cobalto. Delimitava i confini del parco. Nessus sospinse il gruppetto in quella direzione.

Louis si aspettava di trovare una breccia nella siepe. Con suo stupore, invece, Nessus entro difilato dentro la siepe che si apri da sola per lasciarlo passare, richiudendosi poi dietro di lui. Gli altri lo seguirono.

Il cielo, che prima era di un azzurro cupo, appariva adesso nero e bianco. Sullo sfondo nero della notte eterna spiccavano delle nubi vaganti illuminate dal bagliore di una citta che si estendeva per miglia e miglia.

Sin dalla prima occhiata si notava la differenza di dimensioni a paragone delle citta terrestri. Gli edifici erano piu larghi, gli isolati piu massicci, uniformi e alti, anzi altissimi. Il cielo era punteggiato di finestre illuminate che si interrompevano bruscamente la dove l’oscurita indicava, con una linea retta, l’apice dell’edificio.

Perche la citta non si intravedeva da lontano? Sulla Terra erano pochi gli edifici piu alti di un miglio, mentre qui lo erano quasi tutti. Louis penso che intorno al parco esistessero campi di flessione della luce. Non aveva pensato a chiederlo. Era un altro miracolo dei burattinai.

— Il nostro veicolo si trova sull’altra estremita dell’isola — disse Nessus. — Saremo la in un minuto, con i dischi mobili. Ve li faccio vedere.

— Ti senti bene, adesso? — chiese la ragazza.

— Si, Teela, il peggio e passato. — Il burattinaio fece un’abile impennata davanti a loro. — Ultimo e il mio amore. Basta che io ritorni dal Mondo ad Anello.

Al centro della trasversale c’era un’area azzurra di forma rettangolare. Ad ogni entrata del rettangolo era piazzato un disco blu. — Potete salire sui dischi — disse Nessus, — pero cercate di non prendere quello sbagliato. — Senza curarsi del disco piu vicino, attraverso la strada e trotto verso il disco che si trovava sul lato opposto. Spari.

Per un istante rimasero tutti paralizzati dallo stupore. Poi Teela si mise a correre verso il disco, strillando come un fantasma impazzito. E si dileguo anche lei.

Speaker scatto con un ruggito, piombando sul disco con una precisione da fare invidia a una tigre. Louis si trovo solo.

— Per tutti i Diavoli della Nebbia — esclamo con aria sbalordita. — Hanno trovato cabine-transfert senza pareti.

E fece un passo avanti.

Si ritrovo in piedi nel rettangolo al centro della trasversale successiva, tra Nessus e Speaker. — La tua compagna e partita prima — disse Nessus, — spero che ci aspetti.

Il burattinaio si diresse verso un altro disco che gli si trovava dirimpetto. Lo raggiunse in pochi passi e spari di nuovo.

— Che razza di organizzazione! — esclamo Louis ammirato. Era di nuovo solo, perche lo kzin aveva gia seguito Nessus. — Basta camminare ed e fatta. Con tre passi superi un isolato. Come una magia. — Prosegui a lunghi passi.

Era come calzare gli stivali delle sette leghe. Corse agilmente sulla punta dei piedi, e la scena cambiava ogni tre passi. I segni circolari che si vedevano agli angoli dovevano essere i codici postali, in modo che i pedoni sapevano quando erano arrivati a destinazione. Per scendere al centro dell’isolato bastava far ruotare il disco.

Sulla strada si affacciavano le vetrine. O non erano vetrine, ma qualcosa di molto diverso? In fondo a quel canyon di edifici vide spuntare dei palazzi al di sopra degli altri. Accelero il passo.

Davanti a lui, in fondo al sentiero, gli alien gli stavano sbarrando la strada.

— Temevo che avessi perso il tuo turno — disse Nessus, e li guido a sinistra.

— Aspetta… — ma anche lo kzin era sparito. Dove diavolo era Teela?

Doveva essere stata la prima a filare. Louis volto a sinistra e prosegui.

Gli stivali delle sette leghe. La citta gli passo davanti come in sogno. Fugaci visioni di chicche colorate gli confondevano il cervello. Via libera attraverso la citta, con dischi dai diversi colori, a dieci isolati per volta. Dischi per le lunghe distanze che facevano centro miglia per ogni passo. Piste per attraversare gli oceani: ad ogni passo un’isola. Isole come pietre per attraversare un ruscello!

Cabine-transfert aperte. Il progresso dei burattinai era pauroso. Il disco era in uno spiazzo e non si faceva in tempo a salirvi che gia si metteva in funzione. Un passo ed ecco gia la prossima fermata. Al confronto i marciapiedi mobili facevano una meschina figura.

Louis si trovo fuori dei dischi mobili, sulla riva di un mare nero e tranquillo. Oltre l’orizzonte, quattro lune paffute si levavano, in linea verticale, sullo sfondo delle stelle. A meta strada si stagliava un’isoletta vivamente illuminata. Gli alien lo stavano aspettando.

— E Teela?

— Non so dove sia — rispose Nessus.

— Per i Diavoli Fumanti! Come possiamo rintracciarla?

— Dovra trovarci lei. Non e il caso di preoccuparsi.

— Si e persa in un mondo straniero. Potrebbe capitarle qualcosa!

— Non su questo mondo, Louis. Non esiste un altro mondo sicuro come il nostro. Quando Teela arrivera sulla riva di questa isola, si accorgera che i dischi diretti alle isole vicine non funzionano, almeno per lei. Passera da un disco all’altro lungo tutta la spiaggia finche non peschera quello giusto.

— Credi di stare parlando di un computer che si e perso? Teela e una ragazza!

Teela piombo improvvisamente vicino a lui. — Salve! Mi ero persa un momento. Che cos’e questa eccitazione?

Speaker fece uno sberleffo a Louis digrignando i denti. Louis, che evitava lo sguardo interrogativo di Teela, si senti il sangue salire alle gote. Nessus invece si limito a dire: — Venite con me.

Lo seguirono verso un gruppo di dischi allineati lungo la riva. Salirono su un pentagramma di un colore marrone sporco…

Si ritrovarono su una roccia nuda, fortemente illuminata da tubi di luce solare. Un’isola grande come uno spazioporto privato. Al centro, un’astronave era ritta accanto a un edificio.

— Ecco il nostro veicolo — dichiaro Nessus.

Louis osservo l’astronave e senti i muscoli rilassarsi per il sollievo. Ne aveva abbastanza dei miracoli. I dischi mobili, la citta enorme, i quattro mondi tributari sospesi nel vuoto come zucche colorate: tutte minacce. La nave no. Era uno scafo N. 2 della General Products con l’ala triangolare sulla quale erano situati le unita propellenti e i motori a fusione. Meccanismi familiari che rendevano inutile qualsiasi domanda.

Lo kzin gli dimostro che aveva torto. — Dal punto di vista di un burattinaio, mi sembra che sia stata disegnata in maniera piuttosto singolare. Nessus, non ti sentiresti piu sicuro se questa nave fosse rivestita da uno scafo metallico?

— No. Questa nave ha diverse innovazioni.

La General Products, una compagnia commerciale dei burattinai, aveva venduto manufatti in tutto lo spazio conosciuto, ma aveva fatto fortuna soprattutto con la vendita dei suoi scafi. Ne produceva quattro tipi diversi che andavano da una sfera grande quanto un pallone da pallacanestro fino al tipo di diametro superiore ai quattrocento metri: precisamente lo scafo n. 4, quello della Long Shot. Lo scafo n. 3 era un cilindro ad angoli smussati con la pancia appiattita, lo stesso tipo di nave che li aveva trasportati sul mondo dei burattinai poche ore prima. Lo scafo n. 2 invece era costituito da un cilindro stretto, con una strozzatura nella parte centrale, che si andava affusolando alle due estremita. Di solito, in quel tipo di scafo c’era posto per un unico pilota.

Per quel che Louis riusciva a vedere, all’interno della nave erano installati solamente il sistema di sopravvivenza e il cambio per l’iperpropulsione. Tutto il resto era sistemato sulla grande ala triangolare: un paio di propulsori puntati in basso, due motori a fusione sul davanti, altri motori a fusione, piu grandi, sui bordi di uscita dell’ala e un paio di poderose capsule sull’estremita dell’ala. Le capsule dovevano contenere gli apparecchi indicatori e le attrezzature per le comunicazioni.

Mezza nave era sull’ala, esposta ai pericoli che preoccupavano tanto il burattinaio. Perche non usare il n. 3 collocando il tutto all’interno dello scafo?

Il burattinaio li aveva fatti passare sotto l’ala guidandoli verso la poppa affusolata: — Vedete? — disse, — in caso di pericolo, il sistema di sopravvivenza entra in una stasi Slaver. Il tempo non scorre, quando si e all’interno di un campo statico. Nulla puo danneggiare i passeggeri. Non siamo tanto pazzi da affidarci solamente alla robustezza dell’involucro. I raggi dei laser a luce visibile possono penetrare anche attraverso uno scafo della

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