compiere un atterraggio, ma quell’istruttore rimaneva comunque l’elemento piu competente che avessero gli hakh’hli per quanto riguardava il pilotaggio dei moduli di atterraggio. Non era mai stato autorizzato a permettere a Sandy di usare il simulatore, ma allo stesso tempo non gli era nemmeno mai stato ordinato di non lasciarglielo usare. Cosi, anche in questa occasione, dopo qualche moina, Sandy riusci a prendere posto nella capsula del simulatore prima di tutti gli altri.
Il “sedile di pilotaggio” del simulatore non era stato costruito per un’anatomia umana, e di conseguenza Sandy si era portato dietro alcuni cuscini per sistemarsi a modo suo sull’inginocchiatoio hakh’hli che si trovava davanti ai comandi. Nel giro di un quarto di dodicesimo di giorno, o meglio, nel giro di circa trenta minuti secondo il suo nuovo orologio da polso terrestre, Sandy riusci a portare a termine l’intera sequenza di volo, a partire dal “lancio” a repulsione magnetica con cui la navetta veniva sparata fuori dalla sua nicchia all’interno della grande nave interstellare, passando poi attraverso la correzione di rotta che l’avrebbe portata a sorvolare il Polo nord della Terra in una traiettoria discendente, schivando in seguito i vari relitti in orbita, sussultando per l’attrito all’entrata nell’atmosfera e giungendo infine a compiere un decente, o perlomeno non catastrofico, atterraggio su una piatta pianura ricoperta di neve circondata da alte montagne. Nel simulatore sembrava tutto vero. Quando la “navetta” si staccava dalla nave madre, si attivavano dei pistoni che facevano sussultare la capsula come se il lancio fosse realmente avvenuto. A quel punto gli schermi mostravano l’oscurita dello spazio, il pianeta verde sottostante e l’immagine della grande astronave che si allontanava sempre piu. Quando Sandy la faceva “virare”, gli stessi pistoni inclinavano la capsula in modo tale da fornire esattamente le stesse sensazioni fisiche che si provavano in una vera virata, grazie anche alle immagini delle stelle sugli schermi che sfrecciavano via di lato. I pistoni agivano anche per suggerire i terribili scossoni dell’ingresso nell’atmosfera terrestre, e facevano altrettanto in fase di atterraggio. Una sessione con il simulatore corrispondeva piu o meno a quello che poteva essere una buona partita di videogame terrestre per qualsiasi giovane adulto, solo che era molto meglio. Tuttavia, per Sandy non era sufficiente. Quando fu costretto a uscire per fare spazio al primo vero candidato al pilotaggio della sua coorte, era di pessimo umore. — Non capisco proprio perche io non possa pilotare la navetta — si lamento con Polly… scioccamente, poiche questa gli rifilo subito un forte pizzicotto.
— Perche sei troppo piccolo, e troppo maldestro, e anche troppo stupido! — gli disse. — Ma ora fatti da parte che devo entrare io.
Sandy le rivolse uno sguardo di odio mentre entrava nella capsula. Obie gli tocco la base del collo in un gesto di solidarieta. — Se fosse per me — disse — te la farei pilotare. — Sandy scrollo le spalle. Sapevano benissimo entrambi che l’unico momento in cui Obie avrebbe potuto sperare di influenzare in qualsiasi modo il resto della coorte era ormai passato, assieme al suo breve periodo di fertilita. — Be’ — aggiunse Obie in tono amichevole — vuoi fare qualcos’altro? Io sono l’ultimo a provare; dovro aspettare almeno un dodicesimo e mezzo prima che venga il mio turno.
— Fare che cosa? — domando Sandy.
— Potremmo vederci un film terrestre — propose Obie. — C’e un episodio di
— Niente da fare — ribatte Sandy con tono convinto. Non era assolutamente interessato a un film terrestre pieno di astronavi inesistenti; se doveva occupare il suo tempo libero guardando un film, doveva essere uno di quelli pieni di ragazze carine con abiti succinti. Oppure…
Si guardo attorno con aria pensierosa. Gli altri quattro in attesa avevano iniziato una partita al Gioco delle Domande (tutti i 53 stati degli Stati Uniti d’America, in ordine, da sinistra verso destra, a partire da Guam fino a Puerto Rico) ed era piu che evidente che non ci tenevano a far entrare anche Sandy e Obie nella partita. Nessuno sembrava interessato allo schermo per le comunicazioni. — Be’ — disse infine Sandy — a dir la verita ci sarebbe un film che non mi dispiacerebbe rivedere. Solo che non e un film terrestre. E hakh’hli.
Obie dovette faticare non poco per trovare i vecchi nastri richiesti da Lisandro, ma quando infine le immagini apparvero sullo schermo, anche gli altri membri della coorte rinunciarono subito al loro gioco per farsi attorno. Sandy non gradi in modo particolare quest’ultimo fatto. Cio che stavano per vedere era una sua faccenda personale, tanto che in altre occasioni aveva sempre guardato quel filmato in privato, senza nessuno attorno che potesse interferire nel suo personale e immancabile struggimento.
Si trattava della registrazione della scoperta dell’astronave terrestre alla deriva, avvenuta mezzo secolo prima. Il filmato iniziava mostrando il momento in cui l’oggetto era stato individuato, in orbita attorno al pianeta Marte. Poi le immagini della piccola nave crescevano gradatamente, man mano che l’enorme vascello hakh’hli si avvicinava per un’investigazione piu dettagliata.
Invece di lanciare una navetta di ricognizione, in quell’occasione gli hakh’hli avevano deciso di mandare una semplice sonda telecomandata per capire esattamente di che cosa si trattasse. Le immagini captate dalla telecamera della sonda mostrarono la nave terrestre che si ingrandiva fino a riempire completamente lo schermo, fornendo finalmente un’idea piu chiara della forma del veicolo spaziale; si trattava di una specie di siluro, con un grosso tubo di scarico a un estremita e un cono trasparente all’altra. E al di la della superficie trasparente del cono…
Dietro alla superficie trasparente vi erano due figure che indossavano tute spaziali. Erano immobili, e non si riusciva a vedere nulla al di la dei visori specchiati dei loro caschi.
— Quale dei due e tua madre? — domando Obie in tono amichevole.
— Come diavolo faccio a saperlo? — ribatte Sandy con rabbia. Cio nonostante, in realta credeva proprio di saperlo. La figura a destra era leggermente piu piccola rispetto all’altra, e sulla sua tuta vi era una specie di stemma con un sole esploso. E Sandy sapeva che le femmine della Terra erano decisamente piu portate agli abbellimenti personali di quanto non lo fossero i terrestri di sesso maschile.
Subito dopo, apparve sullo schermo un improvviso raggio di fuoco rosso, evidentemente proveniente dalla sonda. Il raggio colpi la superficie della nave terrestre con un lampo bianco-dorato. Sandy trasali, anche se sapeva che non si trattava di un attacco, bensi di una normale misura precauzionale hakh’hli, che consisteva nel provocare con un laser un piccolo foro nella chiglia della nave terrestre al fine di analizzarne la composizione e avere la certezza che non si trattasse di nulla di pericoloso prima di avvicinarsi ulteriormente con la grande nave madre. Il bagliore comunque si spense in un istante e la sonda inizio a girare con estrema cautela attorno alla nave, prima lungo i lati e poi sopra e sotto. Le immagini mostravano anche le stelle sullo sfondo, e ogni tanto si vedeva il disco color ruggine del pianeta Marte o addirittura qualche bagliore di luce solare riflessa dalla superficie della grande astronave hakh’hli, sospesa nel vuoto a svariati chilometri di distanza. Sandy vide il rampino magnetico che veniva lanciato dalla sonda, il suo lungo cavo flessibile che si infilava dietro la chiglia dell’astronave terrestre alla deriva.
A quel punto, lo schermo si anneri.
— Tutto qui? — domando Tania. — Non si vedono le immagini dell’interno dell’astronave?
— Non in questo nastro — disse Obie. — Pero ce n’e un altro. Sandy, vuoi che lo vada a prendere?
Sandy scosse il capo. — No, non ti disturbare — disse. Ma in realta non era certo il disturbo di Obie che lo preoccupava. Cio che gli dava realmente fastidio era l’idea che tutti gli altri rimanessero li a guardare dietro la sua spalla mentre osservava la registrazione in cui la nave dei suoi genitori veniva esaminata e controllata a fondo da un gruppo di hakh’hli in tuta spaziale. In quel nastro infatti le goffe figure che erano i suoi genitori venivano trattate dagli hakh’hli come se fossero delle bombe a orologeria in procinto di scoppiare da un momento all’altro, e Sandy non aveva mai gradito molto quelle particolari immagini. In verita le persone all’interno delle tute spaziali terrestri non venivano mai inquadrate nel filmato, ma le immagini mostravano comunque i due corpi inanimati che venivano trasportati con estrema cautela nel Laboratorio di Genetica, dove erano stati messi in quarantena per le analisi del caso. Il secondo filmato terminava nel momento in cui le porte del laboratorio venivano chiuse, ma Sandy non gradiva guardarlo circondato da un simile pubblico. In ogni caso, venne salvato dalla porta del simulatore che si apriva silenziosamente. — Polly ha finito — annuncio Sandy. — A chi tocca adesso?
Polly era di pessimo umore, e l’istruttore non collaboro certo a migliorarlo. — Quando ti sei staccata dal rampino magnetico eri molto lenta e niente affatto veloce — la rimprovero. — Cosi facendo sprechi molta energia, quindi in seguito dovrai fare molto meglio e non peggio.
— A me e sembrato abbastanza veloce — borbotto Polly. — Ma se credi che io sia andata male e non sufficientemente bene, perche non proviamo con qualcun altro? Obie! Vieni a provare tu, cosi si fara un’idea di che cosa sia realmente un cattivo pilota!