terrestri.

Polly assunse un’espressione allarmata. — Oh, Chin-Tekki-tho! Non vorrai mica dire che hai intenzione di dare ai maschi qualcosa per evitare che entrino nel loro periodo di fertilita?

— No, no, nulla del genere — disse il tutore incrociando le zampe con fare affabile. — Anzi, sara esattamente il contrario. I Grandi Anziani hanno deciso di accelerare il processo e di fare entrare i maschi nel loro periodo subito, cosi non vi saranno problemi in seguito. In questo modo, trascorreranno almeno sei o dodici dodigiorni prima che il problema si ripresenti.

— Davvero? — esclamo Chiappa. — Vuoi dire che avremo la possibilita di farlo adesso?

L’intera coorte inizio subito a gioire, ma Polly interruppe i festeggiamenti con una considerazione. — Ma Obie e appena uscito dal suo periodo!

— Certo — assenti ChinTekki-tho. — Naturalmente, lui sara esentato dal farlo di nuovo. Probabilmente fornirebbe a una di voi un numero ridotto di cellule spermatiche, e immagino che nessuna di voi voglia deporre uova sterili. Oberon sara esentato per oggi.

Obie assunse un’espressione abbattuta, ma neanche le femmine del gruppo parvero particolarmente felici di quest’ultima informazione. — Ma allora ci saranno solo due maschi, e noi siamo tre… — protesto Tania con apprensione.

— Abbiamo pensato anche a questo — disse il Tutore Primario con tono indulgente. — La soluzione e che anche io accettero una puntura assieme a voi, cosi non manchera il terzo maschio.

— E io? — domando Obie fra le grida di esultanza delle femmine.

— Naturalmente, tu e Lisandro vi dedicherete al vostro normale turno di lavoro. Lisandro, ti faccio presente che quando una persona si sente abbattuta per qualsiasi motivo, il lavoro con gli animali puo risultare molto consolante. Quando ero un cheth, provavo un grande conforto nell’occuparmi delle bestie.

Se il Laboratorio di Genetica era un luogo pieno di strani odori, le stalle degli hoo’hik erano qualcosa di realmente disgustoso. Sandy non provo alcun tipo di conforto recandovisi. Tanto piu che per arrivare alle stalle bisognava per forza passare attraverso le vasche coperte piene di quegli esseri schifosi, copulanti e divoranti che erano i titch’hik, e questo per Sandy non solo non era confortante, ma era addirittura quasi insostenibile. (Che cosa stavano divorando in quel momento? O meglio, chi? E che cosa avrebbero divorato da li a pochi giorni?) Sandy alzo lo sguardo, e in quel momento vide una squadra di operai hakh’hli che calava rispettosamente il cadavere di qualche loro compagno in una delle vasche.

Sandy rabbrividi. L’unica cosa confortante era che almeno quel giorno lui e Obie non erano costretti a lavorare con le ossa o con i titch’hik. Non erano nemmeno costretti a imbrattarsi tutti nelle stalle degli hoo’hik; quattro femmine di quei placidi animali avevano figliato proprio negli scorsi giorni, e il compito assegnato alla sua coorte per quel turno di lavoro consisteva solamente nel siringare il midollo spinale dei cuccioli appena nati.

— Tu — disse la mandriana rivolgendosi a Lisandro con un sorriso — va’ a prendere i cuccioli. No, non ti preoccupare — aggiunse con gentilezza. — Le madri non ti faranno niente. Basta che lasci che ti annusino.

Da’ loro qualche carezza magari, e non farle innervosire. Poi portami qui i cuccioli uno per volta.

Lisandro scruto all’interno della stalla piu prossima. Si era gia occupato di quel compito in passato, ma non si sentiva ancora del tutto sicuro di cio che lui doveva fare.

La femmina hoo’hik non mostro alcun timore quando lo vide entrare nella stalla, limitandosi a rivolgergli uno sguardo incuriosito mentre stringeva a se con fare protettivo due dei suoi cuccioli con le zampe anteriori. I due succhiavano dalle mammelle con estremo vigore.

— Non metterci un dodicesimo di giorno intero — disse la mandriana con tono irritato.

— Quale prendo per primo? — domando Lisandro.

— Uno qualunque! E sbrigati, per favore. Ne abbiamo 40 da fare, e poi c’e l’allattamento…

Lisandro inspiro profondamente e infilo una mano sotto il petto della femmina hoo’hik, dove si agitavano ciecamente una mezza dozzina di cuccioli in attesa del loro turno. Ne prese uno a caso, un cosino miagolante delle dimensioni della sua testa che si agitava emettendo preoccupati guaiti fra le sue mani. Trasporto l’animaletto dalla mandriana. — Giralo — ordino questa mentre prendeva in mano una siringa con un lungo ago. Il manico della siringa era anatomico, e sopra il manico vi erano un quadrante e un pulsante. La mandriana controllo il quadrante, quindi attese pazientemente che Lisandro immobilizzasse la piccola bestia. A quel punto afferro la testa dell’animale con una mano, tenendola con forza ma senza stringere troppo, e cerco con l’ago il punto giusto alla base del cranio, proprio dove iniziava il collo.

— Avete visto il film terrestre che hanno proiettato ieri sera? — domando, chiacchierando mentre continuava a lavorare. Sandy scosse il capo, sperando che la mandriana la facesse finita alla svelta. — Si chiamava Quell’ultimo ponte, e parlava di persone in guerra e non in pace. Oh, Lisandro, mi raccomando, sii molto cauto quando vai su quel pianeta…

La mandriana emise un grugnito di soddisfazione. — Ecco fatto — disse. Quando premette finalmente il pulsante della siringa, si udi un bip quasi impercettibile. Il cucciolo si irrigidi tutto emettendo un piccolo guaito, poi si rilasso.

— Va’ a prenderne un altro ora — ordino la mandriana.

Lisandro era di pessimo umore, e il fatto che Obie, che si alternava con lui a prendere i cuccioli, fosse a sua volta depresso non aiutava di certo a migliorare il suo stato d’animo. Naturalmente, i due avevano motivi completamente diversi per essere abbattuti. Obie non faceva altro che pensare a quanto stava avvenendo in quel momento nella loro sezione dormitorio, mentre Lisandro non faceva altro che pensare a MyThara-tok.

Malgrado cio, Lisandro non pote fare a meno di trovare molto carini i cuccioli, che fra l’altro non sembravano soffrire assolutamente delle iniezioni praticate nel loro midollo spinale dalla mandriana. Quando li riportava dalla madre dopo l’iniezione, erano molto affettuosi con lui, e venivano accettati apparentemente di buon grado dalla stessa madre. Questi hoo’hik in particolare, noto Sandy, erano decisamente piu piccoli e chiari di manto rispetto agli altri hoo’hik con i quali aveva avuto modo di lavorare in passato. Quelli del Laboratorio di Genetica si preoccupavano sempre di cambiare un poco la stirpe, introducendo variazioni di sapore e di consistenza della carne in continuazione, ma le bestie mantenevano sempre il loro atteggiamento fiducioso e sottomesso, fino al giorno in cui arrivavano a leccare le dita dei loro stessi carnefici.

Persino Obie sembrava incantato dai cuccioli. Mentre ne riportava uno da sua madre, gli infilo un pollice in bocca ed emise una risatina quando questi prese a succhiarlo con convinzione. Quando ebbero finito con i 40 cuccioli, era gia passato il primo dodicesimo di giorno. Quando Sandy si uni a Obie per il latte con biscotti, il suo compagno di coorte stava lacrimando per la felicita, canticchiando con l’onnipresente musica, i suoi guai completamente dimenticati.

Lisandro invece era ancora piuttosto preoccupato, tanto che rifiuto i wafer che gli vennero offerti. — Mangia, Sandy — gli disse Obie con gentilezza. — Non sarai ancora triste per MyThara?

— No, e solo che non ho fame.

— Non e vero, sei ancora triste — diagnostico Obie. — E dire che il nostro Tutore Primario ti ha spiegato tutto stamattina.

— Lo so.

Obie annui in silenzio, ascoltando con aria assente la musica di sottofondo. Si trattava di musica hakh’hli, decisamente diversa dai motivi terrestri diffusi nel loro settore. La musica terrestre era ritmica e ballabile; che si trattasse di un valzer, di una polka o di una marcia, era sempre musica legata a dei precisi movimenti dei piedi. Gli hakh’hli invece non avevano nulla di simile ai piedi umani, e quindi la loro musica era completamente diversa, proprio per una questione anatomica. A quel punto a Obie venne di nuovo in mente il motivo della sua precedente afflizione. — E in ogni modo, come credi che mi senta io? — sbotto improvvisamente. — Nella nostra sezione dormitorio sono tutti occupati con la loro anfilassi, e io invece sono qui con te in questo buco!

— Tu l’hai fatta ieri — osservo Sandy. — Ah, scusami se sono cosi, Obie. E solo che non mi piace molto questo lavoro di siringare il midollo dei cuccioli.

— Perche, cosa c’e che non va? Tanto piu che lo hai gia fatto altre volte.

— Non mi e piaciuto molto nemmeno allora — confesso Lisandro.

— Ma dobbiamo siringarli — disse Obie con tono ragionevole. — E per il loro bene, lo sai no? Cosi non diventano troppo furbi.

Lisandro sbatte le palpebre. — Cosa intendi con “troppo furbi”?

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