Erano abbastanza vicini da toccarsi con le mani, adesso. Ma SEN si tenne un po’ indietro.

— Ehi, da dove venite? — chiese SRT.

— Da qualche parte laggiu.

— Dalla prigione? Ma credo sia uguale da tutte le parti. Avete da mangiare? Sono affamato.

THX si giro verso SEN, che rimase zitto. — Dagliene un po’ — gli disse.

SEN guardo prima THX poi SRT, e tiro fuori da una tasca un pezzettino di cubo. SRT lo prese.

— Grazie. Grazie davvero. Non mangiavo da… be’, da tanto.

Dopo che il nero ebbe mangiato, THX gli disse: — Cosa fai qui?

— «Pensavo» di essermi perduto — disse lui.

— Adesso invece non lo pensi piu?

— No…

— Conosci il modo di uscire? — chiese SEN, tutto contento.

Il nero annui con forza.

— Dove si deve andare? — chiese THX.

— E qui attorno, da qualche parte.

— Cosa? Come? — disse SEN.

— Si tratta di un’entrata — disse SRT. — Io ci son passato un paio di giorni fa. C’erano delle luci che lampeggiavano, li intorno.

THX disse: — Allora non sei un prigioniero? Un condannato?

— Io? No. Sono un ologramma. Un attore. Dovreste avermi visto all’Ora dei Manichini, l’oloshow piu popolare della citta, almeno secondo l’indice di gradimento del mese scorso.

— Mente — sussurro SEN a THX. — Oppure e pazzo.

SRT lo senti e rise. — No, ne l’uno ne l’altro. Il mio show e stato eliminato. Cancellato. Quel maledetto computer ha fatto un errore e ha messo il mio show ultimo, anziche primo, negli indici di gradimento. Cosi hanno fatto posto agli altri show, e a noi hanno detto di non tornare finche le cose non si sistemavano. Stavo passeggiando per la citta, quando sono capitato qui.

— Impossibile! — sbotto SEN.

SRT scosse la testa e disse — Insomma, c’e un’uscita qui intorno, segnalata da luci intermittenti. Decidete poi voi se crederci o no. lo la cerco. Grazie del cibo.

S’incammino.

— Aspetta! — grido THX. — Andiamo insieme. Forse tutti e tre insieme riusciremo a trovarla.

SRT si strinse nelle spalle. — Va bene.

— Ma sta andando dalla parte da dove siamo venuti — protesto SEN.

— Forse giravate in cerchio. Sono abbastanza sicuro che di qua si vada all’uscita.

SEN prese per un braccio THX e gli parlo all’orecchio. — E una spia. Una spia della polizia. Cerca di portarci lontano dalla barriera, di farci tornare dagli altri. E una trappola.

THX continuo a seguire con gli occhi il nero. Aveva un’aria abbastanza amichevole, anche se sembrava un po’ troppo impaziente di andare e un po’ esasperato dal comportamento di SEN.

— Guardate che se non volete venire con me, vado da solo. Per me va sempre bene.

— No — disse THX, d’istinto. — Verremo con te.

SEN borbotto fra se, guardando il biancore vuoto dove stavano tornando.

Dopo un’ora, SRT si fermo di colpo e indico. — Ecco la! — grido.

THX punto gli occhi nella direzione che il nero mostrava, ma non vide niente.

— Non c’e niente la — disse SEN. — E pazzo.

Ma SRT corse avanti, come se vedesse davvero qualcosa. THX esito un momento.

— Forza, venite! Eccola qua! — grido SRT.

Ma THX, benche facesse del suo meglio, continuava a non vedere niente. «Avrebbe voluto» vedere una porta con luci intermittenti. Ma non era cosi.

— Ti dico io che e una trappola — mormoro SEN.

— Forse — disse THX. Poi, stringendosi nelle spalle, si diresse verso SRT, che era gia abbastanza lontano. «Se e una trappola» penso, «almeno l’avro fatta finita una volta per tutte.»

17

Gli stava succedendo qualcosa di strano agli occhi. Mentre si avvicinava al nero, THX lo vedeva farsi sempre piu grande. Era tutto sorridente e con le mani sui fianchi: nello stesso tempo vedeva il biancore consumarsi, raggrinzirsi e scomparire trasformandosi in grigio.

Tutto stava cambiando, come se una macchina fotografica all’improvviso mettesse a fuoco gli oggetti e questi diventassero da indistinti perfettamente chiari e netti.

C’era una porta, sui cui lati lampeggiavano luci di vari colori! Era inserita in un sostegno di metallo da cui sporgevano nervature con rivetti dentro. THX tocco per sentire se era vera.

— Co… come puo essere? — senti che diceva sbalordito SEN alle sue spalle.

— Devono averci fatto qualcosa alla vista — disse incerto THX. — Qualcosa agli occhi…

— O forse i cubi di cibo sono drogati — suggeri SEN.

— Oppure e ipnosi.

SRT ghignava di gusto. — Vi avevo detto che c’era una porta. Su, usciamo.

Tiro con forza la porta. THX fu investito da un’esplosione di rumore. Si trovavano davanti a una via principale pedonale, con torrenti di persone che correvano pigiate sugli scivoli e sgattaiolavano come topi nella gabbia dello sperimentatore.

— Tenetevi al corrimano, prego. State sulla destra; se volete passare, passate sulla sinistra.

— Chi risparmia tempo risparmia vita.

— Lo stadio intermurale del livello sei quattro due uno sara aperto sulla serie seicentoventuno TD.

— Solo per oggi, l’ipo-credito potra essere trasferito con una carta ottimale verde.

Dopo la quiete e la vastita della prigione, quel rumore, quella massa di umanita anonima che si affannava a correre erano spaventosi, tanto che SEN e THX si sentirono sopraffare. SEN si copri la faccia con le mani. THX si appoggio all’orlo della porta, con le ginocchia tremanti: quasi quasi era tentato di tornare alla tranquillita della prigione.

«E adesso dove vado?» si chiese. Ma immediatamente senti arrivargli in mente la risposta. Si stupi di essersi fatto quella domanda.

— Bene — grido, cercando di coprire il rumore — dirigiamoci verso quella porta, dall’altra parte del corridoio.

Si accorse che SEN stava immobile, con gli occhi spalancati dal terrore. THX lo scosse. — Su, ce l’abbiamo fatta.

— No. Non avremmo dovuto…

THX avvicino la bocca all’orecchio di SEN e grido — Vuoi rimanere in prigione finche non verranno a prenderti i poliziotti?

SEN sobbalzo involontariamente, poi si decise e si lancio in avanti. Fu subito inghiottito dalla folla, che lo trascino con se come un pezzetto di carta portato dalle onde.

THX gli corse dietro, assieme a SRT.

— L’abbiamo perso! — grido THX.

— Cosa?

Un milione di voci borbottavano e blateravano senza tregua. Dagli altoparlanti, i soliti ordini, le solite istruzioni.

— Aiutateci a ridurre i livelli critici di rumore di quest’area. Comunicate tutti i decibel in eccesso di uno virgola cinque.

— Controllo dodici prego.

— Chiamata cibernetica; sei quattro quattro due circuito cinque, collegarsi sul quattordici.

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