capisci?»
«Francamente, no» ammise Wyler.
Fisher lo ignoro. «Sapeva sempre quando mentivi o nascondevi la verita. E se stavi in silenzio capiva subito qual era il problema.»
«Non vorrai dirmi che era telepatica?»
«Cosa? Oh, no. Diceva che leggeva le espressioni, che ascoltava il tono di voce, che nessuno poteva nascondere quel che pensava, che anche le risate e i sorrisi non riuscivano a mascherare l’amarezza e la sofferenza interiore. Ha provato a spiegarmi, ma non ho mai afferrato bene cosa facesse. Roseanne era qualcosa di speciale, Garand. Avevo soggezione di lei… E poi e nata mia figlia. Marlene.»
«Si?»
«Aveva gli stessi occhi.»
«La bambina aveva gli occhi di tua sorella?»
«Non subito. E stata una cosa graduale, e io ho seguito il suo sviluppo. Quando Marlene aveva sei mesi, i suoi occhi hanno cominciato a darmi i brividi.»
«Succedeva anche a tua moglie?»
«Mai notato nessuna reazione del genere da parte sua, del resto lei non aveva mai avuto una sorella come Roseanne… Marlene piangeva pochissimo, era tranquilla. Ricordo che anche Roseanne era cosi, da piccola. E nemmeno Marlene prometteva di diventare particolarmente graziosa. Era come se Roseanne fosse tornata da me. Quindi, capisci, e stata una cosa tremenda per me…»
«Tornare sulla Terra?»
«Si, e lasciarla la. E stato come perdere Roseanne una seconda volta. Adesso non la rivedro piu. Mai piu!»
«Pero sei tornato ugualmente.»
«Lealta! Dovere! Ma se devo essere sincero, c’e mancato poco che rimanessi. Ero tormentato dall’incertezza. Ero disperato. Non volevo lasciare Roseanne… Marlene. Vedi, confondo i nomi. Ed Eugenia, mia moglie, mi ha detto angosciata: 'Se sapessi dove siamo diretti non saresti cosi ansioso di tornare indietro'. In quel momento io non volevo partire. Le ho chiesto di venire sulla Terra con me. Ha rifiutato. Le ho chiesto di lasciarmi portare Ro… Marlene, almeno. Ha rifiutato. E poi, proprio quando avrei potuto cedere, decidendo di restare, lei si e arrabbiata e mi ha ordinato di andarmene. E io l’ho fatto.»
Wyler fisso Fisher riflessivo. «'Se sapessi dove siamo diretti non saresti cosi ansioso di tornare indietro.' Ha detto cosi, tua moglie?»
«Si. E quando le ho chiesto: 'Perche? Dov’e diretto Rotor?' lei ha risposto: 'Verso le stelle'.»
«Non quadra, Crile.
«Ma di che stai parlando? Come si fa a sapere una cosa che non si sa?»
Wyler continuo imperterrito. «Questo lo hai detto all’Ufficio nel tuo rapporto?»
Fisher riflette. «Non credo. Non ci ho nemmeno pensato finche non ho cominciato a raccontarti questa storia, a spiegarti come mai, per poco, non sono rimasto la.» Chiuse gli occhi, poi disse lentamente: «No, questa e la prima volta che ne parlo. E la prima volta che riesco a pensarci».
«Benissimo, allora. Adesso che ci pensi… dov’era diretto Rotor? Su Rotor hai sentito qualche ipotesi circa la loro destinazione? Qualche voce? Qualche supposizione?»
«Tutti davano per scontato che avrebbero raggiunto Alfa Centauri, la destinazione piu logica. E la stella piu vicina.»
«Tua moglie era un’astronoma. Lei cos’ha detto?»
«Nulla. Non ne ha mai parlato.»
«Rotor ha lanciato la Sonda Remota.»
«Lo so.»
«E tua moglie faceva parte del progetto… in qualita di astronoma.»
«Si. Pero non ha mai parlato nemmeno di questo, e io mi sono guardato bene dal farlo. La mia missione sarebbe fallita, e forse mi avrebbero imprigionato, o addirittura giustiziato, se avessi mostrato una curiosita eccessiva.»
«Ma, dato che era un’astronoma, tua moglie doveva conoscere la destinazione di Rotor. Infatti ti ha detto: 'Se
Fisher non parve rilevare l’osservazione. «Dal momento che non mi ha detto quel che sapeva, non sono in grado di dirtelo.»
«Sicuro? Nessun commento distratto che allora ti e sembrato privo di importanza? Dopo tutto,
«Non mi viene in mente nulla.»
«Pensaci! E possibile che la Sonda Remota abbia individuato un sistema planetario attorno a una o a entrambe le stelle di Alfa Centauri?»
«Non sono in grado di dirlo.»
«O dei pianeti in orbita attorno a qualche stella?»
Fisher si strinse nelle spalle.
«Pensaci!» lo sollecito Wyler. «Hai ragione di credere che tua moglie intendesse dire: 'Tu pensi che vogliamo raggiungere Alfa Centauri, ma ci sono dei pianeti attorno ad Alfa Centauri, e sono quei pianeti la meta del nostro viaggio'. Oppure: 'Tu pensi che vogliamo raggiungere Alfa Centauri, pero la nostra meta e un’altra stella, dove siamo certi di trovare un pianeta adatto a noi'. O qualcosa del genere?»
«Non saprei proprio… non ne ho la minima idea.»
Garand Wyler contrasse un attimo le labbra carnose. «Be’, sta’ a sentire, Crile, vecchio mio… A questo punto accadranno tre cose. Primo, tu verrai interrogato di nuovo… rapporto supplementare. Secondo, ho l’impressione che dovremo convincere la colonia di Cerere a lasciarci usare il suo telescopio asteroidale, per osservare attentamente tutte le stelle nel raggio di un centinaio di anni luce. Terzo, dovremo spronare i nostri esperti iperspaziali perche si sbrighino a compiere qualche progresso. Vedrai se non andra cosi!»
9 Eritro
Certe volte, di tanto in tanto, sempre piu raramente col passare degli anni (o almeno cosi gli sembrava), Janus Pitt trovava il tempo di sistemarsi comodamente sulla sedia, solo e in silenzio, e di lasciare che la sua mente si rilassasse. Erano momenti in cui non c’era nessun ordine da dare, nessuna informazione da assimilare, nessuna decisione immediata da prendere, nessuna fattoria da visitare, nessuna fabbrica da ispezionare, nessuna regione dello spazio da occupare, nessuna persona da ricevere o ostacolare o incoraggiare…
E in quei momenti Pitt si concedeva sempre il lusso supremo e meno esauribile… quello dell’autocommiserazione.
Non che non fosse soddisfatto della situazione. Si era sempre ripromesso di diventare Commissario, perche si riteneva la persona piu adatta a governare Rotor… e adesso che era Commissario, ne era ancora convinto.
Ma perche, tra tutti gli sciocchi di Rotor, non riusciva a trovare nessuno che possedesse la sua lungimiranza? Erano trascorsi quattordici anni dalla Partenza, eppure nessuno si rendeva realmente conto dell’inevitabile, sebbene Pitt avesse spiegato tutto in modo accurato.
Un giorno, nel Sistema Solare, presto o tardi (presto, probabilmente), qualcuno avrebbe messo a punto l’iperassistenza come gli scienziati di Rotor… un tipo piu perfezionato di iperassistenza, magari. Un giorno l’umanita, con le sue centinaia e migliaia di Colonie, coi suoi miliardi di persone, avrebbe iniziato la colonizzazione della Galassia. E quello sarebbe stato un periodo brutale.
Si, la Galassia era enorme. Quante volte aveva sentito quella frase, Pitt? E oltre i suoi confini c’erano altre