificazione.

Lei resto zitta.

— Perche vuole vederti?

— Non so.

— Non andare.

Lei lo guardo. — Devo. Lui e un G trentaquattro.

— Non «devi» andare — disse THX, sempre piu preoccupato. — Non ho fiducia in lui. Non voglio che tu vada.

Lei sorrise. — No, non preoccuparti. Non e niente. — Faro rapporto contro di lui. Non puo farti. spostare.

— No, ti prego. Ti procureresti solo delle noie. Vedro cosa vuole. Tornero presto. Non ci vorra molto.

Se ne ando, lasciandolo stanco e confuso.

3

THX, seduto nell’olostanza, cambiava canale continuamente. Un manichino di donna nera che ballava nuda, eroticamente, il notiziario, una brutta donna che parlava di medicine, un robopoliziotto che picchiava a sangue un uomo, e poi due uomini, seduti a un tavolo che discutevano.

— … per stimolare i processi aritmetici e logici come estensione del cinque uno quattro uno. Non siamo mai stati cosi contenti come ora, mai la vita e stata cosi soddisfacente. Un plebiscito di felicita, una gratificazione che e sorretta dalla benevolenza delle autorita…

«Perche allora non riesco a essere felice? Cosa c’e che non va in me?»

Ascolto ancora un po’ la discussione, poi torno sulla ballerina nera. Ma i movimenti del suo corpo non gli dicevano niente. Punto l’ologramma sul poliziotto, ma l’uomo insanguinato gridava in modo straziante. Disgustato, THX spense lo schermo olovisivo e rimase a sedere nella stanza buia. Gli sembro di sentire qualcosa. Scatto in piedi e grido: — LUH?

Nessuna risposta.

Ando nella sala, poi in camera da letto, gridando: — LUH, ci sei?

Li, solo, nella camera da letto, THX prese una decisione improvvisa. Lascio l’appartamento e si diresse da SEN.

Nei corridoi, i soliti altoparlanti:

— Chi risparmia tempo risparmia vita.

— Solo per oggi, dendriti azzurre a quarantasette crediti. Comprate subito.

— Il consumatore ha un elemento di vantaggio.

— Vi siete pentiti oggi?

THX cerco di non ascoltare, ma le voci, gentili, suadenti, stridule, si insinuavano nella sua coscienza. Era tutta la vita che le sentiva e non vi si era mai abituato. Forse perche gli annunci cambiavano sempre, tranne uno:

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