po’ marroncina ai margini, e queste erano abbastanza facili da identificare. Il “bacon” era la carne, e in effetti gli era gia capitato di vedere anche quello in diversi film. Quindi l’altra cosa doveva essere la “polpetta”, un oggetto rotondo schiacciato di color marrone scuro.
Prese in mano la forchetta con una certa perizia. Le lunghe ore di allenamento in fondo servivano a qualcosa. Tuttavia, quando la infilo nell’uovo il tuorlo si ruppe, spandendo un liquido denso e arancione su tutto il piatto.
Sandy ebbe un attimo di esitazione. Era perfettamente consapevole del fatto che la donna lo stesse osservando con una certa curiosita. Il ragazzo era scomparso, ma Sandy poteva sentire la sua voce proveniente da un’altra stanza. Forse stava parlando con qualcuno. Si fece coraggio e prese con la forchetta un pezzo di polpetta inzuppata di tuorlo d’uovo. Se lo infilo in bocca e mastico.
Sandy Washington non aveva mai assaggiato nulla del genere in vita sua. Non poteva dire che fosse disgustoso, ma allo stesso modo non poteva nemmeno affermare che fosse buono, o anche solo commestibile. A parte il sapore generalmente salato, vi erano un sacco di altri sapori che non aveva mai sentito in vita sua.
Rivolse alla donna un sorriso rassicurante. Fra tutte le nuove sensazioni che stava provando, la piu intensa di tutte era certamente dovuta alla presenza di quella donna, alla sua
In quel momento, il ragazzo torno nella cucina. — Stanno arrivando — disse a sua madre.
Sandy alzo nuovamente lo sguardo verso la donna con aria perplessa, ma questa si limito a domandargli: — Vuoi del ketchup per le polpette?
— Si, grazie — disse Sandy appoggiando la forchetta. La donna appoggio una bottiglia di fronte a lui e rimase in attesa. Sandy la prese con aria incerta. Vi era un tappo di metallo alla sommita della bottiglia, ma questo era un problema conosciuto; prese la bottiglia con una mano, il tappo con l’altra e, con la massima delicatezza possibile, inizio a tirare e a girare finche il tappo si svito e si stacco dalla bottiglia.
Davanti a se aveva un bicchiere vuoto. Sandy verso un poco del denso liquido rosso nel bicchiere, giusto quanto bastava per ricoprirne il fondo. Quando senti il ragazzo che ridacchiava, si rese conto di aver fatto qualche errore.
In quel momento, venne colto dall’ispirazione. — Devo andare bagno — annuncio, e fu molto felice quando venne accompagnato in una stanza con una porta e una serie di “articoli sanitari”.
Quando ebbe chiuso la porta, si senti subito meglio. Introdursi fra i terrestri in veste di agente segreto era decisamente piu difficile di quanto non avesse previsto.
Del resto, anche il processo di andare al bagno lo era. Gli abiti terrestri erano molto diversi da quelli che aveva indossato per tutta la vita sulla nave, quindi gli crearono non pochi problemi. Poi vi era la questione dei “sanitari”.
Il processo fu piuttosto lungo, ma Sandy non aveva alcun problema per quanto riguardava il tempo. Alla fine riusci a scoprire come si faceva a svuotare e riempire nuovamente la “tazza” e come ci si toglievano i “pantaloni”. Quando ebbe finito, si fermo a guardarsi nello specchio che si trovava sopra il “lavandino”.
Si tolse con estrema cautela l’apparecchio acustico dall’orecchio e gli diede un’occhiata. Non sembrava danneggiato. Lo asciugo alla meglio con uno degli oggetti di tessuto che si trovavano accanto al lavandino, quindi lo reinseri. L’orecchio gli faceva male, ma non poteva certo cavarsela senza l’ausilio del suo apparecchio acustico.
Il silenzio che regnava all’interno del bagno gli sembrava una vera e propria benedizione. Nessuno gli poneva domande, e non doveva affrontare alcun tipo di esame, dato che non doveva rispondere di niente a nessuno. In quel momento desidero poter rimanere in quella piccola stanza finche tutti gli altri non se ne fossero andati via, per poi riuscire in qualche modo a tornare alla navetta, alla grande nave madre, a quella vita familiare che era sempre stata la sua vita…
D’altra parte pero…
D’altra parte pero era finalmente arrivato a casa! Per tutta la sua vita non aveva desiderato altro, e ora era una realta! Inoltre, aveva gia avuto modo di godere della presenza di due veri esseri umani. Certo, vi erano stati dei momenti di imbarazzo e di preoccupazione, ma in fondo gli avevano offerto da mangiare, e questo doveva pur significare qualcosa. In effetti avevano un aspetto abbastanza strano rispetto a cio che Sandy si era aspettato di trovare, ma per il resto erano stati molto gentili con lui. Gli riusciva difficile credere che appartenessero a quella razza irresponsabile che aveva danneggiato il proprio pianeta fino al punto di ridurlo a un ammasso di rovine…
A quel punto i suoi pensieri si arrestarono di colpo. Sandy si avvicino alla finestra del bagno.
Aggrotto le sopracciglia. Almeno da quel punto di vista, il pianeta non sembrava affatto in rovina o devastato. Anzi, il grande prato dietro la casa in cui si trovava era verde e pacifico, e ora le mucche con le quali aveva dormito vi pascolavano serenamente.
Tutto cio era alquanto strano.
In quel momento si rese conto che era rimasto nel bagno per un periodo di tempo piuttosto lungo. Dopo essersi toccato l’apparecchio acustico per vedere se era in posizione, giro con una certa riluttanza la maniglia della porta del bagno.
Fu allora che percepi un nuovo rumore, un suono meccanico che non aveva sentito in precedenza.
Si volto di scatto, e vide un’ombra che passava sulla finestra. Un attimo dopo vide un velivolo, un “elicottero”, che si posava delicatamente a terra a pochi metri dalla casa. Non appena tocco il suolo, ne balzarono fuori due esseri umani in uniforme.
Quando Sandy fece ritorno alla cucina, i due terrestri erano li in piedi che parlavano a bassa voce con la donna e suo figlio. — Buongiorno, signore — gli disse uno dei due.
— Lei viene dall’astronave, vero? — domando l’altro. — Quella con gli strani esseri simili a rane? Bene, devo chiederle di seguirci.
8
Ma Sandy non conosceva esattamente il significato della parola “uragano”. Certo, l’aveva sentita diverse volte nelle previsioni del tempo alla TV, ma naturalmente non esisteva nulla di simile all’interno della grande astronave hakh’hli. Tuttavia, mentre si incamminava verso l’elicottero della polizia, vide che un angolo della stalla delle mucche era storto e noto un albero del cortile sradicato. Ricordo gli innumerevoli alberi sradicati che aveva visto nel bosco, e in quel momento la parola “uragano” riemerse dal suo subconscio.
Provo il desiderio di chiedere qualcosa in proposito ai due agenti di polizia che gli stavano accanto, ma questi non sembravano avere molta voglia di parlare. Se avevano dei nomi, non li dissero a Sandy. Non