traccia di sorriso sul suo volto, ma gli occhi della ragazza sembravano divertiti.
«Be’, signorina, e questo che volevi dirmi?»
«No, Commissario. Sono venuta perche mia madre ultimamente ha avuto difficolta a farsi ricevere da lei. No, non me l’ha detto. L’ho capito da sola. E ho pensato che, forse, avrebbe potuto ricevere me, invece.»
«D’accordo. Sei qui, adesso. Cosa hai da dirmi?»
«Mia madre e infelice perche ha paura che la Terra possa essere distrutta. Vede, mio padre e la.»
Pitt avverti un lieve accesso di rabbia. Inconcepibile, permettere che una questione puramente personale interferisse con il benessere e il futuro di Rotor! Eugenia Insigna, rivelatasi utilissima all’inizio con la scoperta di Nemesis, era diventata da tempo un intralcio, un peso morto che gravava sulle spalle di Pitt. Sembrava che facesse apposta a imboccare sempre il sentiero sbagliato. E adesso che Pitt non voleva piu vederla, ecco che gli mandava quella pazza di sua figlia.
«E questa distruzione di cui parli, quando dovrebbe avvenire, secondo te? Domani, o l’anno prossimo?» chiese Pitt.
«No, Commissario. Tra poco meno di cinquemila anni, lo so.»
«In tal caso, tuo padre sara morto da un pezzo, allora… e anche tua madre, anch’io, anche tu. E quando saremo tutti morti, rimarranno ancora quasi cinquemila anni prima della distruzione della Terra e forse di altri pianeti del Sistema Solare… sempre che la catastrofe avvenga… e non avverra.»
«E l’idea della distruzione, Commissario… in qualsiasi momento avvenga.»
«Tua madre ti avra detto che, molto tempo prima che arrivi il momento fatidico, gli abitanti del Sistema Solare si renderanno conto di… di quello che secondo te dovrebbe accadere… e sapranno affrontare la situazione. E poi, non possiamo lamentarci della distruzione planetaria. Tutti i mondi devono scomparire, un giorno o l’altro. Anche se non ci sono collisioni cosmiche, ogni stella a un certo stadio della sua evoluzione diventa una gigante rossa e distrugge i suoi pianeti. Proprio come tutti gli esseri umani sono destinati a morire, anche i pianeti sono destinati a morire. La vita di un pianeta e un po’ piu lunga, nient’altro. Capisci, signorina?»
«Si» rispose seria Marlene. «Sono in ottimi rapporti col mio computer.»
('Non ne dubito' penso Pitt… poi, troppo tardi, cerco di cancellare il sorrisetto sardonico che gli era comparso in faccia. Probabilmente le era servito per capire il suo atteggiamento.)
«Allora la nostra conversazione e terminata» disse Pitt, perentorio. «Questa storia della distruzione della Terra e una sciocchezza, e anche se non lo fosse, non e cosa che ti riguardi, e non devi piu parlarne, altrimenti saranno guai… non solo per te, anche per tua madre.»
«La nostra conversazione non e ancora terminata, Commissario.»
Pitt era sul punto di perdere la pazienza, ma replico cercando di mantenere la calma: «Mia cara signorina, quando il tuo Commissario dice basta,
Accenno ad alzarsi, ma Marlene rimase seduta. «Perche voglio offrirle qualcosa che lei accoglierebbe con enorme piacere.»
«Cosa?»
«La possibilita di liberarsi di mia madre.»
Pitt si abbasso di nuovo sulla poltroncina, estremamente perplesso. «Cosa vorresti dire?»
«Se mi ascolta, Commissario, glielo spieghero. Mia madre non puo vivere cosi. E preoccupata per la Terra e il Sistema Solare e… e pensa a mio padre, a volte. Pensa che Nemesis possa essere la nemesis del Sistema Solare, e dato che e stata lei a scegliere il nome, si sente responsabile. E una persona emotiva, Commissario.»
«Si? L’hai notato, vero?»
«E mia madre la disturba, Commissario. Ogni tanto le parla delle cose che le stanno a cuore, e che a lei invece non interessano. Cosi si rifiuta di vederla, e vorrebbe che mia madre se ne andasse. Ebbene,
«Davvero? Abbiamo un’altra Colonia. Devo mandarla su Nuova Rotor?»
«No, Commissario. Su Eritro.»
«Eritro? Per quale motivo dovrei mandarla la? Solo perche voglio sbarazzarmi di lei?»
«Il suo motivo sarebbe questo, Commissario. Non il mio, pero. Io voglio che mia madre vada su Eritro perche all’Osservatorio non riesce a lavorare bene. Pare che gli strumenti non siano mai disponibili, e ha la sensazione di essere osservata continuamente… si rende conto che lei e seccato, Commissario. E poi, Rotor non e un posto adatto per compiere dei rilevamenti astronomici precisi. Gira troppo in fretta, e in modo troppo irregolare.»
«Sai proprio tutto. Te lo ha spiegato tua madre? No, non rispondere, vediamo se indovino. Non te l’ha detto direttamente, vero? Solo indirettamente.»
«Si, Commissario. E c’e il mio computer…»
«Quello con cui sei in ottimi rapporti?»
«Si, Commissario.»
«Quindi, tu pensi che tua madre potra lavorare meglio su Eritro.»
«Si, Commissario. Eritro sara una base piu stabile, e mia madre forse riuscira a stabilire che il Sistema Solare sopravvivera. E anche se dai suoi calcoli dovesse risultare il contrario, un’analisi accurata richiedera parecchio tempo e, almeno per un po’, lei si sbarazzera di mia madre.»
«Vedo che anche tu vuoi sbarazzarti di lei, eh?»
«Niente affatto, Commissario» rispose Marlene, senza scomporsi. «Io la seguirei. E lei, Commissario, si sbarazzerebbe anche di me, e sarebbe ancor piu contento.»
«Cosa ti fa pensare che io voglia sbarazzarmi anche di te?»
Marlene lo fisso, cupa, impassibile. «A questo punto vuole sbarazzarsi di me, Commissario, perche adesso sa che sono in grado di capire quel che pensa e quel che prova senza alcuna difficolta.»
D’un tratto, Pitt si accorse che, in effetti, desiderava allontanare da se quel mostro, moltissimo. «Lasciami riflettere un attimo» disse, e giro la testa. Era un gesto puerile, distogliere lo sguardo, se ne rendeva conto, pero non voleva che quella orribile ragazzina gli leggesse in faccia quasi avesse di fronte un libro aperto.
Dopo tutto, era vero. Adesso lui
«Se tua madre vuole davvero…» inizio circospetto.
«Certo che vuole, Commissario. Non me ne ha parlato, e puo darsi addirittura che non ci abbia ancora pensato, ma lo fara e vorra andare su Eritro. Lo so. Si fidi di me.»
«Ho qualche alternativa? E
«Lo desidero moltissimo, Commissario.»
«Allora daro subito le disposizioni necessarie. Sei soddisfatta?»
«Si, Commissario.»
«
Marlene si alzo e piego la testa in un inchino sgraziato, che in teoria avrebbe dovuto rappresentare un gesto rispettoso. «Grazie, Commissario.»
Si volto e usci, e solo dopo parecchi minuti Pitt oso rilassare i muscoli della faccia che aveva tenuto bloccati in modo doloroso perche il suo viso fosse una maschera impassibile.
Aveva tremato al pensiero che Marlene Fisher potesse dedurre dalle sue parole, da qualche suo gesto o dalla sua espressione, il particolare importantissimo che solo lui e un’altra persona conoscevano riguardo Eritro.
11 Orbita