A quel punto fu anche evidente che l’Anziano non gradiva affatto che loro avessero incontrato Teseo. Si scuso e si porto accanto a uno schermo per le comunicazioni.

— Voi due non dovreste trovarvi qui — disse Teseo con tono asciutto.

— E perche no?

— Perche questi sono gli ordini, ecco perche!

— Questo non e un buon motivo — ribatte Obie con testardaggine. — Ci hanno solo ordinato di rimanere nella nostra sezione, tutto qui. Poi ci hanno ordinato di uscire per andare da qualche parte, e nessuno ha mai detto che non potevamo farci un giro. Tu piuttosto, che cosa ci fai qui?

— Sono venuto per prendere delle cose — rispose Teseo. — Ma ti assicuro che dovrai mandare giu la tua stessa saliva se ti trovano qui.

— E perche mai? Quale grande segreto ci sarebbe qui?

— Non e permesso parlarne — ribatte Teseo seccamente. I due si fissarono in cagnesco, a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro.

Lisandro sapeva bene che non era mai il caso di mettersi in mezzo fra due hakh’hli che stavano per affrontarsi fisicamente, solo che in questo caso si trattava di suoi amici. Obie almeno era certamente suo amico, su questo non aveva dubbi, e in quanto a Teseo era stato quantomeno un suo compagno, prima che il loro gruppo venisse separato dagli altri. Apri la bocca per tentare di farli ragionare.

Ma non fu necessario. Lo scontro venne fermato sul nascere da una voce gracchiante che proveniva dallo schermo. — John William Washington! HoCeth’ik ti’Koli-kak! — Si trattava della voce di MyThara, e il solo fatto che si fosse rivolta a loro chiamandoli con i loro nomi formali lasciava intendere in che tipo di guai si fossero cacciati. Sandy rivolse un’occhiata di fuoco all’Anziano che aveva fatto la spia, ma non ebbe il tempo per dire alcunche. — Quando l’Anziano ha chiamato non ho voluto crederci, ma invece e proprio vero! — continuo MyThara. — Vi trovate in un luogo dove non dovrefte affolutamente effere! Lifandro, fatti trovare immediatamente nella voftra fezione dormitorio! E in quanto a te, Oberon, torna immediatamente alla fala del fimulatore con i tuoi compagni!

Quando MyThara giunse alla sezione dormitorio della coorte, (vi arrivo ben dopo Lisandro, poiche zoppicava ancora vistosamente) trovo Sandy nel suo angolo di studio che osservava la fotografia di sua madre. Ma non si trattava solo di un semplice stratagemma da parte di Sandy per impietosirla. Quando si trovava in una situazione problematica, infatti, Lisandro provava sempre un certo conforto nel guardare l’unico ricordo che avesse della donna che gli aveva dato la vita. Tuttavia, vi era anche una parte di malizia in quel suo gesto, poiche aveva imparato ormai da molto tempo che l’ira di MyThara per qualsiasi tipo di trasgressione da parte sua poteva essere notevolmente placata se riusciva a farla impietosire almeno un poco.

— Non ferve a nulla, Lifandro — esordi MyThara severamente. — Oggi fei ftato molto cattivo!

— Lo so, MyThara — rispose Sandy in tono pentito. — MyThara? — aggiunse pero subito dopo. — Perche ho solo questa fotografia di mia madre?

La tutrice gli rivolse un sibilo di rimprovero, ma Sandy si rese subito conto che aveva abboccato al suo amo. — I coftumi degli hakh’hli non prevedono che le perfone fi tengano fotografie di altre perfone morte — gli ricordo.

— Ma io non sono un hakh’hli!

— Certo che no — disse MyThara comprensiva piu che irata. — Infomma, non abbiamo potuto fare di meglio. L’abbiamo trovata nel “portafoglio” di tuo padre. E molto fomigliante, fai?

— Perche, tu hai avuto modo di vederla? — domando subito Sandy con curiosita.

— Ma certo — rispose MyThara in tono cordiale. — Era molto bella. Per un terreftre, naturalmente. Credo che tu le affomigli abbaftanza.

Sandy le rivolse un’occhiata carica di scetticismo. — Che cosa intendi dire? Lei e cosi magra, mentre io sono grasso!

— Tu non fei graffo, Lifandro. E folo mufcolo.

— Ma guarda la differenza che c’e fra me e lei!

— Certo che vi e una differenza. La differenza e che tu fei cresciuto qui fulla noftra nave, e la gravita terreftre corrisponde a foli otto dodicesimi della noftra. Fe tua madre foffe crefiuta anche lei fulla nave, farebbe ftata fenz’altro molto piu groffa.

— Certo — disse Sandy assumendo un’aria seria. — Capisco perfettamente, ma…

A quel punto MyThara perse la pazienza. — Fandy! — sbotto. — Non credere che non mi fia refa conto di cio che ftai tentando di fare!

— Scusami? — domando Sandy lanciandole uno sguardo innocente.

La vecchia tutrice arriccio il naso, dispiaciuta. Sembrava stanca e delusa. — Oh, Lifandro — disse con voce triste. — Come hai potuto?

— Mi chiamo Lisandro — ribatte Sandy, solo per ferire i sentimenti di MyThara.

— Fcuvami — disse MyThara con rabbia, sforzandosi per far uscire il suono giusto. — Voglio dire, scusami. Sono piuttosto stanca, caro Lisandro, ma sono anche molto delusa. Posso raccontarti una ft… una storia?

— Non vedo proprio come potrei impedirtelo — rispose Sandy.

MyThara gli rivolse uno sguardo triste, ma comincio comunque la sua storia. — Una volta, tanto tempo fa, quando avevo ancora solo meta coda, fuggi una regina di ape-falco. Quefta regina riuffi a nafconderfi fra le pareti e a deporre le fue uova, e cofi fece un fuo nido nella nave del quale neffuno fapeva nulla. — Stava nuovamente iniziando a sbagliare la esse, ma Sandy non ebbe il cuore di farglielo notare. — Pofo anche un uovo di regina, e quando quefto fi fchiuse la nuova regina volo via e fece naffere un altro nido, fempre all’infaputa di tutti. Neffuno fapeva niente di quefti nidi, ma tutti ftavano inifiando a lamentarfi per la prefenza di tutte quelle api. Da dove vengono tutte quefte api-falco? fi chiedevano. E come fanno a fopravvivere, vifto che non ci fono infetti qui?

Si concesse una pausa, assumendo un’espressione particolarmente intensa.

— Poi, un bel giorno, il pilota della nave voleva fare una correzione di rotta. Inferi il comando nell’apparecchiatura di controllo centrale… e quefta non rifpose! La nave non cambio rotta!

— Caspita — commento Lisandro.

La tutrice agito la lingua con fare solenne. — Cafpita veramente — disse. — Naturalmente, a quel punto e entrato in azione il fiftema aufiliario, e il cambiamento di rotta e ftato comunque effettuato. Ma quando i tecnici fono andati a controllare l’apparecchiatura centrale, hanno fcoperto che vi era dentro un nido di api-falco! Il nido aveva caufato un corto circuito. A quel punto, Fandy, non ti immagini neanche quanto abbiamo dovuto faticare, per diverfi dodigiorni, a controllare ogni palmo dei condotti di ventilazione, oltre a tutti i paffaggi! Fummo coftretti a lavorare tutti quanti per un dodicesimo in piu ogni giorno finche non abbiamo ripulito tutto ed eliminato anche l’ultimo dei nidi delle api-falco. Capifci la morale di quefta ftoria?

— Certo — disse Sandy prontamente. — O forse no. Non esattamente. Qual e?

Prima di parlare, MyThara tocco il braccio di Sandy con la punta della lingua. — La morale — disse — e che anche le cofe buone poffono danneggiare fe vengono fatte in fegreto. Capisci che cofa intendo?

— Certo — disse Lisandro, sicuro del fatto che glielo avrebbe comunque spiegato.

— Certo che lo fai — sottolineo la tutrice. — La morale e che non devi mai nafcondere un fegreto ai tuoi fuperiori.

Sandy riflette per un attimo su quest’ultima frase. — Loro pero nascondono dei segreti a noi — obietto. — Non ci hanno mai detto per quale motivo non possiamo piu vedere Teseo e gli altri.

— Ma e molto diverfo, non trovi, Lifandro? Voi non avete bifogno di fapere certe cofe. Adeffo almeno non ne avete bifogno, e fe un giorno ne avrete bifogno vi verra fenz’altro detto. Gli Anziani invece devono fapere tutto, perche alla fine fono loro quelli che devono prendere le decifioni. Non e forfe vero, Lifandro?

— Certo — rispose Lisandro. — Io non prendo mai nessuna decisione. — Tuttavia, non gli sarebbe poi dispiaciuto prenderne qualcuna, almeno ogni tanto.

— Bene — disse infine MyThara. — Allora, quando io non ci faro piu, fpero che ti ricorderai cio che ti ho infegnato.

— Certo che ricordero — replico lui, poi si rese improvvisamente conto di quanto gli era stato appena detto. Le rivolse uno sguardo a meta fra l’arrabbiato e l’allarmato. — Che cosa intendi quando dici che non ci sarai piu? — le domando con tono serio.

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