— Lo sviluppo interno avanza di due unita malthusiane. E un indice nuovo per questa serie.

La marea di gente continuava a trascinare THX e SRT lungo il corridoio. Le persone, di solito cosi silenziose e ubbidienti sui tram, cosi docili e passive sul lavoro, cosi imbambolate e informi nelle loro case, qui, nei corridoi gremiti del livello acquisti, si trasformavano in aggrovigliate, frenetiche mandrie di animali dallo sguardo selvaggio. Fare le compere nelle zone commerciali era in fondo i1 loro unico vero sport; sciamare tumultuosamente lungo i corridoi la loro unica avventura.

— Abbiamo perso SEN! — urlo THX a SRT. — Non ci trovera piu!

SRT grido di rimando: — E troppo tardi! Stiamo vicini!

Lottarono in mezzo alla fiumana e avanzarono verso la pareste di fianco del corridoio, centinai di metri piu sotto del punto da dove erano entrati. Pesto, ansimante e col mal di testa, THX si appiatti contro la parete di metallo. Era calda per il calore riflesso degli esseri umani. SRT gli fu accanto: era altrettanto stanco, mia meno spaventato.

Dopo alcuni minuti, THX allungo il collo per vedere dov’erano. Non c’erano segnali direzionali in giro, e le pietre miliari colorate gli sembravano strane.

Piu avanti di pochi metri, c’era l’entrata di un ascensore che saliva ai livelli superiori. THX accenno con la tenta da quella parte.

— Dove vuoi andare? grido SRT.

THX, senza rispondere, si diresse verso l’ascensore.

L’osservatore sedeva al suo posto e guardava i suoi cinquanta schermi. Nella cuffia, il solito ronzio:

— Rottura guarnizioni di tenuta. Frammenti di vuoto al ricettacolo quattro quattro quattro. Entrata su area sessantacinque. Mandare investigatore. Il soggetto sembra essere vittima di un suicidio.

— Due detenuti sono fuggiti: agglomerato R, Habot nove due. Mancano dalle ore tre, trentadue primi e sedici secondi. Uno uno tre otto, prefisso THX e cinque due quattro uno, prefisso SEN. Gia programmata operazione di recupero. Fatto budget. Fare rapporto al Controllore quando i criminali saranno stati presi.

— Abbiamo un incidente al centro dispersione moduli…

L’occhio allenato dell’osservatore si concentro su uno schermo in alto a destra. Mostrava l’interno della cella di un ascensore sotterraneo. I numeri che lampeggiavano sullo schermo mostravano che l’ascensore era diretto in su, dal livello commerciale al centro schedari del computer principale.

Trasferi l’immagine su uno dei quattro schermi centrali. Si, uno dei due uomini all’interno della cella non aveva la scheda di riconoscimento!

— Ho qui una violazione — disse nel suo microfono. — Cella ascensore sotterraneo zero otto quattro otto, diretta a livello quattro. Maschio di razza bianca senza distintivo. Infrazione.

— Controllare.

— Vedere registrazioni polizia su individuo senza distintivo.

L’osservatore tocco la tastiera. Subito, su uno schermo laterale, apparve la foto di THX, e sopra la registrazione.

Ma l’osservatore non riusciva a distinguere bene le immagini di THX e SRT nella cella. Erano estremamente deformate, non poteva dire che l’uomo in ascensore fosse lo stesso indicato dal. computer. Il computer poteva anche aver sbagliato.

Stringendosi nelle spalle mormoro: — Non sono io che devo decidere. Se il computer dice che e il criminale THX uno uno tre otto, e colpa del Controllo se si tratta di un errore.

Tocco sulla tastiera il bottone speciale che lo collegava col Controllore.

— Criminale uno uno tre otto, prefisso THX, identificato e localizzato.

THX e SRT uscirono dall’ascensore al livello quattro. Il corridoio era praticamente vuoto. Tranquillo. L’illuminazione era fioca e riposante.

Sulla parete opposta all’entrata dell’ascensore c’era un segnale illuminato: «Schedari Centrali del. Computer». Dall’altoparlante una piacevole voce di donna disse: — L’accesso agli Schedari Centrali del Computer e riservato soltanto al personale autorizzato. Se non avete il distintivo verde cinque quattro zero uno, per favore recatevi nell’area registrazione visitatori in fondo al corridoio, e fate richiesta per l’entrata agli Schedari. Grazie. L’Accesso agli…

— Non possiamo entrare — disse THX, fermandosi.

SRT tocco il suo lucido distintivo verde. — Cosa vuol dire che non possiamo entrare? Dove credi che andiamo noi attori di oloshow per i lavori che ci assegnano e per gli indici di gradimento personali?

— Ma io pero non posso entrare.

Con una gran strizzata d’occhio, SRT disse: — Abbi fiducia in me, amico.

Il nero si diresse verso il fondo del corridoio, dove c’erano due impressionanti porte di bronzo, solidamente chiuse. THX ando con lui, standogli a fianco.

— Perche fai questo per me? Perche hai fiducia in me? Io sono un prigioniero. Potrei essere un assassino…

SRT ghigno. — Io avevo fame e tu mi hai dato un po’ del tuo cibo.

— Ma il cibo era di SEN. E stato lui a dartelo.

— Si, mia non aveva intenzione di darmelo. Me l’ha dato solo perche glielo hai detto tu. E poi lo so che non sei un assassino. Non ti avrebbero messo in prigione. Ti avrebbero distrutto, o messo a lavorare per lo Stato.

THX lo guardo fisso.

Arrivarono alle porte di metallo luccicante su cui erano impresse le parole «Schedari Centrali del Computer». Le lettere erano scolpite. Sopra le porte era inciso il motto del Centro Computer: «Pensa».

A sinistra di queste porte ce n’era una piu piccola, di plastica, con la targa: «Registrazione visitatori».

SRT la apri e guardo prudentemente dentro. THX, che sbirciava da dietro le spalle di SRT, riusci a scorgere una piccola anticamera. In una parete c’era l’occhio di un’unica olocamera, con sotto la griglia dell’altoparlante. A fianco della lente brillava una piccolissima luce rossa, a indicare che l’olocamera era in funzione. Non c’era nessuno nell’anticamera, ma dall’altoparlante in alto si sentiva una specie di conferenza sull’econometrica:

— Oltre a questo c’e il fatto che le concezioni didattiche stabiliscono sempre conclusioni che permettono a quelli di opinione opposta di costruirsi una linea di resistenza. Considerate tutte queste cose, un giudice equanime concluderebbe…

THX escluse automaticamente la voce quasi ipnotica della donna dalla propria coscienza.

Sorpreso nel vedere che l’anticamera era vuota, disse a SRT: — Dove sono le persone?

Il nero ghigno. — Non c’e quasi mai nessuno da queste parti. Il computer fa tutto da solo. Ho la sensazione che non gli «piaccia» avere gente intorno che lo scoccia.

— Ma non e possibile lasciarlo completamente solo, vero?

— Tutto sommato credo di si. Oh, ci sono osservatori che guardano tutto, ma il computer funziona da solo. Niente gente qui. Solo visitatori una volta ogni tanto, come noi.

— Gli osservatori…

SRT annui e disse: — Adesso quando entriamo mantieni la calma, stai fermo e fa’ quello che ti dico io. Voglio farti passare in barba all’osservatore.

Apri di piu la porta ed entro silenziosamente nell’anticamera. THX ‘lo segui. SRT si porto l’indice alle labbra per indicare a THX di stare zitto e nello stesso tempo, prendendolo per il gomito con l’altra mano, gli indico di stare incollato alla porta chiusa, in modo da essere fuori dal raggio d’osservazione dell’olocamera.

SRT si piazzo ben davanti all’olocamera.

— Si? — disse la voce. — Cosa c’e?

SRT tenne il distintivo molto vicino alla lente e, affrettandosi a oltrepassare l’olocamera, disse: — SRT cinque cinque cinque cinque, permesso di visita due otto nove due.

La voce dell’osservatore non fece nessun commento. Soffocando una risata, SRT lancio il distintivo a THX, stando attento che la traiettoria fosse al di fuori del raggio visivo dell’olocamera. THX ‘lo prese e lo tenne in modo che le dita coprissero parzialmente il nome che c’era scritto su, poi imito quel che aveva fatto il nero.

— SDS cinque uno cinque tre, permesso due otto otto sei — disse, passando in gran fretta e cosi vicino alla lente da sfiorarla.

— Visto? — disse SRT riprendendo indietro il suo distintivo. — Ce l’abbiamo fatta senza nessuna fatica.

THX gli sorrise. Entrarono attraverso le porte di plastiglas nell’ufficio registrazione e poi nella sala principale

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