maggior parte non vivono nemmeno a Dawson ma fuori, in campagna.
Ancora una volta, a Sandy dispiacque non poter porre piu di una domanda alla volta. — Commonwealth dello Yukon? — ripete in tono perplesso.
— E cosi che si chiama questa zona — spiego la donna. — Ora non abbiamo piu grandi paesi, sai, quelli che prima si chiamavano nazioni. Abbiamo solo una serie di commonwealth; circa 10.000 in tutto il mondo. Credo che il piu grande commonwealth del continente nordamericano sia quello di York, che si trova sulla costa orientale, e anche quello avra al massimo 250.000 abitanti. La regione in cui siete atterrati si chiama Inuit, mentre questa e lo Yukon. Piu a sud c’e il Commonwealth di Athabasca, dove ci sono le grandi fattorie. A ovest invece…
— Non possiamo entrare in citta? — domando Sandy interrompendo la lezione di geografia.
— Si — aggiunse Obie con ansia — cosi almeno potremmo mangiare qualcosa. Magari anche un vero milkshake?
— Ma certo — disse Marguery con un sorriso. — Avanti, c’e un’auto che ci aspetta.
L’auto in realta era un “furgoncino”, un veicolo a quattro ruote simile a una scatola dotato di sedili abbastanza grandi da ospitare anche gli hakh’hli. Non appena furono tutti dentro, il furgone si mosse rapidamente verso la citta. I tre visitatori presero a fissare incuriositi ogni cosa; Obie inizio a chiacchierare in continuazione con tono eccitato, Polly assunse un atteggiamento di superiorita e Sandy sgrano letteralmente gli occhi a ogni singola meraviglia della citta terrestre che vedeva. Non riusciva a fare a meno di ridacchiare in continuazione fra se, cosa che porto a far sorridere anche Marguery Darp. I due hakh’hli stavano letteralmente sbavando per l’eccitazione.
Questa parte del pianeta infatti non era affatto simile a cio che avevano avuto modo di vedere gli hakh’hli nei loro nastri registrati. Naturalmente, vi erano le automobili. Gli hakh’hli avevano visto innumerevoli film terrestri in cui gli umani in automobile si inseguivano a vicenda lungo le loro “autostrade”, e di conseguenza sapevano benissimo che aspetto avessero le automobili terrestri. Queste pero erano diverse. Ve ne erano a tre e a quattro ruote, aperte e chiuse, grandi e piccole. Anche gli edifici erano diversi. Vi erano pochissimi “grattacieli”, e anche gli edifici con molti piani (l’albergo in cui li porto Marguery ne aveva 25) erano per la gran parte sottoterra. — Tanto qui durante l’inverno c’e comunque pochissima luce — spiego Marguery — quindi non c’e un granche da vedere. Inoltre, rimanendo sottoterra ci teniamo riparati dal vento.
— Il vento non sembrava poi tanto forte — intervenne Obie dando sfoggio della sua grande esperienza in materia. In fondo, aveva gia avuto modo di vedere venti ben piu forti, come quello in cui si erano trovati nel corso dell’atterraggio.
— Oggi non e per niente forte — disse Marguery. — Qui siamo abbastanza lontani dalla costa, e quindi non abbiamo tanti uragani come quello in cui vi siete imbattuti voi quando siete atterrati. Pero a volte soffia un vento che noi chiamiamo chinook, e quando arriva ti stacca i capelli dalla testa… be’, naturalmente non dalla
Per “sistemarsi” dovettero prima “registrarsi” alla “reception” dell’”hotel”. Quando compirono questa operazione, non erano da soli. Non erano mai da soli. La gente si affollava sempre attorno a loro fissandoli con gli occhi sgranati, e gli hakh’hli non avevano alcuna possibilita di sfuggire alle telecamere se non nell’intimita delle loro stanze.
Delle loro stanze
Questo solo fatto era bastato di per se a stupirli tutti quanti. Che cosa significava dormire
— Oh, lascia che il terrestre faccia cio che gli pare e piace — disse Polly in tono irritato. — Ma rimani con noi mentre chiamo il modulo di atterraggio via radio, Lisandro. Dobbiamo verificare che stia andando tutto bene.
Naturalmente, andava tutto bene. Tania rispose immediatamente alla prima chiamata e disse che era tutto a posto, solo che alcuni terrestri avevano chiesto loro di poter dare un’occhiata all’interno del modulo di atterraggio. — E assolutamente fuori questione — disse Polly indignata. — A meno che ChinTekki-tho non vi dia un contrordine specifico, non dovete assolutamente fare entrare nessuno all’interno della navetta. Vi siete mantenuti in contatto con la nave madre?
— Certo — rispose Tania. — I Grandi Anziani stanno prendendo in considerazione la questione proprio in questo momento. Inoltre, vogliono effettuare personalmente una “trasmissione” per i terrestri. Ho parlato con ChinTekki-tho, e ha detto che nel corso del prossimo contatto radio ci spieghera come fare il collegamento dalla nostra navetta.
Polly degluti. — E i Grandi Anziani sono… be’, soddisfatti del nostro operato?
— Non hanno detto di non esserlo — riferi Tania.
A quel punto Polly interruppe il contatto, con una lacrima di sollievo.
Un attimo dopo, Marguery busso alla porta. — Sandy? — domando. — Ho pensato che questo potrebbe essere un buon momento per andare a fare un po’ di compere.
— Oh, certo — disse Sandy con entusiasmo. — Ho sempre desiderato vedere un supermercato terrestre.
— Mmm — replico Marguery scuotendo il capo. — Certo, e una buona idea, ma magari possiamo farlo in un’altra occasione. Al momento invece pensavo di portarvi in un negozio di abbigliamento. I tuoi amici hakh’hli hanno bisogno di cappelli per proteggersi dal sole, e penso che anche tu ti troveresti decisamente piu a tuo agio se ti cambiassi quegli strani abiti che hai addosso.
L’ingresso di Sandy nel mondo degli esseri umani era qualcosa di
La femmina umana non usciva mai dai pensieri di Sandy, soprattutto adesso che aveva accanto a quel fantastico esemplare.
Trovava piuttosto curioso (anche se non aveva mai ricevuto un’educazione tale da fargli pensare che fosse qualcosa di sgradevole) il fatto che fosse costretto ad alzare lo sguardo ogni volta che le rivolgeva la parola. Marguery doveva essere alta almeno 180 centimetri. Era anche molto forte per essere una femmina umana, venne a sapere Sandy, anche se a lui sembrava molto esile. I lunghi capelli rossi di Marguery cadevano in due trecce ondeggianti, i suoi occhi erano verdi e il suo naso era leggermente aquilino. Sandy era piuttosto stupito dal fatto che fino ad allora, nei venti e piu anni della sua vita, non si fosse ancora reso conto che le caratteristiche della femmina umana ideale fossero proprio i capelli rossi intrecciati, gli occhi verdi e il naso leggermente aquilino.
L’unico motivo per il quale non pensava solo ed esclusivamente a lei era che, in effetti, vi erano moltissime cose diverse da vedere e da fare che erano quasi altrettanto eccitanti. Una di queste era lo shopping. Quando giunsero al luogo in cui si facevano le compere, Sandy lesse il cartello che sovrastava l’entrata: