feste venusiane di solito si scatenano dopo che noi ce ne andiamo, ma nessuno insiste mai per farci restare. Le feste all’ambasciata sono strettamente diplomatiche: non si discute di niente di importante, e di sicuro non ci si diverte.

Ma qualche volta le cose vanno diversamente. Il mio primo giro di ballo lo feci con una tipa giovane ed esile del Dipartimento Affari Extraplanetari. Era bianca come un lenzuolo, naturalmente, ma non stonava con i capelli biondo platino. Se non fossi stato cosi risentito per Mitzi, avrebbe anche potuto piacermi. Ma lei rovino tutto lo stesso. — Signor Tarb — disse subito, — pensate che sia giusto obbligare i minatori di Hyperion ad ascoltare i vostri sproloqui pubblicitari?

Be’, era molto giovane. I suoi superiori non avrebbero mai detto una cosa del genere. Il guaio era che c’erano i miei superiori nei dintorni, e la conversazione comincio a peggiorare. Perche le astronavi da guerra terrestri ogni tanto si mettevano in orbita attorno a Venere senza spiegare la loro missione? E perche avevamo rifiutato ai Venusiani il permesso di mandare una missione «scientifica» su Marte? E… tutto il resto era piu o meno sullo stesso tono. Le diedi tutte le giuste risposte difensive, ma lei parlava a voce piuttosto alta, e la gente cominciava a guardarci. Hay Lopez era uno di questi; era insieme alla Capo Stazione, e si scambiavano certe occhiate che non mi piacquero. Quando finalmente il ballo fini, mi diressi con sollievo verso il bar.

L’unico posto libero era vicino a Pavel Borkmann, capo di qualche settore dell’Industria Pesante venusiana. L’avevo gia incontrato, e potevo sperare in dieci minuti di innocue chiacchiere sul nuovo sbarramento di tubi di Hilsch nell’Anti-Oasi, o suoi progressi della nuova fabbrica di razzi. Ma non funziono: anche lui aveva sentito qualche brano della mia conversazione con quella degli Affari Extraplanetari. — Non dovreste mettervi a discutere con chi e piu grosso di voi — disse sogghignando, riferendosi contemporaneamente alla mia ex partner e alle ferite che mi ero guadagnato finendo addosso al tram. Se avessi avuto un po’ di buon senso, avrei scelto il significato meno pericoloso, e gli avrei raccontato tutto dell’incidente. Ma ero teso, e scelsi la strada sbagliata. — Faceva discorsi campati in aria — mi lamentai, facendo segno che mi portassero un liquore di cui certamente non avevo bisogno.

Ma a quanto pareva anche Borkmann aveva bevuto un bicchiere di troppo, perche si lancio lungo una strada piena di trappole. — Oh, non so — disse. — Dovete capire che noi liberi Venusiani abbiamo molte obiezioni morali ad obbligare la gente a comprare delle cose… specialmente con il fucile puntato alla gola.

— Non c’e nessun fucile su Hyperion, Borkmann! Lo sapete.

— Non ancora — ammise, — ma non ci sono stati dei casi del genere, proprio sul vostro pianeta?

Mi misi a ridere, con commiserazione. — State parlando degli aborigeni, immagino.

— Sto parlando degli ultimi lembi di Terra non ancora corrotti dalla pubblicita, si.

Be’, cominciavo ad arrabbiarmi. — Borkmann — dissi, — lo sapete benissimo che non e vero. Abbiamo delle forze di pace, naturalmente. Immagino che alcuni siano armati di fucili, ma sono per protezione. Ho fatto anch’io l’addestramento militare, mentre ero all’universita; so di cosa sto parlando. Non vengono mai impiegati in azioni offensive, solo per mantenere l’ordine. Dovete capire che anche fra i popoli il primitivi ci sono un sacco di individui che desiderano i benefici della societa di mercato. Naturalmente i vecchi retrogradi resistono. Ma quando gli elementi migliori ci chiedono il loro aiuto, noi gliel’offriamo.

— Gia, mandando l’esercito.

— Mandiamo squadre di pubblicitari — lo corressi. — Non c’e costrizione. Non c’e violenza.

— E non c’e speranza — disse facendomi il verso. — L’hanno scoperto nella Nuova Guinea.

— E vero che le cose sono degenerate nella Nuova Guinea — ammisi. — Ma in realta…

— In realta — disse lui sbattendo giu il bicchiere, — adesso devo andare, Tarb. Piacere di avervi visto. — E mi lascio li furente. Ma come, non era successo proprio niente di terribile in Nuova Guinea! C’erano stati meno di mille morti in tutto. E adesso l’isola faceva fermamente parte del mondo moderno… Avevamo perfino una succursale dell’Agenzia a Papua! Trangugiai il liquore in un sorso solo, e mi voltai… e quasi andai a sbattere contro Hay Lopez, che mi guardava sogghignando. La Capo Stazione si stava allontanando, guardandomi da sopra la spalla. La vidi raggiungere ambasciatore, e mormorargli qualcosa all’orecchio, senza smettere di guardarmi, e mi resi conto che quella si stava rivelando una giornataccia nera. Dal momento che me ne stavo tornando a casa, quelli dell’ambasciata non potevano crearmi grane, ma decisi comunque di comportarmi da buon diplomatico per il resto della serata.

Ma neanche questo funziono. Sfortuna volle che la seconda partner che mi tocco fosse Berta la Porcona, la Terrestre rinnegata. Avrei dovuto tagliare la corda. Ma avevo ancora le idee confuse, immagino. Mi voltai, e me la trovai di fronte, con l’alito che sapeva di liquore, flaccida e grassa, un’acconciatura enorme che doveva servire a farla sembrare piu alta. — E il mio ballo, vero Tenny? — disse ridacchiando.

Mentii con galanteria: — Non vedevo l’ora! — L’unica cosa buona di Berta la Porcona e che, anche coi tacchi alti e l’acconciatura a baldacchino, non riesce a dominarti, come le Venusiane. E l’unica cosa che si possa dire a suo favore. I convertiti sono sempre i peggiori, e Berta, che adesso e vice-direttrice del sistema bibliotecario di Venere, era un tempo Vice-Presidente Anziana del Settore Ricerche dell’Agenzia Taunton, Gatchweiler e Schocken! Aveva abbandonato tutto per emigrare su Venere, e adesso si sente in obbligo di provare, con ogni parola che dice, di essere piu Venusiana dei Venusiani. — Bene, signor Tennison Tarb — disse appoggiandosi al mio braccio e osservando il mio occhio pesto, — pare che qualche marito sia tornato prima del previsto.

Solo una battuta innocente? Neanche per sogno! Le battute di Berta la Porcona sono sempre cattive. Ti saluta con un «Quante bugie avete inventato oggi?», e se ne va con: «Be’, non voglio farvi perder tempo: con tutti quei cioccolatini avvelenati che dovete vendere ai bambini…». A noi non e permesso dire cose del genere. Per essere onesti, la maggior parte dei cittadini venusiani non lo fa, ma Berta e il peggior concentrato di due mondi. La nostra politica ufficiale nei confronti di erta e sorridere e non dire niente. E quello che avevo fatto anch’io per tutti quegli anni, ma il troppo e troppo. Dissi…

Be’, non posso giustificare quello che dissi. Per capirlo, dovete sapere che il marito di Berta, quello per il quale lei aveva piantato lavoro e carriera, faceva il pilota sulla rotta Kathy-Discovery, e aveva perso parte della gamba destra, e qualche parte adiacente non specificata, in un incidente, l’anno dopo che si erano sposati. E l’unica cosa su cui sia sensibile. Cosi le rivolsi un dolcissimo sorriso, e dissi: — Volevo solo dare una mano a Carlos, ma ho sbagliato casa.

Non era una battuta molto divertente. Berta non cerco neanche di rispondermi con un’altra. Spalanco la bocca. Si libero dalle mie braccia, rimase immobile un istante in mezzo alla pista da ballo, e grido con tutto il fiato che aveva in gola: — Bastardo! — C’erano lacrime nei suoi occhi… di rabbia, suppongo.

Non ebbi la possibilita di studiare le sue reazioni. Un paio di braccia si chiusero come una morsa attorno alle mie spalle, e la Capo Stazione in persona disse gentilmente: — Posso rubarti Tenny un momento, Berta? Ci sono ancora alcune cosine da sistemare… — Una volta nel corridoio mi squadro fissandomi negli occhi. — Imbecille! — sibilo. Spruzzi di saliva, come veleno di serpente, mi bruciarono le guance.

Cercai di difendermi. — E stata lei a cominciare! Ha detto…

— Ho sentito quello che ha detto, e tutti quanti hanno sentito quello che hai detto tu! Cristo, Tarb! — Mi aveva lasciato andare le spalle, e adesso aveva l’aria di volermi stringere la gola, invece.

Arretrai. — Pam, lo so di aver sbagliato, ma sono un po’ scosso. Non dimenticarti che hanno cercato di farmi fuori oggi!

— E stato un incidente. L’ambasciata l’ha ufficialmente dichiarato un incidente. Cerca di ricordartelo. E assurdo pensare altrimenti. Perche qualcuno avrebbe voluto ucciderti, quando stai per tornare a casa?

— Non me. Mitzi. Forse qualcuno fra le spie che ha reclutato ha fatto il doppio gioco, e adesso loro sanno quello che lei fa.

— Tarb. — Non c’era veleno nella sua voce questa volta, e neppure rabbia. Era solo un gelido avvertimento. Si guardo intorno, per essere sicura che non ci fosse nessuno. Naturalmente non avrei dovuto dire una cosa del genere mentre c’erano dei Venusiani nell’edificio… era la regola Numero Uno. Feci per dire qualcosa, e lei alzo una mano. — Mitsi Ku non e morta — disse. — L’hanno operata. Sono andata io stesso a trovarla in ospedale. Non aveva ripreso conoscenza, ma la prognosi e buona. Se la volevano morta, avrebbero potuto farlo nella sala operatoria, e noi non l’avremmo mai saputo. Non l’hanno fatto.

— Pero…

— Tornatene a letto, Tarb. Le tue ferite sono piu gravi di quanto pensassimo. — Non mi lascio il tempo di replicare. Fece un segno verso le camere private. — Subito. Io devo tornare dagli ospiti… ma prima mi fermo in

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