Per sua sfortuna, Obie si comporto piu o meno come aveva previsto Polly. Quando usci dal simulatore di volo, si stava trascinando mestamente dietro la coda. — Molto male e niente affatto bene — sentenzio l’istruttore. — Hai distrutto la nave. Non hai affatto onorato la tua coorte. — Cosi, mentre Chiappa, che era il prossimo a provare, si accomodava sul sedile ancora caldo e sistemava le cinture di sicurezza, Obie dovette rimanere in silenzio a sorbirsi una lunga predica sul modo in cui aveva trascurato di dispiegare i deflettori, sull’errore di calcolo che aveva compiuto nello stabilire l’angolazione di approccio sul polo terrestre, e infine sull’eccessiva velocita di decelerazione che aveva tenuto nel corso dell’atterraggio.
Non appena la predica fu terminata, Obie si avvicino a Sandy. — Andiamocene di qui — borbotto in tono cupo.
Sandy non aveva nulla in contrario. — Dove andiamo? — domando.
— Da qualunque parte — rispose Obie ancora piuttosto abbattuto. — Senti, ormai siamo fuori dalla nostra sezione, giusto?
— Certo che lo siamo.
— Allora perche non ne approfittiamo? Dato che siamo fuori, potremmo dare un’occhiata in giro.
— Dare un’occhiata dove? — domando Sandy eccitato e gia completamente convinto.
— In qualunque posto in cui non siamo stati ultimamente — disse Obie, intendendo chiaramente qualsiasi luogo al quale fosse loro negato l’accesso.
— Non so se possiamo farlo — fece notare Sandy pensieroso. Non si trattava di un’obiezione, ma semplicemente di un modo per mettere in evidenza i fatti, e Obie lo prese come tale. Non rispose nemmeno, limitandosi a fare strada fuori dalla sala del simulatore. Una volta nel corridoio, i due si fermarono per guardarsi attorno.
— Potremmo andare a dare un’occhiata alle cose che stanno costruendo per farcele portare sulla Terra — propose Sandy.
— No, aspetta un attimo! — esclamo Obie. — Magari possiamo anche andare li piu tardi, ma prima voglio vedere se hanno prodotto qualche nuovo essere strano nel Laboratorio di Genetica! Andiamo!
Non si trattava esattamente di cio che Sandy aveva avuto in mente. Il Laboratorio di Genetica era un luogo pieno di alambicchi e puzze strane, e di solito lui non ci andava mai. Tuttavia, mentre tentava di spiegarlo a Obie erano ormai sulla strada, e comunque fosse Obie stentava a capire le sue ragioni. — Non ho capito bene perche non ti piace quel posto, Sandy — disse.
— Te l’ho appena detto — ribatte Sandy. — C’e mia madre li dentro.
— Oh, Sandy — lo rimprovero Obie contraendo i pollici in un gesto di disaccordo. — Non si tratta veramente di tua madre, e questa cosa la sai benissimo anche tu.
In effetti, Sandy lo sapeva. Gli hakh’hli non avevano fatto altro che prendere dal cadavere di sua madre qualche microorganismo e qualche campione di cellula, e in effetti anche se questi erano ancora in vita sotto forma di colture, si trattava semplicemente di scienza.
Tuttavia, Sandy non riusciva a vedere la cosa in modo tanto distaccato. Per lui non si trattava affatto di semplici colture, bensi di sua
— Davvero, Sandy — continuo Obie. — I campioni che ci sono li dentro non sono
Sandy trasali. Il pensiero che il corpo di sua madre fosse stato divorato gli dava ancora piu fastidio dell’idea che alcune sue parti fossero state conservate. Non erano tanto i metodi di “sepoltura” degli hakh’hli che lo disturbavano. Fin dalla piu tenera eta, era sempre stato consapevole del fatto che il destino finale di tutti gli esseri viventi della nave era quello di essere gettati nelle vasche di quelle bestie, per certi versi simili alle stelle marine della Terra, chiamate titch’hik. I titch’hik erano in grado di consumare rapidamente qualsiasi tipo di carne, lasciando solo le ossa, e quando erano cresciuti a sufficienza venivano dati in pasto a loro volta agli animali da macello, gli hoo’hik, per i quali rappresentavano un’ottima fonte di proteine. In quanto alle ossa rimaste, queste venivano triturate e usate come sostanze nutritive per le piante commestibili e per fornire un ulteriore apporto di calcio alla dieta degli hoo’hik. Nulla veniva sprecato sulla grande nave. Tuttavia, quando si trattava di
Obie si fermo a meta della rampa a spirale che portava al livello del laboratorio. — Dici sul serio? — domando.
— Si. Dico sul serio.
— Ma e un atteggiamento sciocco! Nel caso che tu non lo sapessi, la dentro hanno anche un sacco di miei antenati.
— Non e possibile — ribatte Sandy con tono solenne — altrimenti tu non saresti nemmeno qui.
— Voglio dire, provenienti dalla stesso lotto di uova. E non ci sono dubbi sul fatto che la dentro ci siano figli miei, lo sai? Anche senza contare quelli fatti con la Quarta Grande Anziana — concluse con un impeto di orgoglio apparentemente casuale.
— Non e la stessa cosa.
— Si che e la stessa cosa — ribatte Obie irritato. — Allora, vieni con me o no?
Sandy scrollo le spalle e lo segui, sebbene fosse ancora riluttante. Tuttavia, venne risparmiato. Infatti, davanti alla porta del Laboratorio di Genetica incontrarono un Anziano, che disse loro con aria severa che innanzitutto non vi erano nuovi organismi interessanti prodotti dal laboratorio da vedere in quel momento, dato che il laboratorio stava preparandosi per studiare geneticamente le nuove creature della Terra, cosa che loro avrebbero dovuto gia sapere. Come avrebbero potuto produrre piante, hoo’hik o titch’hik piu strani del solito o piu efficienti in un simile momento? In secondo luogo, prosegui, non vi era proprio alcun motivo per il quale loro dovessero trovarsi li in quel momento.
I due batterono in ritirata in tutta fretta. — E va be’ — disse Obie con un sospiro. — Tanto tu non volevi andarci comunque. Ma lo so io dove andiamo! Andiamo a vedere che cosa stanno facendo per noi!
Nelle sale dei laboratori di produzione faceva molto caldo, e non solo perche si trovavano nella sezione che era stata lasciata riscaldare durante il passaggio in prossimita del Sole. Qui si producevano oggetti, e di conseguenza vi erano diversi forni e fornaci per produrli.
Sandy era letteralmente affascinato. Nella prima sala vi erano due vecchi hakh’hli che lavoravano a un miscelatore di plastiche, con il quale venivano prodotti tessuti di vari colori e spessori. — Questi sono per te — disse con orgoglio il piu anziano dei due. — Queste saranno calze, queste mutande, e questa e una “cravatta”. Ma se volete vedere qualcosa di realmente interessante, andate nella prossima sala.
La sala successiva era realmente interessante, come promesso, ma era ancora piu calda di quella in cui venivano prodotti i tessuti. Parte del calore proveniva da una fornace, dove un Anziano verificava il lavoro di due tecnici che stavano maneggiando con estrema cautela un crogiolo. Lo inclinarono lentamente, facendo cadere in un ampio recipiente una fila di piccole gocce arancioni luccicanti. Sandy non riusciva a vedere l’interno del recipiente, ma non appena caddero le prime gocce senti un violento sfrigolio.
Poi l’Anziano infilo una mano nel recipiente (Sandy sbatte le palpebre, ma evidentemente all’interno del largo cilindro doveva esserci dell’acqua, ancora fredda nonostante le gocce di liquido bollente che vi erano state versate) e ne tiro fuori un paio di sassolini irregolari di metallo giallastro. Se li passo da una mano all’altra emettendo un sibilo di fastidio per la loro temperatura, quindi ne porse uno a Sandy. — Oro — gli disse con orgoglio, usando parole inglesi. — E per te. Lo potrai fcambiare per comprare cofe.
— Si, per comprare — ripete Sandy annuendo con entusiasmo. Quante lezioni avevano dovuto sopportare sul “comprare”, lo “spendere” e il “pagare”! La pietruzza d’oro ustiono quasi la mano di Sandy, ma dato che si trattava di una cosa terrestre la tenne ugualmente, rimirandola con una certa riverenza.
— Secondo me comprare e una cosa molto sciocca — intervenne Obie mentre osservava a sua volta con curiosita una pietruzza di quel metallo giallo. Poi alzo lo sguardo, e il viso gli si illumino per la sorpresa. — Teseo! — esclamo. — Non mi aspettavo di vederti qui!
Evidentemente, nemmeno il giovane hakh’hli si era aspettato di incontrarli li. Teseo faceva parte delle tre o quattro dozzine di hakh’hli con i quali erano cresciuti, prima che venissero separati quando era stata decisa la composizione definitiva della Coorte Missione Terra.