— Sei sicuro?
— Certo.
TWA scosse la testa. — Vorrei poterla vedere.
— Dev’essere la, da qualche parte.
— Eh si.
— SEN sostiene che se la troviamo, questa barriera, se riusciamo a vederla, possiamo fare in modo di oltrepassarla. Ci credi?
TWA si chiuse nelle spalle. — Esaminiamo in quella direzione — disse.
SEN stava dicendo a PTO: — Penso che un leader, nei limiti del possibile, debba prendere decisioni per aumentare la conoscenza, non per diminuirla. Pero deve essere cosi saggio da limitare la liberta per garantire la liberta. Insomma, bisogna mantenere il popolo forte, e dargli una direzione.
PTO sollevo le mani scoraggiato, in segno di protesta.
Arrivarono TWA e DWY e si piazzarono davanti a SEN. Allora? — chiese SEN ansiosamente.
— Abbiamo fatto centocinquanta spostamenti dislocati a caso, come avevi detto — disse DWY.
— E allora?
— Centoquarantasei assolutamente negativi, quattro incerti, ma erano i primi, quando dovevamo ancora familiarizzarci. Probabilmente non sono importanti.
PTO ridacchio. — Non e molto incoraggiante.
— Al contrario! — ribatte DWY. — Prova quello che ho sempre sospettato. Ci troviamo in uno spazio uniforme senza limiti visibili.
SEN lo interruppe: — Si, bello. Ma dobbiamo trovare la barriera. Non possiamo far niente finche non la troviamo.
THX si teneva lontano da loro. Erano tutti pazzi. Poi senti il passo di un poliziotto e i tre colpi sul pavimento.
— LUH nove nove nove otto.
Prima che il robot avesse finito di parlare, THX si era gia voltato, gridando il nome di LUH.
Ma il nuovo arrivato era un uomo maturo dall’aria tranquilla, solo stordito e spaventato per il fatto di trovarsi li.
— Parla! — disse DWY con stupore. Tutti guardavano THX.
— Certo che parla — disse SEN. — Io lo sapevo. Ve l’ho anche detto.
Ma THX non li vedeva ne sentiva. Per una frazione di secondo aveva sentito la speranza, forse perfino la felicita. Depresso, torno al suo letto e vi si butto sopra.
SEN gli si sedette accanto. — Ti senti bene? Qualcosa non va?
— Vattene — disse THX. — Sono stanco.
Il robopoliziotto non se n’era ancora andato. Si diresse verso DWY, che stava mangiando dei pezzetti di cibo che aveva raccolto. Il poliziotto lo prese per il bavero.
DWY alzo sul robot due occhi pieni di terrore. — Cosa mi volete fare? — strillo.
Il robot non disse niente. Comincio a trascinarlo. DWY aveva le gambe molli, che strisciavano inerti sul pavimento. Una macchia umida apparve sul cavallo dei suoi pantaloni. Mentre veniva sospinto via tra i lamenti, DWY lascio in terra tuta una traccia di bagnato.
Il cavernicolo salto giu dal letto e si precipito sulla traccia umida, tocco con un dito l’urina e l’assaggio. Era impossibile capire, tra quel pelo arruffato, se la cosa gli piacesse o no.
A interrompere lo stato d’animo di tutti arrivarono la nota musicale e la luce azzurra. Tutti andarono ai loro letti, ma questa volta nei distributori non c’era niente.
— Ancora vuoto — disse TWA, furioso.
— Come faremo? Sono piu spesso vuoti che pieni. Vogliono farci morire di fame!
A THX sembro quasi di udire la risata di chi adesso li stava osservando su un qualche schermo.
— State calmi — disse SEN. — Mantenete la calma. Questa mancanza di cibo ci fa sentire in pericolo. Ma il cosiddetto coraggio non ci serve in queste situazioni. Conta di piu la capacita di eliminare la paura individuale pensando in modo altruistico.
TWA lo interruppe: — Facile parlare per te, che hai tutto quel cibo nascosto!
— Gia!
SEN alzo le mani, accattivante. — Su, su. L’egoismo non migliora la situazione. Dobbiamo tutti…
— Cercate nel suo letto!
In cinque mossero verso SEN.
— Aspettate — disse lui, con un gran sorriso. — Si, ho messo da parte del cibo. Per emergenze come questa! Che leader sarei se non mi preparassi per le emergenze?
I cinque si fermarono e guardarono SEN tirare fuori da sotto il materasso una manciata di cubi.
— Tutti in fila adesso, per dividere equamente.
Si misero in fila, ubbidienti.
— Niente spinte o gomitate — grido SEN. — Ce n’e per tutti.
Mise in mano a ciascuno un cubo, borbottando: — Disciplina e ordine.
THX, sul letto, guardava. Non aveva fame: in fondo avevano mangiato poco prima. O almeno a lui sembrava fosse passato poco tempo. Gli altri invece parevano affamati. Anche il vecchio PTO s’era messo in fila. SEN era raggiante quando gli porse il cubo.
PTO, preso il cubo, disse — La nostra vita e breve e misera. Su tutti noi incombe un destino spietato e oscuro. Cieca al bene e al male, incurante di distruggere, l’autorita, onnipotente, avanza inesorabile.
SEN si giro verso THX con faccia disgustata.
La nota musicale suono ancora, come arrabbiata, e la luce azzurra lampeggio. Tutti corsero ai distributori e trovarono ben quattro cubi a testa!
— Siamo salvi! — grido CAM con la sua voce stridula di ragazzino.
— Amici, amici — grido SEN, con le braccia aperte e il sorriso beato — abbiamo superato la crisi. Ma, nella mia qualita di capo, da voi opportunamente eletto, devo sottolineare che non sapremo mai quando saremo colpiti da un’altra situazione di emergenza. Prepariamoci adesso. Mettete da parte meta del vostro cibo assieme al mio, con equa distribuzione.
Si formo di nuovo la schiera e ciascun uomo lascio cadere sul letto di SEN due cubi. Fu raccolto cosi un discreto mucchio.
THX era rimasto nel suo letto. Alla fine, dopo che tutti ebbero mangiato, SEN, finito di nascondere sotto il materasso le sue scorte, si diresse sorridente verso THX.
— Tutti dividono con gli altri la loro fortuna — disse affabile. — Ciascuno aiuta l’altro. Come tuo capo, devo chiederti di fare altrettanto.
THX guardo quella faccia tonda e sorridente e penso che sarebbe stato molto bello prenderla a pugni. Invece apri il distributore, tiro fuori quattro cubi e li allungo a SEN.
— Tutti? — disse SEN, sorpreso.
THX si alzo da letto. — Si. Spero che ti piaceranno.
— Ma cos’hai intenzione di fare? Dove vai?
THX disse, senza voltarsi a guardarlo: — Me ne vado.
— Te ne vai! E da dove? — Poi: — Si, capisco! Aspetta un attimo!
Tenendo stretti al petto i quattro cubi con un braccio, SEN corse dietro a THX e con l’altro braccio cerco di bloccarlo. — Aspetta! Solo un attimo!
THX si fermo. SEN si rivolse agli altri prigionieri.
— Dopo lunga riflessione, ho deciso di andare a esaminare personalmente la barriera. Per vedere direttamente quali sono le difficolta e come superarle. Capisco che ci sono dei rischi, e anche dei pericoli, ma in momenti come questi occorre fare una scelta e agire indipendentemente dal pericolo. Torneremo presto, ma staremo fuori abbastanza da poter elaborare un piano di fuga accurato e funzionale, e io cosi sapro come meglio organizzare tutti noi in una squadra che sappia lavorare bene.
Dopo le prime cinque-sei parole di SEN, THX aveva cominciato a camminare piano allontanandosi dai letti. Nella direzione opposta a quella presa l’ultima volta.
SEN finalmente si accorse che THX se n’era andato e taglio corto, correndo per raggiungerlo. Ma dopo pochi